mercoledì 25 febbraio 2015

Visions - Clive Barker

Due sono le cose che ho fatto appena ho visto in vendita questo libro su Ebay.
La prima è stata correre a ricaricare la Postepay.
La seconda è mettermi a ridere appena ho visto la copertina.
Il motivo?
Dategli uno sguardo voi stessi:


Notate qualche somiglianza? :-P
Dai, ma come cazzo si fa.
Comunque, facciamo finta di non essercene accorti ed andiamo avanti.
Visions è il quinto volume de I Libri Di Sangue di Clive Barker.
Lo considero un acquisto insperato, in quanto erano anni che lo cercavo senza costrutto sia su internet che nelle librerie d'usato.
A questo punto non mi resta che mettermi a caccia del sesto ed ultimo libro, ma per quello c'è tempo e modo.
Concentriamoci invece sui quattro racconti di questo volume, quindi andiamo di sinossi:

Un macabro massacratore dal nome dolcissimo; una comunità di vecchi pazzi che tiene in pugno il mondo; sensuali fanciulle dai corpi lucenti che abitano in una piscina e mutano continuamente aspetto; apparizioni spettrali che aprono la via d'accesso a un'orribile città dei morti. Quattro racconti raccapriccianti e venati di un sottile erotismo.

Che dire, come sempre la prosa malsana e grondante sangue di Barker mi piace da impazzire, ma in tutta onestà non tutti i racconti presenti in questa racconta mi hanno convinto pienamente.
Essi sono:

Il Proibito

La Madonna

I Figli Di Babele

Nella Carne

La raccolta parte benissimo con Il Proibito, certamente tra i più interessanti del volume.
Da questo racconto fu tratto molto liberamente il film Candyman - Terrore dietro le specchio del 1992, che ammetto di non aver visto.
Il racconto è ambientato nello strano e deturpato quartiere di Spector Street.
Spector Street è un posto alquanto particolare, abitato da una popolazione indifferente ed abulica e contraddistinto dalla presenza di numerosi graffiti dal contenuto grottesco, molto spesso accompagnati da questa frase:
" Dolci a chi è dolce".
E' anche un quartiere teatro di efferati delitti che passano quasi inosservati.
Protagonista del racconto è una studentessa universitaria che si interessa dei graffiti e della gente asociale del posto, curiosità che la porterà faccia a faccia con una delle più terrificanti creazioni di Clive Barker:
Candyman.
Nulla da dire, gran bel racconto.

La Madonna è un classico racconto di stampo Barkeriano.
Lo scenario è la piscina di un comprensorio abbandonato che sembra abitata da strane creature che cercano uomini con cui accoppiarsi e da cui farsi fecondare.
Protagonista del racconto è un Broker che vuole provare a vendere il comprensorio ad uno spietato uomo d'affari.
Entrambi diverranno succubi della creatura che vi dimora.
Fetido, lussurioso ed amorale.
Puro Barker, insomma.


I Figli Di Babele devo ancora capire se è un racconto geniale o una grande troiata.
Ambientato in una isoletta greca vede protagonista una donna che durante un' escursione si trova ad assistere all'inseguimento di un vecchietto da parte di alcuni uomini armati vestiti da suore.
Ovviamente ci finisce in mezzo e nel tentativo di aiutarlo viene catturata e condotta in una specie di monastero sperduto.
Si ritroverà in un posto assurdo in compagnia di un gruppo di pazzoidi che asseriscono di essere coloro che tengono le redini dei governi di tutto il mondo.
Al di là della veridicità o meno della cosa è il modo stravagante in cui vengono prese le decisioni a destare sconcerto.
L'unico racconto non horror della raccolta è anche il più paradossale e visionario.
È pregno di una sottile e velata critica sociale contro chi ci governa.
Profondo quanto astruso, non ho ancora capito se mi è piaciuto o meno.

