Per una volta faccio anch'io un post a tema.
Il 22 ottobre scorso è uscito un bel tomone edito dalla Mondadori nella collana Oscar Vault, con gran parte delle storie nere di Ray Bradbury.
Perché sì, Ray non è solo l'autore di fantascienza di Cronache Marziane e Fahrenheit 451 e altri centinaia di racconti similari, ma anche uno scrittore di racconti horror e del mistero.
E' stato ispiratore di Stephen King e di altri autori horror di quella generazione, e si è formato come Matheson, Bloch e tanti altri tra le pagine di Weird Tales.
Ma queste sono cose risapute, quindi andiamo avanti.
Personalmente non ho acquistato il bel tomone della Mondadori, anche perché gran parte delle storie le possiedo già, però c'erano ivi presenti due dei suoi libri che cercavo da tempo, quindi ho convinto qualcuno a farmelo prestare solo per poter leggere ( e magari recuperare successivamente ) L'albero Di Halloween e Ritornati Dalla Polvere.
Oggi parliamo del primo.
P.s: per chi fosse interessato il prezzo del bel ( ma anche pacchiano, parere personale ) tomone della Mondadori, viene venduto praticamente dappertutto al prezzo di 28 Euro.
Un po' caro, ma parliamo di un libro condito da illustrazioni che si avvicina alle mille pagine.
Parlare di L'albero di Halloween non è semplicissimo.
E' una fiaba nera per ragazzi, ed è indiscusso, ma è molto onirica ed ermetica.
E' una storia che si legge in un pomeriggio, ma non linearissima.
Andiamo di sinossi, che ho preso in prestito da Ibs:
Nella serata che precede Ognissanti qualcosa di stupefacente è accaduto: un enorme albero è apparso e, dai suoi rami, pendono centinaia di zucche. Zucche in cui sono intagliati sorrisi inquietanti e occhi luminescenti che fissano otto ragazzini mascherati per l'occasione: Tom è vestito da scheletro, Henry da strega, Ralph è fasciato come una mummia, Georg è diventato uno spettro, J.J. scompigliato come un cavernicolo, Fred stracciato come un accattone, Wally indossa una maschera da grottesca, Pipkin... «Ehi, dov'è finito Pipkin?»... Indossava una maschera bianca e portava una lunga falce. Ma ora è sparito! Che fine ha fatto? Scortati da Mr Moundshroud, una guida davvero particolare, i sette ragazzi partono alla ricerca dell'amico e strada facendo si imbatteranno in una fitta serie di avventure grottesche e allucinanti. E... riusciranno a salvare Pipkin?
" La notte uscì dagli alberi e allargò il suo manto."
Nel fornire qualsiasi analisi di questo piccolo romanzo, deve essere ben presente che si tratta di una fiaba, e che come tale Bradbury voleva semplicemente raccontare una storia.
Non a caso ci sono pochissimi riferimenti relativi al luogo di appartenenza e in cui si svolgono gli eventi iniziali come se non volesse indicizzare quella che è una horror country story di stampo tipicamente americano.
C'è poco background scenografico e poco approfondimento psicologico.
Come tale inizia come qualsiasi topoi narrativo su halloween: un gruppo di ragazzini escono di casa mascherati da archetipi diversi di figure orrorifiche per il proverbiale trick or treat e si ritrovano a vivere un'allucinante avventura.
Il lirismo di Bradbury che mi è tanto caro si vede poco, i capitoli sono piuttosto brevi, per quella che è un'avventura onirica che trascende il tempo ed i continenti con la figura mefistofelica e misteriosa di Mr Moundshroud a fare da Cicerone.
A prima vista la narrativa di base è geniale.
Un viaggio attraverso la nascita dei vari archetipi in tanti posti diversi del continente, ma la brevità del tutto rende però questi viaggi velocissimi e poco d'impatto.
Più che altro è un modo di Bradbury di farci da maestro e di portarci a celebrare il culto dei morti in varie parti del mondo e in varie epoche storiche e mostrarci la nascita dei personaggi di cui i bambini scelgono di mascherarsi.
Dall'antico Egitto, a Notre Dame, passando per il Messico e la sua Dias De Los Muertos che è protagonista di vari racconti del buon Ray.
Funziona?
Il tutto è un po' veloce, e scivola via troppo in fretta.
Manca un po' di mordente in questa storia, che appare più come esercizio di stile, ma che se valutato per quello che è, ovvero un romanzo per ragazzi, direi che fa il suo.
Come dicevo inizialmente va vissuta come una fiaba.
Nera, ma pur sempre fiaba.
Non lo metterei certamente tra i migliori scritti di Ray, ma è una storia che sono felice di aver letto.
Ed è anche una bella storia di amicizia e lealtà.
D'altronde come ci insegnano Stephen King, Rob Reiner e Ray Bradbury in questa ed in altre storie, le amicizie a 12 anni sono le più vere e sincere.
Infatti in tal senso il finale è la parte che mi ha convinto di più, ma ovviamente taccio per evitare spoiler.
" Alle due del mattino tornò il vento a rapire nuove foglie."
