E' un bene o un male? Non lo so, ma nel parlarne è giusto tenerne conto.
Sono sicuro che qualche lettore del Re si aspettasse qualcosa di diverso.
Ci speravo anch'io, in effetti.
Quella copertina così bella ed evocativa, che lasciava immaginare un viaggio on the road di stampo fantasy dal contesto molto alchemico, inganna un po' il lettore, soprattutto quello che si aspettava una lettura che citasse a chiare lettere l'opus magnum di King, ovvero La Torre Nera.
Qualche accenno c'è, ma troppo poco, troppo poco.
Superata questa piccola delusione, Fairy Tale si rivela essere una fiaba dark molto citazionista, che nella sua parte più fantasy ricorda parecchio un serial televisivo tipo C'era una volta, e sembra quasi una sceneggiatura già servita in tavola per qualche futura serie tv o trasposizione cinematografica.
I titoli dei capitoli descrivono in toto cosa accadrà togliendo del pathos alla narrazione, ed alleggerendola alquanto, ed è un po' un bieco tentativo di dare pepe ai capitoli cercando di trasmettere curiosità nel proseguo.
Personalmente è una scelta che trovo alquanto discutibile, e che in qualche modo sottovaluta il lettore, anche un giovanissimo.
Il romanzo è condito da alcune illustrazioni molto carine.
Andiamo un attimo di sinossi e parliamone meglio:
Charlie Reade è un diciassettenne come tanti, discreto a scuola, ottimo nel baseball e nel football. Ma si porta dentro un peso troppo grande per la sua età. Sua madre è morta in un incidente stradale quando lui aveva sette anni e suo padre, per il dolore, ha ceduto all'alcol. Da allora, Charlie ha dovuto imparare a badare a entrambi. Un giorno, si imbatte in un vecchio – Howard Bowditch – che vive recluso con il suo cane Radar in una grande casa in cima a una collina, nota nel vicinato come «la Casa di Psycho». C'è un capanno nel cortile sul retro, sempre chiuso a chiave, da cui provengono strani rumori. Charlie soccorre Howard dopo un infortunio, conquistandosi la sua fiducia, e si prende cura di Radar, che diventa il suo migliore amico. Finché, in punto di morte, il signor Bowditch lascia a Charlie una cassetta dove ha registrato una storia incredibile, un segreto che ha tenuto nascosto tutta la vita: dentro il capanno sul retro si cela la porta d'accesso a un altro mondo. Una realtà parallela dove Bene e Male combattono una battaglia da cui dipendono le sorti del nostro stesso mondo. Una lotta epica che finirà per vedere coinvolti Charlie e Radar, loro malgrado, nel ruolo di eroi. Dal genio di Stephen King, una nuova avventura straordinaria e agghiacciante, una corsa a perdifiato nel territorio sconfinato della sua immaginazione.
Io sono un uomo di mezza età, e probabilmente non la persona indicata per parlare di un libro simile.
Probabilmente quest'opera è adattissima per un lettore giovanissimo, che si sta approcciando al mondo letterario, ed anche un ingresso leggero alla narrativa del Re.
Quello che posso fare io è mettere questo testo in parallelo ad altre opere dello stesso tenore già pubblicate da King, tipo Il talismano o Gli occhi del drago.
Beh, Il talismano è molto meglio, soprattutto nella parte ambientata nel reale, mentre con Gli occhi del drago un po' di gara c'è, se non altro per quel che concerne il percorso narrativo, che benché molto citazionista e derivativo, è comunque molto meno circoscritto di quello de Gli occhi del drago, sebbene è giusto dire che a livello di trama, Gli occhi del drago sia quantomeno meno prevedibile, finale a parte che in entrambi i casi indirizza il lettore verso un percorso netto e orizzontale, come è normale che sia in un'opera fiabesca di questo tipo.
Parlare della trama non so quanto può aver senso in un libro di questo tipo, la parte ambientata nel mondo reale è coesa e coerente, Charlie è un personaggio a cui King si sforza di dare un minimo di sfumatura per non farlo apparire troppo perfetto, e le motivazioni che lo spingono verso l'avventura sono un po' aleatorie, ma accettabili.
Carino il rapporto che lo lega al padre, e il rapporto che costruisce con il misterioso, burbero e schivo Bowdicht e il suo cane Radar.
In generale carino è l'aggettivo più indicato per definire questo libro.
La parte fantasy è molto più convenzionale ed il percorso on the road alla scoperta di un nuovo mondo ricorda molto Oz, Alice, ed altre opere dai contesti simili.
Ci troviamo nel più classico dei percorsi dell'eroe con tanto di principessa da salvare o comunque aiutare.
Carine anche le citazioni ad opere come Il popolo dell'autunno di Bradbury ed alla narrativa lovecraftiana con tanto di architetture non euclidee o mostruosità che ricordano Cthulhu.
La mia parte preferita è quella della prigione, in cui King ci catapulta in una battle royale che tanto ricorda l'omonimo film, Hunger games o altri prodotti similari.
In definitiva direi che Fairy tale sia un buon libro, ma che aggiunge poco o nulla al genere.
Vale il prezzo a cui viene venduto?
La storia è un po' banalotta, ma ha delle illustrazioni carine, ed una bellissima copertina.
Va preso per quello che è, ovvero una fiaba dark per ragazzi.
C'è chi obietterà che non se ne sentiva il bisogno e che King si è ammorbidito, probabilmente è vero, ma nessuno può vietare a King di cercare di raggiungere nuovo pubblico e nuovi palcoscenici.
Mi inserisco tra coloro che si aspettavano un'opera più adulta, ma non sarò tra coloro che boccia un libro solo perché non appartiene al target di riferimento.
D'altronde già la quarta di copertina è abbastanza esplicativa.
Certo, per quel che concerne il genere, ho preferito altre opere di King, ed anche altre di alcuni altri romanzieri del genere, tipo Neil Gaiman, ma non mi sento di sconsigliare questo libro, se si è consapevoli a cosa si va incontro.
Ho avuto due soli problemi con questo libro: Il primo è relativo al percorso di Charlie ed alla sua trasformazione in un principe delle fiabe con tanto di capelli ed occhi che cambiano colore.
E' una forzatura talmente enorme che credo nasconda un sottotesto, magari una presa in giro di qualche tipo che non ho colto.
La seconda è figlia del genere fiabesco, ovvero che è talmente orizzontale, che ad un certo punto diventa anche superflua la lettura per quanto è prevedibile il narrato, tanto che le ultime cento/centoventi pagine le ho lette un po' a fatica.
Per chiudere questo post e non farlo sembrare chilometrico, Fary tale è un'avventura in chiave moderna che ricalca stilemi narrativi già conosciuti, ma approcciati dalla fervida immaginazione di Stephen King.
C'è qualche brividino qua e là, tipo la scena con i topi, o gli scarafaggi giganti dei capitoli iniziali o la battle royale nella prigione, ma in generale è un romanzo adatto a tutti.
Probabilmente lo dimenticherò presto come accaduto con gli altri ultimi romanzi di Steve, ma se avessi avuto quindici, ma anche vent'anni, probabilmente questo libro mi sarebbe piaciuto di più.
Non è un brutto libro, ma non è nemmeno il ritorno tanto atteso alle atmosfere che tutti i vecchi appassionati faticano a ritrovare nelle opere del Re.
Forse e dico forse, perché King non parla più a noi, perché in fondo ci tiene già in pugno, puntando alla nuova generazione di lettori.
Alla prossima!