mercoledì 28 gennaio 2015

Pillole di ricordi: Spectravideo Msx Svi 728

Mi ero stufato.
Volevo non dover chiedere il permesso a mio fratello per giocare con il Commodore 128.
Volevo non dover aspettare che lui smettesse di giocarci o che uscisse di casa.
Volevo un Computer " mio ".
Dopo una dura opera di convincimento e di rotture di palle, come solo i bambini e le donne sanno fare, ottenni finalmente il tanto atteso sì.
Avrei avuto il " mio " computer.
Ovviamente i miei genitori pur acconsentendo alla richiesta non mi avrebbero mai comprato un Computer come quelli che avevamo avuto o avevamo ancora in casa, e quindi quando andammo al negozio di computer, nella nostra completa ignoranza del settore, uscimmo dal negozio con questo computer dal nome impronunciabile.
Fummo turlupinati dal venditore che ci affibbiò il computer che vendeva di meno?
Sono convinto di sì, ma ero felice lo stesso, finalmente avevo qualcosa di mio.
In quei giorni quando me lo domandavano andavo quasi fiero di dire ai miei amici, compagni di scuola e parenti, la sigla impronunciabile del mio computer.
Ripetevo quella sigla come un mantra, ed i miei amici, che al massimo avevano un Amstrad o un Vic 20, rimanevano stupiti quantunque perplessi.
Ma il vanto si scontrò con la realtà.
Perché praticamente ci giocai  poco o nulla.
Di giochi ve ne erano pochissimi e quei pochi non erano minimamente all'altezza ( per me ) di quelli del Commodore 64 ( non esistevano giochi per il 128 ma tramite un tasto presente nel computer era possibile usare l'interfaccia del 64 ).
L'unico gioco con cui mi sollazzavo dell' MSX credo fosse Road Fighter, che all'epoca era molto in voga in sala giochi.
Ma Road Fighter da solo non poteva competere con quelle cassette da 10.000 lire piene di videogiochi per Commodore 64 che vendevano in edicola.
E considerando che giochi per MSX in edicola manco a parlarne ed approfittando del fatto che mio fratello fosse lanciato sempre di più nella sua adolescenza fatta di uscite ed altri desideri computeristici, aumentarono molto considerevolmente le possibilità di giocare con il Commodore 128.
E l' MSX vattelapesca?
Cazzo ne so.
Tuttora non so che fine fece.
Immagino di averlo totalmente abbandonato al proprio destino, che era quello di accumulare polvere in qualche angolino della stanza, o che sia stato gettato, distrutto o smontato da mio fratello che era solito aprire e smontare tutto ciò che non gli serviva più.
Ma è solo un'ipotesi.
Insomma, l' MSX SVI vattelapesca è il classico esempio dove è l'aggettivo possessivo a dominare più dell'oggetto in sé.

sabato 24 gennaio 2015

Creature - Clive Barker

Da un paio di mesi a questa parte, per motivi da ricercare esclusivamente nei miei ristrettissimi orari di lavoro, ho una parvenza di vita sociale soltanto la domenica.
Giorno fatto di abitudini e di rituali consolidati.
È tutto un susseguirsi di giri in auto, caffè, scommesse calcistiche, che si conclude con l'approdo all'edicola della piazzetta.
Luogo che ormai rappresenta da tanto tempo il trait d'union dei miei amici.
Tra una chiacchiera e l'altra sui classici discorsi che vertono su figa, sesso, calcio, io ho l'abitudine di sfogliare quei cestini pieni zeppi di libri, libricini per bambini e giornalini da colorare.
E cosa salta fuori in mezzo a quell'ambaradan?
Il quarto volume de I Libri Di Sangue di Clive Barker, Creature.
Libro che cercavo da mesi ed introvabile sia su Internet che nelle librerie d'usato almeno nelle edizioni a cui interessava a me.
Per giunta l'ho trovato ad un prezzo abbordabilissimo ( 2 € ) mentre su Internet anche se lo avessi trovato su Ebay, Amazon o vattelapesca avrei dovuto sborsare almeno 10 o 15 carte.
Insomma, roba da alzare le braccia al cielo e ringraziare la divinità che vi dimora, che sia Dio, Allah, Zeus, Buddha o Idea (Berserk docet).
Comunque, divagazioni a parte, concentriamoci sul libro.
Come ho già detto nelle recensioni dei tre precedenti libri di questa serie di racconti, la serie de I Libri Di Sangue si compone di sei volumi, di cui  Creature ne rappresenta il quarto.
Prima di lui precedentemente ( metto i link sotto ) ho comprato e successivamente letto i primi tre, che erano:

