tag:blogger.com,1999:blog-55970313531381704712024-03-10T03:45:51.168+01:00Frammenti e TormentiPirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.comBlogger391125tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-76864530229302770332023-12-25T13:48:00.002+01:002023-12-25T13:48:33.300+01:00Un mese in compagnia di Edgar Allan Poe<p><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">" Solo certi poeti del male mi sanno cantare..."</span></i></p><p>Il corvo Joe - Baustelle</p><p><span style="background-color: black;"><span style="color: #cc0000;">Disse il corvo: " Mai più."</span></span></p><p>Il corvo - E.A.Poe</p><p><br /></p><p><br /></p><p>In questi ultimi mesi ho sperimentato il vuoto letterario.</p><p>Non è la prima volta che non posso permettermi di comprare roba nuova da leggere, probabilmente non sarà nemmeno l'ultima.</p><p>In passato ebbi la possibilità di continuare a leggere grazie agli ebook, ma è una cosa a cui mi sono disabituato e non ho nemmeno più la possibilità di attingervi gratuitamente come in passato.</p><p>Nonostante ciò, e quindi la mia totale assenza da questo blog e dalla comunicazione social, mi sono concentrato sulle riletture ed ho passato questi ultimi mesi in compagnia di due tomoni che comprendono le opere intere di Edgar Allan Poe ed H.P.Lovecraft, autori che non leggevo da più di vent'anni.</p><p>Oggi parliamo un po' del primo.</p><p>Ci fu un tempo in cui il mio spirito romantico mi portò verso la poesia.</p><p>Leopardi, Dylan Thomas, Baudelaire.</p><p>Tramite quest'ultimo, con I fiori del male, scoprì il ramo gotico della poesia che mi portò dritto verso Il corvo ed Il verme conquistatore di Edgar Allan Poe.</p><p>Sono sempre stato attratto dai corvi, forse per via del film tratto dal fumetto di O' Barr, o per le citazioni in Sandman e nella Torre Nera di King, ma ho sempre sentito una sorta di affinità verso quest'uccello, tanto che non a caso una delle mie canzoni preferite in assoluto è Il corvo Joe dei Baustelle, anch'essa ispirata alla poesia di Edgar.</p><p>Sono state le poesie a spingermi verso Poe?</p><p>No,non solo, hanno funto da apripista, ma gran parte del merito è frutto dell'inchiostro di Stephen King, come sempre.</p><p>Uno di quegli autori che non ha paura di trascinarti non solo verso l'ignoto e l'orrore, ma anche verso altre storie ed universi narrativi di penne altrui.</p><p>E' a causa della prefazione di A volte ritornano e del saggio Danse Macabre, che nacque in me la voglia di saperne di più.</p><p>La prima cosa che feci all'epoca fu quella di cercare in rete più informazioni possibili su di lui, e successivamente affidarmi alle mie reminiscenze scolastiche, poiché ricordavo che qualche racconto era stato pubblicato nell'antologia di Italiano delle superiori.</p><p>Cercai tra i libri miei, di mio fratello e mia sorella, e la memoria non mi trasse in inganno, perché in quelle antologie albergarono alcune delle opere di Poe.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlMjGzrF9fpWG9T8j4gKPHA_n0JNDgEBviInD9j9LrEAGBy_E3Kzy6caqr4s_cxPNihYojU97DH-sCS6WZVRnketQOQutuP3UCprybrU6i1PGlPWlmrDYK6XEgV5dU4b92veEsfVcXUqEhvH8gfi-HjY69u_O1-P9itTZviDmgsPtdpozF97GOI0fGhQ/s316/9788817006156_0_200_316_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="316" data-original-width="200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlMjGzrF9fpWG9T8j4gKPHA_n0JNDgEBviInD9j9LrEAGBy_E3Kzy6caqr4s_cxPNihYojU97DH-sCS6WZVRnketQOQutuP3UCprybrU6i1PGlPWlmrDYK6XEgV5dU4b92veEsfVcXUqEhvH8gfi-HjY69u_O1-P9itTZviDmgsPtdpozF97GOI0fGhQ/w127-h200/9788817006156_0_200_316_75.jpg" width="127" /></a></div><br />E fu subito amore.<p></p><p>Non ricordo con precisione quali e quanti racconti vi fossero nei libri di italiano, di sicuro ricordo Il gatto nero e L'uomo della folla, ma da allora mi impegnai a procurarmi tutte le sue opere.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTetfJvnD7iJmznUrIOCRJHrify7sv0VGxmyMIPIMxKAT8REnrNu4X1kuzzHP98lNmUt1sLGQzQ7uOPol5KMnbqOWoEdcMs0P81bh8mGz9dxIngkxI-SHwNW01Rens2eu2rkagZNas7hkWKKj79JMfUjdAwLqffmCnoUsbGibksPY-Tzl3FyL3nLIzJA/s1365/s-l1600%20(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="882" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTetfJvnD7iJmznUrIOCRJHrify7sv0VGxmyMIPIMxKAT8REnrNu4X1kuzzHP98lNmUt1sLGQzQ7uOPol5KMnbqOWoEdcMs0P81bh8mGz9dxIngkxI-SHwNW01Rens2eu2rkagZNas7hkWKKj79JMfUjdAwLqffmCnoUsbGibksPY-Tzl3FyL3nLIzJA/w129-h200/s-l1600%20(1).jpg" width="129" /></a></div>Trovai un tascabile Newton da cento pagine mille lire con i racconti dell'impossibile e successivamente un tascabile della Bur che si fregiava del titolo Il meglio di E.A.Poe.<p></p><p>Quel poco che trovai non era abbastanza, quindi andai immediatamente alla ricerca di un libro che comprendesse tutte le opere di questo autore, ed il primo che trovai era un tomone della Sansoni editore con tutte le opere e le poesie.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjahy2ES7fVRbaDRqW3q3d0lTJ5u9SbfMyZstvSZPUohDCdtd9FCQUMAdtsis7kbvfxkLrwm1Gh3O_EDXYZbriOLxhtd_qAHFkLmmCTYnk6om4kuYFZiVAuo_MwDzYsyy1hcV-5rF5NJ8pQMN5_cP970SlnD_qNU-siUrij8cJ4X_BA2JYutHFBchewwQ/s945/IMG_20231031_122238.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="945" data-original-width="709" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjahy2ES7fVRbaDRqW3q3d0lTJ5u9SbfMyZstvSZPUohDCdtd9FCQUMAdtsis7kbvfxkLrwm1Gh3O_EDXYZbriOLxhtd_qAHFkLmmCTYnk6om4kuYFZiVAuo_MwDzYsyy1hcV-5rF5NJ8pQMN5_cP970SlnD_qNU-siUrij8cJ4X_BA2JYutHFBchewwQ/w150-h200/IMG_20231031_122238.jpg" width="150" /></a></div>La lettura non fu tutta rose e fiori.<p></p><p>Non lo è stata nemmeno questa volta.</p><p>Poe non è un autore facilissimo da leggere.</p><p>Pur nella brevità delle sue opere, vi è un'infinità di citazioni ed omaggi a personaggi storici, filosofici ed altri autori, che bisogna per forza affidarsi alle note a fine pagina.</p><p>Poe era una fucina di conoscenza.</p><p>In più molto spesso usava il francese come corollario alle storie, e divagava moltissimo.</p><p>Quello che mi piace delle sue storie è che il suo è un horror piuttosto analitico, che lascia molto all'immaginazione del lettore.</p><p>E' difficile fare un sunto delle sue opere, posso giusto citare quelle che mi sono piaciute di più in questa rilettura.</p><p>Alcune sono delle conferme, come Il Corvo, Il cuore rivelatore, Il pozzo e il pendolo, La maschera della morte rossa, Il barile di Amontillado, William Wilson, altre, invece, delle piacevoli sorprese, soprattutto Ligeia, opera di cui mi sono innamorato.</p><p>Un po' freddino mi ha lasciato la rilettura di Storia di Arthur Gordon Pym unico romanzo scritto da Poe.</p><p>Tanto bello ed inquietante nella fase iniziale, quanto tronco nel finale che sembra terminare sul più bello.</p><p>Con il suo talento Poe avrebbe potuto osare di più, segno che non si è trovato a suo agio nella gestione più ampia di una storia.</p><p>Ci ho messo più di un mese a leggere tutta l'opera omnia di Poe, e non è tempo che rimpiango, tutt'altro.</p><p>Se dovessi citare una sola storia da tramandare ad un novello lettore, quella sarebbe La maschera della morte rossa, per me la sua opera migliore.</p><p>Menzione per le tre storie con protagonista Auguste Dupin, che hanno funto da antesignano per il genere giallo, che ispirarono Arthur Conan Doyle nella creazione del più famoso investigatore di tutti i tempi.</p><p>I delitti della Rue Morgue, Il mistero di Marie Roget e La lettera rubata sono tre racconti che consiglio senza riserve.</p><p>In verità tutto coloro affascinati dall'horror, dalle storie del mistero e dal gotico, dovrebbero leggere quest'autore, perché non solo la generazione successiva, ma anche quelle odierne sono in gran parte ispirate dal buon Poe.</p><p>Augurando a tutti buone feste, mi eclisso ed...</p><p><br /></p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-44192207094399980522023-10-16T11:28:00.001+02:002023-10-16T11:31:08.063+02:00La romanticizzazione social/e dell'accumulo di libriCredo sia già divenuto un po' old come argomento, ma qualche mese fa divenne virale un articolo di Repubblica firmato Elkann padre, dove parlava male dei giovani virgulti che dentro il treno disturbavano la sua lettura di quotidiani e di un romanzo di Proust parlando a voce alta di futili argomenti.<div><br /></div><div>Caso vuole che in quest'ultimo mese la mia unica lettura è stata proprio un romanzo di Proust, e proprio uno dei romanzi del ciclo che citava lo scrittore dell'articolo, ovvero quello de Alla ricerca del tempo perduto, che nel mio caso era un'edizione di Novecento pubblicata molti anni fa da Repubblica.</div><div><br /></div><div>E probabilmente anche questa volta, Proust sarà involontario protagonista di una piccola polemica che porterà avanti il sottoscritto.</div><div><br /></div><div>Ovviamente non sono qui per parlare dell'articolo in questione, che, secondo me, è stato persino involontariamente polemico, visto che è venuto da un uomo di una certa età, con una struttura elitaria ed inconciliabile con quella di un ragazzo odierno, ma volevo citare il parallelo di aver pescato al mercatino dell'usato, qualche settimana dopo, proprio un libro di Proust, che mi ha accompagnato per almeno un mese.</div><div><br /></div><div>Questo ha dato il là ad alcune riflessioni, nate da alcuni trend su Tik Tok, Instagram e su qualche sito letterario, nel momento in cui io avevo soltanto questo romanzo da leggere, e quindi ero e sono anche adesso, distante eoni, da questo modo di fare e ragionare.</div><div><br /></div><div>Quali sono questi trend?</div><div><br /></div><div>Sono quasi tutti ispirati da una sorta di ossessione romantica verso l'accumulazione di libri.</div><div><br /></div><div>Credo sia basilare che ognuno spenda i soldi come vuole, ma che ci si vanti di avere tanti libri che non sai se leggerai mai, non so quanto possa essere considerata una cosa positiva.</div><div><br /></div><div>Eppure ragionamenti del genere, mi capita spesso di ascoltarli, leggerli e vederli.</div><div><br /></div><div>Passi per coloro che collaborano con le case editrici, passi per i/le bookstagrammer o booktoker che per forza di cosa devono rimanere aggiornati/e, ma in generale è un comportamento che non capisco.</div><div><br /></div><div>Così come non capisco ( e ne ho parlato già ), tutti coloro che affermano con brutalità, che hanno mollato un libro dopo dieci, venti pagine, perché non gli piaceva, e dato che avevano molte altre letture da fare, tempus fugit, ecc.ecc., citando il sempreverde diritto ad abbandonare un libro.</div><div><br /></div><div>Per non parlare di quei comportamenti quasi ossessivi/compulsivi che si leggono tra le righe di alcuni articoli su alcuni portali dedicati alla letteratura, dove l'articolista in questione, non so se per suscitare empatia nel lettore, afferma che se entra in libreria, deve uscire per forza di cose con un libro in mano.</div><div><br /></div><div>Queste cose mi hanno fatto pensare molto.</div><div><br /></div><div>Se avessi avuto delle alternative, ci sarebbe stata la possibilità che io stesso mollassi La strada di Swann di Proust?</div><div><br /></div><div>Può darsi, chissà.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCP1qoONCk5BnhPgGl8VrA_FVjNVARmIR9H_k504LBRy2CTdhy_-7Hi_XPK9lH5whHm8HetRfw9EeeRc22EzU15NHgZ2pigz_KqY7OTfK_d6ytFZSPbIMRW1uhbAIdqScbYYWs1mG9tS-FU6ijzgDzmZRbsImQgcyLT9A842DfdyUsYvjV0ad7XKR8RQ/s955/IMG_20230924_092622.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCP1qoONCk5BnhPgGl8VrA_FVjNVARmIR9H_k504LBRy2CTdhy_-7Hi_XPK9lH5whHm8HetRfw9EeeRc22EzU15NHgZ2pigz_KqY7OTfK_d6ytFZSPbIMRW1uhbAIdqScbYYWs1mG9tS-FU6ijzgDzmZRbsImQgcyLT9A842DfdyUsYvjV0ad7XKR8RQ/w150-h200/IMG_20230924_092622.jpg" width="150" /></a></div>La strada di Swann è stata una sfida quasi impari.</div><div>E' un libro ampiamente descrittivo, dove Proust si focalizza su qualsiasi cosa, in maniera immersiva, ma anche molto prolissa.</div><div><br /></div><div>Ho sbuffato più volte, ma ho letto anche passaggi e descrizioni molto belle, che mi hanno riportato alla mia stessa infanzia.</div><div><br /></div><div>Ed anche quando ha iniziato a parlare a lungo di ossessioni amorose, infantili e non, mi ci sono rivisto parecchio, anche se la sua storia è ambientata moltissimi anni prima.</div><div><br /></div><div>Ci ho rivisto anche un po' le atmosfere alla Fitzgerald, quelle feste altolocate, quelle persone invadenti, arroganti, gelose, e le donne, così amabili, ma spesso arrampicatrici sociali.</div><div><br /></div><div>Eppure nonostante la difficoltà, nonostante Proust sia forse troppo alto per il sottoscritto, sono riuscito a leggerlo ed apprezzarlo.</div><div><br /></div><div>Ci ho messo un mese, ma non considero questo tempo perduto.</div><div><br /></div><div>Anzi ho ritrovato il mio tempo perduto, ed anche un po' della mia infanzia.</div><div><br /></div><div>Proust mi ha riportato alle vacanze nel paese, ai parenti ed anziani che non ci sono più, alle passeggiate, ai primi amori, nonostante la differenza abissale dal punto di vista dello status sociale ed economico, visto che le persone del romanzo sono tutte molto facoltose.</div><div><br /></div><div>Segno che anche molte delle loro esperienze, nonostante tutto, possono essere molto terrene come le nostre.</div><div><br /></div><div>Se fossi uno di quelli che prova invidia sociale ( cosa che i social catalizzano tantissimo ), probabilmente vorrei essere come tutti i protagonisti dei trend attuali, tutti costoro sembra che possano comprarsi, farsi regalare, un libro a settimana o al giorno.</div><div><br /></div><div>Li vedi scartare quotidianamente pacchi, leggi storie di gente che fa letteralmente shopping in libreria, in un certo senso "urlano" una sorta di ricchezza letteraria, che molti di noi non avranno mai.</div><div><br /></div><div>Eppure ci può essere qualità anche in una sola lettura.</div><div><br /></div><div>Forse c'è più libertà di scelta, o quella scelta casuale, che io amo, che è figlia di una lettura da mercatino.</div><div><br /></div><div>Non dovrò leggere il libro del momento. Non dovrò seguire i trend, ma scegliere quell'unica lettura.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>In fondo, forse, l'importante è leggere, ma sicuramente è più facile farlo avendo pochi libri a disposizione, che sai che finirai, piuttosto che centinaia impilati uno sull'altro, che non sai se davvero leggerai mai.</div><div><br /></div><div>Forse e dico forse, e lo dico soprattutto a quelli che scrivono di libri, bisognerebbe inculcare ai giovani e vecchi lettori l'invito alla lettura e non all'accumulo, come leggo spesso.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div> </div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-39710814986665725812023-09-19T17:15:00.000+02:002023-09-19T17:15:35.217+02:00La casa del sonno - Jonathan CoeJonathan Coe è potenzialmente uno di quegli autori di cui potrei leggere tutto. <div><br /></div><div>Mi piace come scrive, mi piacciono i suoi personaggi, e soprattutto ha una particolarità che è propria di pochi, ovvero quella di essere un pozzo di conoscenza di tutte le arti, ma allo stesso tempo è molto accessibile e commerciale.</div><div><br /></div><div>Pur trattando a volte di temi che possono sembrare alieni ai non anglofoni, riesce comunque ad ammaliare il lettore, ed anche ad insegnargli qualcosa. </div><div> La casa del sonno l'ho pescato al solito mercatino dell'usato a 2 Euro circa.</div><div>Come ben sa chi mi conosce, non è il primo Coe che ho letto, e nemmeno il primo post che faccio su questo autore.</div><div> La saga de La banda dei brocchi ( il primo in particolare ) è una delle mie opere preferite in assoluto, e quindi parto sempre carico di aspettative e fiducia ogni volta che lo incrocio in qualche mercatino.</div><div> La casa del sonno è la sua quinta opera che leggo, ma a livello cronologico è una delle sue prime opere.</div><div>Si nota la differenza con le successive o con La famiglia Winshaw, sua prima opera?</div><div><br /></div><div>Non saprei, nel senso che La famiglia Winshaw l'ho letto una sola volta e lo avevo adorato, ma è passato tanto tempo.</div><div><br /></div><div> La casa del sonno è un libro un po' più contorto, ma mi è comunque piaciuto molto, anche se ci sono delle scelte narrative che non sempre sono state di mio gusto.</div><div>Andiamo di sinossi: </div><div><br /></div><div><span style="background-color: #cc0000;"><br /></span></div><div><b style="background-color: black;"><span style="color: #cc0000;">"Dopo La famiglia Winshaw, un altro caleidoscopio di invenzioni narrative e un'altra girandola di personaggi ora commoventi ora comici, in un dormiveglia caotico che non conosce riposo. In La casa del sonno si racconta l'avventura di un gruppo di giovani. Da studenti, nei primi anni Ottanta, vivono tutti nella severa Ashdown: Gregory, che studia medicina e ha la mania di spiare il sonno altrui; Veronica, una lesbica volitiva, ultrapoliticizzata e appassionata di teatro; Terry, che dorme quattordici ore al giorno e da sveglio sogna di girare un film che richiederà cinquant'anni di riprese; Robert, romantico studente di lettere, che scrive poesie d'amore per Sarah; e Sarah, appunto, intorno alla quale girano le vicende di tutti gli altri. Dodici anni dopo, Ashdown è diventata una clinica dove si cura la narcolessia e nei sotterranei si svolgono oscuri esperimenti. E' un autentico "castello dei destini incrociati", dove si avverano sogni e si dissolvono visioni; dove c'è chi dorme troppo e chi troppo poco, chi ama sognare piuttosto che vivere e chi non vorrebbe perdere un solo minuto di vita nel sonno. E, mentre si interroga ossessivamente sul valore e il significato del sonno, l'eterogenea comunità di studenti, diventata adulta, inciampa nel malessere, nella follia e nelle comiche incongruenze della vita."</span></b></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><b><i></i></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZRE4Aq33vPOczDg24qvIAG0yCQG41E9qQZ1bgUG23vsSmSuZLoCqFDUtKZgg4kZWpTFBTuxNQXMMrw3GG-2uJqlkNZyt6lmijd3YXWgN1h_l-Gv3dPjM_l479QiMLk7UUPBXsgZ1V71FKrOKgvHIe3LFWIVkeIRNJuiR6HvfAFsVkSA9zcqfPDAgQ9A/s955/IMG_20230907_095127.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZRE4Aq33vPOczDg24qvIAG0yCQG41E9qQZ1bgUG23vsSmSuZLoCqFDUtKZgg4kZWpTFBTuxNQXMMrw3GG-2uJqlkNZyt6lmijd3YXWgN1h_l-Gv3dPjM_l479QiMLk7UUPBXsgZ1V71FKrOKgvHIe3LFWIVkeIRNJuiR6HvfAFsVkSA9zcqfPDAgQ9A/w150-h200/IMG_20230907_095127.jpg" width="150" /></a></div>Dal punto di vista delle idee e dell'intreccio, La casa del sonno è un buonissimo libro.
La suddivisione dei capitoli tra presente e passato, è ben congegnata ed interessante, anche se non originalissima.</div><div> </div><div>L'idea che i quattro protagonisti abbiano tutti dei disturbi dedicati al sonno, lo è altrettanto.</div><div><br /></div><div>Il problema è che a parte Terry, è molto difficile comprendere caratterialmente e socialmente gli altri tre personaggi.
Questo ovviamente non è un problema dal punto di vista narrativo, ma a volte Robert, Sarah e Gregory sono scritti in un modo così sopra le righe, da sembrare dei personaggi usciti da un film di Muccino. </div><div><br /></div><div>Nel libro ci sono anche alcune intersecazioni di troppo, nel senso di coincidenze un po' surreali, ma su cui comunque ci si può chiudere un occhio. </div><div><br /></div><div>Il problema mio personale su questo libro è quello legato al rapporto tossico tra Robert e Sarah, che è un po' il tema centrale del libro.
Robert è una sorta di simp ossessionato da quest'ultima, tanto da prendere delle decisioni estreme, a volte basate quasi sul nulla. </div><div><br /></div><div>La realtà è piena di storie di questo tipo, quindi nell'economia della storia è accettabile, però è un rapporto talmente assurdo ed enfatico, che ho faticato a leggerne le gesta, ed a comprenderle. </div><div><br /></div><div>Molto più dinamica ed avvolgente tutta la parte dedicata alla clinica del sonno ed agli esperimenti, ed in quel contesto risalta oltremodo il personaggio di Terry, che secondo me è il più centrato ed interessante tra tutti.</div><div><br /></div><div>Altrettanto lo sono le pagine dedicate al cinema ed ai film perduti, che dimostra tutta la poliedricità e la capacità di argomentazione di quest'autore, cosa che si era vista già negli altri romanzi che avevo letto, dove aveva già mostrato una grande dimestichezza nell'affrontare temi come la politica inglese, la musica classica, la fotografia.</div><div><br /></div><div>Ovviamente non sono un esperto di narcolessia e dei disturbi legati al sonno, quindi non so quanto di rilevante e veritiero ci sia in quest'opera, ma fatto sta che Coe riesce comunque a rendere l'argomento centrale ed interessante. </div><div><br /></div><div>La casa del sonno è in generale un buonissimo libro, forse più adatto ad un lettore che era ventenne nel 1997, l'anno in cui venne pubblicato. </div><div><br /></div><div>Le ossessioni sentimentali, che sono molto tipiche in quella età, con quegli amori un po' da soap opera, propri dei telefilm con cui siamo cresciuti, avrebbe fatto sì che io mi districassi meglio nella storia e nella vita di alcuni di questi personaggi. </div><div><br /></div><div>Oggi personaggi come Sarah e Robert, faccio un po' fatica a digerirli.
Però, davvero, a parte questo, La casa del sonno è un libro coinvolgente, e con una struttura narrativa accattivante.
