Giovani Streghe
Rodland è un videogioco platform della Jaleco del 1990.
Passavo ore a giocarci nel bar sotto casa in quel piccolo e angusto spazio dedicato ai coin-op ed ai flipper.
Avevo 14 anni.
Decine di ragazzini e adolescenti tra cui io, si accalcavano alle spalle del giocatore di turno, spesso schernendolo, ma il più delle volte incitandolo o semplicemente attendendo il loro turno.
Tra noi c'era questo ragazzo che ci guardava giocare rimanendo sempre in disparte ed a distanza di due, tre metri, senza mai avvicinarsi, senza proferire verbo, ed aspettando pazientemente ed in silenzio il suo turno.
Qualcuno lo chiamava " il malocchioso " incolpandolo dei propri game over ed in generale era malvisto per questa sua natura schiva e taciturna.
Complici i pomeriggi interi che passavo in quella stanzetta pregna di fumo, bottiglie di alcolici e grande quanto il bagno di una casa di 60/70 metri quadrati instaurai con lui un rapporto di conoscenza e successivamente di amicizia.
Avevamo il calcio ed i videogiochi in comune ed entrò nel mio gruppo di amicizie.
La sua natura era però sempre quella e riusciva molto più degli altri ad attirarsi addosso guai e antipatie.
Forse certi nascono così, non lo so.
Forse era il loro odore ( Simpson docet ) o la loro aura, chissà.
Era tra i più odiati del quartiere e gli altri ragazzi non facevano nulla per nasconderlo.
Rimanemmo amici per molti anni, poi improvvisamente cambiò.
Cominciò a non parlare più a nessuno di noi ed iniziò ad uscire da solo ed a camminare a zonzo per la città anche in orari improbabili.
Molti cominciarono a pensare che si fosse esaurito, qualcuno addirittura lo additava come guardone, millantando di averlo visto in zone dove andavano le coppiette ad imboscarsi e cominciò lentamente a dare significato alla nomea che si portava in dote dall'adolescenza ( che non era più quella degli inizi, ma il nome di un famoso indiano furente).
Non voglio mentire.
Ebbe motivi di discussione con alcuni di noi, ma mai con me.
Ci furono scherzi, litigi anche in seno al nostro gruppo, forse qualche sfottò di troppo.
Non l'ho mai capito.
Semplicemente dopo che ero rientrato dal servizio militare cominciò a non salutare più ed a ignorare anche me.
Chi osava parlargli o anche rivolgergli un epiteto rischiava la violenza fisica e verbale ( a volte meritata secondo me) e con il tempo è diventato sinonimo di persona strana e ambigua.
Lo è anche adesso a 40 anni.
Ma perché parlo di lui?
Perché in questi ultimi tempi io mi sono sentito parecchio strano e poco in me.
Ho iniziato a soffrire di ansia ed insonnia, e sentivo l'esigenza di uscire di casa ed anche di camminare da solo o anche semplicemente di sedermi fuori all'aria aperta.
Se lo scorso anno il non lavorare non mi era pesato molto e in un certo senso mi ero abituato alla vita casalinga, il post estate e la mancanza di pecunia, mi stava provocando una forte difficoltà emotiva e fisica, ma soprattutto sono stato preda di una fortissima apatia, inutilità e disagio psicologico.
Ed è anche accaduta una cosa che non mi capitava da tempo.
Mi sono preso una fortissima cotta dai contorni molto adolescenziali.
Ho pensato e sono tuttora convinto, che la mia più che una cotta sia stata una sorta di meccanismo di difesa del mio cervello che cercava una distrazione da situazioni ben più drammatiche.
Fatto sta che in questi giorni mi sono sentito in sintonia con il mio ex amico.
Mi veniva voglia di passeggiare da solo, di sperare di incontrare questa persona nei luoghi che abitualmente potrebbe frequentare, girovagare per il corso cittadino anche da solo e fare cose che normalmente non farei.
Tipo guardare più volte al giorno la sua bacheca Facebook ed Instagram o pensare a lei giorno e notte.
Ecco, quello che voglio dire, è che in questo periodo, quello strano ed ambiguo, mi sa che sono io.
Forse lo penserebbe anche lui.
Forse pure lei, forse tutti quanti.
Alla Prossima!