Alla prossima!
Il 22 ottobre scorso è uscito un bel tomone edito dalla Mondadori nella collana Oscar Vault, con gran parte delle storie nere di Ray Bradbury.
Perché sì, Ray non è solo l'autore di fantascienza di Cronache Marziane e Fahrenheit 451 e altri centinaia di racconti similari, ma anche uno scrittore di racconti horror e del mistero.
E' stato ispiratore di Stephen King e di altri autori horror di quella generazione, e si è formato come Matheson, Bloch e tanti altri tra le pagine di Weird Tales.
Ma queste sono cose risapute, quindi andiamo avanti.
Personalmente non ho acquistato il bel tomone della Mondadori, anche perché gran parte delle storie le possiedo già, però c'erano ivi presenti due dei suoi libri che cercavo da tempo, quindi ho convinto qualcuno a farmelo prestare solo per poter leggere ( e magari recuperare successivamente ) L'albero Di Halloween e Ritornati Dalla Polvere.
Oggi parliamo del primo.
P.s: per chi fosse interessato il prezzo del bel ( ma anche pacchiano, parere personale ) tomone della Mondadori, viene venduto praticamente dappertutto al prezzo di 28 Euro.
Un po' caro, ma parliamo di un libro condito da illustrazioni che si avvicina alle mille pagine.
Parlare di L'albero di Halloween non è semplicissimo.
E' una fiaba nera per ragazzi, ed è indiscusso, ma è molto onirica ed ermetica.
E' una storia che si legge in un pomeriggio, ma non linearissima.
Andiamo di sinossi, che ho preso in prestito da Ibs:
Nella serata che precede Ognissanti qualcosa di stupefacente è accaduto: un enorme albero è apparso e, dai suoi rami, pendono centinaia di zucche. Zucche in cui sono intagliati sorrisi inquietanti e occhi luminescenti che fissano otto ragazzini mascherati per l'occasione: Tom è vestito da scheletro, Henry da strega, Ralph è fasciato come una mummia, Georg è diventato uno spettro, J.J. scompigliato come un cavernicolo, Fred stracciato come un accattone, Wally indossa una maschera da grottesca, Pipkin... «Ehi, dov'è finito Pipkin?»... Indossava una maschera bianca e portava una lunga falce. Ma ora è sparito! Che fine ha fatto? Scortati da Mr Moundshroud, una guida davvero particolare, i sette ragazzi partono alla ricerca dell'amico e strada facendo si imbatteranno in una fitta serie di avventure grottesche e allucinanti. E... riusciranno a salvare Pipkin?
" La notte uscì dagli alberi e allargò il suo manto."
Nel fornire qualsiasi analisi di questo piccolo romanzo, deve essere ben presente che si tratta di una fiaba, e che come tale Bradbury voleva semplicemente raccontare una storia.
Non a caso ci sono pochissimi riferimenti relativi al luogo di appartenenza e in cui si svolgono gli eventi iniziali come se non volesse indicizzare quella che è una horror country story di stampo tipicamente americano.
C'è poco background scenografico e poco approfondimento psicologico.
Come tale inizia come qualsiasi topoi narrativo su halloween: un gruppo di ragazzini escono di casa mascherati da archetipi diversi di figure orrorifiche per il proverbiale trick or treat e si ritrovano a vivere un'allucinante avventura.
Il lirismo di Bradbury che mi è tanto caro si vede poco, i capitoli sono piuttosto brevi, per quella che è un'avventura onirica che trascende il tempo ed i continenti con la figura mefistofelica e misteriosa di Mr Moundshroud a fare da Cicerone.
A prima vista la narrativa di base è geniale.
Un viaggio attraverso la nascita dei vari archetipi in tanti posti diversi del continente, ma la brevità del tutto rende però questi viaggi velocissimi e poco d'impatto.
Più che altro è un modo di Bradbury di farci da maestro e di portarci a celebrare il culto dei morti in varie parti del mondo e in varie epoche storiche e mostrarci la nascita dei personaggi di cui i bambini scelgono di mascherarsi.
Dall'antico Egitto, a Notre Dame, passando per il Messico e la sua Dias De Los Muertos che è protagonista di vari racconti del buon Ray.
Funziona?
Il tutto è un po' veloce, e scivola via troppo in fretta.
Manca un po' di mordente in questa storia, che appare più come esercizio di stile, ma che se valutato per quello che è, ovvero un romanzo per ragazzi, direi che fa il suo.
Come dicevo inizialmente va vissuta come una fiaba.
Nera, ma pur sempre fiaba.
Non lo metterei certamente tra i migliori scritti di Ray, ma è una storia che sono felice di aver letto.
Ed è anche una bella storia di amicizia e lealtà.
D'altronde come ci insegnano Stephen King, Rob Reiner e Ray Bradbury in questa ed in altre storie, le amicizie a 12 anni sono le più vere e sincere.
Infatti in tal senso il finale è la parte che mi ha convinto di più, ma ovviamente taccio per evitare spoiler.
" Alle due del mattino tornò il vento a rapire nuove foglie."
Alla prossima!