Poi conoscere dei personaggi con disturbi legati al sonno, mi connette ancora di più a loro, visto che anch'io saltuariamente soffro di insonnia ciclica.</div><div><br /></div><div>Insomma, si può definire La casa del sonno un romanzo dai due volti.</div><div>In primis un romanzo di formazione, dove i quattro protagonisti frequentano l'università e gli stessi ambienti, ed è probabilmente la parte con più " cuore ", ed una seconda parte che li vede adulti problematici, in cui i semi piantati nell'adolescenza diventano radici di sofferenza.</div><div><br /></div><div>L'insieme, come ho detto più su è sicuramente riuscito, e lo rende un buon libro, ma secondo me, alcuni rapporti umani sarebbero dovuto essere sviscerati ancora di più.</div><div><br /></div><div>Coe ha scelto la strada più subdola, forse per cogliere di sorpresa il lettore nelle pagine agro-dolci finali, però il percorso di alcuni di questi personaggi non è molto delineato, secondo me.</div><div><br /></div><div>Alcune scelte di narrazione le ho trovate troppo immediate, esagerate e soap operistiche.</div><div><br /></div><div>Eppure, nonostante ciò, ho finito il libro con rimpianto, e confido di incrociarne nuovamente il cammino, prima o poi.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-38150673004375708542023-08-09T19:48:00.000+02:002023-08-09T19:48:28.500+02:00Cosa si trova al giorno d'oggi, in un mercatino di libri, in una città di media grandezza del Sud Italia ?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8-7pEtbOfRWin8JR0TAlpibVxKV6c97HW8aS9Tk1z2AF7AMzbX4EpU7HB1fJkl1higywYiis6WQvF3AaEVamD4QvcKaygioBdpZquLX1MBS-rSy98rE1i-jkpDVqTw8kYzunvrYPRZuHHklLqCDZh-XwehAIBusifEREd41tf1H8avc6wCMzMAWONw/s910/IMG_20191020_105125.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="910" data-original-width="683" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8-7pEtbOfRWin8JR0TAlpibVxKV6c97HW8aS9Tk1z2AF7AMzbX4EpU7HB1fJkl1higywYiis6WQvF3AaEVamD4QvcKaygioBdpZquLX1MBS-rSy98rE1i-jkpDVqTw8kYzunvrYPRZuHHklLqCDZh-XwehAIBusifEREd41tf1H8avc6wCMzMAWONw/w150-h200/IMG_20191020_105125.jpg" width="150" /></a></div>Feci questa foto qualche anno fa, perché volli focalizzare a memoria duratura quella sorta di moto di anticipazione e curiosità, che mi prende quando dedico un paio d'ore al mese al mercatino delle pulci della mia città in cerca di qualche affare librario.<p></p><p>E' vero, qualcuno potrebbe farmi notare che le bancarelle si intravvedono appena, ma mi vergogno a fotografare le robe altrui, non posso farci nulla.</p><p>Ormai frequento quel posto da anni, tanto da conoscere usi e costumi dei rivenditori, e quindi so chi porta sempre gli stessi libri o chi diversifica la bancarella di volta in volta, e quest'ultimi sono quelli da cui vado per primo.</p><p>Con il tempo, quindi, ho assimilato non solo il materiale librario di cui potrebbero disporre, ma anche il prezzo, e con il tempo si è creata anche una certa familiarità, visto che comunque mi vedono di sovente.</p><p>Il che mi ha portato spesso a parlarci ed a rapportarmi con loro, soprattutto per quel che concerne alcune riflessioni e domande che vengono a crearsi quando ci troviamo di fronte a qualcosa che è già stato di qualcun'altro.</p><p>- La prima domanda che mi pongo sempre davanti ad una bancarella è quella più logica: da dove vengono quei libri?</p><p>Quale è la loro storia?</p><p>A volte mi capita di trovarci delle dediche, degli appunti, delle cartoline, ed è quasi come assistere ad uno stralcio della vita e delle esistenze altrui, anche quando ci trovi delle macchie di caffè o di muffa.</p><p>In base alle chiacchiere fatte con loro ( ma anche esperienze personali che ho vissuto ), vi sono molteplici motivi per cui un libro finisce nelle bancarelle.</p><p>Però bisogna partire da un presupposto per eliminare subito una delle derivazioni più comuni, ovvero quello che un libro non piaccia e che quindi venga subito ceduto ad un rivenditore.</p><p>La risposta a questa possibile derivazione è negativa, perché oggi un libro che si è comprato di recente e che ritieni non possa far parte della tua libreria, lo rivendi facilmente su Vinted o Ebay, e difficilmente lo porti ad un rivenditore d'usato.</p><p>Infatti nelle bancarelle vi sono per lo più delle tipologie di libri che più tardi elencherò, ma che partono da un range temporale che va dagli anni '60 al massimo ai primi anni del duemila.</p><p>Tanto per fare un esempio, è rarissimo trovare in una bancarella un libro pubblicato dopo il duemila, a meno che non sia uscito in un allegato con un quotidiano o una rivista.</p><p>Gli Adelphi e gli Einaudi, manco a parlarne.</p><p>E' apparso qualche sparuto libro de la Feltrinelli, ma comunque poca roba.</p><p>Sono ormai molti anni che frequento quelle bancarelle e di libri di queste case editrici ne avrò visti al massimo due o tre ( ed uno l'ho anche comprato, visto che era un'edizione Einaudi de L'urlo e il furore di Faulkner ).</p><p>Ovviamente bisogna tenere conto anche della grandezza del mercatino e della città che lo ospita.</p><p>Qui io parlo di una città del sud Italia di 180.000 abitanti, e non di Napoli o Roma, dove presumo che nei mercatini possano circolare anche numerose copie di Adelphi, Einaudi ecc.ecc.</p><p>D'altronde è un trend anche abbastanza in voga nei social o su Youtube quello dell'affare ai mercatini, quindi mi è capitato spesso di vedere copie di libri di quelle edizioni a Porta Portese o altri mercati simili.</p><p>Eliminando quindi gli appartenenti alle generazioni x,y, millenial ecc.ecc., che molto probabilmente userebbero internet per rivendere un libro, non restano che i cosiddetti boomer o in alternativa che molti di questi libri giacessero in qualche magazzino da decenni, come è il caso di uno dei rivenditori, che praticamente porta i libri un po' a caso pescando dal mucchio di libri che ha sugli scaffali.</p><p>Ma quali sono i principali motivi per cui la gente si sbarazza dei libri?</p><p>- In primis la mancanza di spazio o la riduzione dello stesso.</p><p>Ed è una cosa che ho vissuto con mano.</p><p>- La morte del collezionista.</p><p>Magari un nonno o uno zio che è passato a miglior vita ed i cui eredi ( se ci sono ) non hanno lo spazio o l'interesse a coltivarne gli stessi interessi o il lascito.</p><p>Ed è una cosa, che a parer dei rivenditori con cui ho parlato, accade più sovente di quel che si pensi.</p><p>- Perdita d'interesse.</p><p>E' una cosa che ho vissuto io stesso con i videogiochi, la musica ed i fumetti, che spesso ho rivenduto o persino buttato, come nel caso di qualche vecchio CD o musicassetta.</p><p>- Trasferimento in un'altra città, altro paese, altra casa.</p><p>Convivenza.</p><p>Spesso ci si fidanza o ci si sposa con gente che non condivide le nostre passioni, e con cui bisogna trovare la quadra per quel che concerne la condivisione dello spazio.</p><p>Il fatto che si tratti per la maggior parte di vecchie collane o di libri degli anni antecedenti al duemila porta a pensare che vengano principalmente da case che si sono svuotate di gente che è passata a miglior vita o ragazzi/e che oggi sono uomini, donne, padri, madri, e magari anche nonni/e.</p><p>E quindi quali sono le collane o le case editrici che circolano di più nel piccolo mercatino della mia città?</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-sUjJ8_yjfFl0l6lBPP9hf7VS2q2MhtV2Dpwh_cpoovZfS9sJ2GnwVrRERzZBB1DSbkLsWWAxNRQx4UhQTqLDJzHavh4F9JNbDtOzyouFQDEed-_Cw4npPzBg-X3ETidRl22A8Y7dmbvb2shKzqfOJyK9H8FPU01eKqfB-SfJXGWAFtrj7EJ7dBhhmQ/s1600/s-l1600.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-sUjJ8_yjfFl0l6lBPP9hf7VS2q2MhtV2Dpwh_cpoovZfS9sJ2GnwVrRERzZBB1DSbkLsWWAxNRQx4UhQTqLDJzHavh4F9JNbDtOzyouFQDEed-_Cw4npPzBg-X3ETidRl22A8Y7dmbvb2shKzqfOJyK9H8FPU01eKqfB-SfJXGWAFtrj7EJ7dBhhmQ/w200-h200/s-l1600.jpg" width="200" /></a></div>Prime tra tutte le belle edizioni de il novecento italiano ed europeo che uscivano in allegato con La famiglia cristiana.<p></p><p>Edizioni molte curate, spesso foriere di capolavori.</p><p>Io stesso con il tempo ne ho recuperati sei ( a circa 1 Euro l'uno ) e conto di recuperarne altri.</p><p>In tutto dovrebbero essere ventiquattro libri.</p><p>Dodici dedicati al novecento italiano e dodici al novecento europeo.</p><p>Mi pare siano datati 1997, quindi non sono nemmeno tanto vecchi.</p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_rBud6jr-dHFcWgVu2ApB3jDRIJJ_MBsIRMsDyOxn3FzjE_lkmQRO0u6NiqOsN6OvEThJQzOjNUlWzBBlA2hmlq79lyq8Zl5DOFljJSi2xJmBmZUNC7Xa0A-0Echxt5OB2vg9k7ua3QeBMPuFw62rSR0Cp9ENdB0f1iKEp7nyGVcVOm-R9hKpj3N51w/s955/IMG_20200915_142808.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_rBud6jr-dHFcWgVu2ApB3jDRIJJ_MBsIRMsDyOxn3FzjE_lkmQRO0u6NiqOsN6OvEThJQzOjNUlWzBBlA2hmlq79lyq8Zl5DOFljJSi2xJmBmZUNC7Xa0A-0Echxt5OB2vg9k7ua3QeBMPuFw62rSR0Cp9ENdB0f1iKEp7nyGVcVOm-R9hKpj3N51w/w150-h200/IMG_20200915_142808.jpg" width="150" /></a></div>I tascabili Newton che si dividono in tante micro-categorie, ma che comunque fanno bella mostra di sé in qualsiasi bancarella dell'usato.<p></p><p>Con il tempo ne ho recuperati tantissimi.</p><p>In primis ci sono gli indimenticabili 100 pagine, 1000 lire con la costoletta nera, poi quelli della collana il fantastico economico classico con costoletta bianca sempre al prezzo di 1000 lire, ed infine i classici Super Ten da 250 pagine al prezzo di 2000 Lire.</p><p>Credo che qualunque appassionato di letteratura ne abbia almeno qualcuno a casa.</p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgenyGStbpo0DkaMqAM0mzFvkl9aNV_EDJTfDBb6XwXKc45TJOIMcL5igtoHejGn0mDmgU3SfprCm-3ITpVjA0DOl-iRrug6bPVR1xmn2fWaWK1oH1Seavg3559zLa-bBIhf1PVzk1xCCZ_RJWjOfK5957h9sMKvosELblOLzoap0Ssa4Ik0umgRojoJg/s955/IMG_20220823_175532.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgenyGStbpo0DkaMqAM0mzFvkl9aNV_EDJTfDBb6XwXKc45TJOIMcL5igtoHejGn0mDmgU3SfprCm-3ITpVjA0DOl-iRrug6bPVR1xmn2fWaWK1oH1Seavg3559zLa-bBIhf1PVzk1xCCZ_RJWjOfK5957h9sMKvosELblOLzoap0Ssa4Ik0umgRojoJg/w150-h200/IMG_20220823_175532.jpg" width="150" /></a></div>Le edizioni Fabbri in copertina rigida.<p></p><p>Alcuni dei miei libri preferiti li ho recuperati in questa economicissima edizione, che anche attualmente è parecchio presente nei mercatini dell'usato.</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL5a3yGShYtlbyar-HR3kXXEivauNkNoshGS9b4UCPrPYoJulgO-bbXCq7mM7Oq5mEOtvkRdS4onUxX86YuN4iAc-Aa0TCZpp03diiUOzgqZRlOhpajfCb7PTaO9p_OsS4RsETlq2fHolTYNzls-IVo-2L1ehVsHIWsCTSjHFRF7QVqKnPJ94uw20DQg/s955/IMG_20200707_134241.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL5a3yGShYtlbyar-HR3kXXEivauNkNoshGS9b4UCPrPYoJulgO-bbXCq7mM7Oq5mEOtvkRdS4onUxX86YuN4iAc-Aa0TCZpp03diiUOzgqZRlOhpajfCb7PTaO9p_OsS4RsETlq2fHolTYNzls-IVo-2L1ehVsHIWsCTSjHFRF7QVqKnPJ94uw20DQg/w150-h200/IMG_20200707_134241.jpg" width="150" /></a></div>I mitici Urania.<p></p><p>Beh, questi non mancano mai, ed anche di questi ne ho fatta incetta.</p><p>A volte ci ho passato letteralmente ore a sfogliarli, perché è la collana principe di qualsiasi bancarella.</p><p>Che siano quelle dalla copertina bianca, o quelle più vetuste dalle copertine coloratissime prezzate a 130 Lire.</p><p><br /></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9_12wzIvQkJ6TliiCo4RI7K7iuHty0CTLC0_LwMsV4jJzpm2CBZgLGO8QTO-auOkMXDHu5H1yoopYH-QGBId4F8o3JigwY-NLW8Lf0uirdLoZWKQa4FIxe9VidU-qnquyvebQQtutD9sS8U7xU2sRQnUjj5ajXUYvKQDyko_xJrdqc3ybJ2r8GvHr4g/s955/IMG_20221016_111702.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9_12wzIvQkJ6TliiCo4RI7K7iuHty0CTLC0_LwMsV4jJzpm2CBZgLGO8QTO-auOkMXDHu5H1yoopYH-QGBId4F8o3JigwY-NLW8Lf0uirdLoZWKQa4FIxe9VidU-qnquyvebQQtutD9sS8U7xU2sRQnUjj5ajXUYvKQDyko_xJrdqc3ybJ2r8GvHr4g/w150-h200/IMG_20221016_111702.jpg" width="150" /></a></div>La biblioteca di Repubblica, Novecento.<p></p><p>Per me il non plus ultra.</p><p>Sono le edizioni che preferisco in assoluto, soprattutto per quel che concerne il lato estetico, ma anche perché a buon prezzo vi ho trovato dei veri e propri capolavori.</p><p>Di pregio anche I grandi romanzi del Corriere della sera, che sono molto vicini esteticamente a quelli di Repubblica.</p><p>Anche qui ne ho preso qualcuno, e conto in futuro di prenderne altri.</p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3YobeSSh0WyuwiWXDYl4UdCvX0F_GbRawhdHAWkKgG5khIObuGd9RSLLLO2SEPA8cjHaSNORb_usZrf5I2Bq7WxAThtbbblWDD-akk7R-qRo5KoOF0Ch9-9pzx0X5sDOrDvdci7ZBVRwQFs4AZSUGtay6G-Qt5ElRh03c2v0v7Wl6gzGWOaRkspYD5Q/s955/IMG_20200716_133238.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3YobeSSh0WyuwiWXDYl4UdCvX0F_GbRawhdHAWkKgG5khIObuGd9RSLLLO2SEPA8cjHaSNORb_usZrf5I2Bq7WxAThtbbblWDD-akk7R-qRo5KoOF0Ch9-9pzx0X5sDOrDvdci7ZBVRwQFs4AZSUGtay6G-Qt5ElRh03c2v0v7Wl6gzGWOaRkspYD5Q/w150-h200/IMG_20200716_133238.jpg" width="150" /></a></div>Chiudiamo con gli Oscar Mondadori.<p></p><p>Quelli vetusti degli anni '60 circolano moltissimo, ed infatti ne ho presi parecchi, a cui vanno aggiunti i classici del giallo di cui ne vedo sempre un'infinità.</p><p>Bene o male queste sono le collane che spesso mi trovo più davanti, e che per la maggior parte è facile portare via ad 1 o 2 Euro.</p><p>Senza le bancarelle, io probabilmente avrei letto meno della metà dei libri che ho letto, anche perché è raro che io possa permettermi di comprare un libro in prima edizione.</p><p>Insomma, queste sono le collane che mi hanno dato più soddisfazioni, e che hanno reso la mia libreria più vintage del necessario, rendendomi non sempre un uomo del mio tempo.</p><p>Certo, quando ho potuto ho fatto incetta di libri comprati su internet o in libreria, ma per quel che concerne le emozioni, per me, le bancarelle restano imbattibili, se non altro perché non so mai cosa troverò e cosa e se comprerò.</p><p>Quella sensazione di pescare un libro che cercavi da tempo, e quel senso di curiosità e di voglia che mi prende quando arrivo nei pressi di una bancarella, è qualcosa di impagabile, che nessuna libreria potrà darmi, soprattutto quelle di catena.</p><p><br /></p><p>Alla prossima, e per chi può permettersele, buone vacanze!</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-24371186485875502112023-07-29T17:39:00.011+02:002023-07-29T17:43:51.511+02:00La pietra della luna - James HerbertAl di fuori dei romanzi pubblicati da Urania, ignoravo l'esistenza di alcuni romanzi di James Herbert pubblicati negli anni '80/90 ed oggi fuori catalogo.<div><br /></div><div>E' strano che mi fossero sfuggiti, e questo non è un bel segnale per il sottoscritto, poiché significa che mi sto lasciando vincere dalla pigrizia, dalla fretta, e dalla voglia di non approfondire più di tanto anche gli autori che tanto decanto come Herbert.</div><div><br /></div><div>Qualche mesetto fa avevo dieci Euro che volevo buttare su Ebay, e mentre ero alla ricerca di qualche buona offerta per qualche romanzo che non riesco a trovare ai mercatini, mi salta l'occhio su un trio di romanzi di James Herbert che non avevo ancora letto, e di cui ammetto che ne ignoravo l'esistenza.</div><div><br /></div><div>Il più accessibile è stato questo di cui mi accingo a parlare, e che ho trovato a buon prezzo, in formato con sovracopertina.</div><div><br /></div><div>Il libro in questione è un'edizione de Armenia editore del 1987.</div><div>Spulciando un po' su Ebay ve n'era anche una del ben più noto CDE, che però aveva un titolo diverso Moon, che è anche il vero titolo del romanzo.</div><div><br /></div><div>Andiamo di sinossi e parliamone:</div><div><i><span style="color: #cc0000;"><br /></span></i></div><div><i><span style="color: #cc0000;">"Si chiama Jonathan Childes e da qualche tempo insegna informatica nel College femminile di La Roche.</span></i></div><div><i><span style="color: #cc0000;">Nessuno conosce il suo passato; nessuno al di fuori di Amy, la ragazza che per amore ha accettato di condividere il suo angoscioso segreto.</span></i></div><div><i><span style="color: #cc0000;">Childes, infatti è fuggito da un incubo, da un'incredibile esperienza telepatica che gli aveva fatto predire le date e i luoghi di un'inspiegabile serie di infanticidi. Era stata come una maledizione che, alla fine, aveva distrutto la sua vita e la sua famiglia. Ora, però, tutto sembra dimenticato. Stimato, ammirato, Childes è tornato se stesso, con la mente liberata da quegli strani poteri.</span></i></div><div><i><span style="color: #cc0000;">Fino al giorno in cui, d'improvviso, davanti ai suoi occhi cala nuovamente un sipario di sangue. Il suo inconscio sta captando terribili segnali di morte. Per Childes l'incubo è ricominciato..."</span></i></div><div><br /></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUEODOfaDRCyX8yAi49Z1xVs4zG8BS5r8okHAHZhtsZbDK5Wdhdrsfh1n3_3-jdhApm306tP6xXHeQhnSH4RGFMMZ5EsHaIi9flbnBTAWoHbM2SkC3OeQEtmb0WPmtAiPpnvcHRoXZiNpVN4HLDAFdJS-b-j2yn8mGb4r67rKBwH061FfbEzAuzwIvlQ/s961/IMG_20230711_174527.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="721" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUEODOfaDRCyX8yAi49Z1xVs4zG8BS5r8okHAHZhtsZbDK5Wdhdrsfh1n3_3-jdhApm306tP6xXHeQhnSH4RGFMMZ5EsHaIi9flbnBTAWoHbM2SkC3OeQEtmb0WPmtAiPpnvcHRoXZiNpVN4HLDAFdJS-b-j2yn8mGb4r67rKBwH061FfbEzAuzwIvlQ/w150-h200/IMG_20230711_174527.jpg" width="150" /></a></div>Così come per Howard, Stephen King rivolgendosi a James Herbert nel suo saggio Danse Macabre, lo descrisse come di un autore che nelle sue storie andava a battagliare con l'horror.</div><div>In effetti La pietra della luna, è un romanzo che prende di petto l'azione e lo fa anche con ferocia e pochi filtri, ma in maniera molto ermetica.</div><div>Herbert crea molte aspettative verso questo villain, ma alla fine, non mi è sembrato una figura così centrata e convincente.</div><div>Invece il romanzo è ottimo per quel che concerne l'intreccio ed i comprimari.</div><div>Certo, non offre nulla di nuovo rispetto al genere, e letto adesso vi verrebbero in mente migliaia di storie simili, ed anche qui non manca l'investigatore amico, ma con i colleghi sospettosi verso il protagonista, tanto per continuare il trait d'union con i romanzi di King che ho riletto recentemente.</div><div><br /></div><div>Però tutti i protagonisti di contorno della vicenda, funzionano veramente molto, ed infatti Herbert crea un cast di personaggi molto credibili, familiari del protagonista in primis.</div><div><br /></div><div>Tutto ciò che riguarda il rapporto di coppia con Amy, ma anche i rapporti con ex moglie e figlia, funzionano molto bene, ed anzi sono ben più interessanti delle scene più creepy, che a me appaiono molto più nella norma, forse perché vi sono fin troppo abituato.</div><div><br /></div><div>Insomma è un libro che mi ha trasmesso più come soap opera orroristica, che per quel che concerne l'horror in sé, e credo che a conti fatti ci troviamo tra le pagine di uno dei romanzi minori di questo scrittore.</div><div><br /></div><div>Alcune scelte poi sono fin troppo dei cliché.</div><div>Il fatto che la figlia abbia le stesse facoltà del padre è un po' una banalità, mentre è carino che il tramite di trasmissione delle visioni avvenga attraverso una lunarìa che l'assassino lascia sul posto del delitto.</div><div><br /></div><div>Al di là dell'intreccio che è molto coinvolgente, devo dire che dal punto di vista della coesione e della trama questo libro mi ha detto molto poco.</div><div><br /></div><div>Sono comunque contento di averlo letto.</div><div>E se potrò conto di recuperare anche gli altri romanzi che mi mancano di questo scrittore.</div><div>Però ho idea che Urania aveva scelto bene, andando a prendere il materiale migliore che Herbert aveva scritto, perché per me, La pietra della luna vale molto meno degli altri romanzi che avevo letto di questo scrittore.</div><div>Segno che forse quest'autore è molto più agio quando si trova nel confine tra il genere fantascientifico e horror, che piuttosto in quest'ultimo in maniera tout court.</div><div>Ma quest'ultima è solo un'impressione, che fugherò soltanto quando e se riuscirò a recuperare anche Satana ed Il sepolcro.</div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-13693094639042238562023-07-11T17:44:00.000+02:002023-07-11T17:44:01.206+02:00Dolores Claiborne - Stephen King<p> <i><span style="color: #cc0000;">"...Anche il tempo è uno stretto, sapete, come quello che c'è tra le isole e la terraferma, ma l'unico traghetto che va da una sponda all'altra è il ricordo, ed è come un vascello fantasma: se vuoi che scompare, dopo un po' non c'è più."</span></i></p><p><br /></p><p>Dolores Claiborne mi riporta ad un passato che fu presente, sicuramente pieno di problemi, ma che oggi in qualche modo ricordo con affetto, forse perché c'era una persona che non c'è più.</p><p>Lessi questo libro durante un'estate assolatissima, nelle prime ore di un pomeriggio lavorativo lungo e noioso, in cui, tra un cliente e l'altro, ci si sedeva fuori all'ombra, manco fossero gli anni '80, anni in cui le famiglie solevano portare le sedie fuori e passare le sere a chiacchierare/sparlare sui marciapiedi.</p><p>Cosa che dalle mie parti non esiste più.</p><p>Cosa ricordavo però del libro in sé?</p><p>Poco in realtà.</p><p>Ho il ricordo dei giorni in cui l'ho letto, ma poco dell'opera.</p><p>Ho posto rimedio nel mese scorso, rileggendolo dopo più di quindici anni.</p><p>Quindici anni? Potrebbero anche essere venti.</p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGWpBO51cJmIjuoyIiYw0xKQd3Y_PM6G_QG9hgGCjzmjNKKHW1e-tFl2n8YZ72qO1GWtiAIC9LueeCxUSFsv6RLsD_G--CCpEAqxEVRqs6gDtsplZqvZjN8UzMnRq35jyLuTHPVkv30uKxwwpIQmc4kUA7a0x1dnbmrtQA8Qwn83YrnVk2f0Uw3VaCFA/s916/IMG_20230621_222622.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="916" data-original-width="687" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGWpBO51cJmIjuoyIiYw0xKQd3Y_PM6G_QG9hgGCjzmjNKKHW1e-tFl2n8YZ72qO1GWtiAIC9LueeCxUSFsv6RLsD_G--CCpEAqxEVRqs6gDtsplZqvZjN8UzMnRq35jyLuTHPVkv30uKxwwpIQmc4kUA7a0x1dnbmrtQA8Qwn83YrnVk2f0Uw3VaCFA/w150-h200/IMG_20230621_222622.jpg" width="150" /></a></div>L'edizione in mio possesso risulta essere del 2003, ed è l'ennesimo acquisto che facevo nel pomeriggio del sabato nell'ipermercato vicino casa, nel periodo del mio delirio per Stephen King, di cui volevo avere tutto.<p></p><p>Riletto oggi, devo dire che l'ho apprezzato molto di più della prima volta.</p><p>Per me Dolores Claiborne è un libro perfetto, senza alcuna sbavatura.</p><p>Parliamone meglio dopo la sinossi:</p><p><span style="color: #cc0000;"><i style="background-color: black;">"Dolores Claiborne è un'anziana rompiscatole yankee che adesso si trova a doversi discolpare, davanti alla polizia, per la fine misteriosa di Vera Donovan, la ricca invalida di cui era la governante. Ma a Little Tall Island molti si chiedono ancora cosa sia realmente successo in quel giorno spettrale di trent'anni prima - che coincise con un'eclissi totale - in cui morì suo marito. Per difendersi, Dolores si lancia in un racconto trascinante, un avvincente monologo in cui ripercorrere la sua tormentata e terribile esistenza".</i></span></p><p>Quando scrivo perfetto, non significa che si stia parlando di un capolavoro.</p><p>Il romanzo è perfetto per quel che si prefigge di raccontare, ma parliamo di un'opera molto orizzontale ed anche abbastanza semplice come intreccio.</p><p>In più possiamo dire che è una delle rare incursioni di King in un genere più drammatico che orroristico.</p><p>Non mancano scene forti, e la scena del pozzo è emblematica, potente e disturbante, ma mancano quasi totalmente le scene soprannaturali tanto care allo scrittore del Maine.</p><p>Qualche guizzo c'è, ma davvero poca roba.</p><p>Il romanzo è sorretto quasi unicamente da un unico personaggio, che ci racconta il tutto sotto il suo solo punto di vista, ma King lo delinea in modo così credibile ed accurato, da renderlo incredibilmente umano, anche se parliamo di un'assassina...</p><p>King entra nel campo Dostoevskijiano, e non ne esce con le ossa rotte, anzi...</p><p>Tranquilli, comunque, non ho spoilerato poiché il romanzo si apre proprio con la confessione durante un interrogatorio di un assassinio, anche se non è quello per cui Dolores viene accusata.</p><p>Dolores Claiborne conta solo 267 pagine, e ci porta dritti in una comunità isolana molto chiusa e molto patriarcale.</p><p>King in quest'opera divaga molto poco, e forse è proprio per questo che questo libro non deraglia mai, risultando oltremodo centrato.</p><p>Ovviamente essendo un racconto molto orizzontale, e non avendo molte parti dedite all'azione, potrebbe risultare statico, ed infatti capirei benissimo chi mi dicesse che questo libro non gli è piaciuto, però boh, per me è uno dei libri migliori di King, proprio perché è molto più terreno di molti altri.</p><p>Il male vero, quello umano, per me è molto più potente di qualunque creatura immaginifica.</p><p>Credo non ci sia molto da dire sulla storia, perché è bello scoprirla da sé, soprattutto per quel che concerne la forza e la determinazione di Dolores, uno dei personaggi più complessi e belli mai creati dal Re.</p><p>Però anche la dispotica Vera Donovan si rivela un personaggio parecchio incisivo e peculiare.</p><p>Ho parlato di atmosfere che ricordano Dostoevskij, ma in verità alcune dinamiche sono molto assimilabili a Shirley Jackson.</p><p>Insomma, questo libro ci racconta di una piccola storia, ambientata in una piccola isola, e di un personaggio che vive una vita umile e difficile, che trova riscatto e coraggio durante un'eclissi.</p><p>Questo libro porta in dote tanti dubbi di natura morale, perché al di là dell'empatia e delle ragioni di Dolores che subisce soprusi ed angherie dal marito, non si può comunque arrivare a giustificare l'atto in sé, eppure, in un certo qual modo, si arriva a comprenderla.</p><p>Un libro che riesce in questo è un gran libro.</p><p>Certo, Dosto ed altri ci sono arrivati prima di King, però bisogna dire che il Re ha scritto davvero un libro che forse avrebbe meritato maggior successo di alcuni suoi altri libri.</p><p>Dolores Claiborne è davvero un buon libro.</p><p>Leggetelo, se potete.</p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-62587583037268256562023-06-21T21:19:00.000+02:002023-06-21T21:19:43.898+02:00Il divulgatore a cui do credibilità non sponsorizza e non si sponsorizzerà.<p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ3RtMnZHE58WeeOoyogvx8rWQyIOKOls9IdXKHmYUOspkNut0oR2azSpu-khZIkYhFAYBboB6jBfQI7f8Fo7FZKEzw5UYn5EyLvCn5OJXQMBrZg6Yh06y4wFa_StuJm2NDqqpfXKHHW0AtIYxc9XJMcrkjsd7eKDwEM1zCM0k2OVzOGh7WGDfBWuK-g/s3785/miguel-a-amutio-27QOmh18KDc-unsplash.