Quanto sapore agrodolce ha questo mese nella mia esistenza? Tanto, veramente.
E' stato il mese delle partenze e dei ritorni a casa.
Facevo la valigia, mettevo in saccoccia tutti i miei giocattoli e poco altro, salivo nell'auto dei miei cugini e via si tornava a casa, guardando dal lunotto posteriore tutti gli amici dell'estate riuniti a salutarmi, in quelle bellissime vacanze estive ai tempi delle scuole medie, quando i miei mi parcheggiavano da mia zia nei mesi di luglio e agosto.
Ero triste ma contento.
Triste perche lasciavo l'estate, il mare ed i miei amici dell'estate, così diversi, così ingenui rispetto a quelli di città, ma anche così genuini e spontanei.
Ma ero anche felice, rivedevo i miei vecchi amici, riprendevo a giocare a pallone, venivo riaggiornato ed io riaggiornavo a mia volta su quello che si era fatto, sulle nuove scoperte, sulle nuove avventure.
E poi ancora i giri nelle cartolerie per la scelta del diario, innamorandomi perdutamente ogni volta di qualche nuovo zaino Invicta, la lista dei libri e soprattutto essere consapevole della vicinanza della Festa Patronale della città, che tutti gli anni attendevo come il pane.
Le giostre, le bancarelle, l'odore dello zucchero filato, i dolci, le caramelle, le lotterie, la processione e poi i fuochi d'artificio che annunciavano la fine della festa e anche dell'estate, perchè ogni anno coincidevano con l'inizio imminente delle scuole.
Settembre via via, nei miei pensieri, nel mio animo, crescendo ha perso molta consistenza, ma anche se finivo le scuole, iniziavo il militare, finivo il militare, passavo anni bellissimi e irresponsabili, senza un lavoro, sempre in giro, senza impegni, senza responsabilità nè voglia di fare, se non divertirmi, innamorarmi, scopare, era sempre lì ad aspettarmi, ad attendermi, ogni volta con nuove speranze, propositi,illusioni.
Settembre era il mio inizio, in qualche modo lo è ancora.
Mi dispiace per gennaio ma in un mio ipotetico calendario settembre sarebbe il primo dell'anno.
Ma settembre è anche il mese della ragione, in qualche modo adesso rappresenta la fine della mia giovinezza, gli eventi che mi elettrizzavano da bambino non mi elettrizzano più, guardo il quadro della Madonna e non provo nulla, perchè non credo più a nulla e non credo che un quadro possa migliorare le cose, le giostre e le bancarelle non mi appartengono più ed io non appartengo più a loro perchè hanno bisogno di anime più pure ed imberbi, mi sento a disagio, è un mondo che non sento più mio.
Ma per un attimo, giusto due tre orette di qualche giorno fa, insieme ad altri due, tre trent'enni, sono riuscito a riassaporare quei momenti, a sentirmi ancora giovane, a divertirmi con poco o nulla, riassaporando i momenti di un tempo, la compagnia di un tempo.
Forse non è solo questione di crescita o del tempo che passa, ma di chi cresce e passa il suo tempo con te.
E' stato il mese delle partenze e dei ritorni a casa.
Facevo la valigia, mettevo in saccoccia tutti i miei giocattoli e poco altro, salivo nell'auto dei miei cugini e via si tornava a casa, guardando dal lunotto posteriore tutti gli amici dell'estate riuniti a salutarmi, in quelle bellissime vacanze estive ai tempi delle scuole medie, quando i miei mi parcheggiavano da mia zia nei mesi di luglio e agosto.
Ero triste ma contento.
Triste perche lasciavo l'estate, il mare ed i miei amici dell'estate, così diversi, così ingenui rispetto a quelli di città, ma anche così genuini e spontanei.
Ma ero anche felice, rivedevo i miei vecchi amici, riprendevo a giocare a pallone, venivo riaggiornato ed io riaggiornavo a mia volta su quello che si era fatto, sulle nuove scoperte, sulle nuove avventure.
E poi ancora i giri nelle cartolerie per la scelta del diario, innamorandomi perdutamente ogni volta di qualche nuovo zaino Invicta, la lista dei libri e soprattutto essere consapevole della vicinanza della Festa Patronale della città, che tutti gli anni attendevo come il pane.
Le giostre, le bancarelle, l'odore dello zucchero filato, i dolci, le caramelle, le lotterie, la processione e poi i fuochi d'artificio che annunciavano la fine della festa e anche dell'estate, perchè ogni anno coincidevano con l'inizio imminente delle scuole.
Settembre via via, nei miei pensieri, nel mio animo, crescendo ha perso molta consistenza, ma anche se finivo le scuole, iniziavo il militare, finivo il militare, passavo anni bellissimi e irresponsabili, senza un lavoro, sempre in giro, senza impegni, senza responsabilità nè voglia di fare, se non divertirmi, innamorarmi, scopare, era sempre lì ad aspettarmi, ad attendermi, ogni volta con nuove speranze, propositi,illusioni.
Settembre era il mio inizio, in qualche modo lo è ancora.
Mi dispiace per gennaio ma in un mio ipotetico calendario settembre sarebbe il primo dell'anno.
Ma settembre è anche il mese della ragione, in qualche modo adesso rappresenta la fine della mia giovinezza, gli eventi che mi elettrizzavano da bambino non mi elettrizzano più, guardo il quadro della Madonna e non provo nulla, perchè non credo più a nulla e non credo che un quadro possa migliorare le cose, le giostre e le bancarelle non mi appartengono più ed io non appartengo più a loro perchè hanno bisogno di anime più pure ed imberbi, mi sento a disagio, è un mondo che non sento più mio.
Forse non è solo questione di crescita o del tempo che passa, ma di chi cresce e passa il suo tempo con te.