" Ricordo, profezia e fantasia - Il passato,
il futuro e l'intermezzo di sogno che li separa
- sono un solo paese, che vive un giorno
immortale. Saperlo è saggezza. Usarlo è
l'arte. "
C'è stato un tempo, relativamente breve, giusto il decennio che ci ha portato al 2000, in cui Clive Barker è stato per molti cultori dell'horror l'unica valida alternativa a Stephen King.
E' inevitabile per un amante dell'horror, prima o poi, di uscire dalla comfort zone di Stephen King, Poe, Lovecraft e Matheson e giungere tra le malefiche braccia di Clive.
Io l'ho fatto e all'epoca mi lanciai in un excursus delle sue opere, recuperandole quasi tutte.
Uno dei pochi romanzi che mi erano sfuggiti è stato Apocalypse.
L'ho incrociato qualche mese fa in un mercatino dell'usato ad 1 euro, per altro in prima edizione, e me lo sono subito stretto al petto e portato via.
Alleluja.
Credo di aver già parlato di Clive Barker.
Grazie al successo di Cabal ed Hellraiser è salito alla ribalta non solo come scrittore, ma anche come regista.
Ha vissuto circa un decennio di fama, e poi è lentamente finito nel limbo, spesso del fuori catalogo, anche.
Le sue opere sono facilmente reperibili nel circuito dell'usato, e la Indipendent Legions Publishing ha pubblicato anche alcune sue opere più recenti ( che non ho letto e conto di recuperare ).
Dopo un inizio al fulmicotone e sanguinolento, le opere di Barker sono virate sempre più spesso verso narrazioni e viaggi onirici e non di stampo fantasy, e secondo me, ha un po' pagato questo percorso artistico di crescita e maturità.
Apocalypse va catalogato in quest'ottica, secondo me.
Apocalypse ( titolo puramente italiano ) è il primo di una trilogia, a cui fa seguito Everville, più un terzo capitolo che non ha ancora mai visto la luce.
In verità, io non ero del tutto ignorante su Apocalypse, in quanto nel 2008 avevo intravisto e successivamente comprato in fumetteria la riduzione fumettistica in due volumi firmata Chris Ryall e Gabriel Rodriguez.
L'ho riletta in parallelo al romanzo, e devo dire che è piuttosto fedele ed anche ben fatta, soprattutto se consideriamo il fatto che è un'opera molto complessa e contorta da riprodurre in formato grafico.
Ma com'è e di cosa tratta questo romanzo?
Andiamo prima di sinossi ( presa in prestito da Wikipedia ), e poi ne parliamo:
Randolphe Jaffe è un omuncolo fallito che si ritrova a carpire segreti in una stanza di lettere perdute ad Omaha. Qui comincia ad apprendere che c'è qualcosa oltre la vita normale e, giorno per giorno, si trova a conoscere l'ARTE. Incontrerà uno scienziato geniale quanto drogato, il quale si farà coinvolgere fino ad arrivare a scoprire una scorciatoia per arrivare all'arte. Un composto chimico chiamato Nuncio. Ritrovatisi uno di fronte all'altro, dopo che il Nuncio si è impossessato dello scienziato, Jaffe viene preso a sua volta e da qui parte l'ennesima lotta tra le ambizioni del Jaffe (il male) e la contrapposizione di Fletcher (il bene)
Ci sono tanti sottotesti in quest'opera.
C'è la totale presa in giro del modello di vita americano, in cui dietro la normalità e l'apparenza cittadina si nascondono sordidi desideri carnali e appetiti di ogni genere, ma è anche la ricerca di qualcosa di più grande e più nascosto, che è l'arte.
Da dove prendono le proprie idee gli artisti?
C'è un che di visionario nella nascita di un quadro, di una poesia, o di un romanzo.
Anche Stephen King e Neil Gaiman ne hanno parlato più di una volta nelle loro opere.