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2847" data-original-width="3785" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ3RtMnZHE58WeeOoyogvx8rWQyIOKOls9IdXKHmYUOspkNut0oR2azSpu-khZIkYhFAYBboB6jBfQI7f8Fo7FZKEzw5UYn5EyLvCn5OJXQMBrZg6Yh06y4wFa_StuJm2NDqqpfXKHHW0AtIYxc9XJMcrkjsd7eKDwEM1zCM0k2OVzOGh7WGDfBWuK-g/s320/miguel-a-amutio-27QOmh18KDc-unsplash.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: whitesmoke; color: #111111; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "San Francisco", "Helvetica Neue", Helvetica, Ubuntu, Roboto, Noto, "Segoe UI", Arial, sans-serif; font-size: 13px; text-align: start; text-wrap: nowrap;">Foto di </span><a href="https://unsplash.com/@amutiomi?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText" style="background-color: whitesmoke; box-sizing: border-box; color: #767676; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "San Francisco", "Helvetica Neue", Helvetica, Ubuntu, Roboto, Noto, "Segoe UI", Arial, sans-serif; font-size: 13px; text-align: start; text-decoration-skip-ink: auto; text-wrap: nowrap; transition: color 0.1s ease-in-out 0s, opacity 0.1s ease-in-out 0s;">Miguel A Amutio</a><span style="background-color: whitesmoke; color: #111111; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "San Francisco", "Helvetica Neue", Helvetica, Ubuntu, Roboto, Noto, "Segoe UI", Arial, sans-serif; font-size: 13px; text-align: start; text-wrap: nowrap;"> su </span><a href="https://unsplash.com/it/foto/27QOmh18KDc?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText" style="background-color: whitesmoke; box-sizing: border-box; color: #767676; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "San Francisco", "Helvetica Neue", Helvetica, Ubuntu, Roboto, Noto, "Segoe UI", Arial, sans-serif; font-size: 13px; text-align: start; text-decoration-skip-ink: auto; text-wrap: nowrap; transition: color 0.1s ease-in-out 0s, opacity 0.1s ease-in-out 0s;">Unsplash</a></td></tr></tbody></table>Due volte in pochi giorni, mi sono ritrovato a provare delle sensazioni strane sulla divulgazione via web, soprattutto quella che credevo non sponsorizzata.</p><p>L'apparizione della dicitura #Adv, lo sponsorizzare se stessi e le proprie traduzioni/opere in spazi virtuali che fino alla visita precedente trovavo più trasparenti, mi provoca una sorta di mestizia.</p><p>Nel momento in cui provi a vendermi qualcosa, io mi chiudo a riccio, ti considero perso.</p><p>Non mi fido più.</p><p>Proviamo a contestualizzare un attimo, per quanto mi rendo conto di quanto sia un argomento<br />complesso con numerose derivazioni che resteranno sottintese o ignorate del tutto.</p><p>Torniamo indietro nel tempo, prendendola larga.</p><p>Da ragazzini le pubblicità ci hanno in un certo senso indottrinato, indotto al desiderio verso alcuni oggetti, soprattutto giocattoli.</p><p>Ricordo ancora gli opuscoli natalizi dei vari marchi, ed ancora oggi c'è una nutrita mandria di nerd e divulgatori di oggetti pop, che ancora vivono di quei ricordi, alcuni ci campano anche.</p><p>Il vip di turno che provava a venderci un prodotto c'è sempre stato, ma oggi si è moltiplicato con il moltiplicarsi delle possibilità di marketing attraverso non solo il cartaceo e la tv, ma anche il web ed i social.</p><p>Oggi però il rapporto di molti di noi con la pubblicità, è controverso, per non dire di fastidio.</p><p>Molti cercano modi per skipparla, ed io stesso in molti video/immagini su Internet, Youtube o sulle app o piattaforme streaming, faccio altrettanto.</p><p>Scommetto che come me molti altri, persino i divulgatori stessi, ipotizzo.</p><p>Ed allora perché io dovrei sorbirmene ancora delle altre?</p><p>Spesso mi faccio questa domanda mentre guardo un video/una stories/ leggo un post sponsorizzato/ecc.ecc.</p><p>C'è una certa ipocrisia di fondo in molti di questi creators, ed è un discorso che vale per tutti i creatori di contenuti dei vari media: youtuber, blogger, tiktoker, bookstagrammer, ecc.ecc.</p><p>Questo non è un atto di accusa, sia chiaro.</p><p>Capisco le regole del gioco, ed io stesso ho usufruito dei consigli, quelli più trasparenti, dei divulgatori in questione.</p><p>Anche perché spesso è facilmente intuibile la marchetta di turno, specie se è sponsorizzata in maniera chiara e legale.</p><p>Io stesso tempo molto tempo fa, feci un post su un libro che avevo ricevuto in omaggio da un altro blogger.</p><p>Ricordo che per me fu una situazione strana, anche alienante, per certi versi, perché sentivo che avrei dovuto dire di no, ma non ne ebbi cuore, conscio che però lo avrei letto più per dovere che per piacere.</p><p>Io un libro del genere non lo avrei mai comprato, e non perché era brutto ( non lo era ), ma perché trattava di argomenti che ormai mi interessano poco, anche perché io con il tempo ho un po' superato la nostalgia del passato e dei vecchi giocattoli, ed al massimo me ne è rimasto qualche eco, ma non tanto da considerarmi un rappresentante del geekismo pop.</p><p>Quel post mi ha segnato un po', ed oggi quando vedo divulgatori che fino a mesi prima ne dicevano peste e corna e seguitavano a postare in totale libertà, essere a sua volta inglobati ed asserviti al sistema, ammetto che mi perplime un po'.</p><p>So che per molti avere seguito significa anche poter cercare di campare con le proprie passioni, che sia di giornalismo, scrittura, ecc.ecc., ma secondo me, è come passare dagli estremi al democristiano.</p><p>Sia chiaro, anch'io ho seguito, seguo ed ho followato gente che fa divulgazione e sponsorizzazioni, ma comunque erano degli utenti che lo facevano dal primo istante che li ho visti, e che quindi ho potuto filtrare fin da subito.</p><p>Ma come ci si pone verso chi lo fa improvvisamente?</p><p>Da chi ad un certo punto viene notato dalle CE, o da qualsiasi agenzia di marketing?</p><p>Voi, o sparuti lettori, riuscite ancora a dargli credibilità?</p><p>Vi fidate?</p><p>Io ammetto che ai miei occhi perdono quella patina di onestà intellettuale, non riesco più a leggerne i post o guardare i loro video allo stesso modo.</p><p>Preferisco e preferirò sempre le opinioni di qualcuno che ha comprato quell'oggetto e non lo ha avuto gratis.</p><p>Preferisco e preferirò sempre chi scrive in totale libertà e senza nessun guadagno.</p><p>Chi non mette Adsense o le pubblicità con foto di funghi ai piedi o pillole per aumentare il desiderio.</p><p>Guardo con sospetto anche i siti web più importanti onnipresenti su Tik Tok ed Instagram che danno voce ed importanza ad umani che recensiscono libri in camicia da notte.</p><p>Attenzione, auguro a costoro tutto il successo di questo mondo, e sarò sempre dalla parte di chi riesce ad ottenere successo nelle proprie passioni facendone un lavoro.</p><p>Lodo la vostra dedizione ed il vostro impegno, come ho lodato la vostra bravura dialettica, la vostra bravura davanti ad una tastiera o una telecamera, ma nel momento in cui provate a vendermi qualcosa, tra me e voi si aprirà una frattura difficilmente sanabile.</p><p>E chi te s'incula, direte voi.</p><p>Giustamente, anche.</p><p>Da un certo punto di vista, soprattutto quello che concerne la letteratura, mi sento una specie di luddista.</p><p>E mi sembrava giusto farlo sapere al mondo virtuale.</p><p>Il piccolo fratello vi osserva, con sospetto e delusione, prendendo nota dell'ennesima anima perduta, nel giogo della sopravvivenza, del vil denaro, e della fama.</p><p>Vi comprendo, ma non vi voglio più bene.</p><p>Un grazie a Nordv...no,no, scherzo. :-P</p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-21678119159137001352023-06-14T20:47:00.000+02:002023-06-14T20:47:01.919+02:00Il falcone maltese - Dashiell Hammett<p>Nel mio peregrinare su internet alla ricerca di nuovi input, nuovi generi, e nuovi autori da affrontare, mi imbattei anni fa in un post su una pagina Facebook, di un noto fumettista nonché influencer, che parlava del genere noir e dei suoi precursori, partendo dalla recensione di un unico titolo, che era Il lungo addio di Raymond Chandler.</p><p>Lo scritto fu talmente convincente che mi fiondai subito sulle opere di quest'autore, di cui mi innamorai perdutamente.</p><p>Mi bastarono solo due opere per essere preso, ma accortomi di una struttura narrativa che seguiva una meccanica basilare, mi fermai lì, tenendomelo buono buono in ottica futura.</p><p>Non volevo farmelo venire a noia, non dopo aver conosciuto un autore che ho amato fin da subito così tanto.</p><p>All'epoca mi fermai con Chandler, ma continuai esplorando il genere con altri autori, di cui ho anche parlato su questo spazio.</p><p>Durante la lettura di quel post, presi nota di altri autori che venivano citati, tra cui quello che lui considerava l'antesignano del genere, ovvero Dashiell Hammett, citando proprio l'opera di cui parlerò oggi, ovvero Il falcone maltese.</p><p>Prima di farlo, parliamo di come ne sono venuto in possesso, storpiando una frase biblica: " Le vie delle poste sono infinite. "</p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhld_EoBQyMqa5wgl2XPLW8VHzNPjGNp2qb6Yp-KJLxfNT0NPnlbx39jSA0eTM0nP1bIk4u_AaJyvgJtcUXfOaF1E5BIFsHrxW7X5zfGy6wt-q4Hn_yd9bJjca-On_QpRBfzCCClgocgLcpWQr_pDHbr6AoegoSE6criXv0pXeE8GkCXmnZNJ7ad9Q/s961/IMG_20230527_165049.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="721" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhld_EoBQyMqa5wgl2XPLW8VHzNPjGNp2qb6Yp-KJLxfNT0NPnlbx39jSA0eTM0nP1bIk4u_AaJyvgJtcUXfOaF1E5BIFsHrxW7X5zfGy6wt-q4Hn_yd9bJjca-On_QpRBfzCCClgocgLcpWQr_pDHbr6AoegoSE6criXv0pXeE8GkCXmnZNJ7ad9Q/w150-h200/IMG_20230527_165049.jpg" width="150" /></a></div>Presi questo libro su Ebay per circa 4 Euro.<p></p><p>Trattasi di una vecchissima edizione de il giallo d'azione della Mondadori, un po' ingiallita, ma tutto sommato decorosa.</p><p>Il problema è che di questo libro se ne perse traccia, manco fosse il falcone della storia stessa.</p><p>Dopo un mese ho dovuto contattare il venditore, che mi ha persino rimborsato, e di questo libro mi ero persino dimenticato, quando una mattina di due, tre mesi dopo, me lo ritrovo nella cassetta delle lettere.</p><p>Insomma, entrarne in possesso, è stata una roba travagliata.</p><p><br /></p><p>Prima di parlare di questo libro, va fatta la stessa premessa che feci all'epoca per Il lungo addio di Chandler.</p><p>Questo è un romanzo del 1930, ed è figlio di quel periodo.</p><p>Va contestualizzato in toto, soprattutto per ciò che concerne i protagonisti, tutti quanti, misogini, sessisti, e con una morale parecchio patriarcale.</p><p>Mi è capitato di guardare un video su Tik Tok, tempo fa, di un giovane cineasta, che parlava dei primi film di Bond, bollandoli come dei film piuttosto sessisti, con degli approcci del buon James piuttosto violenti e molesti nei confronti delle donne.</p><p>Anche in questo romanzo vi è una sorta di sessismo strisciante nei confronti della giovane protagonista, ma anche nei riguardi della segretaria dell'investigatore Sam Spade.</p><p>E' incredibile come questo libro presenti una struttura narrativa, pedissequa a tantissimi romanzi dello stesso genere, venuti dopo.</p><p>Sam Spade è sovrapponibile a molti altri personaggi, forse un po' più smussati di lui, ma leggendo questo libro, me ne sono venuti in mente moltissimi altri, soprattutto il personaggio di Douser dei racconti hard boiled di Ray Bradbury.</p><p>Uno in particolare, che io lessi nella raccolta Omicidi d'annata, ricorda moltissimo una delle scene che ho preferito de Il falcone maltese.</p><p>Che dire del romanzo in sé: la trama è semplice, ma prende delle vie sempre più tortuose e complesse, i dialoghi sono ottimi e molto incisivi, ed i personaggi seguono un po' la natura delle storie di questo tipo.</p><p>Chi conosce i topoi del genere sa cosa aspettarsi, non c'è bisogno manco che lo scriva.</p><p>Si parte alla ricerca di un oggetto, ma ci si ritrova in un casino di bugie, inseguimenti, pedinamenti, cambi di casacca e prospettiva, omicidi e misteri.</p><p>Lo so, il fatto che cambino le storie, ma che la struttura si ripeta romanzo dopo romanzo ed autore dopo autore, può essere visto come un difetto, ed infatti in epoca moderna le storie di questo tipo , basta pensare ad Ellroy o anche Bunker, hanno una struttura meno circoscritta e meno canonica, però resta il fatto che Il falcone maltese è un'opera piuttosto valida, ed ha il merito di avere creato o comunque consolidato un genere.</p><p>C'è da dire che Dashiell Hammett è molto più diretto e violento di Raymond Chandler, e forse ha una scrittura meno lirica e romantica di Ray, così come Sam Spade è molto più rude di Philip Marlowe.</p><p>Hammett ha meno filtri, è più diretto, ed io ne ho ricavato una lettura veloce e coinvolgente.</p><p>In generale l'intreccio mi è piaciuto molto, soprattutto la parte finale.</p><p>Mi piacerebbe recuperare anche Raccolto rosso.</p><p>Insomma, che dire: sono contento di aver letto questo romanzo, che a questo punto non posso che consigliare, specie agli amanti del genere noir.</p><p>Vi lascio con la sinossi:</p><p><span style="background-color: black; font-family: "Amazon Ember", Arial, sans-serif; font-size: 14px;"><span style="color: #cc0000;">"San Francisco, sul finire degli anni Venti, non è certo un luogo tranquillo. Per questo il detective Sam Spade ha imparato che è meglio stare sempre sul chi vive. Anche quando nel suo ufficio sulla Baia si presenta un'incantevole ragazza bionda con un nome che è già un programma: Miss Wonderly. La giovane donna vuole che Spade la aiuti a scoprire che fine ha fatto sua sorella Corinne, che si è legata a un poco di buono, un certo Floyd Thursby. Ma presto Spade si accorgerà che la sua cliente non è l'angelica creatura che appare. È invece una dark lady spietata, ipocrita e manipolatrice, disposta a tutto pur di entrare in possesso di un antico e prezioso manufatto, una statua d'oro e di gemme raffigurante un falco, donata dai Cavalieri di Malta all'imperatore Carlo V nel XVI secolo. Pubblicato nel 1930, "Il falco maltese" è considerato il capolavoro di Hammett, il più bel romanzo del "duro" Spade, portato sul grande schermo da un indimenticabile Humphrey Bogart."</span></span></p><p><span style="background-color: black; font-family: "Amazon Ember", Arial, sans-serif; font-size: 14px;"><span style="color: #cc0000;"><br /></span></span></p><p><span style="background-color: black; font-family: "Amazon Ember", Arial, sans-serif; font-size: 14px;"><span style="color: #cc0000;"><br /></span></span></p><p>Alla prossima!</p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-83172048063729011242023-05-27T16:44:00.000+02:002023-05-27T16:44:29.494+02:00The outsider - Stephen King<p>The outsider è l'unico libro di King che mi mancava.</p><p>Tecnicamente non sarebbe l'unico, poiché c'è pure Elevation, ma quest'ultimo è un racconto di meno di cento pagine che sono convinto che presto o tardi verrà inserito in qualche raccolta, quindi sarebbero soldi buttati.</p><p>Che poi, io nemmeno volevo prenderlo The outsider.</p><p>Ero andato a comprare altro, ma per non tornare a mani vuote, mi sono guardato intorno, e questo tomo mi è apparso davanti con la sua copertina molto accesa e l'ho portato a casa.</p><p>Partiamo da una premessa: io questo libro me lo ero spoilerato dopo aver letto la raccolta di racconti Se scorre il sangue, dove una delle storie è praticamente uno spin off di questo libro, con tanto di citazioni al finale ed altre informazioni che quindi di fatto, ne rendevano quasi inutile il recupero, se io fossi stato uno di quei lettori che si preoccupano di sapere il meno possibile di ciò che leggono.</p><p>Io non sono così, e mi interessa più il viaggio, che la conoscenza di quello che troverò alla fine.</p><p>Detto questo, mi sono letto The outsider ed ho dato una rispolverata anche al racconto che da titolo all'omonima raccolta Se scorre il sangue, che alla seconda rilettura ho trovato abbastanza attaccato con lo sputo in termini di credibilità, nonostante io sia da sempre apertissimo alla sospensione dell'incredulità.</p><p>Com'è The outsider?</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNkrHrd2lYpBc6ZVDLgj8s6UZMZcEweZ2GoV8_LFD4vrMcYFFgdaPYSix2g46hQEEiN-rWShgP6iqyyDAk8GV89HLhOSgB-ZihvhyeSKDJqJ3SBsDIJJd6qDQhPsdPX-BAdzNaUeEcSyrIOEDHsRrLDHTBqrA1pGC8iz5BxAXM40-y18FOEcszynM/s961/IMG_20230507_233307.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="721" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNkrHrd2lYpBc6ZVDLgj8s6UZMZcEweZ2GoV8_LFD4vrMcYFFgdaPYSix2g46hQEEiN-rWShgP6iqyyDAk8GV89HLhOSgB-ZihvhyeSKDJqJ3SBsDIJJd6qDQhPsdPX-BAdzNaUeEcSyrIOEDHsRrLDHTBqrA1pGC8iz5BxAXM40-y18FOEcszynM/w150-h200/IMG_20230507_233307.jpg" width="150" /></a></div>Ricordo molte recensioni dell'epoca, che lessi con profondo interesse ed un po' di invidia/mestizia perché in quel periodo ero impossibilitato all'acquisto, e ne trassi un profilo in cui si mescolavano nella stessa misura, interesse, ma anche una certa ambivalenza di opinioni, tra coloro che lo esaltavano e coloro che erano propensi a bollarlo come un libro come tanti altri.<p></p><p>Dopo la lettura mi schiero da entrambi le parti.</p><p>Il libro è praticamente diviso in due tronconi.</p><p>La prima parte è di stampo investigativo/poliziesco.</p><p>Nella seconda parte si entra più nel campo kinghiano dell' orrore esterno nell'interno.</p><p>Devo ammetterlo, la prima parte è secondo me, molto buona.</p><p>Prima andiamo di sinossi:</p><p><span style="background-color: black; font-family: Raleway, sans-serif; font-size: 16px;"><i><span style="color: #cc0000;">La sera del 10 luglio, davanti al poliziotto che lo interroga, il signor Ritz è visibilmente scosso. Poche ore prima, nel piccolo parco della sua città, Flint City, mentre portava a spasso il cane, si è imbattuto nel cadavere martoriato di un bambino. Un bambino di undici anni. A Flint City ci si conosce tutti e certe cose sono semplicemente impensabili. Così la testimonianza del signor Ritz è solo la prima di molte, che la polizia raccoglie in pochissimo tempo, perché non si può lasciare libero il mostro che ha commesso un delitto tanto orribile. E le indagini scivolano rapidamente verso un uomo e uno solo: Terry Maitland. Testimoni oculari, impronte digitali, gruppo sanguigno, persino il DNA puntano su Terry, il più insospettabile dei cittadini, il gentile professore di inglese, allenatore di baseball dei pulcini, marito e padre esemplare. Ma proprio per questo il detective Ralph Anderson decide di sottoporlo alla gogna pubblica. Il suo arresto spettacolare, allo stadio durante la partita e davanti a tutti, fa notizia e il caso sembra risolto. Solo che Terry Maitland, il 10 luglio, non era in città. E il suo alibi è inoppugnabile: testimoni oculari, impronte, tutto dimostra che il brav'uomo non può essere l'assassino. Per stabilire quale versione della storia sia quella vera non può bastare la ragione. Perché il male ha molte facce. E King le conosce tutte.</span></i></span></p><p>La sinossi è abbastanza esplicativa.</p><p>Diciamo subito che King sceglie proprio la strada più di pancia che è quella di colpire il lettore narrando dell'omicidio indicibile attraverso sodomizzazione di un bambino.</p><p>King vuole che il lettore provi non solo orrore, ma anche rabbia, verso l'unico indiziato di questo delitto, un uomo molto ben visto in comunità.</p><p>King fa un gran lavoro da questo punto di vista, perché il lettore si troverà catapultato in un vortice di azioni e di sentimenti talmente contrastanti tra loro, che lo porteranno ad empatizzare anche con il probabile assassino che fin da subito si professa innocente, ma che nonostante un alibi quasi inattaccabile risulta il maggior indiziato per via delle impronte e del DNA.</p><p>Questa incertezza nella certezza, rende la prima parte di questo libro veramente coinvolgente, tanto da filare come un treno.</p><p>In più King riesce a dare credibilità anche alle forze dell'ordine, rendendoli personaggi umani, anche se moralmente ambigui, nel senso che guardano molto anche alla poltrona, nella loro ricerca spasmodica del colpevole.</p><p>Infatti questa parte è costellata anche da comportamenti non proprio irreprensibili di questi tutori, soprattutto nell'ambito di alcune scelte scellerate che ci catapulteranno dritti nella seconda parte del libro.</p><p>In questo King non si è molto allontanato da alcuni fatti reali.</p><p>La seconda parte del libro è invece molto più discutibile, visto il cambio di tono e di genere, visto che viriamo nell'horror.</p><p>La seconda parte di questo libro mi ha ricordato parecchio La metà oscura, come avevo già affermato nel post in questione.</p><p>Ci sono tantissimi elementi in comune, ma devo dire che Ralph Peterson, ovvero il Detective che segue questo caso, l'ho trovato molto più centrato rispetto ad Alan Pangborn de la Metà oscura.</p><p>Entrambi sono legati dalla razionalità, e quindi rifuggono il paranormale finché non se lo trovano davanti, però Ralph mi è parso più verosimile nelle relazioni umane, forse proprio per la sua fallibilità, anche morale, per certi versi, visto il modo in pompa magna con cui ha fatto l'arresto ad inizio libro.</p><p>Nella seconda parte torna Holly, ormai personaggio feticcio di King.</p><p>Beh, qui Holly mi è piaciuta, molto più del solito.</p><p>Forse perché isolata in un contesto a lei meno familiare, ma come personaggio l'ho trovata molto più credibile che in altri romanzi o racconti.</p><p>Inutile raccontare oltre, basta dire che la seconda parte vira molto più nell'horror, ma un horror tutto sommato molto blando, con un villain molto effimero e sfumato, che però non è molto carismatico.</p><p>Carino che il finale sia praticamente una sparatoria quasi da romanzo western.</p><p>Insomma, The outsider è tutto sommato un buon libro, ma forse sarebbe stato meglio se King avesse dato fondo solo alla prima parte di questa storia rimanendo sul thriller/poliziesco, poiché la storia stava funzionando anche senza i risvolti soprannaturali.</p><p>C'è un certo stacco tra le due parti che si nota parecchio.</p><p>E va bene il bene supremo e collettivo, ma dopo i fattacci della prima parte, è molto difficile trovare credibile quel clima collaborativo che si viene a creare tra alcuni di questi personaggi a fatti in corso, specie se alcuni familiari passano a miglior vita per errori di quest'ultimi.</p><p>Ma tant'è, la storia è questa, e va letta così com'è.</p><p><br /></p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-37952054647952698712023-05-05T17:09:00.006+02:002023-05-05T17:09:32.063+02:00La metà oscura - Stephen KingPer una coincidenza inconsapevole mi sono ritrovato in poco tempo a leggere due romanzi in qualche modo somiglianti e sovrapponibili, entrambi di Stephen King, ovvero The outsider, che era anche l'unico libro di King che non avevo ancora letto, ed il romanzo di cui sto per parlare, ovvero La metà oscura.<div><br /></div><div>Avevo pochi ricordi di questo libro.</div><div>Sicuramente questa sarà stata la seconda o terza rilettura.</div><div>Avevo ancora bene in mente alcuni stralci dell'opera, compreso il finale, ma non saprei indicare né quando l'ho comprato e nemmeno quando lo lessi.</div><div>Per quanto quasi tutti i libri in paperback di King li presi quasi consecutivamente uno dopo l'altro nell'Ipermercato vicino casa.</div><div>Quindi ipotizzo intorno al 2004/2005.</div><div><div><br /></div><div>Andiamo subito di sinossi:</div><div><br /></div><div><em style="background-color: black; box-sizing: border-box; font-family: "Source Sans Pro"; font-size: 17px;"><span style="color: #cc0000;">"Thad Beaumont è uno scrittore di successo che per anni ha pubblicato romanzi con lo pseudonimo di George Stark: storie violente e di successo, che lo hanno reso ricco e famoso. Ora può finalmente scrivere con il vero nome, ma non sa che la figura di Stark, la sua metà oscura, non intende affatto sparire: più viva e spietatata che mai, diventa una macchina di morte che distrugge quanto incontra sulla strada che conduce al suo creatore. Per difendersi da questa orribile minaccia, Thad dovrà spingersi negli angoli più inquietanti della sua mente…"</span></em></div><div><br /></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXsCdEA3etuagzVkF7dAbEqkthBFTCTFMj2-UcRZjalIDES9XzYLNa0QtVMnv3GxDmJUJpmaJVcmFkEQxxITow6b3yDmLclll9gj26qVe6mrQNDvSqkDNtjp5Xga_MeX0dsd5Z4VCehgN821d57uXkBdjfH3DLFsKRRju2-3Ur57lxGKqaa6v2Ctc/s916/IMG_20230422_160604.