Chiude la raccolta l'ottimo Nella Carne.
Nella Carne è una ghost story ambientata tra le sbarre di una prigione.
Protagonista è un uomo che si fa chiudere in una prigione per scoprire dove è sotterrato il cadavere del nonno impiccato.
La sua ricerca lo porterà a vivere delle manifestazioni soprannaturali che porteranno lui e il suo compagno di cella nella città dei morti, dove dimorano gli assassini e il nonno del ragazzo protagonista, che ovviamente non avrà buone intenzioni.
Racconto bellissimo, vagamente Lovecraftiano.
Anche qui non mancano mostruosità tipiche del Pantheon di Clive, comprese le metamorfosi orrorifiche tanto care allo scrittore di Liverpool.

Alla fin fine questo libro si rivela una lettura veloce ma godibile.
Alcuni racconti come il primo e l'ultimo, avrebbero potuto essere uno spunto per degli ottimi romanzi, ma ci si accontenta.
Ogni volta che affronto un libro di Barker non posso non domandarmi il motivo per cui questo autore sembra eternamente confinato negli anni '90.
Molti dei suoi libri non vengono ristampati e nemmeno cagati di striscio, ed è un vero peccato.
Opere come i Libri di sangue, Cabal e Schiavi Dell' Inferno sono bellissime e lo ribadirò sempre che meriterebbero di far bella mostra di sé nella biblioteca di qualsiasi appassionato di letteratura horror.










mercoledì 18 febbraio 2015

Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco : Il Banchetto Dei Corvi ( Il Dominio Della Regina - L' ombra Della Profezia ) - George R.R.Martin

Pochi libri riescono a rubarmi il tempo.
I Volumi de Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco rientrano di diritto tra gli Arsenio Lupin che riescono in questa impresa.
Con la stragrande maggioranza delle mie letture sono io a decidere quando smettere, ma non con Le Cronache.
Quando attacco con Le Cronache, posso fare ciao ciao con la manina a tutto: lavoro, sesso, TV, internet, computer.
E se nel caso sono impossibilitato a leggere, il mio pensiero corre comunque costantemente al volume che sto leggendo, diventando il centro del mio mondo.
Solo con l'altro mio universo narrativo preferito tutto ciò accadeva, quello della Torre Nera di zio King.
Ma lasciamo perdere i miei vaneggiamenti e concentriamoci sul mio ritorno nelle lande di Westeros.
Via con la sinossi:

"In spettrali campi di battaglia e tetre fortezze in rovina, fra città tramutate in cimiteri e terre ridotte a ossari, la spaventosa guerra dei cinque re volge ormai al termine. La Casa Lannister e i suoi alleati appaiono vincitori. Eppure, nei Sette Regni, qualcosa ancora si agita. Mentre corvi in forma umana si raccolgono per un festino di ceneri, nuovi, temerari complotti vengono orditi e nuove, pericolose alleanze prendono forma. In questa apparentemente consolidata "pace del re" forze inattese sono pronte a sferrare attacchi cruenti. Guidati dal famigerato re Occhio-di-corvo, gli uomini di ferro, eredi di un culto guerriero dimenticato da secoli, si sono lanciati all'invasione del sudovest del reame, costringendo la regina Cersei e il Trono di Spade ad affrontare un'inedita prova di forza. E dalle brume di una memoria lasciata troppo a lungo sepolta, un'antica, sinistra profezia potrebbe minacciare la stessa regina. Non sembra esistere una fine al banchetto dei corvi. E, forse, l'ora del destino sta per scoccare perfino per le prede più inattaccabili. Questa edizione presenta in un volume unico "Il dominio della regina" e "L'ombra della profezia", corrispondente al Libro quarto delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, così come concepito dall'autore."

