martedì 22 luglio 2014

Le Origini Del Male

Le Origini Del Male è un film noioso e pomposo.
Vuole essere più di un horror, ma alla fine si dimostra un film vago e asfittico, dove praticamente non succede un cazzo.
La storia è tratta da una vicenda realmente accaduta negli anni '70, anche se con premesse ed esiti diversi, quindi giustamente romanzata verso l'horror per esigenze cinematografiche.
C'è di fatto però, che in un'ora e mezzo di film, di horror vediamo poco o nulla, è quel poco non è nemmeno granché.
E' un peccato perché ritengo il film abbastanza valido sia come sceneggiatura che come costumi, visto che gli anni '70 mi sembrano tratteggiati piuttosto bene.
E' un film che vuole prendersi troppo sul serio e che punta troppo al lato scientifico della vicenda.
La storia è quella di un esperimento ai danni di una ragazza con tendenze suicide ed apparentemente schizofrenica.
La ragazza asserisce di essere posseduta da un essere di nome Evey e si sottopone ad un esperimento scientifico guidato dal Professor Coupland con l'aiuto di alcuni studenti.
Il Prof. già in passato aveva effettuato lo stesso esperimento con un ragazzino, non con grandi risultati.
C'è tutta una storia sull'identità del ragazzino che dovrebbe essere uno dei misteri del film, sebbene sia un mistero piuttosto telefonato, diciamo la verità.
Mistero così easy che manco in Detective Conan o l'ispettore Gadget. :-P
Comunque tornando seri, gran parte del film è dedicato all'esperimento ed a qualche relazione piuttosto vaga ed ermetica tra alcuni dei personaggi.
Schermaglie amorose credibili quanto quelle di Beautiful e Centovetrine.
Personalmente trovo assurda la relazione tra il ragazzo addetto alla cinepresa e la ragazza schizofrenica, ma tant'è.
C'è anche una sorta di tresca tra il Prof e l'altra studentessa, fidanzata con l'altro assistente, ma sono cose talmente vaghe e messe lì tanto per su cui si sorvola tranquillamente.
Il film è tutto incentrato sulla lenta ma ineluttabile possessione della ragazza e sull'esito piuttosto nefasto dell'esperimento in questione.
Nel finale finalmente scorre un po' di sangue e d'azione ed il lato scientifico lascia che sia l' horror a scatenarsi, ma troppo tardi.
Belli i i titoli di coda, che mostrano le foto dei veri protagonisti dell' esperimento o così hanno voluto far sembrare, visto che ho letto da più parti che anche quelli erano attori in posa e non le fotografie dei veri partecipanti all'esperimento, la cui vera foto troneggia qui in alto mentre li vediamo impegnati in una seduta spiritica.
Insomma Le Origini Del Male è così brutto?
No.
Apprezzo il tentativo di un Horror più serioso e pseudoscientifico del solito, meno il risultato, ma d'altronde persino le premesse del vero esperimento erano piuttosto vaghe ed assurde.
Pollice su all'interprete del Professor Coupland, è riuscito a starmi sul cazzo fin da subito, quindi vuol dire che ha fatto egregiamente il suo dovere.
Menzione anche per l'attrice che interpreta la ragazza posseduta, talmente brava da sembrare veramente un'invasata.







sabato 19 luglio 2014

Fascinazione per i ruderi.

Post breve e piuttosto easy quest'oggi.
Sarà perché sono appassionato di horror e quindi le ho sempre collegate all'archetipo della casa stregata, ma sono da sempre affascinato dai ruderi e da qualsiasi palazzo / casa fatiscente abbandonato/a.
Manco io so perché, ma quando ne vedo una rimarrei incantato per ore a rimirarla ed a immaginare chi ci vivesse, come ci vivesse e il come e il quando fu abbandonata.
Ed è in momenti come questi, che mi farebbe comodo possedere il dono della psicometria.
Pazzia, curiosità, semplice coglionaggine?
Tutte e tre le cose,direi...

venerdì 11 luglio 2014

Cielo Di Sabbia - Joe R. Lansdale

Ho letto molte critiche su questo romanzo.
Ed essenzialmente mi trovano d'accordo.
Perché è vero,Cielo Di Sabbia parte con un boato assordante,che alla fine ha la potenza deflagrante di una miccetta.
Ma parliamone meglio dopo la trama, và:

Oklahoma, anni Trenta. Jack ha appena finito di seppellire entrambi i genitori e si aggira tra le rovine della sua casa, distrutta da una delle tempeste di sabbia che sconvolgono lo Stato, quando vede arrivare Jane e suo fratello Tony. Anche loro hanno perso tutto quello che avevano, e vagano in un mondo senza vita, nel quale tutto, dalle piante al cibo, è sommerso sotto uno strato di polvere rossa. Ai tre ragazzi non rimane che rubare una macchina (il cui padrone è morto anche lui nella tempesta) e partire alla volta del Texas orientale, nella speranza di trovare pace e un'occasione per ricominciare a vivere. Ma la strada fino in Texas, tra rapinatori e vagabondi, cavallette e alligatori, deliziose vedove e spietati sfruttatori, si rivelerà lunga e tortuosa, e costringerà i tre ragazzi a crescere e a confrontarsi con quel misto inestricabile di malvagità e solidarietà che alberga in ogni essere umano.




L'inizio di questo romanzo è davvero inquietante.
L'incipit ci racconta di una sferzante, violenta ed inesorabile tempesta di sabbia che semina morte e distruzione e di tre ragazzini che si ritrovano improvvisamente a cavarsela da soli in una terra arida e in un ambiente ostile come quello rurale americano degli anni '30, nelle lande di un Oklahoma in piena depressione.
Gli ingredienti insomma sono quelli di una storia di formazione dai contorni violenti, cupi e disperati.
Non è stato propriamente così.
Non che sarà tutto rose e fiori, ed anzi nel corso dell'opera al terzetto ne capiteranno di cotte e di crude, ma nonostante l'inquietantissimo inizio, la storia alla fine si rivela piuttosto fiabesca, quantunque molto leggera.
Sarà che è comunque il mio genere, sarà che amo le storie di sopravvivenza, l'attraversamento di terre aride e desolate e le storie di ragazzi che vanno alla ricerca del loro posto nel mondo, ma io questa lettura me la sono goduta di brutto nonostante i numerosi difetti.
Ci rivedo un po' lo spirito dello Stephen King di Stand By Me o del  Bradbury de Il Popolo Dell'autunno e di L'estate Incantata, e davanti a tutto ciò, non riesco mai a rimanere indifferente.
Certo, un incipit del genere meritava forse un'opera più corposa.
Quella che poteva ambire ad essere un classico, alla si fine si rivela solo una piacevole lettura per ragazzi.
Tutto questo va in contraddizione con il nerissimo inizio, che crea nel lettore chissà quali aspettative.
Alla fine comunque alle avventure di Jack, Jane e Tony ci si affeziona comunque.
Il resto del romanzo è tipicamente Lansdale style:
situazioni surreali, banditi sopra le righe, sparatorie e un finale dai fortissimi contorni cinematografici piuttosto agrodolce.
Ho adorato letteralmente alcuni passaggi del romanzo, soprattutto quelli inerenti la tempesta di sabbia iniziale e la bellissima scena dell'invasione delle cavallette, che mi ha avvinto assai.
Certo, siamo ancora una volta lontani dalle dinamiche ben più convincenti de La Sottile Linea Scura e di In Fondo Alla Palude, che continuano ad essere i miei romanzi di Lansdale preferiti, ma tutto sommato Cielo Di Sabbia mi sento di consigliarlo.
Lansdale è una garanzia, dopotutto.
E nel mio caso, una compagnia affidabile in un periodo piuttosto apatico e privo di mordente, come questo sonnecchiante scorcio di prima estate.





sabato 5 luglio 2014

Pillole di ricordi ( 1 ) : Coccolino.

Ci sono frasi ed aneddoti che ti restano attaccati addosso come una cicatrice o un tatuaggio indelebile.
I miei, per esempio, ancora adesso non fanno che ricordarmi che da piccolo ero innamorato della pubblicità di Coccolino, tanto che andavo in giro dicendo di essere io il pupazzo di Coccolino.
Ora non so se la pubblicità in questione fosse questa o meno, certo che è strano forte che di questa mia "insana" passione fanciullesca mi porti i segni addosso ancora adesso, voglio dire, ne avrò dette e fatte di ogni da piccolo, eppure nelle riunioni di famiglia è sempre Coccolino a fare capolino a mo' di sfottò. :-P