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="916" data-original-width="687" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXsCdEA3etuagzVkF7dAbEqkthBFTCTFMj2-UcRZjalIDES9XzYLNa0QtVMnv3GxDmJUJpmaJVcmFkEQxxITow6b3yDmLclll9gj26qVe6mrQNDvSqkDNtjp5Xga_MeX0dsd5Z4VCehgN821d57uXkBdjfH3DLFsKRRju2-3Ur57lxGKqaa6v2Ctc/w150-h200/IMG_20230422_160604.jpg" width="150" /></a></div>Mi sembra abbastanza palese, che in qualche modo La metà oscura possa essere inserito tra i libri minori del Re, non a caso non è uno di quelli più rinomati, e raramente lo troviamo inserito in classifiche varie, ed anzi, persino le recensioni, nel caso di questo libro latitano abbastanza.</div><div>Sicuramente non è tra i libri più in voga su Instagram e Tik Tok, per dire.</div><div>Sì, lo so che è un libro del 1989, ma vi assicuro che King ha una fan base molto solida nei social, tanto che le recensioni di romanzi ancora più vecchi, non mancano.</div><div><br /></div><div>E' un libro che soprattutto nella prima parte travalica il confine dell'horror buttandosi a capofitto nel genere slasher, ed è molto affilato, proprio come se fosse stato scritto da...qualcun'altro, e qui credo che caschi il proverbiale asino.</div><div><br /></div><div>Per parlare di questo romanzo bisogna un attimo divagare e citare l'alter ego di Stephen King, ovvero Richard Bachman.</div><div><br /></div><div>Chi segue King da tempo sa che per molto tempo ha scritto delle opere sotto quello pseudonimo, e spesso si trattava di storie molto più sovversive ed immediate, quasi delle sperimentazioni, e per me, sia nella trama, che nella prima parte di questo libro, si respira quell'aria lì.</div><div><br /></div><div>A conti fatti George Stark è l'alter ego malvagio del Richard Bachman di Stephen King.</div><div>King infatti non fa altro che prendere spunto dalla sua storia editoriale personale, per creare un alter ego narrativo, che non ha niente da invidiare all'Hyde di Stevenson o al Wilson di E.A.Poe ( citato anche nel romanzo The outsider e che per questo considero sovrapponibile).</div><div><br /></div><div>Come sappiamo, nella realtà un fan zelante scoprì l'identità del fu Bachman, e King venuto meno il giochetto è stato costretto ad uccidere il suo alter ego.</div><div><br /></div><div>In questo libro accade qualcosa di molto simile.</div><div>Thad Beaumont è uno scrittore un po' in crisi, che ottiene successo solamente quando sotto pseudonimo scrive libri di genere firmandosi George Stark.</div><div>Solo che ad un certo punto viene scoperta la sua identità e con tanto di sepoltura metaforica via stampa, decide di mettere sotto terra il suo alter ego.</div><div><br /></div><div>Che però ritorna letteralmente in vita, ed è pronto a vendicarsi di tutti coloro che erano presenti a quella sepoltura.</div><div><br /></div><div>Al di là dell'assurdità della trama, l'idea di base è molto valida.</div><div><br /></div><div>King ci prova anche a dare un po' di contesto e credibilità a questa resurrezione.</div><div>Non che ce ne fosse bisogno, secondo me.</div><div>Infatti tutta la parte relativa al gemello che ingloba l'altro nell'utero materno, così come l'operazione al cervello di Thad durante l'adolescenza, per me è un po' una fuffa pretestuosa.</div><div>Avrei accettato tranquillamente il ritorno dai morti di un essere che non dovrebbe esistere.</div><div><br /></div><div>Detto questo, il libro è parecchio orizzontale.</div><div>C'è una parte iniziale con il cattivo inesorabile che uccide senza pietà a destra e a manca, c'è tutta una parte investigativa che incolpa Thad degli omicidi perché gli indizi portano tutti a lui, e l'ultima parte scivola nell'horror psicologico più classico, con tanto di intervento soprannaturale, che però è parte strisciante di questa storia, visto che la sua presenza viene urlata a più riprese da King in corso d'opera.</div><div>In più il libro è infarcito di dialoghi davvero poco credibili.</div><div>Lo sceriffo che si presenta a casa del principale indiziato con sei birre, dopo che il giorno prima lo aveva accusato di omicidio, perché non è più convinto sia lui l'assassino, è una roba che non accetterò mai, nemmeno in un romanzo di genere, così come il dialogo con l'insegnante e collega di Thad, con tanto di consegna di un oggetto di fondamentale importanza per il finale, che sembra un po' surreale ed inserito un po' a caso.</div><div>Andiamo oltre la sospensione dell'incredulità.</div><div><br /></div><div>Stark non ha pietà di nessuno, ma stranamente non uccide lo sceriffo Alan Pagborn quando potrebbe, solo perché a King serve per i romanzi futuri.</div><div>Ecco, in corso d'opera, ho trovato spesso facilonerie di questo tipo, come se in questo libro, King in qualche modo abbia scelto un percorso fin troppo semplicistico.</div><div>Ed è un peccato perché ci sono dei risvolti narrativi psicologici, che se approfonditi, avrebbero potuto portare il libro verso sentieri ancora più tortuosi.</div><div>Infatti, è molto interessante il fatto che i figli infanti di Thad provassero simpatia verso il mostro, perché in fondo è un riflesso del padre, così come la sua stessa moglie si accorga che una parte di suo marito, vorrebbe essere come Stark.</div><div><br /></div><div>E' strano dirlo, ma probabilmente George Stark, è il personaggio migliore del libro.</div><div>La parte slasher iniziale che lo vede protagonista, probabilmente è la più riuscita del libro, ed anche l'idea che perda consistenza e vada in decomposizione lenta ed inesorabile, se Thad non si mette a scrivere il libro che certifica il suo ritorno in vita, è altrettanto interessante.</div><div>Infatti il finale è un vero crescendo, in tal senso.</div><div>C'è del bello e dell'inquietante in quella scena in cui entrambi si chiudono nello studio di Thad per dare vita al libro.</div><div><br /></div><div>Insomma, questo libro ha delle belle idee, soprattutto quella di base, ma segue un percorso narrativo che non sempre mi ha convinto.</div><div><br /></div><div>Rimane un libro coinvolgente, che si legge con gusto e con velocità.</div><div>Agli appassionati di King lo consiglierei, d'altronde fa parte dell'arazzo narrativo che vede Castle Rock e zone limitrofe, come protagoniste, in una sorta di composizione narrativa crossmediale, che è sempre interessante da leggere.</div><div>King ha creato un vero e proprio universo narrativo, che invoglia il lettore a scoprire delle piccole informazioni romanzo dopo romanzo, su personaggi e percorsi narrativi che sembravano già chiusi.</div><div>Non a caso Alan Pagborn sarà protagonista indiscusso anche di Cose Preziose, ed è un po' quello che ancora oggi Stephen King continua a fare con il personaggio di Holly Gibney.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-35608815302733214932023-04-04T11:45:00.000+02:002023-04-04T11:45:00.828+02:00Le strade di Laredo - Larry McMurtry<p>Marzo non mi è molto affine negli ultimi anni.</p><p>Prima il Covid, poi la zona rossa, e quest'anno una rogna familiare, che anche se programmata, ha di fatto reso difficoltosa la mia struttura temporale per quel che concerne la letteratura, trovando raramente la voglia e la lucidità per dedicare tempo ai libri.</p><p>Ho approfittato comunque degli sconti Einaudi di quel periodo e mi sono portato due libri a casa: La strada di Cormac McCarthy e Le strade di Laredo di Larry McMurtry.</p><p>Ad onor del vero, il secondo non era in programma, poiché cercavo altro, ma in tutte e le tre librerie che ho girato non ve n'era traccia, quindi ho preso Le strade di Laredo, e male non ho fatto.</p><p>Parliamo di quest'ultimo, ma prima andiamo di sinossi:</p><p style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "Helvetica Neue LT W01_55 Roman", sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 14px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 10px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-color: black; color: #cc0000;">Texas, fine di un’epoca. Gli infiniti spazi aperti su cui scorrazzavano le grandi mandrie del West sono ora solcati dai binari dei treni, e su quei treni viaggiano merci preziose che i banditi possono rubare. Per fermarne uno astuto e spietato come Joey Garza serve «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi». Il capitano Woodrow Call è di nuovo in sella e, affiancato da compagni vecchi e nuovi, deve affrontare la piú insidiosa delle sfide: quella contro il tempo.</span></p><p style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "Helvetica Neue LT W01_55 Roman", sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: 14px; font-stretch: inherit; font-variant-alternates: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 10px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="background-color: black; color: #cc0000;">Texas, ultimo scampolo dell’Ottocento. Il mondo è cambiato, ma la storia continua. Niente piú mandrie di bestiame che percorrono praterie immense, ma treni che tagliano l’orizzonte. Tutto riprende da dove era iniziato, però con un salto di una ventina d’anni: Woodrow Call è di nuovo nella terra da cui si era allontanato per un’ormai leggendaria spedizione nel Montana. Tanti suoi amici di un tempo non ci sono piú, come non ci sono piú i nemici che conosceva bene, gli indiani e i messicani. I nuovi nemici sono i fuorilegge, che imperversano su entrambe le sponde del Rio Grande. Il capitano Call, «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi», è ormai un cacciatore di taglie. La sua fama lo precede e proprio per questo viene ingaggiato da un magnate delle ferrovie yankee per scovare un giovane bandito messicano che rapina i suoi treni e uccide i passeggeri. Sembrerebbe una faccenda di ordinaria amministrazione, ma Call è un eroe al tramonto, pieno di acciacchi e prigioniero dei ricordi, e ha bisogno di un compagno fedele per condurre la caccia. Come sempre convoca Pea Eye, suo caporale ai tempi dei ranger. Ma il mite Pea Eye ora è sposato con Lorena, l’ex bellissima prostituta dai tempi di <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "Helvetica Neue LT W01_56 Itali", sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Lonesome Dove</span>, ha cinque figli e una fattoria da mandare avanti: la sua fedeltà va soprattutto alla famiglia. Call scopre di colpo che il suo rassicurante passato lo respinge, proprio mentre un irriconoscibile presente gli si para davanti sotto le sembianze di Ned Brookshire, un timoroso ragioniere di Brooklyn che gli viene messo alle costole dalla compagnia ferroviaria per tenere i conti della missione, ma soprattutto del terribile Joey Garza, un imberbe messicano gelido e individualista che colpisce con metodi inediti e imprevedibili. Carico di azione, violenza, umorismo e malinconia, <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "Helvetica Neue LT W01_56 Itali", sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Le strade di Laredo</span> prosegue e completa la storia dei personaggi già cari ai lettori di <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "Helvetica Neue LT W01_56 Itali", sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Lonesome Dove</span> e la intreccia con quella dei suoi nuovi, memorabili protagonisti – tra i quali giganteggia Maria, l’indomita madre di Joey Garza. Tutti saranno riuniti in una mirabile resa dei conti che, nello stile di Larry McMurtry, smonta qualsiasi stereotipo western. <span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: "Helvetica Neue LT W01_56 Itali", sans-serif; font-feature-settings: inherit; font-kerning: inherit; font-optical-sizing: inherit; font-size: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-variation-settings: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Le strade di Laredo</span> non è un semplice sequel né soltanto la storia di un’estenuante caccia all’uomo, ma racconta un mondo brutale, in rapido cambiamento, dove i valori tradizionali quali l’amore, l’amicizia, la fedeltà e la solidarietà verranno rifondati alla luce della nuova era che sta per nascere.</span></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm2dMIwi1WnT8SiEhO9CKAqn7kMezX52tnuIPXSFjpZldLs4_Sjn0TFg10svvul7y3WVMeVF-yXM6pJVKc3wKkKzAsPQKdUZRjRHOfSFOXBxPDlK6oFRweMOM1wZZOjzV5blbr3Pdls_xhT-ZO-p3KTIon-cTEmeHB6tLsWINII1aT79WxoDfeAmE/s961/IMG_20230329_224058.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="721" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm2dMIwi1WnT8SiEhO9CKAqn7kMezX52tnuIPXSFjpZldLs4_Sjn0TFg10svvul7y3WVMeVF-yXM6pJVKc3wKkKzAsPQKdUZRjRHOfSFOXBxPDlK6oFRweMOM1wZZOjzV5blbr3Pdls_xhT-ZO-p3KTIon-cTEmeHB6tLsWINII1aT79WxoDfeAmE/w150-h200/IMG_20230329_224058.jpg" width="150" /></a></div>Allora, questo libro si porta il macigno sulle spalle di essere il seguito di uno dei più bei libri sul genere western mai scritti, ovvero Lonesome Dove.<p></p><p>Sapevo già che sarebbe stata un'impresa improba, poiché mancava proprio il personaggio che era il cuore di quel libro, ovvero Gus McRae, ma la sua presenza aleggia anche in questo, anche se in maniera astratta.</p><p>Le strade di Laredo è un gran bel western, ed è un libro veramente ben strutturato, McMurtry fa un gran bel lavoro per quel che concerne i personaggi, mostrandoci le gesta ed i punti di vista di tutti i personaggi, anche quelli più infidi e cattivi.</p><p>Ritroviamo Woodrow Call, che ormai viene considerato un Texas Ranger leggendario, ma è una figura ormai invecchiata, quasi arrugginita, per certi versi.</p><p>Gli viene affidata la missione di fermare in ogni modo un sadico e freddo rapinatore di diligenze dalla mira infallibile, e molto più giovane di lui.</p><p>C'è un che di ineluttabile in questo libro, fin dall'inizio.</p><p>Tutti coloro che accompagnavano Call nel suo cammino sono morti o profondamente cambiati, chi è impazzito, o chi come Pea Eye, ha messo su famiglia e non è più convinto.</p><p>E' un libro molto malinconico, per certi versi, come se questi personaggi, in fin dei conti, facessero ormai parte di un'epoca precedente.</p><p>Come sempre ho adorato il tema della ricerca e del viaggio.</p><p>I terreni aridi e scoscesi dell'Ovest, del Texas, fino ad arrivare in Messico.</p><p>La narrazione di McMurtry è dannatamente spietata, ed in ogni pagina, ci si può veramente aspettare il peggio, per ciò che concerne qualsiasi personaggio che fa parte di questa compagnia di avventurieri.</p><p>Il libro è formato da tanti POV che poi vanno ad intersecarsi uno con l'altro, e da questo punto di vista, il libra è veramente splendido, perché McMurtry fa un lavoro enorme anche per quel che concerne i comprimari, dandogli veramente spessore e vita.</p><p>In tutto questo spiccano anche le donne del libro, che non sono quelle classiche donnine che si fanno i pianti aspettando i mariti, ma personalità complesse e coraggiose, la vera forza e l'anima di questo libro.</p><p>Lorena e Maria, sono per me i personaggi cardini di questo libro.</p><p>Ci sono dei difetti?</p><p>Beh, ci sono delle parti discutibili.</p><p>Un lettore "preso" si accorgerà di alcuni errori di valutazione di protagonisti e villain molto grossolani, in corso d'opera, però la bravura di McMurtry sta proprio nel fatto che non si limita solo a raccontarceli, ma ci mostra le conseguenze di quelle azioni, anche in termini di riflessioni personali dei protagonisti, quindi in qualche modo ce li rende accettabili.</p><p>D'altronde nessuno è infallibile, ed in un mondo spietato come quello del west di quegli anni, anche il minimo sbaglio può portare alla morte.</p><p>Insomma, Le strade di Laredo è un gran bel libro, che consiglio senza riserve.</p><p>Certo, non raggiunge i fasti di Lonesome Dove, ma è un libro che si difende bene.</p><p>Qualche riserva ce l'ho sull'epilogo, che è molto pacificatore, ma che mi aspettavo molto più chiuso e definitivo.</p><p>McMurtry è una garanzia, per quel che mi riguarda, e mi piacerebbe molto leggere anche le altre sue opere, soprattutto L'ultimo spettacolo, che corteggio da tanto.</p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-73120654958906430832023-03-13T13:54:00.002+01:002023-03-13T14:04:16.042+01:00Tommyknocker / Le creature del buio - Stephen King<p><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">"Iernotte a tarda ora,</span></i></p><p><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">i Tommyknocker, i Tommyknocker,</span></i></p><p><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">hanno bussato e oggi ancora.</span></i></p><p><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">Vorrei uscire, ma non so se posso,</span></i></p><p><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">per la paura che mi hanno messo addosso. " </span></i></p><p><br /></p><p><br /></p><p>Se andassimo a spulciare le classifiche di gradimento dei vecchi e nuovi fan di Stephen King, non mi stupirei di trovare agli ultimissimi posti questo romanzo.</p><p>Credo di avercelo messo anch'io, a suo tempo.</p><p>Ed a proposito di questo, direi di tornare un po' nel mio passato:</p><p>Cosa ricordavo di questo libro prima che lo riprendessi in mano nell'ultimo mese?</p><p>Uno spezzone della miniserie televisiva, ovvero la scena dello spettacolo di magia con conseguente sparizione del fratellino di uno dei protagonisti minori della storia, e successivamente un piccolo trafiletto in una rivista, in cui nello spazio relativo alle lettere, la redattrice affermava che il libro gli era piaciuto, ma che la serie televisiva faceva schifo.</p><p>Su quest'ultimo punto potrei essere d'accordo, non piacque manco a me.</p><p>Mentre per quel che concerne la mia prima lettura di questo libro, ricordo poco o nulla, se non che non mi piacque particolarmente, e che era difficile non cogliere un certo senso di estraneità nel background dei due protagonisti principali, come se Stephen King non li amasse particolarmente.</p><p>Questa seconda componente l'ho percepita un pizzico di meno, ma è tuttora lampante, soprattutto nella scelta di utilizzare l'articolo prima del cognome di uno dei personaggi principali, ma questo potrebbe essere una scelta del traduttore.</p><p>Comunque leggere " la Anderson " è terribilmente cacofonico.</p><p>E soprattutto conferma un certo senso di distanza verso questo personaggio, da parte dell'autore, che mi lascia il dubbio possa essere voluto.</p><p>Anche perché a parte l'inizio, poi mi pare smetta di farlo.</p><p>Comunque è una quisquilia, quindi andrei oltre.</p><p>Andiamo di sinossi, e poi parliamo del romanzo in toto:</p><p><span face=""Amazon Ember", Arial, sans-serif" style="background-color: black; font-size: 14px;"><span style="color: #cc0000;">"La scrittrice Roberta Anderson scopre un giorno, nel bosco dietro casa, un enorme, sinistro oggetto sepolto lì da milioni di anni, e che tuttavia vibra ancora di un'ignota forma di vita. Con cautela, la giovane comincia a scavare per disseppellirla e, man mano che il suo lavoro procede, gli abitanti del borgo in cui lei risiede cominciano a cambiare, fondendosi in un'entità spaventevole asservita ai misteriosi esseri che ogni notte bussano alle loro porte: i Tommyknocker... Un'indimenticabile parabola del terrore "firmata" dal geniale Stephen King."</span></span></p><p><br /></p><p>La sinossi di Amazon, non è un granché, è giusto dirlo.</p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheM-5daYV4LiWVNC3VzEPkOGeaZyyUA5oJuj3AOkraIJObWIudTF6KXbl_jNnvEehHBRrUnrJuLz4l0bLGC3jPqRisRQeHP83EHYKvp2jQJTe_cqeWtU88ifAIUdN7YIB6pJxHKOLK_-ogOfbw4lakdsRbwbHwx0JQUU9enN6QQTLqnorkrX25iKY/s961/IMG_20230223_234743.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="721" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheM-5daYV4LiWVNC3VzEPkOGeaZyyUA5oJuj3AOkraIJObWIudTF6KXbl_jNnvEehHBRrUnrJuLz4l0bLGC3jPqRisRQeHP83EHYKvp2jQJTe_cqeWtU88ifAIUdN7YIB6pJxHKOLK_-ogOfbw4lakdsRbwbHwx0JQUU9enN6QQTLqnorkrX25iKY/w150-h200/IMG_20230223_234743.jpg" width="150" /></a></div>Tommyknocker è un romanzo horror?<p></p><p>Non direi, o almeno non lo è principalmente.</p><p>La base è soprattutto fantascientifica.</p><p>Anche se è ambientato negli anni '80, King sembra ispirarsi più alla letteratura fantascientifica degli anni '40, tanto che lo fa anche affermare ad uno dei personaggi principali.</p><p>Sebbene ci siano chiari omaggi ad opere degli anni '50/60 come Il villaggio dei dannati e Gli invasati, ma anche a romanzi contemporanei come Il drago del male di Straub.</p><p>A livello concettuale, non è propriamente un romanzo originalissimo.</p><p>Anche se rimane un romanzo molto più espanso e descrittivo di quelli da cui ha preso spunto.</p><p>E' anche un'opera molto crossmediale.</p><p>In questo libro ci sono tante piccole citazioni di altri romanzi di King, tra cui It, La zona morta e Il talismano.</p><p>Lo scopo della mia rilettura era quello di poter rivalutare in qualche modo il romanzo, approcciarlo in un modo più analitico, e meno da lettore di King, e devo dire che in questa rilettura il libro mi è sembrato molto migliore di quel che ricordassi.</p><p>Prima di tutto il libro è molto corposo.</p><p>Sono 780 pagine di narrato, e l'arazzo della storia ha una bella struttura.</p><p>King si prende tutto il tempo necessario per il prologo della storia, e mi rendo conto che i capitoli dedicati ai due personaggi principali possano apparire prolissi e portare alcuni lettori alla noia.</p><p>Non li biasimerei, se qualcuno di loro avesse abbandonato questo romanzo nelle fasi iniziali.</p><p>In verità, quelle pagine servono, perché ci permettono di conoscere a fondo entrambi i personaggi.</p><p>La trama è molto semplice:</p><p>Bobbi Anderson porta a spasso il suo cane e si imbatte in un disco volante interrato.</p><p>La curiosità uccise...il cane ( in questo caso ) visto che questa scoperta la porterà a subirne un influsso durante lo scavo, molto simile ad una possessione lenta, ma inesorabile, che la porterà a mutare.</p><p>Ecco, questa parte non è chiarissima, ma va presa così com'è.</p><p>Praticamente nello scafo è presente qualche sostanza che portata dal vento, porta inesorabilmente tutti gli abitanti della cittadina di Haven a subirne gli effetti.</p><p>Di fatto, Tommyknocker è un romanzo corale che può ricordare Cose Preziose, Le notti di Salem e IT.</p><p>Ora, non solo questi lentamente mutano fisicamente, tanto da perdere i denti, ma la mutazione gli porta anche delle intuizioni tecnologiche geniali, tanto che gli elettrodomestici subiscono delle modifiche tali, da diventare delle armi di distruzioni di massa o dei prototipi energetici impensabili per l'epoca, e soprattutto gli abitanti iniziano anche lentamente ad avere una coscienza di massa.</p><p>Gli unici a resistere alla mutazione ed ad averne degli effetti più lenti, sono coloro che hanno delle piastre metalliche nel corpo, il che ci porta all'altro protagonista, cioè Jim Gardener.</p><p>Gard non è proprio il prototipo dell'eroe di un romanzo.</p><p>Qui, secondo me, si annida una delle particolarità, ma anche uno dei problemi di questo libro.</p><p>Gardener non è una figura positiva.</p><p>E' alcolizzato, è un complottista energetico, del tipo più odioso ed aggressivo, ed in più ha sparato all'ex moglie.</p><p>Il suo prologo è talmente grottesco, che devo essere onesto, mi ha portato anche a ridere delle sue disgrazie.</p><p>La scena in cui ubriaco rincorre e prende a botte di ombrello un imprenditore che lavora nel campo del settore dell'energia nucleare, a me ha fatto ridere un sacco, facendomi anche un po' sentire in colpa.