domenica 31 luglio 2022

L'acchiappasogni - Stephen King

Il mio odierno approccio alla rilettura di uno dei romanzi meno amati di Stephen King, denota quanto io sia cambiato in questi ultimi anni.

Oggi non farei quel post di tanti anni fa denominato " I peggiori romanzi di Stephen King  ", e non avrei la presunzione e l'arroganza di usare termini così diretti.

Non che non si debbano avere dei gusti critici, ma nelle mie riletture cerco anche di essere il più analitico possibile e di trovare anche qualcosa di buono.

E nell'Acchiappasogni qualcosa di buono c'è, secondo me.

Andiamo di sinossi:

Tempo fa, a Derry, la città del terrore di It e Insomnia, quattro ragazzini coraggiosi compirono una buona azione. Che li trasformò per sempre. Da grandi, Henry, Jonesy, Beav e Pete hanno preso strade diverse, ma due cose hanno mantenuto un richiamo irresistibile: una è il legame con il bambino molto, molto particolare che aiutarono quel giorno lontano e l’altra è la fantastica battuta di caccia al cervo che ogni anno li riunisce nel Maine, là nella baita dove ondeggia quel curioso oggetto indiano chiamato acchiappasogni. Però stavolta li aspetta una brutta avventura: il cielo promette ben peggio di una forte nevicata e nel folto si aggira qualcuno, qualcosa, che amerebbe tanto abitare sulla Terra.


L'acchiappasogni parte bene, anzi benissimo.

Le prime 100/150 pagine sono piuttosto coinvolgenti e scritte bene.

Ci sono echi del King pre-incidente, e la trama di base sembra un po' ricercare/ricalcare le atmosfere dei suoi romanzi horror di formazione come It ed Il corpo.

Lo fa in maniera più ermetica, ma l'omaggio è molto evidente.

Derry viene citata più volte, ed è persino teatro di alcuni stralci della storia.

C'è anche una scena molto forte e disturbante, che cita a chiare lettere Alien, che secondo me mette il punto in cui il romanzo smette di avere una direzione precisa, e comincia ad intraprendere un percorso molto più contorto e citazionistico, tanto che ad un certo punto basta avere una infarinatura del genere fantascientifico per cogliere una vastità infinita di citazioni ed omaggi, da arrivare quasi a travalicare il confine della scopiazzatura.

L'acchiappasogni è un IT in formato ridotto con gli alieni e l'esercito.

Ecco, parliamo un attimo di quest'ultimo, rappresentato quasi in maniera macchiettistica e cinematografica, vabbè che è voluto, d'altronde il capoccia si chiama Kurtz, tanto per omaggiare anche Conrad e Apocalypse Now, ma diciamo che siamo molto distanti da quelle opere, qui questa figura, ma anche l'esercito in generale, sembrano usciti da un film d'azione a basso costo.

Nulla da dire per ciò che concerne i quattro protagonisti, sono sì ermetici, ma comunque ben scritti.

Le parti ambientate nella loro adolescenza a Derry sono la parte più bella del romanzo, anche se il modo in cui sono inserite nella storia spezzano un po' troppo la narrazione per i miei gusti.

In più King è molto spietato per ciò che concerne il destino di alcuni di essi, fin dalla prima parte della storia, ed è una cosa che ho apprezzato, anche se c'è da dire che l'ermetismo con cui ci racconta delle loro vite, non ci permette molto di empatizzare con essi.

Funzione importante nell'arazzo ( o nell'acchiappasogni ) della storia è Duddits, un ragazzo/uomo affetto dalla sindrome di Down, che i quattro ragazzi hanno preso in simpatia nell'adolescenza, che funge un po' da deus ex machina del romanzo, in quanto dotato di una sorta di legame psichico con i quattro protagonisti.

Una roba che a me è sempre piaciuta poco, e che anche qui non ho apprezzato molto, ma è una questione di meri gusti personali.

Pollice verso anche per gli alieni.

Un miscuglio di roba già vista, già narrata altrove.

Giuro, qui King ci mette di tutto, mettete qualsiasi film o libro di fantascienza anni '50/80 e probabilmente lo vedrete citato.

Volete La cosa? C'è. Volete Taken? C'è. Alien? E' il piatto portante. Il villaggio dei dannati? Idem con patate. L'invasione degli ultracorpi? Hai voglia. La guerra dei mondi? Anche.

