lunedì 27 agosto 2012

N. - Stephen King / Marvel Comics

“C’è un mondo dietro a questo mondo, ed è pieno di mostri”

Con gli adattamenti fumettistici delle opere del Re non vado molto d'accordo.
The Stand viene pubblicato ad un prezzo elevatissimo per il suo valore visto che parliamo di un adattamento e non di un'opera prima mentre La Torre Nera dopo un ottimo inizio serie dopo serie si è afflosciata su se stessa tanto che con il secondo numero de Le Piccole Sorelle Di Eluria ho deciso di gettare la spugna e abbandonarla.
Allora perchè ci sono ricascato con N.?
Semplice,perchè adoro questo racconto e non esito a metterlo tra i migliori mai usciti dalla penna del Re ed anche perchè sono solo due numeri e quindi la spesa è stata tutto sommato contenuta.
Pubblicato originariamente nella raccolta di racconti Al Crepuscolo, N. è una storia capace di mischiare Horror e psicoanalisi, passando da sindrome ossessive/compulsive a Dei malefici molto simili a quelli di H.P.Lovecraft.
Steve all'epoca disse di essere stato ispirato dalla lettura del Grande Dio Pan di Arthur Machen ( libro praticamente introvabile se non a prezzi esorbitanti su Ebay) e non ha mai menzionato Lovecraft anche se l'omaggio appare piuttosto evidente.

Per quel che concerne la Graphic Novel si tratta di un adattamento piuttosto buono sia per quel che concerne i testi che i disegni.
Ci sono delle aggiunte rispetto al plot originario ma non stonano affatto ed anzi nonostante le poche pagine il tutto mi sembra riassunto in maniera piuttosto lineare ma questo è anche merito della storia originale del Re che fila via che è un piacere, forse e dico forse avrebbe avuto bisogno di qualche numero in più perchè il finale sembra un pò affrettato ma credo che comunque sia una lettura che valga la pena anche se consiglio vivamente a tutti di leggere il racconto da cui la Grapich Novel è tratta perchè è una lettura che merita come poche.
Certo per tutti coloro che ritengono di avere qualche sindrome ossessiva/compulsiva di qualsiasi tipo, se siete tra quelle persone che contano oggetti, numeri, ecc.ecc. e se soprattutto vi trovate dalle parti del campo di Ackerman's Field nel Maine chiudete gli occhi che non si sa mai cosa si può vedere in mezzo a quelle 7/8 rocce. ( Ecco, se ne vedete 7, sono cazzi :-) )







 

sabato 18 agosto 2012

L'evoluzione del Vampiro.