</p><p>Gardener torna ad Haven da Bobbi, con cui ha avuto una relazione, ma con cui ha mantenuto l'amicizia, e pur trovandola diversa, la aiuta nella sua impresa di archeologia spaziale.</p><p>Gard, per tre/quarti di libro, sarà o ubriaco, o in balia della storia.</p><p>Si intuisce che King volesse creare una sorta di stallo alla messicana molto teatrale e psicologico tra Bobbi e Gard, con un rapporto complesso che la mutazione di Bobbi porta lentamente al deterioramento, però è una parte fin troppo descrittiva e statica.</p><p>Il che porta il libro, per lunghi tratti, a non essere di semplice lettura.</p><p>Viene meno il senso di epica ed avventura, quel conflitto tra bene e male.</p><p>Questo porta l'intreccio ad essere una lunga sequela di eventi ed interludi, dedicati a personaggi sparuti, che siano poliziotti, parenti, o giornalisti di passaggio, o qualche cittadino che tenta di ribellarsi al cambiamento proprio e/o altrui.</p><p>Questa lunga sequela di sparizioni, morti accidentali o volute, è molto coinvolgente.</p><p>A livello narrativo, in molti casi, vi è quasi un che di fumettistico o cinematografico alla Nightmare, con delle scene non solo macabre, ma anche da commedia horror, per certi versi.</p><p>Insomma, l'intreccio è avvincente, ma pende quasi unicamente da una parte.</p><p>E' un romanzo di fantascienza di isteria collettiva.</p><p>E' un libro in cui non vi è un percorso dell'eroe, e quindi non è propriamente un libro empatico.</p><p>Nelle altre storie di King, c'erano comunque delle figure che contrastavano il male, e quindi la trama era molto più epica, poiché infarcita di scontri, e quindi più avvincente, qui non è così, se non nel finale.</p><p>Anche il fatto che i villain siano molto astratti, ed in qualche modo siano poi i cittadini stessi, fa venire meno quel senso di avventura e riconoscibilità.</p><p>Per me questo è il motivo principale per cui questo romanzo non è piaciuto a tante persone.</p><p>Per avere una ribellione dobbiamo aspettare le ultime cento pagine, il che è molto poco.</p><p>Per altro il finale è pure molto sconnesso ed affrettato, oltre che forzato in qualche punto, con una sorta di intervento soprannaturale, che comunque è tipico di King.</p><p>Resta comunque un libro molto coeso come struttura narrativa.</p><p>Per me è molto più ricco di alcune sue ultime opere, almeno come costrutto.</p><p>King ci ha impiegato cinque anni a scriverlo, e si vede l'impegno che gli ha dedicato, ma per me si notano anche alcune sue difficoltà nell'indirizzare la storia, e questo lo si nota in un finale che non è proprio riuscitissimo, secondo me.</p><p>Comunque resta un libro molto divertente da leggere.</p><p>Certo, le spiegazioni scientifiche sembrano un po' delle supercazzole non molto credibili, ma è molto divertente l'uso di elettrodomestici comuni che solo con l'utilizzo di batterie, cavi coassiali, transistor, diventano delle robe ultra moderne capace di lanciare raggi laser e quant'altro.</p><p>E' un libro strano, che probabilmente un lettore di letteratura fantascientifica può smontare in più punti, ma che a me ha divertito.</p><p>Però al contempo capisco chi lo critica.</p><p>Mancano i componenti per cui fare il tifo e con cui empatizzare, manca l'eroe, ed anche il villain carismatico.</p><p>E' bene ribadire che chiunque lo affronti, sappia a cosa va incontro.</p><p>E soprattutto è bene dire, che in questo caso il bagliore di una luce verde, non è una cosa amarcord e romantica come nel Gatsby di Fitzgerald, ma qualcosa di molto più ostile e minaccioso. :-P</p><p>C'è chi afferma che Jim Gardener in qualche modo rappresenti un po' l'autore stesso che in quel periodo viveva un periodo di dipendenza dall'alcool e le droghe, con la paura di divenire una persona orrenda e violenta, ma non mi sentirei di spergiurarlo.</p><p>Di sicuro qualche affinità lontana con un altro personaggio di King, ovvero Jack Torrance, c'è.</p><p>Ma soprattutto in questo libro c'è un senso di estraneità e di alienazione che è palpabile nella storia e nei suoi personaggi.</p><p>Si denota l'impegno, ma anche una certa presa di distanza, come se in fondo King non abbia amato molto questo romanzo.</p><p>Tommyknocker è un romanzo alieno in tutti i sensi.</p><p><br /></p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-82080765950125083302023-02-09T14:06:00.000+01:002023-02-09T14:06:49.474+01:00Mystery - Peter StraubIl fatto che io stia arrivando lentamente a leggere tutto di questo autore, certifica in un certo senso la sua morte non solo fisica, ma anche letteraria.<div>la cosa mi duole un po'.</div><div>Mi consola che ho ancora il terzo volume della saga La rosa blu da leggere e Mr. X, che sto corteggiando nell'usato in attesa che cali di prezzo.</div><div>Riguardo The Throat, ovvero il terzo volume della saga, dovrebbe uscire per Fanucci, ma oggettivamente non so quando, visto che nel loro sito non ne ho visto traccia.</div><div>Anche se oggettivamente, difficilmente lo comprerei in prima edizione.</div><div><br /></div><div>Tornando a Mystery, posso dire tranquillamente che ancora una volta, Peter non mi ha deluso.</div><div>Andiamo di sinossi e parliamone:</div><div><span style="background-color: black; color: #cc0000; font-size: x-small;"><br /></span></div><div><span style="background-color: black; font-family: Raleway, sans-serif;"><span style="color: #cc0000; font-size: x-small;">Quando era più piccolo, Tom Pasmore ha quasi perso la vita in un incidente d'auto sull'isola di Mill Walk. Le ferite riportate lo hanno costretto a casa per più di un anno, periodo in cui trascorre molto tempo leggendo romanzi polizieschi. E per qualche oscura ragione, il suo bizzarro vicino di casa, l'anziano di nome Lamont von Heilitz, sembra interessarsi a lui. Tom ha infatti un atteggiamento distaccato nei confronti della vita e delle situazioni. Non è mai stato un ragazzo popolare, semplicemente perché la maggior parte dei suoi amici non lo capisce. Anche la sua passione per i crimini e un certo album di ritagli circa un omicidio degli anni Trenta, contribuiscono a trasformarlo lentamente in un ragazzo introverso e apparentemente disadattato. La situazione in casa non migliora certo le cose: la madre è amorevole ma quasi sempre depressa, il padre è distante e rude, e il nonno uno che è abituato a comandare. Ma quando Tom fa davvero conoscenza con von Heilitz, la sua vita comincia a cambiare lentamente. Scopre infatti che questo vecchio è stato un detective molto famoso il cui soprannome era "l'Ombra" e che sembra voglia coinvolgerlo in alcune piccole indagini. Sarà da quel momento che ogni cosa assumerà un diverso significato...</span></span></div><div><br /></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6OxmA3w1QuswkOh6Li6P8ER1SDr8bh0yJMbvcMCh_dkfoNq3UOW_Bxa7PCwXyl49y2Gwx6FMOBBn-0KkPq2W1YncB4yEIu37CUpXwXoadar6q8kLoo20HJaB0kjbuqqoHiga5Im7kAGD-soz7buGig-OwgfIwftQZ6fcPCunsMKn-yLJ-qPjlseI/s969/IMG_20230122_135857.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6OxmA3w1QuswkOh6Li6P8ER1SDr8bh0yJMbvcMCh_dkfoNq3UOW_Bxa7PCwXyl49y2Gwx6FMOBBn-0KkPq2W1YncB4yEIu37CUpXwXoadar6q8kLoo20HJaB0kjbuqqoHiga5Im7kAGD-soz7buGig-OwgfIwftQZ6fcPCunsMKn-yLJ-qPjlseI/w150-h200/IMG_20230122_135857.jpg" width="150" /></a></div>Ho pescato questa copia come consuetudine su Ebay a 5 Euro e qualcosa.</div><div>E' un'edizione in paperback della Sperling del 1995 tutto sommato ben conservata.</div><div>Mystery è il secondo capitolo della trilogia de La rosa blu, ma può essere tranquillamente letto a sé stante, poiché i collegamenti con Koko, sono tutto sommato abbastanza blandi.</div><div><br /></div><div>Se con Koko eravamo impelagati in una trama che virava tra il drammatico e il thriller, qui ci troviamo in bilico tra il romanzo di formazione, il giallo ed il noir, con chiare ed evidenti citazioni a Arthur Conan Doyle e Raymond Chandler.</div><div>Ed ancora una volta salta fuori tutta la poliedricità di quest'autore capace di passare con disinvoltura da un genere all'altro.</div><div><br /></div><div>Mystery mi è piaciuto molto.</div><div>Non è esente da scelte narrative che non mi sono piaciute, ma intrattiene ed è scritto dannatamente bene.</div><div>In più ha una struttura molto Kinghiana, tanto che ad un certo punto, mi sembrava di leggere proprio una storia del Re, soprattutto per quel che concerne la scenografia geografica, dove Straub in un certo senso, riesce a trascinarti interamente dentro le esistenze di comunità cittadine ed isolane.</div><div><br /></div><div>Protagonista della vicenda è Tom Pasmore.</div><div>Inizialmente la trama vira proprio nel racconto di formazione duro e puro, ma lentamente dietro la normalità familiare ( abbastanza disfunzionale per certi versi ), il ragazzo, attraverso le sue passioni letterarie e la conoscenza del vicino di casa, solitario, ma famigerato ex investigatore privato, porterà alla luce vecchi segreti, suicidi, omicidi, e morti sospette, e soprattutto corruzioni di ogni tipo, dietro la normalità apparente della comunità.</div><div>E soprattutto sulle personalità apicali di questa comunità isolana, tra cui spiccano il nonno del protagonista, ed anche la famiglia più facoltosa ed importante dell'isola, ovvero i Redwing.</div><div><br /></div><div>Come se non bastasse, la ragazza concupita da Tom, è legata ad uno dei rampolli di questa famiglia, anche se sembra più un legame d'interesse che reale.</div><div><br /></div><div>Il miglior personaggio del romanzo è senza dubbio Lamont von Heilitz, un vecchio detective che sembra una via di mezzo tra Sherlock Holmes e Philip Marlowe, che spicca non solo per la sua arguzia, ma anche per il suo modo di vestire.</div><div><br /></div><div>Ebbene, questo personaggio, non avrà chissà quale spazio, ma è una figura importantissima nell'economia della storia, ed una delle sue apparizioni in particolare, mi ha ricordato moltissimo Il mastino dei Baskerville.</div><div><br /></div><div>Ci sono cose che non mi sono piaciute?</div><div>Due in particolare, che sono anche sequenziali.</div><div>Ad un certo punto parte dell'azione si svolge durante le vacanze estive, che vede il protagonista invitato tramite suo nonno dai Redwing su un'isola, in un ambiente a lui totalmente ostile, visto che ad una certa tutti si accorgono della tresca tra lui e la ragazza, invitata anch'essa con la sua famiglia, in atto di ufficializzare il fidanzamento con il rampollo dei Redwing.</div><div><br /></div><div>Durante queste vacanze Tom subisce due tentativi di omicidio.</div><div>Qui le cose si fanno meno realistiche, per me.</div><div>Capisco che è un investigatore in erba, ma uno qualsiasi tenterebbe di lasciare l'isola in qualche modo, parliamo comunque di un ragazzo di 19 anni, ed invece, non solo è abbastanza cieco da non vedere il disegno contro di lui ( purtroppo ben evidente al lettore, e qui, secondo me, sta la doppia caduta di trama ), ma si fa convincere a rimanere subendo anche un terzo attentato.</div><div><br /></div><div>Per rendere credibile la trama, sarebbe bastato che Straub avesse dedicato qualche pagina spiegando che magari il ragazzo non avrebbe potuto lasciare l'isola nemmeno volendo, inventandosi che so, che non c'erano aerei o quant'altro, sarebbe veramente bastato poco.</div><div>In più come dicevo, il secondo tentativo di omicidio, porta facilmente il lettore alla soluzione narrativa, tanto che appare strano che il protagonista non se ne accorga.</div><div><br /></div><div>Il fatto che la soluzione della storia sia un po' telefonata, era evidente anche nel romanzo precedente, il che può essere visto come un difetto, in verità però, io mi sono goduto comunque questo romanzo dall'inizio alla fine.</div><div><br /></div><div>Certo, secondo me, Chandler e Conan Doyle sono più bravi a nascondere i misteri narrativi e a mostrarli sollo alla fine, ma non posso dire di ritenermi deluso, tutt'altro.</div><div>A me Peter Straub piace un sacco.</div><div>Però, dannazione, nelle sue storie, trovo sempre qualcosa che non permette a quella storia di essere inattaccabile.</div><div>A livello di coinvolgimento e scrittura, Mystery resta comunque un romanzo con i fiocchi, che sono felice di aver letto.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-6497027581092543212023-01-18T16:35:00.004+01:002023-01-18T16:35:37.804+01:00L'altro posto - John Ajvide Lindqvist<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6YnKWNfYaY3Nbd-VoCUU8ohOxLi6YRugq84ZlYaiNQv2be6OV1ljXj2mdSyBCCnSAJWdjwpeHCE6zZMrFLdE4Y9zWhDM2yRGsH35E0flYYrquvaUDqKP5IqSU7HrkD8iuN_Mrd2wP5aXNP76r-Q-etiTQUaBpbF240dtofzNYTkC12e6AQlCakE0/s969/IMG_20230112_140824.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6YnKWNfYaY3Nbd-VoCUU8ohOxLi6YRugq84ZlYaiNQv2be6OV1ljXj2mdSyBCCnSAJWdjwpeHCE6zZMrFLdE4Y9zWhDM2yRGsH35E0flYYrquvaUDqKP5IqSU7HrkD8iuN_Mrd2wP5aXNP76r-Q-etiTQUaBpbF240dtofzNYTkC12e6AQlCakE0/w150-h200/IMG_20230112_140824.jpg" width="150" /></a></div>Ho già parlato in passato di Lindqvist, che un po' tutti in Italia abbiamo conosciuto grazie all'adattamento cinematografico del suo libro Lasciami Entrare, che ha avuto due film ad esso dedicati, tra cui un remake americano.<div><br /></div><div>Lasciami entrare è anche l'unico suo libro che possedevo in cartaceo, perché ricordo all'epoca che un amico virtuale mi prestò le sue copie in e-book di altri libri di Lindqvist che avevo intenzione di recuperare come Il porto degli spiriti, L'estate dei morti viventi e Una piccola stella.</div><div>Credo anche di avergli dedicato anche dei post qui sul blog, quello su L'estate dei morti viventi sicuramente, visto che lo lessi in un periodo travagliato della mia vita, che mi vide abbandonare questo spazio per tanti mesi.</div><div><br /></div><div>Dopo di allora, confesso di averlo totalmente perso di vista, e non avevo certamente in programma di leggere altri suoi libri.</div><div>Ho spesso trovato le sue opere stranianti, alcune anche abbastanza originali, tipo Una piccola stella, ma tranne che con Lasciami entrare, non mi ha mai preso fino in fondo, cioè non comprerei mai un suo libro a prezzo pieno.</div><div><br /></div><div>Ed allora cosa è successo?</div><div>Semplice, l'ho pescato al mercatino dell'usato.</div><div>Ora, io a dirla tutta avevo altre idee, che erano quelle di comprare in libreria un romanzo classico contemporaneo, ma purtroppo non ho avuto modo e denaro.</div><div><br /></div><div>Comunque spulciando tra le bancarelle, è saltata fuori questa copia della Marsilio uscita intorno al 2018, e mi ha fatto specie che qualcuno si sia liberato di un romanzo pubblicato da così pochi anni.</div><div>Da una parte mi è suonata una campanellina d'allarme, perché ho pensato che questo romanzo potesse essere piaciuto poco al possessore tanto da liberarsene, ma dall'altra, trovare un romanzo praticamente nuovo a 2 Euro, di un autore che comunque ho apprezzato, è sempre una cosa buona e giusta.</div><div><br /></div><div>Tra l'altro leggendolo ho trovato numerose pagine sottolineate, segno che quindi al lettore, qualche paragrafo deve averlo colpito, quindi è venuta un po' meno l'idea che al possessore del libro non fosse piaciuto, quindi vai a vedere i veri motivi per cui lo ha svenduto.</div><div><br /></div><div>Ma bando alle elucubrazioni e passiamo al libro vero e proprio.</div><div><br /></div><div><div style="box-sizing: border-box; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px;"><i style="background-color: black;"><span style="color: #cc0000;">John Lindqvist ha diciannove anni e vuole diventare un prestigiatore. Il concorso per maghi che si terrà in Danimarca è vicino, e lui si esercita duramente nella speranza di vincere un premio. Non vincerà nulla, anzi, nemmeno riuscirà ad arrivare a Copenaghen. Invece, viene arrestato per furto, e quando esce di prigione e torna al suo condominio buio e stretto nei sobborghi di Stoccolma, proprio accanto al tunnel di Bunkeberg, si accorge che qualcosa è profondamente cambiato. Intorno a lui avverte un movimento strano e spaventoso. Si rende conto che tutto nasce nella lavanderia comune nello scantinato del suo palazzo. E ha a che fare anche con alcuni dei suoi vicini e con quello che fanno nelle docce dietro la lavanderia. C’è qualcosa che regala agli iniziati esperienze incredibili e meravigliose. Qualcosa che li porta in un luogo che John chiama “l’altro posto”. Dove puoi essere quello che sei davvero. C’è un prezzo, ovviamente. All’inizio sembra un prezzo ragionevole. Solo un po’ di sangue. Ma alla fine John capirà che il vero prezzo da pagare è molto più alto.</span></i></div><div style="box-sizing: border-box; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px;"><i style="background-color: black;"><span style="color: #cc0000;"> </span></i></div><div style="box-sizing: border-box; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px;"><i style="background-color: black;"><span style="color: #cc0000;">Diverso da qualsiasi cosa Lindqvist abbia mai scritto, L’altro posto, seguito indipendente di Musica dalla spiaggia del paradiso, è un’autobiografia fantastica sospesa tra realtà e finzione, dove la linea di confine tra il vero e il falso, il reale e il surreale è ingegnosamente annullata.</span></i></div></div><div><br /></div><div>L'altro posto è praticamente una biografia dell'autore romanzata in chiave orrorifica, e per lo più ambientata nella sua post adolescenza.</div><div>Il romanzo infatti parla principalmente di un giovane uomo svedese che deve trovare ancora la sua strada, ed in qualche modo solitario e confuso sul suo presente e futuro, e che si guadagna da vivere facendo il prestigiatore in strada o in qualche ristorante.</div><div>Il protagonista ovviamente è l'autore stesso.</div><div>Diciamolo subito, dal punto di vista orrorifico non racconta nulla di nuovo, anzi, vi verranno in mente altri libri, altri autori, ed altre storie.</div><div>Stephen King, Clive Barker, persino Joe Hill.</div><div>Detto questo, il libro è incredibilmente scorrevole, tanto che si potrebbe leggere anche in poche ore, visto che comunque conta poco più di 300 pagine, ed i caratteri sono anche abbastanza grandi.</div><div><br /></div><div>In più Lindqvist non è un autore scontato, e le sue opere hanno pochissime forzature e cadute di tono, pur essendo parecchio ondivaghe e oniriche in più punti.</div><div>Certo, per comprenderlo meglio, bisognerebbe avere delle infarinature sulla vita sociale e politica della Svezia di quel periodo, ma ad onor del vero, l'autore riesce a trasmettere l'atmosfera e l'inquietudine giusta, nonché il desiderio e gli stimoli, che l'essere nella lavanderia riesce a evocare nelle menti e nelle esistenze degli abitanti del condominio in cui vive il protagonista della storia.</div><div><br /></div><div>Molto carino anche il racconto nel racconto che vede protagonista un bambino piuttosto strano ed inquietante, che mi ha ricordato moltissimo L'estate che sciolse ogni cosa.</div><div><br /></div><div>L'altro posto, per me, è tutto sommato un buon libro, ma che non racconta nulla di nuovo.</div><div>Ribadisco che personalmente non spenderei 18 Euro per un libro di Lindqvist, ma allo stesso tempo non mi sento di criticare il libro, che il suo lo fa.</div><div>E' una bella storia, scritta in modo molto efficace.</div><div><br /></div><div>E' un po' strana la parabola avuta da quest'autore, che segue in un certo senso quella di altri romanzieri del suo stesso genere, come Barker o Straub, che ci hanno messo poco tempo a finire nel dimenticatoio.</div><div><br /></div><div>Non tutti sono Stephen King, e non tutti hanno la sua forza propulsiva.</div><div>Ci vedo un parallelo con la società attuale, in cui sei costretto ad essere veloce e sempre presente, quasi come un influencer o un content creator, perché al giorno d'oggi, la gente ci mette poco a scordarsi che esisti, anche se sei un bravo scrittore.</div><div><br /></div><div>O semplicemente come altri ancora, ha azzeccato un romanzo di massa, e poi si è accontentato di vivere di rendita, chissà.</div><div><br /></div><div>In ogni modo, Lindqvist è una buona alternativa all'horror di massa del momento.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-47180479667796626182022-12-31T21:19:00.004+01:002022-12-31T21:21:56.692+01:00Cell - Stephen King<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrKrH3stsvjhUyQN9HM0BJ1sBOIFkH7Ti_i9Uyrkh6uTP9CmBzKhvPFp-pZK0tthwO9lA0ZKtdopeokActneayQFh7RoAogmCxSIhZwbq7p1oHz-HGSawn2BgL0I8cfeL6P_gfAigAsmQuIKAcSAXXfSC29p_sVeRARUdb2oq7m7Zg7t7qkx1fjlA/s969/IMG_20221203_125624.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrKrH3stsvjhUyQN9HM0BJ1sBOIFkH7Ti_i9Uyrkh6uTP9CmBzKhvPFp-pZK0tthwO9lA0ZKtdopeokActneayQFh7RoAogmCxSIhZwbq7p1oHz-HGSawn2BgL0I8cfeL6P_gfAigAsmQuIKAcSAXXfSC29p_sVeRARUdb2oq7m7Zg7t7qkx1fjlA/w150-h200/IMG_20221203_125624.jpg" width="150" /></a></div>Cell è stato tra i primi libri di King che ho comprato in prima edizione.<div>Per molti è stato il libro che ha certificato il declino di questo autore, ed anch'io con il tempo sono arrivato a pensare lo stesso.</div><div>Pubblicato nel 2006 segue un po' la scia di quel periodo, che vedeva gli zombie andare fortissimo soprattutto grazie al fumetto di The Walking Dead che diventò in quel periodo un vero e proprio fenomeno di costume.</div><div><br /></div><div>Quello di King è però un omaggio diretto a Romero e Richard Matheson ( con tanto di dedica ad entrambi ), ed anche una storia allegorica sull'uso intensivo dei cellulari.</div><div>Certo, i social erano ancora al di là di venire, ma ho idea che evidentemente le persone intorno a King utilizzassero moltissimo chiamare con il telefonino.</div><div>Qui in Italia non credo fosse poi così, almeno nella mia cerchia di familiari ed amici, nel senso che si cercava di risparmiare il più possibile, e quindi andare di squilli o di SMS solo se necessario.</div><div>Conoscevo pochissime persone, tranne alcune fidanzate, che parlavano e consumavano traffico telefonico a iosa.</div><div>Ma è inutile parlare degli usi e costumi nostrani ed americani, e concentriamoci sul romanzo.</div><div>Com'è Cell, riletto dopo tanti anni?</div><div>Andiamo di sinossi e poi parliamone.</div><div><br /></div><div><span face="Raleway, sans-serif" style="background-color: black; font-size: 16px;"><span style="color: #cc0000;">"Boston, primo ottobre. Tutto va bene. È un luminoso pomeriggio di sole, la gente passeggia nel parco, gli aerei atterrano quasi in orario. Per Clayton Riddell è il più bel giorno della sua vita. In quel preciso istante, il mondo finisce. A milioni, quelli che hanno un cellulare all'orecchio impazziscono improvvisamente, regredendo allo stadio di belve feroci. In un attimo, un misterioso impulso irradiato attraverso gli apparecchi distrugge il cervello, azzerando la mente, la personalità, migliaia di anni di evoluzione. In poche ore, la civiltà è annientata, l'homo sapiens non è mai esistito, lasciando al suo posto un branco di sanguinari subumani privi della parola. Ma questo è solo l'inizio."</span></span></div><div><br /></div><div><br /></div><div>Gli omaggi diretti ai due grandi autori non sono stati messi a caso, poiché la storia narrata ha una critica sociale come quella di Romero ( ma poco approfondita ) ed un modus operandi che ricorda tantissimo Io sono leggenda, ma solo dalla metà in poi.</div><div><br /></div><div>E' uno di quei pochi libri in cui si percepisce la costruzione dello stesso in corso d'opera, e non so è una cosa positiva.</div><div>E' un po' strano da dire, poiché d'altronde tutti i suoi lettori conoscono il suo metodo di scrittura, ma in Cell è dannatamente tangibile, poiché la narrazione si evolve in maniera spesso repentina, cambiando le prospettive ed anche il linguaggio dei protagonisti.</div><div>E soprattutto è uno dei primi libri in cui il background dei protagonisti è fin troppo ermetico.</div><div>Ho idea che trattandosi di un libro che tratta di tematiche post apocalittiche che potrebbero ricordare L'ombra dello scorpione, King abbia in qualche modo cercato di evitare le lungaggini e concentrarsi più sull'azione.