Infernalia ( bellissimo ).

http://pirkaff.blogspot.it/2012/03/infernalia-clive-barker.html

Ectoplasm ( che ho dovuto comprare due volte, in quanto il primo fu smarrito dalle Poste Italiane oppure non fu mai spedito, non è che abbia indagato a fondo, visto che lo avevo pagato una miseria).

http://pirkaff.blogspot.it/2013/01/ectoplasm-clive-barker.html

Sudario.

http://pirkaff.blogspot.it/2013/01/sudario-clive-barker.html

Mi mancano ancora Visioni e Mostri, ma sarà una caccia dura e forse vana, quasi come andare a caccia dello gnomo con l'ascia o del Bigfoot, anche se io non mollo e proseguo nella ricerca.
Purtroppo come quasi la totalità dei libri più vecchi di Clive Barker, i volumi de I Libri Di Sangue sono ormai fuori catalogo.
Ed è un peccato, perché non mancano racconti che meritano certamente di fare bella mostra di sé nelle librerie di tutti gli appassionati di letteratura horror.
Ma torniamo a Creature.
Come i precedenti volumi, il libro è composto da una serie di racconti.
La raccolta in questione ne contiene cinque:

- Libertà Agli Oppressi
- La Condizione Inumana
- Apocalisse
- Vade Retro, Satana!
- L' età Del Desiderio

Come sempre, il bello ed il brutto di un libro di racconti è sempre quello, ovvero che non tutti i racconti ivi presenti possano essere di uguale gradimento.
In questo caso però, direi che tre su cinque hanno in tutto e per tutto soddisfatto il mio gusto.

Libertà Agli Oppressi è per me il migliore della raccolta.
Clive ci racconta di cosa accadrebbe se un giorno i nostri arti ( mani e piedi ) prendessero coscienza e vita propria e si ribellassero.
Di storie di mani che prendono vita ne è pieno il fosso sia al cinema che nella letteratura ( basta pensare a racconti come Il Dito di Stephen King, Mano della Famiglia Addams o film come Giovani Diavoli o La Casa 2 ), però è un racconto solidissimo e ben fatto, a tratti agghiacciante.

La Condizione Inumana mi è piaciuto di meno, l'ho trovato un tantino troppo contorto, per quanto si faccia comunque leggere con piacere.
Il racconto è tipicamente Barkeriano.
Una gang di ragazzi pesta un uomo dalle fattezze di un barbone a scopo di rapina.
Uno dei ragazzi si impossessa di una cordicella  annodata appartenuta al suddetto barbone.
La corda una volta snodata libera nel mondo un mostro deforme che cercherà di fare il culo ai suoi amici.

Apocalisse è una sorta di Guerra Dei Roses in chiave Ghost Story, che vede protagonisti un predicatore e sua moglie che si rifugiano in un Hotel dopo un violento acquazzone.
La stanza dove alloggiano è stata teatro in passato di un efferato omicidio.
I loro problemi coniugali s'intersecheranno con quelli della coppia di fantasmi protagonista di quell'omicidio, con conseguenze deflagranti.
Bel racconto, ottimamente costruito.

