lunedì 24 agosto 2020
007 Missione Goldfinger - Octopussy - Ian Fleming
martedì 11 agosto 2020
Scrittori che guariscono temporaneamente la mia esterofilia: Italo Calvino
Tempo fa, non ricordo esattamente quando, su un sito lessi un bell'articolo su Marcovaldo di Italo Calvino, che fece sì che mi interessassi a questo autore.
In genere mi segno libri ed autori che mi interessano nelle note del telefonino, sperando di imbattermici nelle mie sortite al mercatino dell'usato.
Sono stato fortunato perché nemmeno un mese dopo sono entrato in possesso a pochi spicci sia di Marcovaldo che de Il Barone Rampante.
L'edizioni sono quelle che sono, quella de Il Barone Rampante è addirittura un'edizione da narrativa scolastica, mentre quella di Marcovaldo appartiene a quelle de Il Novecento Italiano che usciva in allegato con La Famiglia Cristiana.
Edizione di cui ho già altri libri, e che non mi dispiace come cura e formato.
Calvino mi è stato utile.
Entrambi i libri sono piuttosto leggeri ed associabili alla letteratura giovanile, e ne avevo bisogno, visto che non ero in un periodo tranquillissimo.
Al di là dello stile sicuramente molto ricercato, le due storie sono quasi favolistiche con delle morali di fondo semplici, ma ben radicate.
Marcovaldo è un libro splendido.Mi ha ricordato un po' Fantozzi per il suo andazzo tragicomico, ma anche opere familiari come la saga di Maulassène di Pennac.
L'idea di scandire capitoli, tempo narrativo ed avventure attraverso le quattro stagioni l'ho trovata geniale, ed ogni capitolo diverte e appassiona.
Marcovaldo è uno sfigato cronico ed ingenuo, ma che si ingegna in ogni modo per portare a casa la pagnotta, e tutto l'ambiente cittadino in cui si muove è strutturato benissimo.
Un microcosmo perfetto come un orologio svizzero.
Un racconto umoristico dal sapore agrodolce che mi ha avvinto moltissimo.
Lo consiglio vivamente.
Il Barone Rampante sembra quasi più una parabola fantasy per ragazzi, scritta in modo altrettanto divino, ma forse non per tutti.La storia è molto semplice: un ragazzino nobile di dodici anni arrabbiato con i suoi genitori decide di salire sugli alberi e vivere su gli stessi, e di non toccare mai più terra.
Lo farà veramente, e vivrà la sua vita non toccando più il terreno con i piedi.
Avrà il tempo di vivere avventure ogni tipo, storie d'amore, e persino di studiare e conoscere alcuni luminari.
Il romanzo è ambientato nel settecento con echi dei tumulti sociali di quel periodo.
Un libro che sembra semplice sulla carta, ma che è una lettura ben strutturata e complessa.
Insomma Calvino mi è sembrato un narratore che riesce ad unire semplicità e ricercatezza dello stile, muovendosi in abile modo tra fiaba e realtà, e tra il dolce e l'amaro.
Se mi capita, leggerò certamente altro di suo.
Se è destino ci incontreremo ancora.
Buon Ferragosto ed alla prossima!