</div><div>Da questo punto di vista Cell è un romanzo veloce e coinvolgente.</div><div>L'azione si svolge in pochissimo tempo, e spesso, soprattutto nelle prime centinaia di pagine, si concentra in pochissimi giorni, se non in ore.</div><div><br /></div><div>La storia è semplicissima, e vede le persone letteralmente impazzire dopo aver ricevuto una telefonata che gli trasmette un impulso che li trasforma letteralmente in bestie assetate di sangue e violenza.</div><div>La prima parte è veramente ottima, tutte le persone intorno al protagonista impazziscono, e vediamo esplosioni e scene di distruzione di massa da tutte le parti.</div><div><br /></div><div>Il romanzo diventa una corsa alla sopravvivenza per i pochi e sparuti sopravvissuti, ovvero coloro che non avevano con sé un telefono cellulare.</div><div><br /></div><div>La trasfigurazione degli sfortunati utilizzatori dei cellulari però non è che un primo sintomo, poiché in poco tempo si evolvono arrivando non solo a muoversi come una coscienza collettiva, ma anche ad avere dei poteri telepatici e telecinetici.</div><div>Diciamolo chiaramente, da un certo punto in avanti è bene spegnere il cervello, poiché la storia dal punto di vista narrativo non appare molto credibile.</div><div>Un nerd dodicenne diventa il cervello pensante di tutte le soluzioni della storia ( tutte azzeccate ), ed anche alcune dinamiche narrative, sono molto abbozzate ed attaccate con lo sputo, specie per quel che concerne la globalità della storia, se uno arriva a porsi domande che esulano un po' dalla geografia narrativa.</div><div><br /></div><div>Manca anche l'empatia verso i protagonisti, non dico che non ci si affeziona a loro, specie verso i due personaggi più giovani, ma conoscendo poco della loro storia e del loro passato, non ci si sente molto attaccati a tutti loro.</div><div><br /></div><div>L'unico a cui King concede una sorta di background è il protagonista, ed anche qui, si fa fatica a capire perché è l'unico che gli altri sono disposti a seguire.</div><div>Cioè, si suppone che anche gli altri abbiano qualche parente che possa essere ancora in vita e non trasformato, eppure loro si rassegnano subito e seguono il protagonista nella sua ricerca di ex moglie e figlio.</div><div><br /></div><div>Cell è un romanzo che parte benissimo, ma che nella sua trasformazione in una citazione diretta di Io sono leggenda, perde moltissimo.</div><div><br /></div><div>Infatti è molto bella la prima parte on the road in cui i protagonisti si mettono in viaggio e provano in qualche modo a trovare un metodo per dare battaglia ai cosiddetti telepazzi, mentre nel proseguo diventano quasi teleguidati da quest'ultimi, tanto che si viene a perdere quel poco di epicità e di quell'antieroismo da quasi villain che li rendeva interessanti fino a quel momento.</div><div>So che King voleva creare una sorta di ineluttabilità, ma in quel modo ha reso il finale incredibilmente stupido.</div><div><br /></div><div>E' come se ad un certo punto non sapesse più dove andare a parare.</div><div><br /></div><div>Mi rendo conto che è un post molto astruso, ma ho voluto evitare dei riferimenti diretti che potrebbero spoilerare molte parti della storia.</div><div><br /></div><div>Cell è uno di quei romanzi che parte come un treno, ma che poi perde pezzi per strada.</div><div>Forse, e dico forse, King poteva semplicemente fare una storia con degli zombi, senza per forza farli diventare essere onniscienti che sembrano uscire ad un certo punto da una storia di John Wyndham.</div><div><br /></div><div>E' veramente un peccato, perché alcune parti di questa storia sono anche molto epiche e suggestive.</div><div>Le scene di distruzione di massa, in cui gli eroi aspettano che questi esseri vadano a riposare tutti insieme negli stadi, per poi bruciarli letteralmente vivi, è piuttosto forte, ma narrativamente potentissima.</div><div>Peccato per le soluzioni narrative successive molto raffazzonate, ed in qualche caso, veramente facilone ed anche illogiche.</div><div><br /></div><div>Insomma, con Cell godi solo a metà.</div><div>E ci è servito a capire che King al tempo non aveva una grande considerazione per tutti coloro che stavano costantemente al cellulare, che considerava a tutti gli effetti dei lobotomizzati e cerebrolesi.</div><div>Ci ha visto lungo, in un certo senso.</div><div>Soprattutto considerando che con questa storia ha mancato per un soffio la nascita di Facebook, giunta poco dopo, e che in un certo senso, come diceva Eco, ha lentamente dato voce ad una manica di imbecilli. </div><div>C'è qualcosa di buono in Cell? Per me sì.</div><div>E' un romanzo veloce e molto coinvolgente.</div><div>All'epoca della prima lettura lo paragonavo ad un film horror di serie b mandato in onda in seconda serata.</div><div>Non è la lettura della vita, e non è il romanzo di King che consiglierei.</div><div>E' un King in formato action.</div><div>Magari vi piace.</div><div><br /></div><div>Ed è tutto qui per questo 2022.</div><div>Un anno non proprio da incorniciare per questo blog, che a tutti gli effetti è ormai morente ed inutile.</div><div>Segno che se non sei parte attiva della bolla blogger e se non coltivi quei rapporti, diventi una goccia nel mare del web.</div><div>Vorrà dire che sarò una barca alla deriva o cibo per pesci.</div><div><br /></div><div>Qui già sparano, e la fine si avvicina.</div><div>Buon 2023 a tutti.</div><div><br /></div><div>Alla prossima?</div><div>Chissà. Magari no.</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-74906776555035737622022-12-02T17:47:00.004+01:002022-12-02T21:25:25.075+01:00Trilogia della città di K. - Agota Kristof<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIkEdPcTq75ViNp5YUHSsXAuT1z0MP3Fjl465Tpwg48141sJItOHRktyM2Rk6fcL1yYoQyP9rfX-1M8MpJHhucxCsAX2kt-RxyOarT5512o2ohxGO-tvV5Q0YE7U58ez4u5Cbb2mbDw6Dcmas4rxWceZqcGqkjF6_OSFrNjgy3NLI05DsgA5oJGew/s969/IMG_20221123_132617.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIkEdPcTq75ViNp5YUHSsXAuT1z0MP3Fjl465Tpwg48141sJItOHRktyM2Rk6fcL1yYoQyP9rfX-1M8MpJHhucxCsAX2kt-RxyOarT5512o2ohxGO-tvV5Q0YE7U58ez4u5Cbb2mbDw6Dcmas4rxWceZqcGqkjF6_OSFrNjgy3NLI05DsgA5oJGew/w150-h200/IMG_20221123_132617.jpg" width="150" /></a></div>Dopo un post in cui parlavo dell'ansia di comprare e collezionare nuova roba, eccomi a parlare di uno dei miei ultimi acquisti, tanto per rendere palesi tutte le contraddizioni che albergano nella mia coscienza.<div>Ormai però il danno è fatto, e non perdiamoci in chiacchiere filosofiche ed ansiogene.<br /><div>Non sarà facile parlare de la Trilogia della città di K.</div><div>E' un libro complicato, molto.</div><div><br /></div><div>Senza contare che parliamo di un titolo piuttosto in voga anche adesso, e parecchio presente su Instagram e Tik Tok.</div><div>Diciamo che se siete dei fautori della bolla divulgativa sulla letteratura, la copertina ed il titolo di questo libro saranno piuttosto familiari.</div><div><br /></div><div>Quindi sarà difficile aggiungere qualcosa di valido, che non siano mie elucubrazioni personali, che si sono formate in corso d'opera.</div><div><br /></div><div>Perché questo è un libro parecchio complesso ed imprevedibile, che cambia più e più volte come un mutaforma anche per quel che concerne la struttura narrativa.</div><div><br /></div><div>Andiamo di sinossi:</div><div><br /></div><div><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: Raleway, sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 22px; margin: 0px 0px 16px; outline: none; overflow: hidden; padding: 0px;"><span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; background-color: black; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; outline: none;"><span style="color: #cc0000;">Storia di formazione, la <i style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; outline: none;">Trilogia della città di K</i> ritrae un'epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.</span></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: Raleway, sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 22px; margin: 0px 0px 16px; outline: none; overflow: hidden; padding: 0px;"><span style="background-color: black; color: #cc0000;"><i style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; outline: none;">«Una prosa di perfetta, innaturale secchezza, una prosa che ha l'andatura di una marionetta omicida»</i> – <span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; line-height: inherit; outline: none;">Giorgio Manganelli</span></span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: Raleway, sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 22px; margin: 0px 0px 16px; outline: none; overflow: hidden; padding: 0px;"><span style="background-color: black; color: #cc0000;">Quando <i style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; outline: none;">Il grande quaderno</i> apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione. In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la <i style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; outline: none;">Trilogia della città di K</i> ritrae un'epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.</span></p><p style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-tap-highlight-color: transparent; box-sizing: border-box; font-family: Raleway, sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 22px; margin: 0px; outline: none; overflow: hidden; padding: 0px;"><span style="background-color: black; color: #cc0000;">«Tutto ha inizio con due gemelli che una madre disperata è costretta ad affidare alla nonna, lontano da una grande città dove cadono le bombe e manca il cibo. Siamo in un paese dell'Est, ma né l'Ungheria né alcun luogo preciso vengono mai nominati. Un inizio folgorante che ci immette di colpo nel tempo atroce dell'ultima guerra raccontandolo come una metafora. La nonna è una “vecchia strega” sporca, avara e senza cuore e i due gemelli, indivisibili e intercambiabili quasi avessero un'anima sola, sono due piccoli maghi dalla prodigiosa intelligenza. Intorno a loro ruotano personaggi disegnati con pochi tratti scarni su uno sfondo di fame e di morte. Favola nera dove tutto è reso veloce ed essenziale da una scrittura limpida e asciutta che non lascia spazio alle divagazioni. Un avvenimento tira l'altro come se una mano misteriosa e ricca di sensualità li cavasse fuori dal cilindro di un prestigiatore crudele.» (Rosetta Loy)</span></p></div><div><br /></div><div>Trilogia della città di K., lo dice anche in titolo, è una storia divisa in tre tronconi ( grazie al caxxo, direte voi :-P ): Il grande quaderno, La prova, La terza menzogna.</div><div><br /></div><div>Pur essendo abbastanza edotto sulla trama generale grazie alle tante recensioni lette ed ascoltate tramite stories, reels, e mazzi vari, sono voluto arrivare vergine alla lettura, non approfondendo in alcun modo le recensioni e non andando a spulciare in blog, siti, Anobii, ecc.ecc.</div><div><br /></div><div>Volevo farmi la mia opinione e non farmi influenzare in nessun modo.</div><div>Quindi, se ci saranno errori di sorta, se non ho colto determinati passaggi e dinamiche narrative, sarà soltanto colpa della mia incomprensione ed ignoranza.</div><div><br /></div><div>Quando ho aperto il libro ed ho iniziato Il grande quaderno, mi si è aperto un mondo.</div><div>Ultimamente nelle bolle sulla letteratura, si evince come la nuova generazione di lettori cerchi soprattutto i libri con i capitoli brevi.</div><div>Ecco, non comprando spesso nuovi libri, mi capita di rado di trovare delle opere asciutte ed ermetiche di questo tipo, ma ad onor del vero, avevo notato come persino King nelle sue opere, abbia di fatto reso il suo stile molto meno argomentato rispetto ad un tempo.</div><div><br /></div><div>Il grande quaderno è così.</div><div>I capitoli sono brevissimi, e spesso occupano al massimo una, due pagine.</div><div>La cosa incredibile è che la lettura non ne risente per nulla.</div><div>In quelle poche frasi, Kristof riesce a metterci di tutto, ed a trasmetterci qualsiasi emozione e qualsiasi elemento descrittivo e scenografico, facendo un lavoro pazzesco.</div><div>Ritengo il primo capitolo della trilogia, il più riuscito, e il più scorrevole in assoluto.</div><div><br /></div><div>Trilogia della città di K. è un po' tutto.</div><div>E' un po' racconto di formazione, un po' un libro dal sapore postmoderno, ed è un po' distopia.</div><div>C'è una guerra in corso, ma ne sentiremo solo gli echi e gli effetti, sentiremo il rumore delle bombe, la vita d'accatto, i nascondigli, la frontiera, mi è sembrato quasi di ritrovarmi a riscorrere le pagine de La storia di Elsa Morante.</div><div>Solo che qui non siamo a Roma, ma in un luogo imprecisato, in una nazione imprecisata, e con due protagonisti di cui in questa prima parte non sapremo nemmeno il nome.</div><div><br /></div><div>Due bambini intelligentissimi che si ritrovano a crescere in un ambiente ostile, e con una nonna che vive allo stato brado e li tollera, più che amarli ed accudirli, tanto da chiamarli " figli di cagna. "</div><div>Nonostante la prosa ermetica, questo primo capitolo è rappresentato soprattutto da una cruda ed aspra vita sociale che non risparmia nulla al lettore, anche per ciò che concerne la sessualità.</div><div>Diciamo tranquillamente che è un libro per stomaci forti, e che soprattutto ha una trama imprevedibilissima e parecchio estrema.</div><div>Non voglio usare paroloni, ma Il grande quaderno, per me è stata una lettura totale.</div><div><br /></div><div>Con La prova e La terza menzogna, il libro diventa più canonico per quel che concerne la struttura narrativa, ma la trama diventa molto più ingarbugliata e meno lineare.</div><div>Queste due parti di questa trilogia mi sono sembrate quelle meno comprensibili, e meno immediate.</div><div>Mi hanno ricordato molto le dinamiche di romanzi come L'urlo e il furore di Faulkner, L'altro di Thomas Tryon, e Trilogia di New York e 4321 di Paul Auster.</div><div>La storia scorre a bivi, ed ad un certo punto, molti di questi percorsi ed alcune dinamiche di questi due fratelli non si sa più se sono reali o solo parti narrate in una storia dentro un quaderno.</div><div><br /></div><div>La prova e la terza menzogna sono quasi una sfida al lettore, il terzo in particolare, ed io stesso non mi sono raccapezzato in più punti, perdendo di vista ciò che era reale da ciò che non lo era.</div><div>E' un libro che andrebbe letto con molta attenzione e costanza, insomma se siete tipi come me che leggono quaranta o cinquanta pagine al giorno potreste trovare difficoltà con un libro dalla struttura simile.</div><div><br /></div><div>Lo consiglio? Certamente sì.</div><div>Probabilmente non è il capolavoro che mi aspettavo di leggere, poiché seconda e terza parte mi sono piaciute di meno, ma va detto che è un libro molto impegnativo e che non è adatto a tutti, quindi io potrei tranquillamente essere parte di quest'ultimi, ma è una di quelle storie che sono stato contento di leggere.</div><div>In più le tematiche sono estremamente attuali se pensiamo a quello che sta succedendo in Ucraina, ed è incredibile quanta ansia mi ha trasmesso l'idea che qualcuno un giorno decida in maniera arbitraria di cambiare la tua cultura, la tua lingua, la tua terra, la tua bandiera, ed i tuoi ideali.</div><div>K. potrebbe essere qualsiasi città, anche la nostra.</div><div><br /></div><div>Per quel che concerne l'edizione, il libro è un'edizione economica dell'Einaudi che ho pagato 13 Euro e che conta circa 370 pagine.</div><div>Non è nemmeno costosissimo, pensando a quello che si sta per leggere.</div><div>Parliamo di un classico contemporaneo che merita tutto il successo che ha avuto.</div><div>In un futuro relativamente breve, magari nella cornice del Natale, vorrei tornare nuovamente al classico contemporaneo.</div><div>Ora però è tempo di andare via, ed è tempo di tornare dal mio amato Stephen King, per cercare qualcosa di buono in uno dei suoi libri universalmente riconosciuto tra i suoi più brutti.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-53872424991356833652022-11-22T16:46:00.004+01:002022-11-22T16:46:33.311+01:00La chiusura letterale, esistenziale e metaforica di un cerchio fumettistico<p>Questo post esula un po' dalla direzione naturale che aveva intrapreso questo blog negli ultimi anni, ma in qualche modo rappresenta la prosecuzione di due miei vecchi post: <a href="https://pirkaff.blogspot.com/2017/10/svenderersi.html">Svendersi</a> e <a href="https://pirkaff.blogspot.com/2018/11/le-nostre-eredita-librarie.html">Le nostre eredità librarie</a>.</p><p>Diciamo quindi che in qualche modo rappresenta la chiusura di un cerchio o di una trilogia, fate vobis.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgChDy7_PimcIyWTyLvDZjj1aBhjCo_1CIqs4InpZq8YHeXJgwU62xPuDM2DadXbEhgRw2azaqJcXQReYy4mgt763F5STcWtBLspEOq08Epw1kKW2xw85ZzLkUc_zjBnppWkdS6o_X52QadwLylVFPyCZMU3fIEHhZV2ZBUF-qEDmdIrstlfP1e5S4/s1216/IMG_20220708_205348.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="1216" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgChDy7_PimcIyWTyLvDZjj1aBhjCo_1CIqs4InpZq8YHeXJgwU62xPuDM2DadXbEhgRw2azaqJcXQReYy4mgt763F5STcWtBLspEOq08Epw1kKW2xw85ZzLkUc_zjBnppWkdS6o_X52QadwLylVFPyCZMU3fIEHhZV2ZBUF-qEDmdIrstlfP1e5S4/w200-h150/IMG_20220708_205348.jpg" width="200" /></a></div>Mettiamola giù dura e in maniera netta, quest'estate durante dei lavori di ristrutturazione nella camera mia e di mio fratello, ho deciso di donare quasi tutti i fumetti Marvel che mi erano rimasti, ad eccezione degli X-Men, dei manga, di alcuni speciali, e qualche opera sparsa che ho comprato negli ultimi anni.<p></p><p>Ho fatto un annuncio sul marketplace di Facebook ed ho deciso di donare un gran numero di fumetti Marvel, che sicuramente superavano le trecento unità o anche più.</p><p>Non me lo aspettavo, ma mi hanno contattato un considerevole numero di persone, segno che la gran mole di uscite televisive e cinematografiche targate Marvel, ha reso di fatto i supereroi un fenomeno pop.</p><p>C'era chi mi scriveva dalla Sicilia, offrendosi di pagare la spedizione, e chi era disposto a pagarmi.</p><p>Io ho scelto di regalarli, a patto che venissero a prenderseli fino a casa mia.</p><p>Alla fine i fumetti sono andati ad un ragazzino, che è venuto a ritirarseli con il padre, dopo che la madre mi aveva contattato su Messenger asserendo che suo figlio è un grande fan della Marvel, e che ne sarebbe stato entusiasta.</p><p>A dirla tutta non mi è sembrato, di fatto mi è parso un po' torvo, ma magari era solo timidezza, chi può dirlo, ma sono stato contento di averglieli donati, poiché io non riuscivo a guardare quei fumetti con quell'amore e quell'entusiasmo di un tempo.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVdfLPKa03rcg9b9GDiaEN1CSJJFNuHUQnCDN2x6T7EDlFBaeUkkqwZT_Lvd-9QSKrRxovSQL2PWBv03gh77pjYgoGY-1KWNklavNs-4xFabUTCFf1ETjQIy9rJ8bHXI25KRc7tkZyt7BBxdWbXT5pAnu6VYfJQG23alSZiTuikGUADeS1NLiCLlk/s912/IMG_20220708_205358.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="684" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVdfLPKa03rcg9b9GDiaEN1CSJJFNuHUQnCDN2x6T7EDlFBaeUkkqwZT_Lvd-9QSKrRxovSQL2PWBv03gh77pjYgoGY-1KWNklavNs-4xFabUTCFf1ETjQIy9rJ8bHXI25KRc7tkZyt7BBxdWbXT5pAnu6VYfJQG23alSZiTuikGUADeS1NLiCLlk/w150-h200/IMG_20220708_205358.jpg" width="150" /></a></div>Ed anzi, li vedevo come un peso.<p></p><p>In termini di spazio, ma anche di tara mentale e di salute.</p><p>Per me che soffro saltuariamente di asma, mi era stato consigliato di dormire in una camera quanto più asettica possibile, e quella di prima non lo era, dato che era piena di libri e fumetti.</p><p>Un altro stilema mentale era che guardare quelle librerie stipate fino all'inverosimile di fumetti, che ormai non toccavo e leggevo più, mi procurava una certa ansia e tristezza, che denotava quanto io sia cambiato ed invecchiato nel frattempo.</p><p>Ed in più mi ricordavano dei bei tempi, che poi diventarono brutti.</p><p>Il che ci riporta un po' al primo post di questo ciclo, quello in cui ho dovuto vendere buona parte dei fumetti per ristrettezze improvvise economiche.</p><p>Fu un periodo terribile in cui avevo paura di non riuscire nemmeno ad avere i soldi per fare la spesa o pagare la luce.</p><p>Quella volta cento fumetti o giù di lì mi fruttavano 20 Euro, una sorta di elemosina che mi elargiva un librario che conoscevo, questa volta è stata una mia scelta personale e gratuita, direi che sia stato un significativo balzo in avanti in positivo.</p><p>Ora mi domando cosa sarà dei miei libri o di quegli albi che mi sono rimasti.</p><p>Mi sono accorto con il tempo di quanto un po' tutti quanti vivano con una certa ansia la mancanza di spazio o il riempimento dello stesso.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjFzrEuShaIwedOPN4-vKdLJFUP0bpZ1aGsol73NmDqmMf63SlgdLMq46jRKNzIu9wm2DnWVGnYLxY3j49EkDT6oRcfC5AYyjdO2ktUABF4J2kvj4_sMAZ9vfSdVlEaEYkGcyku1JDhGqMgj0TLS_8b_WXv_O1SDtGfue2SSr5hgxrpfs04VaSdwE/s969/IMG_20220708_205408.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjFzrEuShaIwedOPN4-vKdLJFUP0bpZ1aGsol73NmDqmMf63SlgdLMq46jRKNzIu9wm2DnWVGnYLxY3j49EkDT6oRcfC5AYyjdO2ktUABF4J2kvj4_sMAZ9vfSdVlEaEYkGcyku1JDhGqMgj0TLS_8b_WXv_O1SDtGfue2SSr5hgxrpfs04VaSdwE/w150-h200/IMG_20220708_205408.jpg" width="150" /></a></div>Da adolescente me ne fregavo e non ci pensavo affatto, mentre da adulto ogni acquisto è quasi un mattoncino d'ansia che accresce un'eredità inutile.<p></p><p>E questo ci riporta al post sulle eredità librarie, ed ad un fatto che ho vissuto tempo addietro.</p><p>Non molto tempo fa assistetti alla fine dell'esistenza di un parente, e già pochi secondi dopo la dipartita si discuteva del fatto di cosa farne di tutti i mobili, vestiti, e di oggetti di una vita intera.</p><p>Una vita che è praticamente finita dentro un furgoncino pochi giorni dopo.</p><p>So che sono solo oggetti, ma a volte mi domando il senso di comprare e collezionare cose che un giorno magari verranno gettate via nella pattumiera più vicina o saranno vendute a costo quasi zero ad un rigattiere.</p><p>Ed è incredibile come questa cosa mi tormenti dopo qualsiasi acquisto librario o fumettistico.</p><p>Forse è anche questo che mi ha portato a quella scelta, anche un po' autolesionistica, di donare tutti quei fumetti, e chissà, magari farò lo stesso con i miei libri, un giorno, ed anche con quei pochi albi Marvel, Vertigo, e chissà cos'altro che mi sono rimasti.</p><p>Forse è qui che si annida la scelta di affidare quegli albi ad un affiliato della nuova generazione di lettori, però mi ha colpito in negativo quella tranquillità, quella mancanza di gioia ed entusiasmo, davanti a qualcuno che in un certo senso gli ha donato parte della sua esistenza.</p><p>Avrò scelto la persona sbagliata? Chissà.</p><p><br /></p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-65246929030959261172022-11-04T10:05:00.002+01:002022-11-04T15:53:36.208+01:00Koko - Peter Straub<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgScLdroDKdy4FcJMccRDSxxKOq-bA0wJCORvldI2dSHFuisNnUbOoAeTYqVErUEEeYT6EY40R0Udc00s5dcXkACxscjwiUhoWrcGnlPbmy3DYuTL_Ung8hgWM2sQFUde1xhmcWNKDQoX1uspPkNBaoXDBVLcR1tX0uJAgE0yfx2jhcG_3MWDZcexo/s969/IMG_20221006_150810.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgScLdroDKdy4FcJMccRDSxxKOq-bA0wJCORvldI2dSHFuisNnUbOoAeTYqVErUEEeYT6EY40R0Udc00s5dcXkACxscjwiUhoWrcGnlPbmy3DYuTL_Ung8hgWM2sQFUde1xhmcWNKDQoX1uspPkNBaoXDBVLcR1tX0uJAgE0yfx2jhcG_3MWDZcexo/w150-h200/IMG_20221006_150810.jpg" width="150" /></a></div>Koko, da quel che ho capito girovagando per la rete, doveva essere il primo di una trilogia, denominata de La rosa blu, di cui purtroppo non vedremo più la fine, visto che il terzo volume non è mai uscito<span style="background-color: black; color: #cc0000;">*</span>, e con la morte dell'autore, è morta anche questa trilogia, insieme a quella a quattro mani con Stephen King de Il Talismano e La casa del buio, che a questo punto resteranno tronche per sempre.