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martedì 4 aprile 2023

Le strade di Laredo - Larry McMurtry

Marzo non mi è molto affine negli ultimi anni.

Prima il Covid, poi la zona rossa, e quest'anno una rogna familiare, che anche se programmata, ha di fatto reso difficoltosa la mia struttura temporale per quel che concerne la letteratura, trovando raramente la voglia e la lucidità per dedicare tempo ai libri.

Ho approfittato comunque degli sconti Einaudi di quel periodo e mi sono portato due libri a casa: La strada di Cormac McCarthy e Le strade di Laredo di Larry McMurtry.

Ad onor del vero, il secondo non era in programma, poiché cercavo altro, ma in tutte e le tre librerie che ho girato non ve n'era traccia, quindi ho preso Le strade di Laredo, e male non ho fatto.

Parliamo di quest'ultimo, ma prima andiamo di sinossi:

Texas, fine di un’epoca. Gli infiniti spazi aperti su cui scorrazzavano le grandi mandrie del West sono ora solcati dai binari dei treni, e su quei treni viaggiano merci preziose che i banditi possono rubare. Per fermarne uno astuto e spietato come Joey Garza serve «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi». Il capitano Woodrow Call è di nuovo in sella e, affiancato da compagni vecchi e nuovi, deve affrontare la piú insidiosa delle sfide: quella contro il tempo.

Texas, ultimo scampolo dell’Ottocento. Il mondo è cambiato, ma la storia continua. Niente piú mandrie di bestiame che percorrono praterie immense, ma treni che tagliano l’orizzonte. Tutto riprende da dove era iniziato, però con un salto di una ventina d’anni: Woodrow Call è di nuovo nella terra da cui si era allontanato per un’ormai leggendaria spedizione nel Montana. Tanti suoi amici di un tempo non ci sono piú, come non ci sono piú i nemici che conosceva bene, gli indiani e i messicani. I nuovi nemici sono i fuorilegge, che imperversano su entrambe le sponde del Rio Grande. Il capitano Call, «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi», è ormai un cacciatore di taglie. La sua fama lo precede e proprio per questo viene ingaggiato da un magnate delle ferrovie yankee per scovare un giovane bandito messicano che rapina i suoi treni e uccide i passeggeri. Sembrerebbe una faccenda di ordinaria amministrazione, ma Call è un eroe al tramonto, pieno di acciacchi e prigioniero dei ricordi, e ha bisogno di un compagno fedele per condurre la caccia. Come sempre convoca Pea Eye, suo caporale ai tempi dei ranger. Ma il mite Pea Eye ora è sposato con Lorena, l’ex bellissima prostituta dai tempi di Lonesome Dove, ha cinque figli e una fattoria da mandare avanti: la sua fedeltà va soprattutto alla famiglia. Call scopre di colpo che il suo rassicurante passato lo respinge, proprio mentre un irriconoscibile presente gli si para davanti sotto le sembianze di Ned Brookshire, un timoroso ragioniere di Brooklyn che gli viene messo alle costole dalla compagnia ferroviaria per tenere i conti della missione, ma soprattutto del terribile Joey Garza, un imberbe messicano gelido e individualista che colpisce con metodi inediti e imprevedibili. Carico di azione, violenza, umorismo e malinconia, Le strade di Laredo prosegue e completa la storia dei personaggi già cari ai lettori di Lonesome Dove e la intreccia con quella dei suoi nuovi, memorabili protagonisti – tra i quali giganteggia Maria, l’indomita madre di Joey Garza. Tutti saranno riuniti in una mirabile resa dei conti che, nello stile di Larry McMurtry, smonta qualsiasi stereotipo western. Le strade di Laredo non è un semplice sequel né soltanto la storia di un’estenuante caccia all’uomo, ma racconta un mondo brutale, in rapido cambiamento, dove i valori tradizionali quali l’amore, l’amicizia, la fedeltà e la solidarietà verranno rifondati alla luce della nuova era che sta per nascere.


Allora, questo libro si porta il macigno sulle spalle di essere il seguito di uno dei più bei libri sul genere western mai scritti, ovvero Lonesome Dove.

