Mi ero stufato.
Volevo non dover chiedere il permesso a mio fratello per giocare con il Commodore 128.
Volevo non dover aspettare che lui smettesse di giocarci o che uscisse di casa.
Volevo un Computer " mio ".
Dopo una dura opera di convincimento e di rotture di palle, come solo i bambini e le donne sanno fare, ottenni finalmente il tanto atteso sì.
Avrei avuto il " mio " computer.
Ovviamente i miei genitori pur acconsentendo alla richiesta non mi avrebbero mai comprato un Computer come quelli che avevamo avuto o avevamo ancora in casa, e quindi quando andammo al negozio di computer, nella nostra completa ignoranza del settore, uscimmo dal negozio con questo computer dal nome impronunciabile.
Fummo turlupinati dal venditore che ci affibbiò il computer che vendeva di meno?
Sono convinto di sì, ma ero felice lo stesso, finalmente avevo qualcosa di mio.
In quei giorni quando me lo domandavano andavo quasi fiero di dire ai miei amici, compagni di scuola e parenti, la sigla impronunciabile del mio computer.
Ripetevo quella sigla come un mantra, ed i miei amici, che al massimo avevano un Amstrad o un Vic 20, rimanevano stupiti quantunque perplessi.
Ma il vanto si scontrò con la realtà.
Perché praticamente ci giocai poco o nulla.
Di giochi ve ne erano pochissimi e quei pochi non erano minimamente all'altezza ( per me ) di quelli del Commodore 64 ( non esistevano giochi per il 128 ma tramite un tasto presente nel computer era possibile usare l'interfaccia del 64 ).
L'unico gioco con cui mi sollazzavo dell' MSX credo fosse Road Fighter, che all'epoca era molto in voga in sala giochi.
Ma Road Fighter da solo non poteva competere con quelle cassette da 10.000 lire piene di videogiochi per Commodore 64 che vendevano in edicola.
E considerando che giochi per MSX in edicola manco a parlarne ed approfittando del fatto che mio fratello fosse lanciato sempre di più nella sua adolescenza fatta di uscite ed altri desideri computeristici, aumentarono molto considerevolmente le possibilità di giocare con il Commodore 128.
E l' MSX vattelapesca?
Cazzo ne so.
Tuttora non so che fine fece.
Immagino di averlo totalmente abbandonato al proprio destino, che era quello di accumulare polvere in qualche angolino della stanza, o che sia stato gettato, distrutto o smontato da mio fratello che era solito aprire e smontare tutto ciò che non gli serviva più.
Ma è solo un'ipotesi.
Insomma, l' MSX SVI vattelapesca è il classico esempio dove è l'aggettivo possessivo a dominare più dell'oggetto in sé.
Volevo non dover chiedere il permesso a mio fratello per giocare con il Commodore 128.
Volevo non dover aspettare che lui smettesse di giocarci o che uscisse di casa.
Volevo un Computer " mio ".
Dopo una dura opera di convincimento e di rotture di palle, come solo i bambini e le donne sanno fare, ottenni finalmente il tanto atteso sì.
Avrei avuto il " mio " computer.
Ovviamente i miei genitori pur acconsentendo alla richiesta non mi avrebbero mai comprato un Computer come quelli che avevamo avuto o avevamo ancora in casa, e quindi quando andammo al negozio di computer, nella nostra completa ignoranza del settore, uscimmo dal negozio con questo computer dal nome impronunciabile.
Fummo turlupinati dal venditore che ci affibbiò il computer che vendeva di meno?
Sono convinto di sì, ma ero felice lo stesso, finalmente avevo qualcosa di mio.
In quei giorni quando me lo domandavano andavo quasi fiero di dire ai miei amici, compagni di scuola e parenti, la sigla impronunciabile del mio computer.
Ripetevo quella sigla come un mantra, ed i miei amici, che al massimo avevano un Amstrad o un Vic 20, rimanevano stupiti quantunque perplessi.
Ma il vanto si scontrò con la realtà.
Perché praticamente ci giocai poco o nulla.
Di giochi ve ne erano pochissimi e quei pochi non erano minimamente all'altezza ( per me ) di quelli del Commodore 64 ( non esistevano giochi per il 128 ma tramite un tasto presente nel computer era possibile usare l'interfaccia del 64 ).
L'unico gioco con cui mi sollazzavo dell' MSX credo fosse Road Fighter, che all'epoca era molto in voga in sala giochi.
Ma Road Fighter da solo non poteva competere con quelle cassette da 10.000 lire piene di videogiochi per Commodore 64 che vendevano in edicola.
E considerando che giochi per MSX in edicola manco a parlarne ed approfittando del fatto che mio fratello fosse lanciato sempre di più nella sua adolescenza fatta di uscite ed altri desideri computeristici, aumentarono molto considerevolmente le possibilità di giocare con il Commodore 128.
E l' MSX vattelapesca?
Cazzo ne so.
Tuttora non so che fine fece.
Immagino di averlo totalmente abbandonato al proprio destino, che era quello di accumulare polvere in qualche angolino della stanza, o che sia stato gettato, distrutto o smontato da mio fratello che era solito aprire e smontare tutto ciò che non gli serviva più.
Ma è solo un'ipotesi.
Insomma, l' MSX SVI vattelapesca è il classico esempio dove è l'aggettivo possessivo a dominare più dell'oggetto in sé.