<p></p><p>Sicuramente almeno il secondo volume, Mistery, lo recupererò, appena potrò, anche perché sia Koko che quest'ultimo sono stati ristampati recentemente da Fanucci.</p><p>A dirla tutta l'edizione di Koko che ho io, è una di quelle dell'edizione Club che circolavano negli anni '90 e che ho trovato a pochissimo su Ebay.</p><p>Koko è molto diverso dagli altri romanzi di Straub, il che mi ha fatto riflettere molto.</p><p>Ho idea che sia con questo e con i suoi due romanzi successivi, Mistery e Mr. X, che quest'autore sia finito nel dimenticatoio.</p><p>Leggendo le trame di questi altri due romanzi, appare evidente come in un certo senso Straub si sia sempre più allontanato dall'horror per elaborare trame molto più complesse, drammatiche e mature, che sfociano soprattutto nel thriller, come è il caso di Koko.</p><p>Parliamone dopo la sinossi:</p><p><span face="Raleway, sans-serif" style="background-color: black; font-size: 16px;"><span style="color: #990000;">"Solo quattro uomini sanno chi è Koko. E devono fermarlo. Sono trascorsi ormai molti anni dalla fine della guerra in Vietnam quando quattro reduci appartenenti allo stesso plotone si ritrovano a Washington: un pediatra, un semplice operaio, un avvocato e uno scrittore. Non hanno nulla in comune. Il motivo del loro incontro è legato al passato, a un unico traumatico episodio, improvvisamente rievocato da un agghiacciante fatto di cronaca. A Singapore si sta verificando un'efferata catena di inspiegabili delitti firmati da un misterioso killer che lascia su ogni vittima, orribilmente sfigurata, una carta da gioco sulla quale è scarabocchiato il nome "Koko". Solo loro ne conoscono il significato e sanno che non hanno tempo da perdere. Dai cimiteri e bordelli dell'Estremo Oriente alla giungla umana di New York, daranno la caccia a qualcuno che è risorto dall'oscurità per uccidere, uccidere e uccidere ancora."</span></span></p><p>Lo dico subito, Koko mi è piaciuto molto, ma allo stesso tempo è un libro molto asettico ed è difficile empatizzare con i personaggi che lo compongono.</p><p>Non solo perché sono un cast di persone che hanno vissuto e combattuto la guerra in Vietnam portandosi dietro un bagaglio di ricordi dolorosi e drammatici, ma anche perché i postumi psicologici se li portano dietro anche dopo vent'anni.</p><p>La trama, come si evince anche dalla sinossi, è molto semplice: quattro ex commilitoni vengono a conoscenza che esiste in giro un assassino che ammazza le vittime utilizzando dei metodi che uno della loro squadriglia si inventava nelle sue storie, quindi ipotizzano subito che è per forza uno di loro, e partono alla ricerca di colui che ha inventato la storia, e che ritengono essere l'assassino o comunque uno dei sospettati.</p><p>Straub fa un gran bel lavoro con i personaggi, e soprattutto i fatti del passato in Vietnam e i capitoli dedicati alla figura di Koko, sono tra i più belli del romanzo.</p><p>In più Straub è sempre bravissimo nella scrittura, ed il punto di vista di Koko è veramente scritto da Dio, quasi in maniera onirica, per certi versi, entriamo in una mente paranoica che ha una visione della realtà e dell'esistenza tutta sua.</p><p>Essendo un thriller è molto importante l'intreccio.</p><p>E' bene essere chiari, non è molto difficile ipotizzare l'assassino, non dico che ci si arriva facilmente, ma comunque la cerchia è così ristretta che l'identità attraverserà i pensieri di qualsiasi lettore.</p><p>E' un difetto? Non lo so, però di sicuro siamo lontani da autori che sorprendono di più a livello di trama come un Dennis Lehane, per dire.</p><p>A parte la soluzione del mistero, devo dire che invece il finale, pur se un po' anticlimatico, è parecchio incisivo e funzionale e mi è garbato molto.</p><p>Un' altra cosa che mi ha lasciato perplesso è un capitolo in particolare, quello in cui tre dei quattro protagonisti partono alla ricerca di Underhill colui che pensano possa essere l'assassino, visto che è proprio l'autore di quella storia che Koko sta facendo diventare realtà.</p><p>Ebbene, passi per colui che non parte e resta a casa per esigenze di narrazione, e che quindi non è impossibile dedurne il destino, nel viaggio delle altre tre persone, Straub non ci parla minimamente di uno di loro.</p><p>Ora, capisco che si parla del personaggio più problematico del gruppo, probabilmente stava sulle palle all'autore stesso, però è strano che Straub lo abbia saltato così a piè pari, mentre per gli altrui due ci racconta per filo e per segno tutto il viaggio, per altro in alcuni dei migliori capitoli del romanzo.</p><p>Una scelta che narrativamente parlando non capisco.</p><p>Lo mandi a Taipei? Beh, raccontaci qualcosa, e no, non bastano quelle quattro parole in croce nel viaggio di ritorno.</p><p>Insomma, probabilmente Koko è un thriller convenzionale, ma i temi della storia e come vengono trattati sono parecchio incisivi.</p><p>Straub ci dà la sua personale visione della guerra in Vietnam e delle sue conseguenze sulla psiche dei protagonisti, e lo fa bene, e soprattutto ci racconta il dramma in un paio di capitoli ambientati proprio lì che sono veramente forti e crudi.</p><p>In più ci descrive alcuni sottoboschi di alcune città come Singapore e Bangkok davvero molto fetidi e malsani, in alcune pagine on the road davvero ispiratissime.</p><p>Koko è probabilmente l'opera più coesa e matura di Peter Straub.</p><p>Non ha raggiunto la fama e la popolarità di Ghost story, ma resta un bel romanzo, che forse paga delle soluzioni narrative un po' telefonate, ma che allo stesso tempo offre al lettore molti capitoli bellissimi.</p><p>Io lo consiglio senza riserve.</p><p><br /></p><p><span style="color: #990000;">*</span>Come mi è stato segnalato nei commenti, in verità il terzo e conclusivo libro della trilogia dal titolo The Throat è uscito in patria nel 1993, e dovrebbe a breve uscire per Fanucci.</p><p>Alla prossima!(?)</p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-60621196565804070922022-10-05T16:26:00.000+02:002022-10-05T16:26:13.278+02:00Fairy Tale - Stephen King<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxZmlbzzyMfK-CVGQ6HxIfph_kAw7mtIJXCL5CMJAqfsvHBK4Fx6YJGGxam1f8oD6kEA3mlQchu0W39OLK1oD7V6mrPZ20nFCVhcPXneAsEK5gYydACP1HyVUqNzQ3_0b4JDQ7jXQpaE_nSJKR8Dd_fQimJJkI4gkIgCzUldE2AcaqXr190N6CJvo/s969/IMG_20220914_152456.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxZmlbzzyMfK-CVGQ6HxIfph_kAw7mtIJXCL5CMJAqfsvHBK4Fx6YJGGxam1f8oD6kEA3mlQchu0W39OLK1oD7V6mrPZ20nFCVhcPXneAsEK5gYydACP1HyVUqNzQ3_0b4JDQ7jXQpaE_nSJKR8Dd_fQimJJkI4gkIgCzUldE2AcaqXr190N6CJvo/w150-h200/IMG_20220914_152456.jpg" width="150" /></a></div>Il retro copertina si rivela ben più che profetico, e ti sbatte in faccia la cruda realtà: Fairy tale è una lettura per ragazzi, un classicissimo YA.<div>E' un bene o un male? Non lo so, ma nel parlarne è giusto tenerne conto.</div><div>Sono sicuro che qualche lettore del Re si aspettasse qualcosa di diverso.</div><div>Ci speravo anch'io, in effetti.</div><div>Quella copertina così bella ed evocativa, che lasciava immaginare un viaggio on the road di stampo fantasy dal contesto molto alchemico, inganna un po' il lettore, soprattutto quello che si aspettava una lettura che citasse a chiare lettere l'opus magnum di King, ovvero La Torre Nera.</div><div>Qualche accenno c'è, ma troppo poco, troppo poco.</div><div><br /></div><div>Superata questa piccola delusione, Fairy Tale si rivela essere una fiaba dark molto citazionista, che nella sua parte più fantasy ricorda parecchio un serial televisivo tipo C'era una volta, e sembra quasi una sceneggiatura già servita in tavola per qualche futura serie tv o trasposizione cinematografica.</div><div><br /></div><div>I titoli dei capitoli descrivono in toto cosa accadrà togliendo del pathos alla narrazione, ed alleggerendola alquanto, ed è un po' un bieco tentativo di dare pepe ai capitoli cercando di trasmettere curiosità nel proseguo.</div><div>Personalmente è una scelta che trovo alquanto discutibile, e che in qualche modo sottovaluta il lettore, anche un giovanissimo.</div><div>Il romanzo è condito da alcune illustrazioni molto carine.</div><div>Andiamo un attimo di sinossi e parliamone meglio:</div><div><br /></div><div><span style="background-color: black; font-family: Raleway, sans-serif; font-size: 16px;"><i><span style="color: #990000;">Charlie Reade è un diciassettenne come tanti, discreto a scuola, ottimo nel baseball e nel football. Ma si porta dentro un peso troppo grande per la sua età. Sua madre è morta in un incidente stradale quando lui aveva sette anni e suo padre, per il dolore, ha ceduto all'alcol. Da allora, Charlie ha dovuto imparare a badare a entrambi. Un giorno, si imbatte in un vecchio – Howard Bowditch – che vive recluso con il suo cane Radar in una grande casa in cima a una collina, nota nel vicinato come «la Casa di Psycho». C'è un capanno nel cortile sul retro, sempre chiuso a chiave, da cui provengono strani rumori. Charlie soccorre Howard dopo un infortunio, conquistandosi la sua fiducia, e si prende cura di Radar, che diventa il suo migliore amico. Finché, in punto di morte, il signor Bowditch lascia a Charlie una cassetta dove ha registrato una storia incredibile, un segreto che ha tenuto nascosto tutta la vita: dentro il capanno sul retro si cela la porta d'accesso a un altro mondo. Una realtà parallela dove Bene e Male combattono una battaglia da cui dipendono le sorti del nostro stesso mondo. Una lotta epica che finirà per vedere coinvolti Charlie e Radar, loro malgrado, nel ruolo di eroi. Dal genio di Stephen King, una nuova avventura straordinaria e agghiacciante, una corsa a perdifiato nel territorio sconfinato della sua immaginazione.</span></i></span></div><div><br /></div><div>Io sono un uomo di mezza età, e probabilmente non la persona indicata per parlare di un libro simile.</div><div>Probabilmente quest'opera è adattissima per un lettore giovanissimo, che si sta approcciando al mondo letterario, ed anche un ingresso leggero alla narrativa del Re.</div><div><br /></div><div>Quello che posso fare io è mettere questo testo in parallelo ad altre opere dello stesso tenore già pubblicate da King, tipo Il talismano o Gli occhi del drago.</div><div><br /></div><div>Beh, Il talismano è molto meglio, soprattutto nella parte ambientata nel reale, mentre con Gli occhi del drago un po' di gara c'è, se non altro per quel che concerne il percorso narrativo, che benché molto citazionista e derivativo, è comunque molto meno circoscritto di quello de Gli occhi del drago, sebbene è giusto dire che a livello di trama, Gli occhi del drago sia quantomeno meno prevedibile, finale a parte che in entrambi i casi indirizza il lettore verso un percorso netto e orizzontale, come è normale che sia in un'opera fiabesca di questo tipo.</div><div><br /></div><div>Parlare della trama non so quanto può aver senso in un libro di questo tipo, la parte ambientata nel mondo reale è coesa e coerente, Charlie è un personaggio a cui King si sforza di dare un minimo di sfumatura per non farlo apparire troppo perfetto, e le motivazioni che lo spingono verso l'avventura sono un po' aleatorie, ma accettabili.</div><div><br /></div><div>Carino il rapporto che lo lega al padre, e il rapporto che costruisce con il misterioso, burbero e schivo Bowdicht e il suo cane Radar.</div><div><br /></div><div>In generale carino è l'aggettivo più indicato per definire questo libro.</div><div><br /></div><div>La parte fantasy è molto più convenzionale ed il percorso on the road alla scoperta di un nuovo mondo ricorda molto Oz, Alice, ed altre opere dai contesti simili.</div><div>Ci troviamo nel più classico dei percorsi dell'eroe con tanto di principessa da salvare o comunque aiutare.</div><div><br /></div><div>Carine anche le citazioni ad opere come Il popolo dell'autunno di Bradbury ed alla narrativa lovecraftiana con tanto di architetture non euclidee o mostruosità che ricordano Cthulhu.</div><div><br /></div><div>La mia parte preferita è quella della prigione, in cui King ci catapulta in una battle royale che tanto ricorda l'omonimo film, Hunger games o altri prodotti similari.</div><div><br /></div><div>In definitiva direi che Fairy tale sia un buon libro, ma che aggiunge poco o nulla al genere.</div><div>Vale il prezzo a cui viene venduto?</div><div>La storia è un po' banalotta, ma ha delle illustrazioni carine, ed una bellissima copertina.</div><div>Va preso per quello che è, ovvero una fiaba dark per ragazzi.</div><div>C'è chi obietterà che non se ne sentiva il bisogno e che King si è ammorbidito, probabilmente è vero, ma nessuno può vietare a King di cercare di raggiungere nuovo pubblico e nuovi palcoscenici.</div><div><br /></div><div>Mi inserisco tra coloro che si aspettavano un'opera più adulta, ma non sarò tra coloro che boccia un libro solo perché non appartiene al target di riferimento.</div><div>D'altronde già la quarta di copertina è abbastanza esplicativa.</div><div>Certo, per quel che concerne il genere, ho preferito altre opere di King, ed anche altre di alcuni altri romanzieri del genere, tipo Neil Gaiman, ma non mi sento di sconsigliare questo libro, se si è consapevoli a cosa si va incontro.</div><div><br /></div><div>Ho avuto due soli problemi con questo libro: Il primo è relativo al percorso di Charlie ed alla sua trasformazione in un principe delle fiabe con tanto di capelli ed occhi che cambiano colore.</div><div>E' una forzatura talmente enorme che credo nasconda un sottotesto, magari una presa in giro di qualche tipo che non ho colto.</div><div><br /></div><div>La seconda è figlia del genere fiabesco, ovvero che è talmente orizzontale, che ad un certo punto diventa anche superflua la lettura per quanto è prevedibile il narrato, tanto che le ultime cento/centoventi pagine le ho lette un po' a fatica.</div><div><br /></div><div>Per chiudere questo post e non farlo sembrare chilometrico, Fary tale è un'avventura in chiave moderna che ricalca stilemi narrativi già conosciuti, ma approcciati dalla fervida immaginazione di Stephen King.</div><div>C'è qualche brividino qua e là, tipo la scena con i topi, o gli scarafaggi giganti dei capitoli iniziali o la battle royale nella prigione, ma in generale è un romanzo adatto a tutti.</div><div><br /></div><div>Probabilmente lo dimenticherò presto come accaduto con gli altri ultimi romanzi di Steve, ma se avessi avuto quindici, ma anche vent'anni, probabilmente questo libro mi sarebbe piaciuto di più.</div><div><br /></div><div>Non è un brutto libro, ma non è nemmeno il ritorno tanto atteso alle atmosfere che tutti i vecchi appassionati faticano a ritrovare nelle opere del Re.</div><div>Forse e dico forse, perché King non parla più a noi, perché in fondo ci tiene già in pugno, puntando alla nuova generazione di lettori.</div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-35130321404105103642022-09-29T11:54:00.000+02:002022-09-29T11:54:54.316+02:00Julia - Peter Straub<p>Di solito non sono uno che partecipa alle manifestazioni social da cordoglio quando muore un vip di qualsiasi tipo, però sono rimasto alquanto stranito dal fatto che Peter Straub sia deceduto proprio nel periodo in cui io stavo leggendo un suo libro.</p><p>Ovviamente quando si tratta di un artista, mi dispiace sempre e comunque, anche perché la scrittura è un mestiere senza età, e Straub, tutto sommato, poteva avere ancora un bel po' di anni davanti.</p><p>Mi consola il fatto che io ancora abbia delle sue opere da leggere, ed anche il mese di ottobre, mi vedrà impegnato con un altro suo romanzo, Koko.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ6mkqLHx5YiZ0RRSYN0iWwJGQ0K9GFKK4l8DwCafKwrSaeItMEoAW6wC2e5EoNM0Ail1lYuFRV12DJBv4UbD6yBywbdT9kQCZmIi9aPEFcVOoVUMFKBwqQpTwK60M5joOrqD5cguBQOj8j1sUXfw6pc3tzSdC5roRxAmlhXDEwmggkrnjnQ9Gbu0/s969/IMG_20220830_140204.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ6mkqLHx5YiZ0RRSYN0iWwJGQ0K9GFKK4l8DwCafKwrSaeItMEoAW6wC2e5EoNM0Ail1lYuFRV12DJBv4UbD6yBywbdT9kQCZmIi9aPEFcVOoVUMFKBwqQpTwK60M5joOrqD5cguBQOj8j1sUXfw6pc3tzSdC5roRxAmlhXDEwmggkrnjnQ9Gbu0/w150-h200/IMG_20220830_140204.jpg" width="150" /></a></div>Torniamo all'oggetto del post, ovvero Julia.<p></p><p>Cosa dire: L'edizione è quella classica della Fabbri che ormai ho imparato a conoscere bene.</p><p>L'ho pescata su Ebay a poco più di 5 Euro, ed è un'edizione del 1994.</p><p>Come molte delle opere passate di Straub, credo che sia nel limbo dei fuori catalogo, ma ad onor del vero, circola parecchio nel circuito dell'usato.</p><p>Il prezzo oscilla molto, ma prima o poi, delle copie a buon prezzo saltano sempre fuori.</p><p>Com'è Julia?</p><p>Andrei volentieri di sinossi, ma in italiano non ne ho trovata alcuna.</p><p>Facciamo senza, e proverò ad infarinarne una di mio, parlando un po' di più della storia.</p><p>Julia è innanzitutto un buon ingresso alla narrativa di Straub.</p><p>E' un romanzo molto più corto degli altri, in quanto conta circa 245 pagine, è stato scritto prima di Ghost Story e Il drago del male, ed è molto meno complesso ed ambizioso in termini di trama.</p><p>Semmai è solo molto più contorto, e si basa unicamente sugli stati d'animo dei personaggi, che cambiano psicologicamente più e più volte in corso d'opera.</p><p>Non manca ovviamente il soprannaturale.</p><p>Se dovessi trovare delle similitudini con altri romanzieri, mi vengono in mente Shirley Jackson ed Henry James in particolare, e soprattutto Ramsey Campbell, soprattutto per la natura molto ondivaga e straniante dei personaggi principali.</p><p>Julia è un po' un dramma familiare che si interseca con la più classica delle storie di fantasmi.</p><p>E' sorretto praticamente da quattro personaggi, ed i due principali sono una coppia di nome Julia e Magnus, più il fratello e la sorella di lui, che avranno un ruolo determinante nonché molto subdolo nella storia.</p><p>Julia e Magnus si separano dopo un lutto familiare.</p><p>La loro figlia, una bambina, muore soffocata a tavola, davanti ad entrambi i genitori, che nel tentativo di salvarla le praticano una tracheotomia.</p><p>Questa scena non ci viene raccontata esplicitamente, così come non ci viene raccontato chi sia dei due a praticare questa mossa disperata, ma resterà nell'aria per tutto il romanzo attraverso simbolismi vari, tra cui uno molto significativo che racchiude la scena più bella e potente del libro.</p><p>Julia per la disperazione lascia la casa ed il marito e si trasferisce altrove.</p><p>Magnus uomo forte, un po' passivo/aggressivo non si rassegna alla fine del suo matrimonio e segue la moglie pedinandola e stalkerandola, praticamente.</p><p>In più Julia va a vivere in una casa in cui accadono delle strane cose, e fa la conoscenza di una bambina, che tanto gli ricorda sua figlia, ma che si comporta in modo strano, poco consono per la sua età, e che sembra evitata dagli altri bambini.</p><p>Come dicevo all'inizio l'horror si mischia al dramma familiare.</p><p>I quattro personaggi principali sono piuttosto contorti, ed al di là dell'eleganza dello scritto, e dei bei dialoghi, non sempre si comportano in maniera coerente.</p><p>Certo, Straub ci gioca con questa cosa e li mette al servizio della storia, ma per tutta la durata della storia, non sapremo se ci sono o ci fanno.</p><p>E' bravo l'autore a farci dubitare di tutto e di tutti, anche della sanità mentale di Julia, in più punti, ed anche i rapporti tra i personaggi sono piuttosto complessi e morbosi, anche tra fratello e sorella, per dire.</p><p>Horror e dramma familiare non si sempre si intersecano benissimo, ed a volte si ha l'impressione che i personaggi cambino fin troppo spesso in corso d'opera.</p><p>Non lo so, non mi ci sono raccapezzato moltissimo con questi personaggi, che sì, sono interessanti per le numerose sfaccettature, per gli intrighi ed i segreti che nascondono, ma che davvero si comportano in maniera troppo contorta.</p><p>E' un romanzo in cui è molto forte l'intreccio, forse troppo.</p><p>Mentre la parte horror è molto più sottile ed intrigante, e la bambina protagonista, è veramente inquietante.</p><p>In sostanza è un buon horror, con delle atmosfere gotiche non originalissime, ma comunque molto impattanti, ma che allo stesso tempo ha dei personaggi un po' troppo esacerbati, cioè, per qualcuno di loro possiamo mettere in dubbio che siano sotto l'influsso della possessione e del male, e Straub con questo ci va a nozze per tutto il libro, però sono troppo in balia della storia, secondo me.</p><p>Basta vedere lo stesso Magnus: a volte sembra un incel, a volte sembra sinceramente preoccupato per la moglie, però poi fa il pazzo geloso entrando in casa di nascosto o picchiando i vicini, a volte sembra ancora sinceramente innamorato, e uno, due capitoli dopo, vorrebbe internare la moglie ed intestarsi tutti i beni.</p><p>E non è solo lui, ma tutti i personaggi sono così.</p><p>E' un romanzo di una incoerenza collettiva.</p><p>Comunque, secondo me, merita, soprattutto per la parte horror, e per quell'inquietante bambina, che un po' ne ricorda un'altra che apparirà nel romanzo successivo di Straub, ovvero Ghost Story.</p><p>Personalmente ritengo Straub uno scrittore che meriterebbe molto più successo, e mi auguro che prima o poi Julia venga ristampato.</p><p>Perché al di là dei personaggi un po' troppo sopra le righe, è comunque una bella storia, che lascia anche più di un brivido.</p><p>Il primo incontro di Julia al parco giochi con la bambina, vale da solo l'intero romanzo.</p><p><br /></p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-26124144940349014182022-09-19T12:01:00.000+02:002022-09-19T12:01:34.630+02:00Un agosto in compagnia di Fëdor Dostoevskij - Il giocatore 3/3<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbIfN17Wzmk-t-pP05Ok-DQ9l66Zbrh5OOaA7lCnCmNN13n6Fn1wCmA6sQljmz3m2WHWNqdbXR6rL4YEU4ViyYI1NLKBVkLSmXNWX0jDe5pT7urR2TXJQlfOXhRi496rF0nQtVJC590WWlZd8WOQpV25lmH2Unr8sb3TvNaoHJ0Km09MpYf7rknWc/s969/IMG_20220810_140004.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbIfN17Wzmk-t-pP05Ok-DQ9l66Zbrh5OOaA7lCnCmNN13n6Fn1wCmA6sQljmz3m2WHWNqdbXR6rL4YEU4ViyYI1NLKBVkLSmXNWX0jDe5pT7urR2TXJQlfOXhRi496rF0nQtVJC590WWlZd8WOQpV25lmH2Unr8sb3TvNaoHJ0Km09MpYf7rknWc/w150-h200/IMG_20220810_140004.jpg" width="150" /></a></div>Nel primo post inerente questi tre libri di Dostoevskij mi sono sbilanciato affermando che Il giocatore, è il romanzo che più ho preferito tra i tre.<p></p><p>In realtà è un'affermazione che andrebbe contestualizzata.</p><p>E' palese che Delitto e castigo sia un romanzo molto più complesso ed ambizioso de Il giocatore, e che quest'ultimo abbia una natura molto più affettata, ed in qualche modo persino più leggera, anche se vengono affrontate dipendenze importanti come la ludopatia.</p><p>Ne Il giocatore spiccano due cose più di altre: una è presente in maniera massiccia anche nelle due opere precedenti, ed è quella dell' importanza sociale attraverso lo status economico, e l'altra, che questo romanzo ci regala un personaggio femminile molto più forte ed emancipato rispetto alle altre componenti femminili degli altri due romanzi.</p><p>Polina è una figura molto più indipendente, e pur essendo legata alle medesime regole sociali del periodo, non subisce passivamente le scelte familiari e le decisioni altrui.</p><p>Leggendo la prefazione si evince che Il giocatore è stato scritto in fretta e furia, perché Dosto si trovava proprio a ridosso di alcune scadenze editoriali ed aveva anche accumulato parecchi debiti di gioco.</p><p>Viene fatto presente che è pieno di refusi soprattutto climatici, ma anche per ciò che concerne alcuni titoli nobiliari che cambiano in corso d'opera.</p><p>Se nel primo caso non ci ho fatto minimamente caso, il passaggio da conte a marchese di un personaggio è troppo evidente per non essere notato da qualsiasi lettore.