Sapevo già che sarebbe stata un'impresa improba, poiché mancava proprio il personaggio che era il cuore di quel libro, ovvero Gus McRae, ma la sua presenza aleggia anche in questo, anche se in maniera astratta.

Le strade di Laredo è un gran bel western, ed è un libro veramente ben strutturato, McMurtry fa un gran bel lavoro per quel che concerne i personaggi, mostrandoci le gesta ed i punti di vista di tutti i personaggi, anche quelli più infidi e cattivi.

Ritroviamo Woodrow Call, che ormai viene considerato un Texas Ranger leggendario, ma è una figura ormai invecchiata, quasi arrugginita, per certi versi.

Gli viene affidata la missione di fermare in ogni modo un sadico e freddo rapinatore di diligenze dalla mira infallibile, e molto più giovane di lui.

C'è un che di ineluttabile in questo libro, fin dall'inizio.

Tutti coloro che accompagnavano Call nel suo cammino sono morti o profondamente cambiati, chi è impazzito, o chi come Pea Eye, ha messo su famiglia e non è più convinto.

E' un libro molto malinconico, per certi versi, come se questi personaggi, in fin dei conti, facessero ormai parte di un'epoca precedente.

Come sempre ho adorato il tema della ricerca e del viaggio.

I terreni aridi e scoscesi dell'Ovest, del Texas, fino ad arrivare in Messico.

La narrazione di McMurtry è dannatamente spietata, ed in ogni pagina, ci si può veramente aspettare il peggio, per ciò che concerne qualsiasi personaggio che fa parte di questa compagnia di avventurieri.

Il libro è formato da tanti POV che poi vanno ad intersecarsi uno con l'altro, e da questo punto di vista, il libra è veramente splendido, perché McMurtry fa un lavoro enorme anche per quel che concerne i comprimari, dandogli veramente spessore e vita.

In tutto questo spiccano anche le donne del libro, che non sono quelle classiche donnine che si fanno i pianti aspettando i mariti, ma personalità complesse e coraggiose, la vera forza e l'anima di questo libro.

Lorena e Maria, sono per me i personaggi cardini di questo libro.

Ci sono dei difetti?

Beh, ci sono delle parti discutibili.

Un lettore "preso" si accorgerà di alcuni errori di valutazione di protagonisti e villain molto grossolani, in corso d'opera, però la bravura di McMurtry sta proprio nel fatto che non si limita solo a raccontarceli, ma ci mostra le conseguenze di quelle azioni, anche in termini di riflessioni personali dei protagonisti, quindi in qualche modo ce li rende accettabili.

D'altronde nessuno è infallibile, ed in un mondo spietato come quello del west di quegli anni, anche il minimo sbaglio può portare alla morte.

Insomma, Le strade di Laredo è un gran bel libro, che consiglio senza riserve.

Certo, non raggiunge i fasti di Lonesome Dove, ma è un libro che si difende bene.

Qualche riserva ce l'ho sull'epilogo, che è molto pacificatore, ma che mi aspettavo molto più chiuso e definitivo.

McMurtry è una garanzia, per quel che mi riguarda, e mi piacerebbe molto leggere anche le altre sue opere, soprattutto L'ultimo spettacolo, che corteggio da tanto.


lunedì 6 aprile 2020

Il Grande Cielo - A.B. Guthrie Jr.

" Il mondo mi assale come un mare" disse " una collina e poi un vuoto che mi rotola sotto i piedi, cercando di rovesciarmi"

Si ritorna al west, alla vita di frontiera, ai bivacchi solitari, tra le braccia di una squaw, tra bisonti e lupi, tra caccia alle pelli di castoro, ed ai sentieri impervi e scoscesi di montagna.
Si ritorna ai grandi paesaggi americani, tra gli indiani a caccia di scalpi, fino alle compagnie francesi e inglesi di pellicce.
Un crocevia prima dell'avvento di colonizzatori senza scrupoli.
Un grande spaccato di storia americana del primo ottocento.
Dove spesso i contenziosi si risolvevano a colpi di fucile.


