Pif mi è simpatico.
Lo apprezzavo ai tempi de Le Iene e ritengo Il Testimone una delle poche cose che vale la pena di vedere nel panorama della Tv attuale, fatta solo di programmi culinari, Fiction del cazzo con il Garko di turno e varietà di livello infimo.
Di Pif apprezzo il suo modo spontaneo di fare informazione e quella genuinità di fondo, che vera o falsa che sia, comunque in Tv funziona.
E a quanto pare, almeno per quel che mi riguarda funziona anche al cinema.
Ritengo La Mafia Uccide Solo D' estate un buon film d' esordio, non esente da difetti, ma comunque anni luce dalle Fiction che mitizzano oltremodo la Mafia e la sua manovalanza.
Difetti che poi, sono tutti radicati nell'ultima parte quella che vede proprio Pif come protagonista, eccessivamente contorta ed affrettata.
Tra le critiche ( comunque poche ) anche quella legata alla partecipazione della Capotondi come coprotagonista, che comunque interpreta una parte nemmeno poi così importante nel film, sulla cui presenza quindi si può facilmente soprassedere.
Il film è una racconto di formazione ambientato inizialmente nella Palermo degli anni '70 e che coprirà attraverso il percorso di formazione e di crescita del protagonista, gli anni del periodo stragista della Mafia Palermitana.
Non è un bel posto dove crescere e nascere, ne ho ben donde anch'io che sono nato e cresciuto al tempo della Guerra di Mafia di Reggio Calabria, in cui ogni giorno nei quotidiani c'era almeno un morto ammazzato.
Il piccolo Arturo cresce in una Palermo omertosa e indifferente, che quasi minimizza le stragi e gli omicidi, cresce con dei miti distorti ( quello di Andreotti su tutti ) e cova l' amore per la piccola Flora, che lo accompagnerà per tutto il Film.
Il mito per Andreotti trova la sua massima espressione in una divertente scena già presente nella locandina, in cui in una festa in maschera Arturo si presenta travestito da Andreotti.
Testimoni indiretti dell' amore per Flora e del percorso di crescita di Arturo, saranno tutte quelle persone delle istituzioni, che purtroppo troveranno una morte tragica nella Palermo di quel periodo.
Il piccolo Arturo ha il tempo di interagire con Rocco Chinnici, che abitava nello stesso palazzo di Flora, con il Commissario Boris Giuliano in un bar di Palermo, ed anche con il Generale Dalla Chiesa, che concede un' intervista al piccolo giornalista Arturo, in una delle scene che contiene uno dei momenti più belli del film, attraverso questa frase dell' intervista:
" Andreotti dice che l' emergenza criminalità è in Campania e in Calabria. Generale, ha sbagliato regione ? "
Molto importante nella crescita del piccolo protagonista sarà anche l' amicizia con un giornalista esiliato al Sud per via dei suoi articoli di denuncia.
Come dicevo all'inizio trovo la parte giovanile del Film ben più corposa ed interessante dell' ultima parte che vede protagonista un Arturo più maturo ma anche asservito ad una Tv locale, disposto a vendersi pur di conquistare Flora nel frattempo diventata parte dello Staff elettorale di Salvo Lima.
Questa parte del film scorre troppo velocemente indugiando fin troppo in risibili quanto mal riuscite schermaglie sentimentali.
Pif ed anche Flora, prenderanno coscienza dei loro sentimenti ed anche del marcio che li circonda, solo dopo la morte di Falcone e Borsellino, in alcuni dei momenti più riusciti del Film.
Resta comunque un buon Film, lontanissimo da quei prodotti sopra le righe che tendono a mitizzare ed enfatizzare il mafioso di turno, che anzi qui assurge quasi ad un ruolo di macchietta per certi versi, ed è una delle cose tra le più discutibili del Film, come se quasi Pif ci volesse dimostrare che dietro quegli assassini e quelle stragi, ci fossero delle persone qualunque anche piuttosto ignoranti.