</p><p>Pur essendo un romanzo di poco più di cento pagine, anche qui troviamo dei personaggi legati da rapporti complessi, soprattutto di natura economica.</p><p>Il miglioramento del proprio status sociale ed economico, si interseca con quello del gioco e dei sentimenti veri o presunti, e piuttosto ambigui, che lega tutti i personaggi del libro tra loro.</p><p>Le pagine relative alla roulette sono piuttosto incalzanti, probabilmente le migliori del romanzo.</p><p>In più vi è dentro una natura molto tragicomica, alcuni personaggi in particolare, soprattutto la nonna, che tutti vogliono che schiatti per questioni d'eredità, arriva, prende le redini della storia, ed in alcune pagine veramente belle, si gioca alla roulette tutto quanto, mettendo in gioco in maniera conscia od inconscia ( il dubbio che lo faccia apposta Dosto ce lo lascia ) il destino presente e futuro di tutti gli altri personaggi.</p><p>Protagonista principale dell'opera è Aleksej Ivànovic, personaggio che dovrebbe occuparsi dei figli di un generale, ma che alla fine si ritrova coinvolto in una vera e propria sciarada familiare, con legami complessi ed ambigui, a cui non sfugge egli stesso, poiché innamorato perdutamente di una componente della stessa.</p><p>Legame che si interseca con il gioco, e che vede in quest'ultimo il mezzo per ottenerlo.</p><p>Scritto prendendo ispirazione dalle proprie dipendenze personali nei confronti del gioco, Il giocatore resta un testo quanto mai attuale.</p><p>Un testo che parla di ludopatia, e di tutti coloro che cercano un miglioramento economico, magari affondando ancora di più, in un mazzo di carte, una roulette, un gratta e vinci, o in una scommessa sportiva.</p><p><br /></p><p><br /></p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-90148818164836812822022-09-05T15:47:00.000+02:002022-09-05T15:47:34.637+02:00Un agosto in compagnia di Fëdor Dostoevskij - Delitto e castigo 2/3<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsExbPeyLgMqk1stvE1izQjZEp_2vwO3PRagqcT6RFX_OQSDJbX2BLG65VnpPYFibRVTzqJMHQB9X8LhJ8ul1Jn2YuBTEb0aB0Q8xeMzJzLVlT1_gD35Jm54DaKmtmX8FuK_Ila1VNUPzw0qDnbcP7i5eBoDCtDC0HLPcVpOPW5y50GKn9Hy-1sz0/s969/IMG_20220810_140004.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsExbPeyLgMqk1stvE1izQjZEp_2vwO3PRagqcT6RFX_OQSDJbX2BLG65VnpPYFibRVTzqJMHQB9X8LhJ8ul1Jn2YuBTEb0aB0Q8xeMzJzLVlT1_gD35Jm54DaKmtmX8FuK_Ila1VNUPzw0qDnbcP7i5eBoDCtDC0HLPcVpOPW5y50GKn9Hy-1sz0/w150-h200/IMG_20220810_140004.jpg" width="150" /></a></div>Fin da subito è intuibile come Delitto e castigo sia il piatto forte del volume.<div>E' l'unico vero romanzo della raccolta, in quanto gli altri due scritti sono più associabili alla novella ed al racconto, e conta quasi quattrocento pagine di narrato.</div><div>In realtà, anche qui ci troviamo davanti un romanzo sorretto dai personaggi, e molto meno dalla trama, che a conti fatti, è piuttosto esile.</div><div><br /></div><div>Un ragazzo progetta e realizza un assassinio ai danni di un'usuraria che ha un banco dei pegni, finisce con l'uccidere anche una giovane innocente, e tutto ciò gli innesca un delirio di stampo morale, anche dal punto di vista fisico.</div><div><br /></div><div>Il lavoro che Dosto fa con il giovane protagonista Raskol'nikov è incredibile, tanto che il lettore non tarderà ad arrivare letteralmente ad empatizzare con un assassino.</div><div>Cioè, con me non tanto, nel senso che fin dal principio ho tifato per la giustizia, anche la più ferrea, ma il percorso psicologico e motivazionale del protagonista è piuttosto complesso, ma coerente.</div><div>Ed in più in corso d'opera vedremo lo stesso impegnato in molteplici atti di bontà, soprattutto nei confronti della sua famiglia ed anche di una giovane ragazza rimasta orfana di padre, per cui il giovane ha cura fin dagli inizi.</div><div>Insomma ci troviamo davanti un protagonista complesso, sfaccettato, capace di un assassinio premeditato per migliorare la propria condizione economica, ma anche di un essere umano capace di amare incondizionatamente ed in maniera parossistica il prossimo.</div><div><br /></div><div>Incredibile anche il lavoro che Dosto fa con gli altri personaggi in corso d'opera.</div><div>La sorella e la madre, disposti totalmente al sacrificio ed alla comprensione, ma anche il suo migliore amico, e persino chi dovrebbe indagare sul delitto, ebbene, tutti questi personaggi, in qualche modo si legano caratterialmente ed in maniera morbosa al protagonista.</div><div>E' un libro pieno di bellissimi scambi verbali, talvolta subdoli, dove si intuisce, ma si vive nel non detto, in una vero e proprio turbine di schermaglie psicologiche.</div><div><br /></div><div>Fin da subito Raskol'nikov è inseribile tra i sospettati, ma si mantiene nel vago e nell'incertezza, a parte nel delirio fisico iniziale.</div><div><br /></div><div>Insomma, un vero e proprio romanzo di non detto e sottintesi, quasi un noir psicologico, in una Russia poverissima, fatta anche di personaggi senza scrupoli, che in questo romanzo sono coloro che hanno i soldi, basta vedere il modo in cui Dosto delinea i due personaggi aristocratici che sono interessati alla sorella del protagonista.</div><div><br /></div><div>E' come se ci fosse un vero e proprio ribaltamento dei ruoli, poiché non a chiare lettere, ma sembra per l'autore quasi più giustificabile l'assassinio di due donne che impalmare una poveretta con l'ausilio dell'arroganza e della grana.</div><div><br /></div><div>In tutto questo l'unica cosa che veramente a me ha dato fastidio di quest'opera, è che la morte della giovane ed innocente Lizaveta, passa quasi in sordina, ed in secondo piano per tutta la durata del libro.</div><div><br /></div><div>Ok, i deliri morali del giovane protagonista ( che ad onor del vero, si rammarica più dell'essere tra l'elenco dei sospettati che dell'assassinio in sé), ma qualsiasi motivazione, anche la più forte, non trova nessun fondamento e nessuna giustificazione in un assasssinio del genere.</div><div><br /></div><div>Consigliato a chi ama i romanzi drammatici dai forti toni psicologici, e soprattutto a chi ama i dialoghi e le schermaglie verbali tra più personaggi, in cui si va quasi nel teatrale.</div><div><br /></div><div>Per quel che riguarda me, mi ha lasciato con l'amaro in bocca e anche con una sensazione di rabbia, perché a me il ( bel ) percorso narrativo del protagonista, non basta.</div><div>Va bene il perdono, ma...</div><div>E' chiaro che dietro un romanzo del genere ci sia una allegoria sociale, quindi il romanzo non va pesato per ciò che concerne la coerenza narrativa, ma sono convinto che dopo una lettura del genere, ci siano riflessioni molteplici di stampo personale.</div><div>Un romanzo che riesce in questo, è un gran romanzo.</div><div>Sicuramente non è nelle mie corde, sicuramente mi ha fatto incazzare, e sicuramente non lo rileggerei, ma sono stato comunque contento di averlo letto.</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-18806165982661021032022-08-28T17:27:00.000+02:002022-08-28T17:27:18.390+02:00Un agosto in compagnia di Fëdor Dostoejvskij - Le notti bianche 1/3<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKO99cufH_8yPwB0Xg82yyvPDErRt3ewBzubkjeyQOUzBCd9MyLkFi1zF0MbtNl09U6stOHrFWrKrD-1REnXB31vndHGUdT45iNU8ATJZM7ikB7YAhOJPzpL4nXiFZ9ir4lzAfiyyysQsHgwe06i5vtHDuJDchbwCLIITNQ8SalxVwh020guDmLWA/s969/IMG_20220810_140004.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKO99cufH_8yPwB0Xg82yyvPDErRt3ewBzubkjeyQOUzBCd9MyLkFi1zF0MbtNl09U6stOHrFWrKrD-1REnXB31vndHGUdT45iNU8ATJZM7ikB7YAhOJPzpL4nXiFZ9ir4lzAfiyyysQsHgwe06i5vtHDuJDchbwCLIITNQ8SalxVwh020guDmLWA/w150-h200/IMG_20220810_140004.jpg" width="150" /></a></div>Sul finir di un luglio incandescente mi ritrovai nella solita bancarella di libri usati sul lungomare con la speranza di trovare qualcosa di interessante.<p></p><p>Sono tornato a casa in un lago di sudore e con due libri in saccoccia.</p><p>Il primo non merita un post sul blog perché è legato più alla mia voglia personale di conoscere i posti in cui sono vissuto con l'occhio, la penna e i quadri di un autore del passato, e quindi non credo possa essere oggetto di interesse.</p><p>Il secondo è stato ben più irto, scosceso ed impegnativo, quanto può esserlo un trekking letterario con più dislivelli.</p><p>Era un po' che ero incuriosito dalle opere di questo autore, che sempre più spesso sentivo venire celebrato nelle bolle social che seguo che parlano di letteratura.</p><p>Sicuramente mi è capitata sottomano un'edizione molto fitta ed economica, e tutto ciò ritengo possa aver influito sulla difficoltà di lettura che ho avuto.</p><p>Praticamente venti pagine di Dostoejvskij mi pesano più di quaranta/cinquanta di qualsiasi autore odierno.</p><p>Non siamo ai livelli di Hugo, ma ci andiamo vicini.</p><p>Beh, che dire, al netto della prolissità di fondo, ho letto sicuramente tre buone storie, che pur non essendo totalmente nelle mie corde, alla fine mi hanno convinto.</p><p>E' anche normale che sia così, di certo non posso avere la presunzione di stroncare un autore storicamente riconosciuto come uno dei più bravi in assoluto.</p><p>Comunque, parliamo un attimo del libro in sé.</p><p>E' una vecchia edizione tascabile della Newton denominata Tris del 1997, che propone tre libri di un autore in un unico volume.</p><p>Insomma, un ottimo modo per approcciare un autore di cui conoscevo a malapena i titoli dei libri e qualche infarinatura delle trame.</p><p>I libri proposti in questa edizione erano: Le notti bianche, Delitto e castigo e Il giocatore.</p><p>E' chiaro che Delitto e castigo sia l'opera più maestosa e complessa, ma per i miei gusti Il giocatore è l'opera che più mi è piaciuta ed avvinto.</p><p>Ecco, trattandosi di letture impegnative, poiché ricche di complesse descrizioni della natura umana, è molto difficile non essere travolti da una sorta di fiume in piena di flussi di coscienza dei vari personaggi, e forse è proprio per questo che la trama molto più lineare e veloce di quest'ultimo libro è quella che ho trovato più nelle mie corde, ma ci torneremo a tempo debito.</p><p><br /></p><p>Le notti bianche è un libro esilissimo, di circa una quarantina di pagine, ma è uno tsunami di emozioni umane e di solitudine amorosa, piena sì di belle frasi da sottolineare e di tormenti amorosi e sdolcinati da sedurre un giovane lettore, ma che io ho trovato piuttosto smielato.</p><p>Due giovani anime solitarie si incontrano nel loro peregrinare serale, e si raccontano i loro tormenti amorosi ed esistenziali con il cuore in mano.</p><p>Lui è una sorta di misantropo sognatore, lei aspetta il ritorno del suo promesso, che non si sa se tornerà.</p><p>Forse ce n'è e forse no, perché al quaglio la storia è tutta qua.</p><p>Da Shakespeare a Dawson's Creek il passo è breve, anche nella Russia dell'800. :-P</p><p>Molto bello il fatto che non sapremo mai il nome del protagonista, come se in fondo fosse lo stesso autore ad essere il protagonista della storia, e quindi non solo il creatore.</p><p>Dal punto di vista stilistico è una storia piena di belle frasi e bei dialoghi, e si comincia anche ad intravedere la linea narrativa dei prossimi due libri.</p><p>Dosto mette davvero a fuoco ed in maniera vivida la vita sociale del tempo in Russia, e lo fa tessendo dei rapporti umani piuttosto vividi.</p><p>Una storia d'amicizia/amore che si evolve in soli quattro giorni.</p><p>Sono così lontani da noi, ma anche così vicini, narrativamente parlando.</p><p>In un certo senso è un mostro di empatia.</p><p>Le notti bianche non è una lettura nelle mie corde, delle miserie amorose dei giovani ormai mi interessa poco, perché li vivo solo nel ricordo, non sono più uno di loro, e non posso più provare la passione ed il tormento dei primi amori, ma al di là di tutto, non posso non riconoscere la bravura di questo autore.</p><p>Le notti bianche è un libro piccolo, ma ricco di emozioni, forse palloso, e forse troppo impetuoso per quel che concerne i flussi di coscienza, ma difficilmente accetterei il termine brutto per un libro così.</p><p>Cioè farei spallucce, poiché d'altronde si parla di gusti personali, ma la penna c'è.</p><p>E crea vita.</p><p>E della giovane Nasten'ka chiunque potrebbe innamorarsi, ma forse in fondo lo abbiamo fatto, nel nostro tempo e nel nostro luogo...</p><p><i><span style="color: #cc0000;">" Era una notte incantevole, una di quelle notti che ci sono solo se si è giovani."</span></i></p><p>Ma che catenazzo vogliamo dire di un autore così.</p><p>La descrizione di Pietroburgo al calar della notte vale da sola l'intero romanzo.</p><p>Possiamo quindi definire Le notti bianche un romanzo di formazione?</p><p>Direi di sì.</p><p>E se vi piacciono libri di quel genere, ve lo stra-consiglio!</p><p><br /></p><p>P.s: ho scelto di dividere la stesura di questo post in tre parti, che pubblicherò in maniera più veloce del solito, perché altrimenti verrebbe troppo lungo, e già non interessa a nessuno leggere blog come il mio, figuriamoci se scrivo post chilometrici...</p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-58321986053542971612022-07-31T17:12:00.003+02:002022-07-31T17:22:27.434+02:00L'acchiappasogni - Stephen King<p>Il mio odierno approccio alla rilettura di uno dei romanzi meno amati di Stephen King, denota quanto io sia cambiato in questi ultimi anni.</p><p>Oggi non farei quel post di tanti anni fa denominato " I peggiori romanzi di Stephen King ", e non avrei la presunzione e l'arroganza di usare termini così diretti.</p><p>Non che non si debbano avere dei gusti critici, ma nelle mie riletture cerco anche di essere il più analitico possibile e di trovare anche qualcosa di buono.</p><p>E nell'Acchiappasogni qualcosa di buono c'è, secondo me.</p><p>Andiamo di sinossi:</p><p><em style="box-sizing: border-box; font-family: "Source Sans Pro"; font-size: 17px;"><span style="background-color: black; color: #cc0000;">Tempo fa, a Derry, la città del terrore di It e Insomnia, quattro ragazzini coraggiosi compirono una buona azione. Che li trasformò per sempre. Da grandi, Henry, Jonesy, Beav e Pete hanno preso strade diverse, ma due cose hanno mantenuto un richiamo irresistibile: una è il legame con il bambino molto, molto particolare che aiutarono quel giorno lontano e l’altra è la fantastica battuta di caccia al cervo che ogni anno li riunisce nel Maine, là nella baita dove ondeggia quel curioso oggetto indiano chiamato acchiappasogni. Però stavolta li aspetta una brutta avventura: il cielo promette ben peggio di una forte nevicata e nel folto si aggira qualcuno, qualcosa, che amerebbe tanto abitare sulla Terra.</span></em></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9w26zALhpQwyTLu7EGFQUGBag5ckNo6aUhCJuGxLYAZPupxnNbrvqO-PUCYVrULoNVP41Kfog8mYeAfBkr6n0SFSTg7YinV_qeY3vjHn-0vUTPHzMhOfrVD--8wLcGQoPyDPg-QqcQUq5YvIt7_kgbBZkzsxfPuW0_nsCrkwXtB4dmFoNqiftDs0/s969/IMG_20220719_144037.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9w26zALhpQwyTLu7EGFQUGBag5ckNo6aUhCJuGxLYAZPupxnNbrvqO-PUCYVrULoNVP41Kfog8mYeAfBkr6n0SFSTg7YinV_qeY3vjHn-0vUTPHzMhOfrVD--8wLcGQoPyDPg-QqcQUq5YvIt7_kgbBZkzsxfPuW0_nsCrkwXtB4dmFoNqiftDs0/w150-h200/IMG_20220719_144037.jpg" width="150" /></a></div>L'acchiappasogni parte bene, anzi benissimo.<p></p><p>Le prime 100/150 pagine sono piuttosto coinvolgenti e scritte bene.</p><p>Ci sono echi del King pre-incidente, e la trama di base sembra un po' ricercare/ricalcare le atmosfere dei suoi romanzi horror di formazione come It ed Il corpo.</p><p>Lo fa in maniera più ermetica, ma l'omaggio è molto evidente.</p><p>Derry viene citata più volte, ed è persino teatro di alcuni stralci della storia.</p><p>C'è anche una scena molto forte e disturbante, che cita a chiare lettere Alien, che secondo me mette il punto in cui il romanzo smette di avere una direzione precisa, e comincia ad intraprendere un percorso molto più contorto e citazionistico, tanto che ad un certo punto basta avere una infarinatura del genere fantascientifico per cogliere una vastità infinita di citazioni ed omaggi, da arrivare quasi a travalicare il confine della scopiazzatura.</p><p>L'acchiappasogni è un IT in formato ridotto con gli alieni e l'esercito.</p><p>Ecco, parliamo un attimo di quest'ultimo, rappresentato quasi in maniera macchiettistica e cinematografica, vabbè che è voluto, d'altronde il capoccia si chiama Kurtz, tanto per omaggiare anche Conrad e Apocalypse Now, ma diciamo che siamo molto distanti da quelle opere, qui questa figura, ma anche l'esercito in generale, sembrano usciti da un film d'azione a basso costo.</p><p>Nulla da dire per ciò che concerne i quattro protagonisti, sono sì ermetici, ma comunque ben scritti.</p><p>Le parti ambientate nella loro adolescenza a Derry sono la parte più bella del romanzo, anche se il modo in cui sono inserite nella storia spezzano un po' troppo la narrazione per i miei gusti.</p><p>In più King è molto spietato per ciò che concerne il destino di alcuni di essi, fin dalla prima parte della storia, ed è una cosa che ho apprezzato, anche se c'è da dire che l'ermetismo con cui ci racconta delle loro vite, non ci permette molto di empatizzare con essi.</p><p>Funzione importante nell'arazzo ( o nell'acchiappasogni ) della storia è Duddits, un ragazzo/uomo affetto dalla sindrome di Down, che i quattro ragazzi hanno preso in simpatia nell'adolescenza, che funge un po' da deus ex machina del romanzo, in quanto dotato di una sorta di legame psichico con i quattro protagonisti.</p><p>Una roba che a me è sempre piaciuta poco, e che anche qui non ho apprezzato molto, ma è una questione di meri gusti personali.</p><p>Pollice verso anche per gli alieni.</p><p>Un miscuglio di roba già vista, già narrata altrove.</p><p>Giuro, qui King ci mette di tutto, mettete qualsiasi film o libro di fantascienza anni '50/80 e probabilmente lo vedrete citato.</p><p>Volete La cosa? C'è. Volete Taken? C'è. Alien? E' il piatto portante. Il villaggio dei dannati? Idem con patate. L'invasione degli ultracorpi? Hai voglia. La guerra dei mondi? Anche.</p><p>Facciamo prima a trovare cosa non viene citato.</p><p>Sebbene, devo dire che la parte relativa agli innesti è potentissima e disturbante, e la scena che ho citato ad inizio post, è una di quelle più creepy tra tutti i romanzi di Stephen King.</p><p>Peccato che da un certo punto in avanti, King abbia perso un po' la bussola, facendo diventare questo libro una sorta di Taken in salsa on the road con tanto di alieni che amano il bacon, con effetti tragicomici.</p><p>Veramente, ad un certo punto non si capisce se bisogna prendere sul serio il romanzo o meno.</p><p>Insomma, L'acchiappasogni è uno dei romanzi più assurdi e meno lineari di King, ma pur se con scelte di trama un po' astruse e fuori dalle righe, rimane comunque scorrevole fino alla fine.</p><p>Certo, è un fiume incontrollato di citazioni, sa tutto di già visto e già letto ( meglio ) altrove, le parti più oniriche fatte di possessioni mentali io le ho tollerate poco per questione di gusti personali, ma non è tutto da buttare.</p><p>Non mi stupirei di leggere che ad alcuni questa storia possa essere piaciuta.</p><p>Non è il King che amo, ma sono comunque arrivato tranquillamente all'ultima pagina.</p><p>Di questi tempi è tanto.</p><p>Siamo in tempi in cui la gente abbandona romanzi dopo 10,20 o 50 pagine, e non c'è nulla di male, eh.</p><p>L'acchiappasogni conta quasi 700 pagine, eppure non mi è pesato per nulla.</p><p>E visto che ho citato il numero di pagine, aggiungo una piccola postilla critica: forse e dico forse, io avrei preferito che il Re si fosse concentrato qualche altra pagina in più sul background dei quattro protagonisti + Duddits, e meno sull'esercito e su Mr. Gray e gli alieni in generale, ma è andata così.</p><p>D'altronde che le storie siano brutte o meno, King è sempre King, ed è sempre un piacere leggerlo.</p><p><br /></p><p>Alla prossima!</p><p><br /></p><p><br /></p>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-5597031353138170471.post-4450081249651975422022-07-17T16:46:00.001+02:002022-07-17T16:49:20.920+02:00I miei libri preferiti: L'amico ritrovato - Fred Uhlman<div><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">"Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più."</span></i></div><div><i style="background-color: #cc0000;"><br /></i></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2r-A-hfoEjXiw7fHIgFKQWfQkeWmJI_-h9JxL1RLhSfwkHYA0598_C8d9mfn5nEOo2TUAzTyZOlMTZjuDAuJOP8PQVRoI2sK_Cl94GWw3K1PMQlkTTS7rN5iDomXe3G9cj-hzs4AxqYd-h75ZFt8Fngz9X0KZUX6Xd7LbqREs8M5BylRHJR1zyzg/s969/IMG_20220711_145214.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="969" data-original-width="727" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2r-A-hfoEjXiw7fHIgFKQWfQkeWmJI_-h9JxL1RLhSfwkHYA0598_C8d9mfn5nEOo2TUAzTyZOlMTZjuDAuJOP8PQVRoI2sK_Cl94GWw3K1PMQlkTTS7rN5iDomXe3G9cj-hzs4AxqYd-h75ZFt8Fngz9X0KZUX6Xd7LbqREs8M5BylRHJR1zyzg/w150-h200/IMG_20220711_145214.jpg" width="150" /></a></div>Chi mi conosce sa che amo le storie di formazione, che sono fatto per leggerle, e che quindi sono già predisposto alle emozioni ed ai brividi, soprattutto quando parlano di amicizia.</div><div>Ecco, L'amico ritrovato è probabilmente lo "über alles" ( lo scrivo in tedesco perché il romanzo è ambientato in Germania ) per eccellenza delle storie di questo tipo.</div><div>In sole novanta pagine Uhlman ci presenta la storia delle storie d'amicizia, e sfido chiunque a non emozionarsi in ogni aspetto di questa amicizia che nasce, cresce, si cementa, e si disgrega in così poco tempo, e che soprattutto assume connotati così universali da racchiudere tutti i sentimenti possibili.</div><div><br /></div><div>Certo, noi non siamo nati in Svevia, non siamo ebrei come Hans o nobili di alto ed antico lignaggio come Konradin, non siamo nella Germania in cui si sta affacciando lo spettro del nazismo, ma quei sentimenti, Dio, quei sentimenti, sono gli stessi che abbiamo provato un po' tutti nella nostra vita verso qualcuno, e mai sono stati raccontati con così tanto garbo ed eleganza, ma anche con così tanto realismo da sfondare la quarta parete e rendere vividi ed immortali quei due personaggi.</div><div><br /></div><div>Ed anche quando arriva la separazione e fiutiamo la tragedia, non c'è solo spazio per commuoversi, ma anche per applaudire.</div><div><br /></div><div>L'amico ritrovato è uno dei miei libri della vita, che rileggo quando posso, e che consiglio a chiunque, soprattutto a chi ama le storie d'amicizia e di formazione che profumano di infanzia ed adolescenza, anche in salsa drammatica, come d'altronde diventa questa storia in corso d'opera.</div><div><br /></div><div>Poche volte mi sono emozionato così tanto per un libro, ma è uno di quei libri che ti frega sempre, anche quando credi di aver superato la nostalgia dell'adolescenza e quei sentimenti così complessi e totalitari che mi legavano agli amici di un tempo.</div><div><br /></div><div>Ma d'altronde nella mia vita è sempre stato così, c'è stato più spazio per l'amicizia che per l'amore.</div><div>E non è affatto strano che io pensi ancora alle persone con cui ho diviso infanzia ed adolescenza, mentre per quelle che ho amato o desiderato sessualmente non provi nulla di nulla, nemmeno quando le incontro per strada.</div><div><br /></div><div>Non posso che ringraziare Fred Uhlman per aver scritto un libro di così tanta bellezza.</div><div><br /></div><div><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">" I giovani tra i sedici e i diciott'anni uniscono in sé un'innocenza soffusa di ingenuità,</span></i></div><div><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">una radiosa purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale e disinteressata.</span></i></div><div><i><span style="background-color: black; color: #cc0000;">Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose della vita. "</span></i></div><div><br /></div><div><br /></div><div>Alla prossima!</div><div><br /></div><div><br /></div>Pirkafhttp://www.blogger.com/profile/08177330051282615862noreply@blogger.com6