Il Grande Cielo è tutto questo ed anche di più.
Strutturato in più archi temporali, questo libro è di facile immersione, ma pesante ed irto, da risultare impegnativo.
Però ripaga, eccome se ripaga.

Via di sinossi:

"Invecchiando, cominciava a sentire le cose in un modo diverso. Gli piacevano ancora vedere le colline e percorrere i fiumi, ma la metà del piacere era nel ricordare. Dopo che c'eri stato, un luogo non era più soltanto un posto qualsiasi. Si aggiungevano il tempo che ci avevi passato, le cose che avevi pensato, le persone con cui avevi bevuto. C'era un tempo iniziale e il posto in sé, e poi c'erano lo stesso luogo, il tempo e l'uomo che eri stato, tutti mescolati insieme, uno con l'altro".

La sinossi è molto suggestiva, ma spiega poco limitandosi a citare una delle più belle riflessioni del romanzo.

Al di là della mole di episodi, la trama è abbastanza semplice:
Seguiamo il percorso di vita di un giovanissimo Boone Caudill ancora capace di provare emozioni ed empatia fino all'inevitabile nostalgia di casa in seguito alla sua fuga, fino alla sua trasformazione in una figura complessa e sempre più enigmatica smussata dal suo candore dalla vita selvaggia e faticosa di montagna.
Dapprima viaggiatore solitario, poi aggregato ad una compagnia che commercia pellicce, fino alla sua ossessione per una giovanissima indiana che lo porterà a vivere e comprendere altri modi di vivere e punti di vista.
Un personaggio con cui in corso d'opera diventerà sempre più difficile empatizzare.
La storia è suddivisa in almeno cinque/sei macro capitoli sulla sua vita e le sue avventure.
Spesso accompagnato da altri due pellegrini con cui incrocia il cammino, Dick Summers e Jim Deakins, due personaggi che chiamare comprimari è riduttivo.
Dick Summers con la sua esperienza, con il suo sentire il peso dell'età, e con le sue riflessioni, è per me il miglior personaggio del libro.

Dire di più su questa splendida avventura sarebbe un delitto.
Il Grande Cielo è un romanzo rude, ma onesto.
Una storia monumentale, in cui percepisci la fatica, la fame, la gioia del nutrimento e della caccia, del rispetto, ma anche di umani che la montagna trasfigura fino alla loro essenza, e non saranno mai più gli stessi.
E dove il fiume Missouri con le sue acque torbide ci ri-catapulta tra i cuori di tenebra.

Dio, come adoro queste storie, e come ho imparato ad amare le lande sconfinate della frontiera.

Il Grande Cielo è parte di una saga in sei volumi, ed il secondo a Guthrie è valso persino il premio Pulitzer.
E' inutile affermare che presto o tardi conto di leggere gli altri volumi, o almeno quelli che sono stati tradotti in italiano.

Un'opera maestosa che merita di essere letta e riletta.
Sarò stato fortunato ad aver scelto finora il meglio del meglio, ma il western mi sta dando parecchie emozioni.


Alla prossima!









venerdì 5 luglio 2019

Lonesome Dove - Larry McMurtry

Ecco un libro che mi ha inizialmente scoraggiato per via della sua maestosità, e che poi paragrafo dopo paragrafo e capitolo dopo capitolo ho iniziare ad amare immensamente, tanto da non volermene separare più.
Quando trovo un libro che riesce a scardinare le mie difese e da cui mi sento sopraffatto, poi più niente sembra avere più senso, e qualsiasi prossima lettura deve attendere che io riesca a superare la sindrome da abbandono che mi prende dopo un libro così bello.

Lonesome Dove si candida a essere una delle letture della mia vita.
E' un romanzo così bello che mi ha annichilito.
Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei appassionato alla narrativa western e che soprattutto ci sarebbe stato un genere capace di rivaleggiare con il mio primo amore che è l'horror.

Eppure prima Steinbeck con Furore, Uomini & Topi e La Valle Dell'eden che mi hanno avvicinato alle storie rurali della provincia americana e poi Cormac McCarthy, Kent Haruf ed adesso Larry McMurtry mi stanno trascinando inesorabile in una nuove fase letteraria della mia vita, pregna di emozioni ed amore infinito.