Il Banchetto Dei Corvi è il quarto volume della saga de Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco.
In Italia, immagino per lucrarci sopra, fu spezzettato e pubblicato in due parti, subendo la stessa sorte dei libri precedenti.
Videro così la luce Il Dominio Della Regina e successivamente L'ombra Della Profezia.
Per fortuna dopo la messa in onda della quarta stagione del telefilm made in HBO fu messa in commercio un'edizione con l'intero volume non spezzettato in due parti ed economicamente più appetibile, quindi mi sono buttato su quest'ultimo.
Parliamoci chiaro, questo volume è il più controverso ed il più odiato della saga.
Io stesso rimasi contagiato da tutte le recensioni negative, tanto da rimandarne l'acquisto per anni.
D'altronde raggiungere i fasti dell'incredibile e sconvolgente finale del terzo era difficile ( chi ha visto le ultime due stagioni del telefilm sa di cosa parlo ).
Martin però ci ha messo del suo spiazzando i fan con un volume che nonostante sfiori le 750 pagine, accantona alcuni protagonisti della saga relegandoli a semplici comparse ( come nel caso di Jon Snow ) o non facendoli comparire affatto, come nel caso di Tyrion e Daenerys.
Mettendo praticamente in panchina alcune delle sue più belle creazioni per molti anni.
Logico che i fan se la legassero al dito. :-p
Ma non è stato solo quello, credo.
Il quarto volume è molto lento ed alcuni POV sembrano messi lì per allungare il brodo.
Lo so, sembra stridere con la mia stucchevole dichiarazione d'amore, ma per amore di onestà,  devo dire che capisco le ragioni delle critiche verso questo libro.
Perché è vero, è un volume lentissimo quanto prolisso.
Però...
Mi sono goduto il volume dalla prima all'ultima parola.
Non ci posso fare nulla, adoro i personaggi ed il modo di scrivere di Martin e quindi anche quando si fissa con i dettagli dell'ultimo desco o con la descrizione di qualsiasi emblema ed armatura, io rimango avvinto lo stesso.
Credo di essere senza speranza.
Perché mi sono goduto tutti gli intrighi ed i magheggi di quella troiona di Cersei, tutte le inquietudini di Jaime, le ricerche ed i viaggi senza capo né coda di Brienne e tutte le vicissitudini di tutte le casate e dei personaggi di questo libro.
È il classico libro di passaggio in cui la fanno da padrone i giochi di palazzo e gli intrighi ed in cui i personaggi vengono mossi dall'autore come pezzi di una scacchiera.
Alcuni personaggi ne escono bene, altre storyline oggettivamente sono astruse e fin troppo prolisse, ma Martin è un fine narratore e nonostante le defezioni di peso, Il Banchetto Dei Corvi personalmente l'ho trovato piuttosto godibile.
Lo so, sento già i fischi degli affezionati più esigenti, ma non posso andare contro alle mie emozioni.
A me il romanzo è piaciuto ed anche tanto.
Tanto che ho già voglia di andare a comprare i tre romanzi successivi che compongono il quinto volume.

Mi rendo conto di come sia stata una recensione senza né capo né coda, ma parliamo di una serie in corso d'opera e di cui ho già parlato in passato, quindi riepilogare trama ed ambientazione ha poco senso e non ne ho nemmeno voglia.
Chiedo venia.
Però per chi fosse interessato al post che ho fatto dopo essermi sciroppato i primi tre volumi ( quindi i sette libri italiani ), metto sotto il link:

http://pirkaff.blogspot.it/2013/03/le-cronache-del-ghiaccio-e-del-fuoco.html





mercoledì 11 febbraio 2015

La Scatola A Forma Di Cuore - Joe Hill

Il titolo di questo libro è piuttosto fuorviante visto l'approssimarsi del giorno di San Valentino, ma nonostante un titolo degno di un harmony o di un libro di Moccia, quello di Hill è un horror fatto e finito.
Anche se l'amore dopotutto in questo romanzo gioca la sua malsana parte.
Comunque bando alle ciance, abiuriamo il saccarioso e passiamo subito a parlare del primo romanzo pubblicato da Joe Hill.
Via con la sinossi:

"Il protagonista, mito invecchiato del rock death-metal, è un collezionista del macabro: un ricettario per cannibali, un cappio da boia di seconda mano, un film snuff. Ma niente può competere con quell'oggetto in vendita su Internet: "Vendesi il fantasma del mio patrigno al miglior offerente..." dice l'annuncio. E l'uomo ha già la carta di credito in mano. Per mille dollari diventa l'unico proprietario di un abito che appartiene a un uomo morto. Il protagonista non ha paura. È da una vita che gestisce una serie di fantasmi: quello di un padre molestatore, delle amanti abbandonate senza cuore, degli amici traditi. Ma quello che gli porta il corriere in una scatola a forma di cuore non è un fantasma come tutti gli altri. L'ex proprietario dell'abito è "morto e vegeto" ed è ovunque: dietro la porta della camera da letto, seduto nella Mustang, in piedi davanti alla finestra, dentro lo schermo gigante del suo televisore, nel corridoio con un rasoio affilato appeso a una catena nella sua mano scheletrica. E sempre in attesa."