Facciamo prima a trovare cosa non viene citato.

Sebbene, devo dire che la parte relativa agli innesti è potentissima e disturbante, e la scena che ho citato ad inizio post, è una di quelle più creepy tra tutti i romanzi di Stephen King.

Peccato che da un certo punto in avanti, King abbia perso un po' la bussola, facendo diventare questo libro una sorta di Taken in salsa on the road con tanto di alieni che amano il bacon, con effetti tragicomici.

Veramente, ad un certo punto non si capisce se bisogna prendere sul serio il romanzo o meno.

Insomma, L'acchiappasogni è uno dei romanzi più assurdi e meno lineari di King, ma pur se con scelte di trama un po' astruse e fuori dalle righe, rimane comunque scorrevole fino alla fine.

Certo, è un fiume incontrollato di citazioni, sa tutto di già visto e già letto ( meglio ) altrove, le parti più oniriche fatte di possessioni mentali io le ho tollerate poco per questione di gusti personali, ma non è tutto da buttare.

Non mi stupirei di leggere che ad alcuni questa storia possa essere piaciuta.

Non è il King che amo, ma sono comunque arrivato tranquillamente all'ultima pagina.

Di questi tempi è tanto.

Siamo in tempi in cui la gente abbandona romanzi dopo 10,20 o 50 pagine, e non c'è nulla di male, eh.

L'acchiappasogni conta quasi 700 pagine, eppure non mi è pesato per nulla.

E visto che ho citato il numero di pagine, aggiungo una piccola postilla critica: forse e dico forse, io avrei preferito che il Re si fosse concentrato qualche altra pagina in più sul background dei quattro protagonisti + Duddits, e meno sull'esercito e su Mr. Gray e gli alieni in generale, ma è andata così.

D'altronde che le storie siano brutte o meno, King è sempre King, ed è sempre un piacere leggerlo.


Alla prossima!



domenica 17 luglio 2022

I miei libri preferiti: L'amico ritrovato - Fred Uhlman

"Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più."




Chi mi conosce sa che amo le storie di formazione, che sono fatto per leggerle, e che quindi sono già predisposto alle emozioni ed ai brividi, soprattutto quando parlano di amicizia.
Ecco, L'amico ritrovato è probabilmente lo "über alles" ( lo scrivo in tedesco perché il romanzo è ambientato in Germania ) per eccellenza delle storie di questo tipo.
In sole novanta pagine Uhlman ci presenta la storia delle storie d'amicizia, e sfido chiunque a non emozionarsi in ogni aspetto di questa amicizia che nasce, cresce, si cementa, e si disgrega in così poco tempo, e che soprattutto assume connotati così universali da racchiudere tutti i sentimenti possibili.

Certo, noi non siamo nati in Svevia, non siamo ebrei come Hans o nobili di alto ed antico lignaggio come Konradin, non siamo nella Germania in cui si sta affacciando lo spettro del nazismo, ma quei sentimenti, Dio, quei sentimenti, sono gli stessi che abbiamo provato un po' tutti nella nostra vita verso qualcuno, e mai sono stati raccontati con così tanto garbo ed eleganza, ma anche con così tanto realismo da sfondare la quarta parete e rendere vividi ed immortali quei due personaggi.

Ed anche quando arriva la separazione e fiutiamo la tragedia, non c'è solo spazio per commuoversi, ma anche per applaudire.

L'amico ritrovato è uno dei miei libri della vita, che rileggo quando posso, e che consiglio a chiunque, soprattutto a chi ama le storie d'amicizia e di formazione che profumano di infanzia ed adolescenza, anche in salsa drammatica, come d'altronde diventa questa storia in corso d'opera.

Poche volte mi sono emozionato così tanto per un libro, ma è uno di quei libri che ti frega sempre, anche quando credi di aver superato la nostalgia dell'adolescenza e quei sentimenti così complessi e totalitari che mi legavano agli amici di un tempo.

Ma d'altronde nella mia vita è sempre stato così, c'è stato più spazio per l'amicizia che per l'amore.
E non è affatto strano che io pensi ancora alle persone con cui ho diviso infanzia ed adolescenza, mentre per quelle che ho amato o desiderato sessualmente non provi nulla di nulla, nemmeno quando le incontro per strada.