Vade Retro, Satana! è un racconto piuttosto breve su un tipo che vuole omaggiare e ricevere i favori di Satana mediante la costruzione di un enorme costruzione raffigurante l'inferno.
È il racconto di un folle, ma che oggettivamente è fin troppo ermetico per lasciare alcunché.

L'età Del Desiderio è un racconto che ricorda moltissimo le atmosfere del Dottor Jekyll e Mister Hyde di Stevenson.
Racconta le gesta di un uomo che si presta come cavia per una sperimentazione a base di feromoni di scimmia.
L'uomo impazzisce e diventa una belva dominata dagli istinti sessuali che mette a soqquadro un'intera cittadina in un vortice di violenze, stupri ed omicidi.
Ottimo racconto, che non risparmia nulla al lettore.

Creature non è certamente il migliore della serie de I Libri Di Sangue, ma resta una lettura imprescindibile per gli amanti della letteratura horror.
È un libro che consiglio, al pari degli altri volumi della serie.









lunedì 12 gennaio 2015

Nexus, Io Ti Lovvo!

Due anni fa più o meno di questi tempi mio fratello vinse una scommessa sportiva.
Niente che ci/gli cambiasse la vita, ma comunque gli servirono per l'acquisto di un Tablet che stava corteggiando già da un po', il Nexus 7.
Inizialmente io ero restio, del resto non erano passati che pochi giorni da quando feci un post proprio per criticare quella massiccia e veloce diffusione di Tablet ed E-reader che ero convinto minacciassero il mondo dell'editoria.
Qui il post in questione:

http://pirkaff.blogspot.it/2012/01/di-come-io-e-lebook-non-riusciamo-ad.html


Un post esagerato e intollerante basato principalmente sull'ignoranza ed abbastanza lacrimevole e banale.
Solite frasi fatte sull'odore delle pagine e sull' importanza del cartaceo e su quanto fosse bello farsi le seghe ammirando la propria libreria. :-P
Come un vecchietto che abiura e si trova spaesato di fronte alla tecnologia, io lo ero di fronte a questo nuovo modus operandi della diffusione letteraria.
Poi arrivò questo Tablet ed il mio mondo cambiò.
Cambiò non solo le mie giornate lavorative, visto che è stato ed è tuttora una compagnia fondamentale nei momenti di stanca, ma anche un ottimo strumento di lettura.
La mia prima lettura fu un libro introvabile in formato cartaceo che tanto cercai inutilmente nelle librerie d'usato virtuali e non: Al di là dei sogni di Richard Matheson.
Il romanzo si trovava piuttosto facilmente su Internet e quindi mi lanciai nella lettura, un battesimo del fuoco che ero convinto non avrebbe inficiato le mie certezze.
Niente di più sbagliato.
Pur non essendo un vero e proprio E-reader da quel momento il Nexus è diventato una piacevole compagnia per quel che riguarda le letture.
Tanto che il 2014 è stato per la prima volta l'anno in cui ho letto più romanzi in E-book che in formato cartaceo.
Tale formato è stato una manna per il mio portafoglio notoriamente misero ma anche un'ancora di salvezza per la mia libreria, famosa per l'impilamento a cazzo di cane per mancanza di spazio e a forza, di libri e fumetti.
Certo, gli autori che amo di più li comprerò e leggerò sempre in cartaceo, su questo non ci piove, ma per ciò che concerne sperimentazioni letterarie verso autori a me sconosciuti o romanzi ormai fuori catalogo ed introvabili in formato cartaceo, Il Tablet è un ottimo sostituto.
Insomma, tutto questo fiume di Jalissiane parole per augurare buon compleanno al mio Tablet, fedele compagno delle mie giornate lavorative, di letture e di navigazione in rete.
Nexus, io ti Lovvo!



venerdì 2 gennaio 2015

Le più grandi delusioni videoludiche della mia vita: Street Fighter 2 per Amiga 500

Che anno era il 1987 o il 1988?
Non lo ricordo di preciso, ma ricordo quella sala giochi malfamata, tutto il fumo passivo respirato e quel cabinato con quegli enormi pulsanti blu e rossi.
Roba che io per premerli dovevo quasi sedermici sopra ed usare il culo per lanciare l' Hadouken.
Ero piuttosto minuto per la mia età e quel cabinato mi sembra maestoso, una sorta di grattacielo videoludico.
Questo fu il mio primo approccio con Street Fighter.