Clive Barker ( che è un artista a 360° visto che è anche regista e pittore) prova a darci una risposta in questo libro.
L'arte è una visione.
Forse un'isola solcata da un oceano di storie, una realtà parallela, inaccessibile ai più, ma che inconsciamente è possibile visitare in particolari frangenti della vita ( per Barker sono la nascita, la prima volta a letto con l'uomo/donna che ami, e prima di morire).
Ed oltre il mare di questo mondo cosa c'è?
La risposta di Clive a questo quesito è molto Lovecraftiana.
Apocalypse è un romanzo contorto, ambientato nella cittadina californiana di Palomo Grove.
E' anche piuttosto corposo e pieno di avvenimenti.
D'altronde parliamo di un librone di 675 pagine.
Per altro, il primo di una trilogia.
E' molto difficile farne un sunto, ma posso dire che è stato un bel viaggio.
Barker crea un vero e proprio pantheon visionario e lo fa bene.
Il percorso narrativo è irto e complicato, composto per lo più da personaggi misteriosi e suggestivi, che si muovono dietro le quinte della narrazione in maniera ambigua, e dove in tutta onestà, è facile perdersi.
Apocalypse è un viaggio allucinatorio tra horror e fantasy, un vero e proprio trip in cui i personaggi principali sono spesso soppiantati in carisma e motivazioni da quelli secondari.
Forse paga in termini di carisma e spessore, ed è piuttosto complicato provare empatia per i personaggi che sono in continua balia della storia.
Questa libro non è il massimo della linearità, tuttavia, la Quiddità è un mare che vorrei visitare, e tutt'ora mi domando quale Terata o Hallucigenia, Jaffe e Fletcher sarebbero stati capaci di creare dalle mie paure e dai miei desideri.
Di cosa sto parlando?
Per saperlo dovreste leggere questo libro, e farvi avvincere come me, da questa battaglia tra bene e male, combattuta a colpi di paure e desideri, in nome dell'arte.
Alla prossima!
il futuro e l'intermezzo di sogno che li separa
- sono un solo paese, che vive un giorno
immortale. Saperlo è saggezza. Usarlo è
l'arte. "
C'è stato un tempo, relativamente breve, giusto il decennio che ci ha portato al 2000, in cui Clive Barker è stato per molti cultori dell'horror l'unica valida alternativa a Stephen King.
E' inevitabile per un amante dell'horror, prima o poi, di uscire dalla comfort zone di Stephen King, Poe, Lovecraft e Matheson e giungere tra le malefiche braccia di Clive.
Io l'ho fatto e all'epoca mi lanciai in un excursus delle sue opere, recuperandole quasi tutte.
Uno dei pochi romanzi che mi erano sfuggiti è stato Apocalypse.
L'ho incrociato qualche mese fa in un mercatino dell'usato ad 1 euro, per altro in prima edizione, e me lo sono subito stretto al petto e portato via.
Alleluja.
Credo di aver già parlato di Clive Barker.
Grazie al successo di Cabal ed Hellraiser è salito alla ribalta non solo come scrittore, ma anche come regista.
Ha vissuto circa un decennio di fama, e poi è lentamente finito nel limbo, spesso del fuori catalogo, anche.
Le sue opere sono facilmente reperibili nel circuito dell'usato, e la Indipendent Legions Publishing ha pubblicato anche alcune sue opere più recenti ( che non ho letto e conto di recuperare ).
Dopo un inizio al fulmicotone e sanguinolento, le opere di Barker sono virate sempre più spesso verso narrazioni e viaggi onirici e non di stampo fantasy, e secondo me, ha un po' pagato questo percorso artistico di crescita e maturità.
Apocalypse va catalogato in quest'ottica, secondo me.
Apocalypse ( titolo puramente italiano ) è il primo di una trilogia, a cui fa seguito Everville, più un terzo capitolo che non ha ancora mai visto la luce.