In principio furono Polidori e Lord Byron ( la paternità del racconto Il Vampiro è un vero mistero anche se uscì con il nome del primo), poi fu la volta di Varney il vampiro di James Malcolm Rymer e successivamente Bram Stoker, Sheridan Le Fanu e la sua Carmilla, Richard Matheson, Stephen King, Anne Rice, Stephenie Meyer, Lisa J. Smith.
Fossi un Vampiro, sarei incazzato nero.
Prima dei vampiri avevi paura adesso le tipe ci si masturbano, triste dirlo ma è così.
Da archetipo ad icona delle bimbominkia.
L'evoluzione della figura del Vampiro è un qualcosa di raccapricciante, opinione personalissima.
Vampiri di 400 anni che ancora vanno a scuola, si comportano come degli adolescenti infoiati quando hanno l'età di Matusalemme, che scopano ( vorrei capire come se sono morti) ecc.ecc.
Va bene la sospensione di incredulità ma a tutto c'è un limite.
Ma insieme al filone romantico negli ultimi anni nella letteratura ( ma anche al cinema se pensiamo a film come 28 giorni dopo o Priest) si è affacciato un altro filone vampiresco che ha avuto ovviamente meno successo che è quello del vampiro visto come mostro assatanato di sangue appassionato non solo del sangue delle verginelle ma anche delle vecchie e di chiunque incappi nel suo raggio d'azione, spesso vittima di una mutazione o di un virus, che si muove indisturbato in un America post apocalittica o molto vicina a diventare tale.
La prima è una trilogia scritta a quattro mani da Chuck Hogan e dal regista Guillermo Del Toro ricca d'azione e dal taglio piuttosto cinematografico ma ben congegnata e con numerose pagine d'impatto che si lascia leggere con molto piacere forse non originalissima come concept ma ben strutturata e con personaggi piuttosto evocativi primo tra tutti il vampiro della storia alias Jusef Sardu soprannominato il Padrone davvero un cattivo con tutti i crismi ma merita una citazione anche il Van Helsing della situazione ossia il Professor Setrakian la cui storia racchiude secondo me le pagine migliori della trilogia, se non altro le più originali e meritevoli di menzione.
Il secondo è anch'esso una trilogia di cui però è stato pubblicato soltanto il primo tomone e parlo del romanzo Il Passaggio di Justin Cronin.
Le tematiche sono piuttosto simili a quelle del binomio Del Toro-Hogan ma i romanzi smettono di somigliarsi molto presto.
Anche questo romanzo è piuttosto cinematografico e utilizza spessissimo il Cliffhanger tra un capitolo e l'altro ma ha senz'altro catalizzato di più la mia attenzione grazie ad un salto temporale di circa 100 anni che ha dato alla storia una sterzata creando dei risvolti originali e piuttosto intriganti.
Purtroppo per l'uscita del secondo volume c'è da aspettare parecchio almeno per l'edizione italiana ( in USA dovrebbe uscire in autunno).
Insomma il filone dei vampiri negli ultimi tempi si divide in : mostri assatanati di sangue,senza cervello e che pensano solo al nutrimento o figaccioni ingellati che si scopano la bonazza di turno o vampiri comunque che sono un chiaro omaggio o una scopiazzatura di quelli del passato ergo ridateci Dracula et bon.
Tutto questo per dire che fa un pò rabbia vedere marcire nelle librerie libri che hanno dato vita ad un archetipo come il Vampiro mentre altri che valgono meno della metà vanno via come il pane.
Ora io sono l'ultimo a parlare visto che comunque ho apprezzato sia la trilogia Del Toro-Hogan che il romanzo di Cronin ma non dimentico certo il passato e da dove siamo partiti.
Tremo all'idea che se ad un/a giovane domandino oggi il primo vampiro che gli viene in mente esso/a risponderà Edward Cullen e non Dracula. :-(




giovedì 9 agosto 2012

Di enciclopedie per ragazzi, mostri, paure, reali e irreali.


Oggi in un cassettone ho ritrovato uno dei libri dell'enciclopedia per ragazzi denominata i quindici.
Il libro era pieno di ghirigori e completamente scarabocchiato da me, mio fratello e mia sorella.
Era una delle nostre letture preferite e lì risiedono alcune delle mie primissime paure infantili che ovviamente mia sorella e mio fratello essendo più grandi rivangavano quando potevano e usavano per mettermi in riga se facevo casino.
La mia paura infantile era una favola che si chiama Zio Lupo ma più che la storia in sè mi faceva paura la foto.
Ecco, mi ricordo che ad un certo punto della mia infanzia ho smesso di avere paura dei mostri ed ho iniziato ad avere paura di cose più reali come proiettili e bombe.
Non che le scene che vedevo di nascosto fingendo di dormire di film come l'Esorcista, Phenomena o Nightmare mi lasciassero indifferente, tutt'altro, ma sono più nitide nella mia memoria quelle paure più subdole come finire in mezzo ad una sparatoria o che la tua macchina salti in aria al momento di inserire la chiave e la seconda non so perchè ma mi capitava di pensarla tutte le volte che mio padre quando mi dava un passaggio a scuola o da qualche altra parte inseriva la chiave nello sportello.
Credo che derivasse soprattutto dal periodo piuttosto buio che ha attraversato la mia città ( non che adesso vadano meglio le cose ma almeno non ci sono omicidi ogni giorno come una volta) e che quindi si rifletteva in maniera inconscia anche nel mio quotidiano e nel mio bagaglio mentale che ancora si andava formando.
Ecco, cosa può farti Freddie Krueger o Jason Myers quando nel bar dove ogni tanto vai a giocare al flipper viene uccisa una persona o quando nel cortile dove abiti a un centinaio di metri da dove i tuoi amici sono riuniti a chiacchierare si rifugiano alcuni malviventi dopo una rapina o se mentre giochi a Circus Charlie al bar dell'angolo senti dei colpi di pistola provenienti dalla piazzetta dove giochi di solito e una vecchina ti viene incontro piangendo dicendo di non salire che hanno appena ammazzato uno? Nulla credo.