Venne il 1991 e Pirkaf era adolescente.
In quell'anno solevo passare tutti i primi pomeriggi nel Bar sotto casa, davanti ad un flipper o davanti al cabinato di turno.
Il 1991 fu l'anno di Street Fighter 2.
Un gioco che mi portò all'inserimento di non so quante monete da 500 Lire nel cabinato, nonché portatore sano di innumerevoli sfide tra amici e di sano divertimento.
Si parlava tra di noi, di quanto sarebbe stato bello poter avere una conversione del gioco per Amiga 500, visto che era il computer che bene o male possedevamo tutti.
Fortuna (?) volle che durante la lettura di una rivista del settore che compravamo per tenerci aggiornati sulle uscite videoludiche, leggemmo proprio di un'uscita imminente di Street Fighter 2 per Amiga 500.
Salti di gioia, scene di giubilo e poi via, di corsa verso quel negozio di computer che vendeva giochi piratati a 5000 Lire.
Lo ricordo come fosse ieri: quattro persone su due scooter, che correvano come pazzi dopo aver fatto la colletta ed aver lucidato l' x copy di turno per poter fare delle copie per ognuno di noi.
Col gioco in mano e con il batticuore inserimmo il primo dei quattro dischetti dentro il computer del mio amico e già dall' intro sentimmo puzza di bruciato.
Sonoro infimo, grafica al minimo sindacale, scarsa fluidità ed una giocabilità che rasentava il ridicolo ci balzarono subito all'occhio.
Non sapevamo se ridere, piangere o bestemmiare l'intero calendario.
Fatto sta che quel gioco anelato ed aspettato, non me lo copiai mai e dopo aver dato l'addio alla mia quota per il suddetto acquisto già dal giorno dopo ero nel bar sotto casa con le mie monetine in tasca pronto per una nuova sfida.
Ma restava comunque il rammarico di un gioco tanto atteso che risultò la mia più grande delusione videoludica dopo il gioco di Kenshiro.
Mamma mia, che sola. :-p





sabato 20 dicembre 2014

Horns / La Vendetta Del Diavolo - Joe Hill

Tanto aumenta la pila di libri di cui parlare, tanto diminuisce la voglia di farlo.
Ultimamente va così.
Sarà una fase passeggera?
Chissà.
Io spero vivamente lo sia.
Comunque, voglia o non voglia, sono qui e quindi bando alle ciance e parliamo di libri.
Oggi ci occupiamo di Joe Hill, che altri non è che il figlio di Stephen King.
L'ennesimo raccomandato che sfrutta la fama del padre per provare a seguirne le orme?
Ammetto di averci pensato, ma devo dire che La Vendetta Del Diavolo ha fugato tutti i miei dubbi, visto che tutto sommato è stata una piacevole lettura.
A vantaggio della credibilità dello scrittore va anche il merito di aver usato uno pseudonimo tratto dal diminutivo del suo nome per cercare il più possibile di staccarsi dalla nomea di essere il proverbiale figlio di cotanto padre.
Tanto che ha rivelato la sua identità solo dopo il buon successo riscosso con i suoi primi libri.
Joe anche grazie al successo di quest'opera e alla sua riduzione cinematografica firmata da Alexandre Aja con Daniel Radcliffe protagonista, vanta un buon numero di appassionati anche nella landa italica.
Io stesso mi sono avvicinato alle sue opere grazie all'interessante Trailer del film ( che comunque poi non ho visto, ma che conto di recuperare ).
Certo, molto del fandom viene dagli appassionati del Re, ma comunque figlio o non figlio le sue opere piacciono e quindi va bene così.
Ma parliamo de La Vendetta Del Diavolo sennò si fa notte.
Via con la sinossi:

..."Ignatius Perrish ha passato tutta la notte tra alcol ed eccessi. Il mattino dopo si sveglia con i postumi di una sbronza tremenda, un mal di testa infernale... e un paio di corna che gli spuntano sulla fronte. In un primo momento Ig pensa che siano un'allucinazione, o il prodotto di una mente alterata dalla rabbia e dal dolore. Nell'ultimo anno ha vissuto in un solitario purgatorio personale, dopo la morte della sua amata, Merrin Williams, violentata e assassinata in circostanze mai chiarite. Un esaurimento nervoso sarebbe la cosa più naturale del mondo. Ma non c'è niente di naturale in queste corna, fin troppo reali. Un tempo Ig godeva una vita di privilegi: aveva sicurezza, soldi e un posto nella società. Aveva tutto, e anche qualcosa in più: aveva Merrin, e il loro amore fatto di sogni a occhi aperti e magia. Ma l'assassinio della fidanzata si è abbattuto su Ig come una maledizione: pur essendo innocente, agli occhi della gente è lui l'unico colpevole, e si è comprato l'assoluzione grazie al suo denaro. Tutti, ormai, l'hanno abbandonato. Tutti, tranne uno: il suo demone interiore. Posseduto da un nuovo, terrificante potere e con nuove, spaventose sembianze, per Ig è arrivato il momento di trovare il mostro che ha ucciso Merrin e ha distrutto la sua vita. Essere buono non lo ha portato da nessuna parte. È il momento di una piccola vendetta. È tempo che il diavolo riscuota ciò che gli spetta"





L'inizio del romanzo è tremendamente suggestivo e trascinante.
Un ragazzo sospettato di essere l'assassino della sua ragazza, dopo una notte di bagordi si risveglia con delle corna in testa.
Non quelle di un cervo a primavera, ma delle vere e proprie corna malefiche che sembrano dotate di particolari peculiarità, ovvero quelle di spingere la gente sotto il loro influsso a rivelare tutti i loro più reconditi e turpi desideri.
Dopo l'iniziale smarrimento il protagonista del romanzo userà questa sua particolare abilità per cercare il vero assassino della sua fidanzata.
Come dicevo più su, il romanzo nelle prime battute è veramente affascinante con una narrazione fluida che rende la lettura veloce e scorrevole.
Via via, però secondo me, i troppi flashback dilatano fin troppo la narrazione, rendendo il romanzo fin troppo contorto.
Mi va benissimo l'introspezione psicologica e conoscere il passato ed il background dei tre protagonisti principali ed anzi le loro vicissitudini sono ben raccontate, ma personalmente ho trovato la parte ambientata nel passato, inutilmente prolissa.
A parte questo, mi sento di consigliarne senza riserve la lettura.
A prima vista potrebbe sembrare un horror, ma in verità è più un thriller che si concentra sui più turpi desideri umani condito da un pizzico di soprannaturale e da una sorta di triangolo amoroso giovanile che fungerà da chiave di volta del romanzo.
Probabilmente è un romanzo che avrebbe funzionato persino senza l'elemento soprannaturale, la cui spiegazione alla fine della storia è fin troppo fumosa e didascalica, per quanto accettabile con il contributo della sospensione dell'incredulità.
Insomma, non tutto funziona a menadito in questo romanzo, ma viceversa tutto ciò che funziona ne compensa ampiamente i difetti.
Complimenti a Joe Hill e non escludo di procurarmi gli altri suoi lavori.
L'ultimo dal titolo molto accattivante di NOS4A2 ( gioco di parole che in inglese forma la parola Nosferatu ), è uscito nemmeno un mese fa.
Ero andato persino a comprarlo, ma come spesso accade sono uscito con altri due libri al posto del romanzo di Joe Hill, che comunque mi regalerò, prima o poi.