Non posso che ringraziare Fred Uhlman per aver scritto un libro di così tanta bellezza.

" I giovani tra i sedici e i diciott'anni uniscono in sé un'innocenza soffusa di ingenuità,
una radiosa purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale e disinteressata.
Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose della vita. "


Alla prossima!


sabato 9 luglio 2022

La casa del buio - Stephen King / Peter Straub

" Nel tetro lido di Plutone."



I seguiti dei romanzi di formazione in cui ritroviamo i personaggi cresciuti, raramente trovano la mia approvazione.
La casa del buio non è un'eccezione a questa regola, anzi.
E' uno dei libri più respingenti che io abbia mai letto, e non ho mai cambiato idea nemmeno dopo l'ennesima rilettura.
Per chi non lo sapesse, La casa del buio è il seguito de Il talismano.
Ed una volta che pubblichi un post su uno ( ormai eoni fa ), è giusto occuparsi anche dell'altro.
Ritroviamo il protagonista principale di quell'opera ormai adulto, ma molto diverso dal ragazzino protagonista del primo volume.

La casa del buio è un romanzo strano.
Dal punto di vista orrorifico parliamo di un romanzo parecchio creepy e disturbante, poiché il villain rapisce e miete vittime per lo più tra i bambini, con tanto di descrizioni parecchio forti, ma allo stesso tempo persegue una linea molto fantasy, nonostante i temi turpi.

Ora, quando parliamo di una trama che parla anche di mondi paralleli e bambini con poteri telecinetici, parlare di realismo è obiettivamente complicato, ma in questo libro ho fatto fatica a trovare credibili i personaggi.
Tutti, nessuno escluso, sembrano muoversi in un percorso fin troppo precostituito, ed anche il loro linguaggio, i gesti che compiono, ed il loro background in generale, difficilmente li assocerei al mondo reale.

A partire dai poliziotti che a volte si comportano come i personaggi di una serie tipo Distretto di polizia, fino al protagonista principale, che è fin troppo schivo e distante per essere un personaggio amabile.
Jack Viaggiante è diventato un adulto che non mi piace.
I due autori poi, evidentemente devono aver incontrato parecchi giornalisti stronzi nella loro vita, poiché qui ve n'è uno, che dire che è detestabile è persino poco.
Per non parlare del gruppo di motociclisti super acculturati, che parlano di Thomas Mann o che potrebbero tenere convegni sulla letteratura.

Insomma è un libro in cui diventa molto difficile provare empatia per i personaggi, che tutti, nessuno escluso, sono fin troppo sopra le righe ed eccessivamente teatrali.

Persino Henry Leyden, che è il personaggio più carismatico e che si vede lontano chilometri che è colui che i due autori hanno più amato scrivere, è molto difficile giudicarlo realistico.

Anche alcune soluzioni narrative sono eccessivamente ridondanti, se non proprio odiose.

Essendo un romanzo legato all'universo della Torre Nera, ritornano alcune dinamiche tra cui l'aiuto esterno del bianco, in maniera anche un po' facilona devo dire.

Però allo stesso tempo è sempre bello rivivere le atmosfere de i territori e del medio-mondo.

Il romanzo ha anche dei bei punti di forza: il prologo è molto bello, e ci sono alcune citazioni a poesie come Il corvo di Poe, o romanzi come Casa desolata di Dickens, che vengono usate in maniera molto carina nell'arazzo della storia.
Ed inoltre è davvero scorrevole, e le 700 e passa pagine vanno via che è un piacere.

E' una lettura d'obbligo per chi ha letto Il talismano, e per chi sceglie di avventurarsi nella saga de La torre nera, agli altri oggettivamente direi di pensarci bene, poiché i due autori hanno scritto di meglio.
A mio parere Il talismano era molto più bello.
Però come dico sempre, io sono una goccia nel mare del gusto, quindi esisterà parecchia gente a cui questo libro sarà piaciuto, ed anche tanto.

Vi lascio con la sinossi:

"A French Landing si aggira un mostro che adesca i bambini e li restituisce in parte. E c'è anche il vecchio Jack Viaggiante, che a dodici anni fuggì da questo mondo alla ricerca del Talismano che avrebbe potuto salvare la madre e che visse una folle avventura nella dimensione fantastica dei Territori."



Alla prossima!