mercoledì 25 luglio 2012

Di ricordi, Micronauti e crolli intonacatura del soffitto.

E' molto tempo che accendo il computer con la voglia di buttare giù due righe e poi puntualmente mi dedico ad altro.
Il caldo, il Texas Holde'm, la voglia di fare cento cose contemporaneamente, l'uso più semplice e meno impegnativo dei social network mi hanno progressivamente allontanato da questo spazio, ed è un male.
Poi succede che ti mostrano la vecchia immagine di un giocattolo della tua infanzia e ti si apre un mondo.
Come un flash ti ritorna in mente un ricordo sopito che vuole essere descritto, raccontato, che vuole restare a memoria imperitura nel mare dell'etere e tutto per colpa dei Micronauti.
Forse non si direbbe tanto a vederla dall'esterno ma casa mia credo un centinaio di anni li abbia.
Fu rasa al suolo e ricostruita dopo il terremoto del 1908 e bombardata successivamente durante la seconda guerra mondiale per via della vicinanza al porto come tutto il rione d'altronde.
Rimasta scoperchiata dai bombardamenti fu rimessa a nuovo e di nuovo abitata dai miei con una particolare tendenza però: da che mi ricordi almeno due,tre volte parte dell'intonacatura del soffitto ha ceduto ed è venuta giù ed una proprio durante una mia sessione ludica con i Micronauti.
Avrò avuto sei,sette anni credo e mi trovavo nella camera da letto dei miei genitori impegnato in una feroce battaglia tra il micronauta con il mantello e quello bianco quando all'improvviso sento il bisogno impellente di fare pipì e corro in bagno. Neanche il tempo di tirare l'acqua che si sente uno scatafascio tremendo e tutti corrono in camera e trovano parte dell'intonacatura del soffitto sopra il letto e proprio sui micronauti abbandonati lì dal sottoscritto.
Ma le mie peripezie con l'intonacatura del soffitto non finirono allora. Egli voleva la sua seconda occasione ed una mattina di qualche decennio fa l'ha avuta ( con pochi danni per fortuna, ma stavolta fece centro.)
Era mattina presto ed ancora dormivo quando improvvisamente mi risveglio urlando, coperto di polvere e con calcinacci e pezzi di intonaco tra le lenzuola.
In pratica mi crollarono addosso quasi due metri di intonacatura del soffitto addosso, proprio sopra il mio letto.


Per fortuna a parte un piccolo livido violaceo sul fianco sinistro non ebbi nessun danno fisico ma è certo che da allora guardo l'intonacatura del soffitto di casa con altri occhi aspettandomi prima o poi qualche altro scherzetto.

martedì 10 luglio 2012

" Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, chi li ha?"