martedì 9 dicembre 2014

A Volto Ritorno - John Niven

Minchia.
E' passato così tanto tempo dal mio ultimo post?
Eppure è strano.
Il tempo per praticare il retrogaming al computer o di giocare con l'ultima release di Pes ce l'ho.
Il tempo per leggere, pure.
Ho letto un fottio di libri, riletto praticamente la mia collezione intera di fumetti de Gli Incredibili X-Men, tanto da arrivare al punto di prendere su Ebay alcuni dei numeri che mi mancavano.
Albi del 1992 che ancora si trovano a buon prezzo.
Ho avuto tempo per lavorare, vivere o esistere, fate vobis.
Ma non il tempo e la tranquillità per scrivere un post.
Ed oltre al tempo e la tranquillità, mi è mancata la voglia.

Ma oggi tempo,voglia e tranquillità ci sono e quindi eccomi di nuovo qui.
E di cosa parliamo oggi?
Di una delle ventordici letture affrontate nel frattempo.
Oggi lascio da parte l'horror e mi concentro su un romanzo che mi ha fatto ridere e divertire come non accadeva da tempo ed allo stesso tempo mi ha fatto riflettere e in qualche pagina persino commuovere.
Parlo del pazzo ed irriverente romanzo A Volte Ritorno dello scrittore scozzese John Niven.
Via con la trama, và:

Dopo una vacanza di qualche secolo Dio è tornato in ufficio, in Paradiso, e per prima cosa chiede al suo staff un brief sugli ultimi avvenimenti. I suoi gli fanno un quadro talmente catastrofico - preti che molestano i bambini, enormità di cibo sprecato e popolazioni che muoiono di fame... - che Dio si vede costretto a rimandare giù il figlio per dare una sistemata. JC (Jesus Christ) gli dice: "Sei sicuro sia una buona idea? Non ti ricordi cosa è successo l'altra volta?" Ma Dio è irremovibile. Così JC piomba a NY, dove vive con alcuni drop-out e ha modo di rendersi conto in prima persona dell'assurdità del mondo degli uomini. E cerca, come può, di dare una mano. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità.



Ecco, dalla sinossi credo che si intuisca dove si andrà a parare.
Niven ci dona una risposta tutta sua ad una delle domande che in tanti, soprattutto dinnanzi a tragedie, guerre, malattie e carestie, si pongono.
Dov'è Dio?
E' morto come ci dicono Nietzsche o Guccini?
Manco per il cazzo, era in vacanza. :-P
Mentre Dio si crogiolava in piena epoca rinascimentale, ha lasciato il paradiso in mano a Gesù, un fattone fancazzista che passa gran parte del suo tempo a strimpellare la sua chitarra insieme a Jimi Hendrix.
Ed il mondo intanto se ne è andato a scatafascio.
Lo dico subito, probabilmente non è un romanzo adatto a tutti.
Niven non risparmia volgarità e blasfemia e mi rendo conto che ad un cattolico osservante e conservatore, questo romanzo può apparire invero disturbante.
Ho adorato le prime centinaia di pagine, veramente al fulmicotone per quel che concerne il ritmo della narrazione e dei dialoghi.
Dio è un personaggio irriverente e trascinante come non mai.
A tal proposito ho adorato la sua discussione con Satana.
Con il ritorno di Gesù sulla terra ( rimandato da Dio per rimettere a posto le cose ), il romanzo subisce un rallentamento ed a volte sembra incartarsi su se stesso, ma riesce a tenere comunque alto il ritmo e l'attenzione fino alla fine.
Gesù è un personaggio iconico che si fa veramente "adorare".
E lasciatemelo dire, è molto più umano e "vero" qui, che in tutto il Vangelo.
E qual'è al giorno d'oggi l'unico modo per arrivare alle masse e divulgare il proprio messaggio di pace e fratellanza?
Partecipare ad un Talent Show.
Idea geniale, quantunque Celentano con il film Joan Lui, in qualche modo, ne aveva anticipato i tempi.
Non dico altro sulla trama perché è tutta da leggere e scoprire, ma posso dire che c'è tempo in corso d'opera per ridere, inorridire davanti al bigottismo ed all'ignoranza degli uomini ed anche commuoversi.
Mi fermo qui.
Se non per dire che è un bellissimo romanzo.
Dietro la facciata irriverente e dissacrante, qualcuno ci vede una nemmeno non tanta velata critica al bigottismo della Chiesa e della religione in generale.
Io so solo che mi sono sentito molto in linea con il messaggio tanto semplice e conciso, quanto diretto di Gesù :
" Fate i bravi ".









