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lunedì 17 febbraio 2020

Il ciclo di Solomon Kane - Robert E. Howard







Seabury Quinn e Robert E.Howard li avevo conosciuti insieme nella raccolta di racconti sugli investigatori dell'occulto di cui ho parlato brevemente nello scorso post.

Il racconto ivi presente di Howard era intitolato La Palude e verteva sulla figura di Solomon Kane.
Ho scoperto solo negli ultimi giorni che quello che lessi all'epoca era l'ultima avventura pubblicata da Howard sull'avventuriero inglese prima che decidesse di farla finita a soli trent'anni.

C'entra poco ma la metto giù solo per curiosità, che quel racconto nelle edizioni successive della Newton sia stato tradotto con un altro titolo: Teschi Sulle Stelle.


I racconti dedicati alla suggestiva figura di Solomon Kane, un avventuriero errante inglese sono soltanto quindici, di cui quattro sono stati lasciati incompiuti.
Per fortuna sono riuscito a recuperare tutti e tre i volumetti della Newton abbastanza facilmente, e devo ammettere di esserne stato sedotto.

Con me giocava facile, lo ammetto.
Le avventure di Solomon Kane mi ricordano moltissimo uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, ovvero Ronald Deschain di Gilead, e non sono poche le assonanze tra i due.



Dall' Africa alla foresta nera, le storie dell'errante puritano inglese, mischiano fantasy, avventura, sword & sorcery e un pizzico di horror in una narrazione semplice, ma accattivante, e dove soprattutto l'azione è prevaricante su tutto il resto.
Molto del fascino verte anche sulla descrizione della figura di Solomon Kane, che con pochi accenni e descrizioni risulta affascinante e ben delineata.
Un personaggio errabondo che si accompagna con due pistole, una spada ed uno strano bastone, a combattere il male.
Spesso anche in modo fallibile, che è la cosa che me lo ha fatto apprezzare di più.

Sono racconti che sprizzano una carica ed un'energia fortissima, molto trascinanti, così come le descrizioni degli ambienti durante le sue peregrinazioni.
Che siano civiltà nascoste e perdute nei meandri della savana, o strani personaggi e i loro culti rituali, fino alla negromanzia dell'occulto.
C'è di tutto in queste storie, spesso narrate con  l'acceleratore al massimo.
La penna di Howard è graffiante, ed a me le sue storie sono piaciute un casino.
Tra tutte cito I Figli Di Asshur, Le Ali Notturne e La Luna Dei Teschi.

Ho letto un po' di cose su Howard prima di decidermi a iniziare a leggerne le storie.
Sapevo che era famoso per il ciclo di Conan, che viene considerato il suo apice narrativo, e sapevo che il resto della sua opera è stata soppesata e giudicata mediocre dai più.

Persino King sulla pagine del saggio Danse Macabre elogia Howard per il suo entusiasmo e la sua energia narrativa, ma giudica gran parte delle sue opere piuttosto mediocri, ed adatte a ragazzini che sognano di diventare forzuti e nerboruti per difendersi dai bulli.
Associando quindi la narrativa di Howard a quella supereroistica.


C'è del vero?
Non lo so, King avrà le sue idee e i suoi motivi per affermarlo, però ciò non toglie che io mi sia sinceramente divertito a leggere le brevi avventure di questo ciclo.

Di sicuro sono storie semplici e d'avventura, con il classico eroe che salva fanciulle indifese a colpi di pistola e spada, niente che non si sia già letto e visto in migliaia di altre storie, ma Howard ammalia e diverte, e la figura di Solomon Kane andrebbe riscoperta.

Dubito che ciò accada, di questi tempi le figure degli avventurieri solitari che non amano e non scopano non sono di moda, ed infatti il tentativo cinematografico di molti anni fa mi pare andò malissimo, però io sono stato contento di aver finalmente colmato un'altra delle mie lacune.

Non escludo, anzi sono sicuro, che presto o tardi leggerò altre storie di Howard, d'altronde alcuni fumetti dedicati a Conan all'epoca mi piacquero moltissimo, e lo stesso accadde durante l'infanzia con i film dedicati al personaggio con Schwarzenegger , quindi, presto o tardi, visiterò anche le lande della Cimmeria.



Alla prossima!




mercoledì 5 febbraio 2020

Seabury Quinn - Il ciclo di Jules De Grandin


La prima volta che ebbi un incontro narrativo con il buon Seabury è datato chissà quando, forse agli albori dei miei tascabili Newton, quindi i primi anni 2000 o giù di lì.
Era un libro intitolato Gli Indagatori Dell'incubo che conteneva un'antologia di racconti dedicata alle investigazioni dell'occulto firmata da vari autori: Hodgson, Lovecraft, Howard, Wellman ed appunto Seabury Quinn.
Ammetto che all'epoca la sua storia Le Mummie mi piacque ma non particolarmente.
Il problema, secondo me, non era della storia in sé, ma il fatto che quando leggo una raccolta di autori vari, mi viene difficile concentrarmi sull'unicum della storia perdendomi un po' nell'insieme, non so se riesco a spiegarmi.
E' uno dei motivi per cui cerco di leggere raramente antologie di questo tipo.


Il secondo appuntamento con Seabury Quinn è avvenuto solo recentemente e molti anni dopo che lessi quella prima storia e l'effetto è stato diverso e sono stato in grado di apprezzarne molto di più le dinamiche.

Arthur Conan Doyle ha creato dei mostri.
O meglio sono stati i lettori ( credo ) a crearli.
Quasi ogni autore del genere orrorifico di quel periodo è finito a creare la sua versione di Sherlock Holmes, ovviamente in base al  proprio background stilistico.
O in qualche modo è stato costretto a farlo, visto che quel tipo di storia vendeva bene.

E pensare che Poe all'epoca dei suoi racconti ispirati alla figura di Auguste Dupin credo se lo fossero filato in pochi, ma evidentemente non era il momento giusto o non c'era la...rivista giusta.

E' stato su Weird Tales che Seabury Quinn si è fatto un nome ed è giunto anche fino a noi.
Il suo ciclo concernente le investigazioni nel campo dell'occulto del " piccolo francese" Jules De Grandin conta quasi un centinaio di avventure pubblicate tra le pagine di quella rivista, e stando alle parole di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco che ho letto tra le note dei tascabili Newton, sono state tra le più amate e lette in assoluto dai lettori.

Io purtroppo non sono arrivato a tanto e ne ho lette soltanto cinque, ma posso dire che sono belle storie.
Come dicevo più su la prima - Le Mummie - la lessi nel tascabile Newton di cui parlavo ad inizio post.


La seconda serie di avventure è avvenuta su uno dei volumi sempre di 100 pagine nella collana dedicata al fantastico sempre della Newton, quella dal formato leggermente più grande con copertina e costoletta bianca.
Il libro intitolato La Casa Della Strega contiene quattro avventure dedicate alla figura di Jules De Grandin e del suo assistente, ovvero il Dr. Trowbridge.

Le quattro storie sono: La casa della strega, Le mani della morta, La casa dei tre cadaveri e Il coltello rosso di Hassan.

Chi ha un minimo di infarinatura letteraria inerente questo tipo di storia sa cosa aspettarsi, ovvero una soluzione del caso che avviene in maniera rapida, ma efficace, dopo un massimo di 30/40 pagine.
Storie affettate, ma che per quel che mi riguarda, scritte benissimo.

Mi piacerebbe riuscire a recuperare altre avventure di Jules De Grandin.

Che invidia per coloro che all'epoca leggevano Weird Tales!





Alla prossima!