Questa è una citazione che arriva direttamente dal film Stand By Me - Ricordo di un'estate a sua volta tratto liberamente dal racconto fantastico di Stephen King Il corpo pubblicato nella raccolta di novelle dal titolo Stagioni Diverse.
Non so di chi sia il merito di questa frase se di Rob Reiner il regista oppure di qualcuno degli sceneggiatori so che però nel racconto non me la ricordo nonostante sia tra quelli che ho letto più volte e che preferisco di più ( per me in un'ipotetica classifica Il Corpo si assesta sul podio tra le opere del Re).
Però è una frase azzeccata non solo  per quel che concerne il film ma anche per quel che concerne la vita vera, per lo meno la mia.
Non credo dipenda tanto dalle persone che ci circondavano allora ma più da uno stato mentale che andando avanti nel percorso di crescita e della vita si viene a perdere.
A quell'età è tutto circoscritto a noi, non ci sono ancora gli ormoni e le ragazze a scombussolare la vita e le amicizie e ammettiamolo spudoratamente il Re aveva ragione quando asseriva che in fondo tutto i ragazzini sono un po' pazzi e anche tra gli esseri più crudeli che esistano ( le autopsie sugli animaletti come formiche,cicale,ecc.ecc. che facevo da piccolo con i miei cugini in estate manco si contavano).
Soprattutto amerò sempre quell'età per quella mancanza di egoismo e i cui sentimenti di amicizia sono tra i più veri che ricordi.
Con l'adolescenza a poco a poco si forma una cerchia più ristretta e intima di amicizie ma sempre con quel velo di smaniosità, di attesa, di prendere il volo verso altre esperienze e gli amici, spesso e volentieri, passano in secondo piano e superati i trent'anni della maggior parte di questi rapporti non v'è traccia.
E qui lo dico, sarà la sindrome di Peter Pan o chissà cos'altro ma anche se dovessi rinunciare alla maturità e alle esperienze fatte, al sesso, alle palpitazioni dell'amore, è quella l'età a cui tornerei. ;-)



martedì 26 giugno 2012

Di come non si perde mai il vizio di criticare le passioni altrui per quanto incomprensibili ai nostri occhi ormai contornati dalle rughe.

Da piccolo leggevo Topolino, Il Corriere Dei Piccoli e sciocchezzuole come gli albi di David Gnomo.
Poi crescendo sono passato ai fumetti Marvel, ai manga e successivamente ai libri.
Con la musica è stato lo stesso perchè sono partito dalla musica da discoteca fino ad arrivare ai cantautori italiani e a gruppi come i Cranberries, Queen, Dire Straits, ecc.ecc.
Non c'è scritto da nessuna parte che un ragazzino/a che oggi ascolta i cantanti di Amici, Bieber o chissà quale gruppo Teen in voga adesso un giorno non potrà aprirsi anche ad altri orizzonti e a roba più adulta.
Ognuno vive, ascolta e legge in base alle proprie esigenze e alla struttura mentale dei propri anni.
Siamo tutti consapevoli che negli anni '70 e '80 probabilmente girava roba migliore in Tv, nel cinema, nella musica ma ciò non toglie che c'è nell'aria una forma di integralismo e di derisione verso i ragazzini soprattutto nei Social Network che ha dell'incredibile e Twitter in tal senso è qualcosa di allucinante.
Anche a me Moccia, Fabio Volo, Hunger Games o Twilight non interessano ma non mi sento di poterli criticare io che vedevo i robottoni come Goldrake e Jeeg, Duck Tales, Creamy, leggevo sciocchezzuole e sbavavo dietro le tette e i culi dei personaggi dei cartoni animati.
Sono stato ragazzino anch'io e probabilmente anche nella vostra adolescenza c'è stato qualche scheletro nell'armadio sotto forma di spazzatura musicale,cinematografica e di letteratura desecrabile.
C'è altresì da sperare che crescano, che evolvano mentalmente,che non si fossilizzino dietro questi "idoli" questo sì, ma criticare chi è ancora agli albori, boh, mi sembra francamente esagerato.
Comunque dalla prossima mi rimetto a parlare di libri che è un pò che non lo faccio mi permetto di sfogarmi giusto perchè so che non mi cagherà nessuno perchè in altri luoghi avrei di sicuro dato adito ad un vespaio.

martedì 19 giugno 2012

Il non fare un cazzo dà assuefazione.

E poi rifletti e pensi che è già fine giugno,che niente è cambiato,che sei sempre lì con le pezze al culo ed un falso sorriso,che fai spallucce e fingi ciò che non sei e che non sarai.
E il tempo scorre,scorre,corre e tu non arrivi mai,mai.
Ma da quanti anni vivi così,decenni?
Dove vai,chi sei,cosa hai raccolto?
Perchè le vite altrui ti sembrano così irraggiungibili, perchè sei così diverso?
Se il punto interrogativo fosse uomo, sarei io.
Che poi, uomo, è una parola  grossa.