mercoledì 19 novembre 2014

One Pound Gospel - Rumiko Takahashi - Quarto Volume

Avevo ricavato del tempo da dedicare alla stesura di un nuovo post.
Volevo parlare / scrivere di uno dei molteplici libri letti di recente, come del fatto che per quel che concerne la ricerca dei libri fuori catalogo, mi sento in un periodo piuttosto fortunato visto che sembra mi caschino addosso come dei frutti maturi.
Basta pensare che uno dei libri della serie I Libri Di Sangue di Clive Barker che cercavo da anni ed introvabile anche nei circuiti d'usato, l'ho trovato nell'edicola sotto casa dove passo tutte le domeniche.
Caso più unico che raro.
Ma poi l'apparizione della postina e la consegna del plico contenente il quarto volume di One Pound Gospel ha un po' scombussolato i miei piani e reso quindi questo post una sorta di postilla / appendice del precedente.

Trovare questo quarto volume non è stato semplice.
In fumetteria, nisba come sempre.
Sarò sfigato io, ma se non mi affido alle prenotazioni, lì non trovo mai nulla.
Manco parlassimo di un dentista o di fare una visita specialistica.
Poi, il fatto che sia un volume del 2008 non aiutava di certo.
Ebay, nemmeno.
Per averlo dovevo comprare la collezione completa con i tre numeri che possiedo già, quindi bye bye.
Non restava che Amazon.
Lì sono stato fortunato e affidandomi ad un venditore privato per risparmiare, l'ho portato via ad un prezzo piuttosto basso.

Tavole ribaltate nel tipico formato giapponese, la totale mancanza di qualsiasi redazionale e la copertina piuttosto insipida sono le primissime cose che mi sono saltate all'occhio appena preso il volume in mano.
La seconda sono stati i disegni.
Il reparto grafico è un po' peggiorato ed è molto più affrettato e scialbo dei capitoli precedenti.
Da questo punto di vista Rumiko Takahashi e i suoi assistenti non mi pare si siano svenati più di tanto.
Comunque al di là della confezione e dei disegni, il volume finale di quest'opera mi è garbato.
Vera protagonista delle 200 pagine di questo volume è certamente Suor Angela e il percorso di vita che dovrà scegliere di intraprendere.
Accetterà le avance del pugile imbranato Kosaku o prenderà i voti?
In mezzo a tutto questo ci sarà il primo vero incontro per un titolo importante di Kosaku e l'apparizione dei parenti ( piuttosto serpenti ) di Angela che creeranno alquanto scompiglio.
Come tutte le cose lasciate in sospeso e riprese dopo anni, si notano delle nette differenze sia per quel che concerne il plot narrativo che per quel che concerne i disegni.
Le gag sono meno ispirate, si sorride di meno e ultimo capitolo a parte, in questo volume Suor Angela appare fin troppo ingenua e succube della zia e degli altri parenti.
E' palese, secondo me, che sia un volume di gran lunga inferiore ai tre precedenti.
E' lodevole comunque il fatto che l'autrice si sia decisa a donare un finale a questa vicenda.
Un finale che si è fatto attendere per dieci anni e che tutto sommato ho trovato accettabile e coerente.
Presa in toto, nonostante un quarto volume un po' arrugginito, devo dire che il mio parere su questo manga resta strapositivo.
Pollice su.