In verità, io non ero del tutto ignorante su Apocalypse, in quanto nel 2008 avevo intravisto e successivamente comprato in fumetteria la riduzione fumettistica in due volumi firmata Chris Ryall e Gabriel Rodriguez.
L'ho riletta in parallelo al romanzo, e devo dire che è piuttosto fedele ed anche ben fatta, soprattutto se consideriamo il fatto che è un'opera molto complessa e contorta da riprodurre in formato grafico.
Ma com'è e di cosa tratta questo romanzo?
Andiamo prima di sinossi ( presa in prestito da Wikipedia ), e poi ne parliamo:
Randolphe Jaffe è un omuncolo fallito che si ritrova a carpire segreti in una stanza di lettere perdute ad Omaha. Qui comincia ad apprendere che c'è qualcosa oltre la vita normale e, giorno per giorno, si trova a conoscere l'ARTE. Incontrerà uno scienziato geniale quanto drogato, il quale si farà coinvolgere fino ad arrivare a scoprire una scorciatoia per arrivare all'arte. Un composto chimico chiamato Nuncio. Ritrovatisi uno di fronte all'altro, dopo che il Nuncio si è impossessato dello scienziato, Jaffe viene preso a sua volta e da qui parte l'ennesima lotta tra le ambizioni del Jaffe (il male) e la contrapposizione di Fletcher (il bene)
Ci sono tanti sottotesti in quest'opera.
C'è la totale presa in giro del modello di vita americano, in cui dietro la normalità e l'apparenza cittadina si nascondono sordidi desideri carnali e appetiti di ogni genere, ma è anche la ricerca di qualcosa di più grande e più nascosto, che è l'arte.
Da dove prendono le proprie idee gli artisti?
C'è un che di visionario nella nascita di un quadro, di una poesia, o di un romanzo.
Anche Stephen King e Neil Gaiman ne hanno parlato più di una volta nelle loro opere.
Clive Barker ( che è un artista a 360° visto che è anche regista e pittore) prova a darci una risposta in questo libro.
L'arte è una visione.
Forse un'isola solcata da un oceano di storie, una realtà parallela, inaccessibile ai più, ma che inconsciamente è possibile visitare in particolari frangenti della vita ( per Barker sono la nascita, la prima volta a letto con l'uomo/donna che ami, e prima di morire).
Ed oltre il mare di questo mondo cosa c'è?
La risposta di Clive a questo quesito è molto Lovecraftiana.
Apocalypse è un romanzo contorto, ambientato nella cittadina californiana di Palomo Grove.
E' anche piuttosto corposo e pieno di avvenimenti.
D'altronde parliamo di un librone di 675 pagine.
Per altro, il primo di una trilogia.
E' molto difficile farne un sunto, ma posso dire che è stato un bel viaggio.
Barker crea un vero e proprio pantheon visionario e lo fa bene.
Il percorso narrativo è irto e complicato, composto per lo più da personaggi misteriosi e suggestivi, che si muovono dietro le quinte della narrazione in maniera ambigua, e dove in tutta onestà, è facile perdersi.
Apocalypse è un viaggio allucinatorio tra horror e fantasy, un vero e proprio trip in cui i personaggi principali sono spesso soppiantati in carisma e motivazioni da quelli secondari.
Forse paga in termini di carisma e spessore, ed è piuttosto complicato provare empatia per i personaggi che sono in continua balia della storia.
Questa libro non è il massimo della linearità, tuttavia, la Quiddità è un mare che vorrei visitare, e tutt'ora mi domando quale Terata o Hallucigenia, Jaffe e Fletcher sarebbero stati capaci di creare dalle mie paure e dai miei desideri.
Di cosa sto parlando?
Per saperlo dovreste leggere questo libro, e farvi avvincere come me, da questa battaglia tra bene e male, combattuta a colpi di paure e desideri, in nome dell'arte.
Alla prossima!