Film che per certi versi ricorda molto I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, dove Pif fece da aiuto regista.
Dico la mia?
E' un Film che tratta le dinamiche di crescita e di formazione nella Palermo del periodo stragista, in maniera intensa e delicata.
Per me, è da vedere.
E a quanto pare, almeno per quel che mi riguarda funziona anche al cinema.
Ritengo La Mafia Uccide Solo D' estate un buon film d' esordio, non esente da difetti, ma comunque anni luce dalle Fiction che mitizzano oltremodo la Mafia e la sua manovalanza.
Difetti che poi, sono tutti radicati nell'ultima parte quella che vede proprio Pif come protagonista, eccessivamente contorta ed affrettata.
Tra le critiche ( comunque poche ) anche quella legata alla partecipazione della Capotondi come coprotagonista, che comunque interpreta una parte nemmeno poi così importante nel film, sulla cui presenza quindi si può facilmente soprassedere.
Il film è una racconto di formazione ambientato inizialmente nella Palermo degli anni '70 e che coprirà attraverso il percorso di formazione e di crescita del protagonista, gli anni del periodo stragista della Mafia Palermitana.
Non è un bel posto dove crescere e nascere, ne ho ben donde anch'io che sono nato e cresciuto al tempo della Guerra di Mafia di Reggio Calabria, in cui ogni giorno nei quotidiani c'era almeno un morto ammazzato.
Il piccolo Arturo cresce in una Palermo omertosa e indifferente, che quasi minimizza le stragi e gli omicidi, cresce con dei miti distorti ( quello di Andreotti su tutti ) e cova l' amore per la piccola Flora, che lo accompagnerà per tutto il Film.
Il mito per Andreotti trova la sua massima espressione in una divertente scena già presente nella locandina, in cui in una festa in maschera Arturo si presenta travestito da Andreotti.
Testimoni indiretti dell' amore per Flora e del percorso di crescita di Arturo, saranno tutte quelle persone delle istituzioni, che purtroppo troveranno una morte tragica nella Palermo di quel periodo.
Il piccolo Arturo ha il tempo di interagire con Rocco Chinnici, che abitava nello stesso palazzo di Flora, con il Commissario Boris Giuliano in un bar di Palermo, ed anche con il Generale Dalla Chiesa, che concede un' intervista al piccolo giornalista Arturo, in una delle scene che contiene uno dei momenti più belli del film, attraverso questa frase dell' intervista:
" Andreotti dice che l' emergenza criminalità è in Campania e in Calabria. Generale, ha sbagliato regione ? "
Molto importante nella crescita del piccolo protagonista sarà anche l' amicizia con un giornalista esiliato al Sud per via dei suoi articoli di denuncia.
Come dicevo all'inizio trovo la parte giovanile del Film ben più corposa ed interessante dell' ultima parte che vede protagonista un Arturo più maturo ma anche asservito ad una Tv locale, disposto a vendersi pur di conquistare Flora nel frattempo diventata parte dello Staff elettorale di Salvo Lima.
Questa parte del film scorre troppo velocemente indugiando fin troppo in risibili quanto mal riuscite schermaglie sentimentali.
Pif ed anche Flora, prenderanno coscienza dei loro sentimenti ed anche del marcio che li circonda, solo dopo la morte di Falcone e Borsellino, in alcuni dei momenti più riusciti del Film.
Resta comunque un buon Film, lontanissimo da quei prodotti sopra le righe che tendono a mitizzare ed enfatizzare il mafioso di turno, che anzi qui assurge quasi ad un ruolo di macchietta per certi versi, ed è una delle cose tra le più discutibili del Film, come se quasi Pif ci volesse dimostrare che dietro quegli assassini e quelle stragi, ci fossero delle persone qualunque anche piuttosto ignoranti.
Film che per certi versi ricorda molto I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, dove Pif fece da aiuto regista.
Dico la mia?
E' un Film che tratta le dinamiche di crescita e di formazione nella Palermo del periodo stragista, in maniera intensa e delicata.
Per me, è da vedere.