Pubblicato subito dopo la raccolta di racconti Ghosts, La Scatola A Forma Di Cuore è il primo romanzo di  Joe Hill.
Il romanzo ha tutti i pregi e i difetti di una prima pubblicazione, anche se ad onor del vero non posso dire che sia stata una brutta lettura, anzi.
Ci troviamo dalle parti della più classica delle Ghost Story.
L' ex rocker protagonista della storia ha due vezzi piuttosto particolari:
Il primo quello di relazionarsi con ragazze molto più giovani di lui, sue groupies che lui " bonariamente " appella con il nome del loro stato di appartenenza.
Il secondo è quello di collezionare reperti macabri ed esoterici.
L'ultimo acquisto della sua collezione di oggettistica macabra è quello che darà il la a questa storia.
E qual è l'ultimo suo acquisto?
Nientepopodimeno che un fantasma.
La trama, piuttosto assurda e pretenziosa, è tutta qui.
Ma è un romanzo horror e quindi se accettiamo l'implicita presenza di un vampiro, un licantropo e del soprannaturale, dobbiamo accettare l'idea che è possibile acquistare un fantasma per corrispondenza.
Dopo esserci armati di una buona sospensione dell'incredulità, il romanzo diventa godibile e coinvolgente, anche se non privo di di difetti.
In primis i protagonisti stereotipati.
Vogliamo parlare delle donne del protagonista?
Tutte ex groupies con un passato di abusi sessuali, come se vestirsi da goth e amare un certo tipo di musica, implichi chissà quali problematiche, mah.
Per non parlare del protagonista il classico musicista con un passato difficile dominato dalla figura di un padre padrone refrattario alla passione della musica del figlio.
Che originalità, eh?
Non voglio sembrare impietoso ma il background dei protagonisti è davvero da scuola elementare, parere personale.
A parte questo però, la narrazione coinvolge ed invoglia al proseguimento.
Ovviamente non sono entrato nei dettagli della trama, ma dietro l'invio e l'arrivo del fantasma nella vita dei protagonisti, ci sono dietro dei precisi motivi, su cui non mi soffermo per evitare di spoilerare alcunché.
Posso dire soltanto che la narrazione pur virando verso i classici cliché del genere è comunque avvincente grazie ad un fantasma che tenterà davvero in tutti i modi di fare il culo ai protagonisti.
Non siamo ai livelli del romanzo successivo Horns, ma La Scatola A Forma Di Cuore tutto sommato ha i suoi buoni spunti ed alcune manifestazioni del fantasma protagonista sono piuttosto agghiaccianti.
Certo, non è tutto rose e fiori nella narrazione, secondo me alcune parti scricchiolano parecchio e sono persino contraddittorie, ma devo ammettere che la storia mi ha avvinto fino all'ultimo rigo.
E' un romanzo che consiglio?
Non lo so, per me Hill ha stoffa e i successi dei suoi romanzi lo stanno a testimoniare, ma questa ghost story non è che aggiunga nulla al genere.
Però è un buon romanzo d'intrattenimento e per gli appassionati, può essere una lettura interessante.
Dal canto mio, continuerò certamente a seguirlo.
In particolare mi sollucchera molto il fumetto Locke & Key di cui Hill è sceneggiatore, che ho prontamente inserito nella mia lista dei desideri.






martedì 3 febbraio 2015

La Tempesta Del Secolo - Stephen King

I miei mai non sono mai per sempre, vale nella vita come nella letteratura, e La Tempesta Del Secolo ne è un caso lampante.
Se ho disatteso il mio mai, in questo caso è stato per tre motivi:

1) Il prezzo misero di 5,90 €.

2) Era l'unico libro di Stephen che non avevo letto e che mancava nella mia libreria.

3) Nei vari gruppi su Facebook e nei forum sul Re, è recensito in maniera molto positiva.

Mi sono quindi fatto due domande, ho mandato a fanculo i mai ed i dubbi ed ho deciso di comprarlo.
Ho fatto bene?
Sì, perché il libro merita e non poco.
Ma partiamo con la sinossi:

"Una terribile tempesta colpisce l'isoletta di Little Tall Island davanti alle coste del Maine, sconvolgendo la sua piccola ed efficiente comunità. Nei giorni in cui l'isola rimane tagliata fuori dal mondo, assieme alla furia degli elementi si scatena anche qualcos'altro. Qualcosa che nessuno vorrebbe mai vedere. Un efferato assassino armato di un bastone dalla testa ringhiante di lupo, dopo avere seminato dolore, morte e distruzione tra tutti i membri dell'ordinata, esigua collettività, se li troverà in fine di fronte, ridotti a un gregge tremante. Allora detterà le sue condizioni ed esprimerà una tremenda e sconvolgente richiesta, che costringerà ognuno a guardare nell'abisso della propria anima..."


Ma cos'era che mi faceva rodere il culo di questo libro?
Che fosse una sceneggiatura e non un romanzo.
La qual cosa mi scoraggiava e mi rendeva empaticamente refrattario alla lettura.
E quindi mi portava a scartarlo a priori.
Però, ho fatto bene a desistere e a decidermi di prenderlo perché dopo due,tre pagine di assestamento, ho preso familiarità con il tipo di scrittura e tutto è filato liscio come l'olio.
Merito di una trama solida e di un bell'antagonista come si deve.
Un personaggio che mette in scacco l' intera comunità isolana di Little Tall Island ( la stessa del romanzo Dolores Claiborne sempre di King) assoggettandola ai propri misteriosi propositi che verranno chiariti soltanto nell'agghiacciante " lotteria " finale.
Il tutto mentre l'isola è sotto l'effetto di una terribile tempesta come mai se ne erano viste fino a quel momento.
Il fatto che sia una sceneggiatura non inficia per nulla la bontà dell'opera.
Per quanto gli eventi vengano suggeriti e raccontati più al regista che a noi, la trama appare chiara e lineare.
Così come l'intera comunità isolana che King descrive in maniera ermetica ma comunque vivida.
Conosceremo il bello ed il brutto di questa ristretta e chiusa comunità isolana, i loro segreti, le loro paure, la solidarietà e la coesione tipica di una piccola comunità, e il loro essere inconsapevoli marionette nelle mani di un fine tessitore.
Ma cos'è che più di tutto mi è piaciuto di questo libro?
L'inesorabilità del male.
Fin dal principio in questa storia si respira un clima di ineluttabilità.
Non solo per la tempesta che taglia tutte le comunicazioni ed i possibili aiuti, ma anche per la presenza di un antagonista come André Linoge che appare fin da subito implacabile.
È uno di quei pochi libri di King dove è forte la sensazione che stavolta sarà difficile per il bene trionfare, anche perché è difficile trovare un eroe senza macchia e senza paura in una piccola isoletta a largo del Maine dove la funzione di sceriffo è affidata ad un negoziante.
A fare da corollario al libro alcuni fotogrammi della serie televisiva inseriti tra un capitolo e l'altro, che in tutta onestà appaiono fin troppo sfocati, ed anche una corposa prefazione del Re che ci racconta della genesi di quest'opera e del perché ha scelto di ricavarne una sceneggiatura piuttosto che un romanzo.
Sceneggiatura che poi ha dato vita all'omonima serie Tv che io non ho visto e su cui quindi non metto bocca.
Posso farlo sul libro però, e ne ribadisco l'assoluta bontà.
Difetti?
Forse la storia soffre di un pizzico di staticità di troppo, ma comunque scorre che è un piacere.
Un altro difetto può essere che la sceneggiatura non ha certo la coesione di un romanzo risultando eccessivamente ermetica, ma il libro nasce così e come tale va preso.
Ma davvero, merita la lettura.
Soprattutto a quel prezzo a cui viene venduto adesso. ;-)