Pregna di viaggi, bivacchi, sparatorie, mandrie da catturare, saloon, puttane, coraggio ed onore.
Un po' mi riportano ai film western che amavo da bambino, ma allora facevo poco caso ai personaggi ed a ciò che provavano, ma solamente alle sparatorie ed a dove venivo trascinato dalla trama.

Lonesome Dove è un vero e proprio viaggio, non solo letterale, ma nell'anima di ogni personaggio che ne prende parte.
Ma andiamo di sinossi, che è presa in prestito dal sito di Einaudi ( la casa editrice che ha ripubblicato in nuova edizione questa perla ):

Leggenda e realtà, eroi e fuorilegge, indiani e pionieri, un’odissea attraverso le Grandi Pianure e la morte come sola compagna di viaggio, la malinconia di un’epoca al tramonto e l’eccitazione di una cavalcata selvaggia. L’avventura che non finirà mai: questo è il West.
In uno sputo di paese al confine fra il Texas e il Messico, Augustus McCrae e Woodrow Call, due dei piú grandi e scapestrati ranger che il West abbia conosciuto, hanno cambiato vita: convertiti al commercio di bestiame, ammazzano il tempo come possono. Augustus beve whiskey sotto il portico e gioca a carte al Dry Bean, mentre Call lavora sodo dall’alba al tramonto e continua a dare ordini a Pea Eye, Deets e al giovane Newt. La guerra civile è finita da un pezzo e la sera, sul Rio Grande, non si incontrano né Comanche né banditi messicani, ma solo armadilli e capre spelacchiate. L’equilibrio si spezza quando, dopo una lunga assenza, torna in cerca d’aiuto un vecchio compagno d’armi, il seducente e irresponsabile Jake Spoon, che descrive agli amici i pascoli lussureggianti del Montana e cosí dà fuoco alla miccia dell’irrequietezza di Call: raduneranno una mandria di bovini, li guideranno fin lassú e saranno i primi a fondare un ranch oltre lo Yellowstone. È l’inizio di un’epica avventura attraverso le Grandi Pianure, che coinvolgerà una squadra di cowboy giovani e maturi, oltre a un folto gruppo di prostitute, cacciatori di bisonti, indiani crudeli o derelitti, trapper, sceriffi e giocatori d’azzardo: decine di piccole storie che s’intrecciano tra loro ed escono dall’ombra della grande Storia americana. Lonesome Dove è un libro leggendario, il vero grande classico della letteratura western, l’opera che raggiunge il culmine di un genere e allo stesso tempo chiude un’epoca. Non a caso c’è il cinema all’origine del romanzo: all’inizio degli anni Settanta, Peter Bogdanovich vuole girare un film in omaggio al suo maestro John Ford, con John Wayne, James Stewart e Henry Fonda nelle parti principali. McMurtry scrive il copione: nasce cosí il primo abbozzo di Lonesome Dove, sebbene con un altro titolo. Alla fine il progetto non giungerà in porto, ma quella storia continua a ronzare nella testa di McMurtry per piú di dieci anni, finché non decide di scriverci un romanzo. Lonesome Dove negli Stati Uniti è subito salutato come un capolavoro e vince il Pulitzer nel 1986. In seguito verrà adattato in una mini-serie televisiva, con Robert Duvall e Tommy Lee Jones, che ottiene un grandissimo successo e segna l’inizio del revival western al cinema, culminato con Balla coi lupi e Gli spietati. Da tempo irreperibile sul mercato italiano, Lonesome Dove torna ora in libreria in una nuova traduzione.

Una sinossi forse fin troppo descrittiva, ma d'altronde parliamo di un romanzo che ha vinto il premio Pulitzer.
Mi viene difficile quindi parlarne, anche perché non penso di poter essere all'altezza di farne una recensione, quindi lascerò parlare solo le mie emozioni.

E' difficile inizialmente entrare in confidenza con questo romanzo, i primi capitoli sono lenti e descrittivi, ci sono molti personaggi, e quindi bisogna avere un po' di pazienza per assimilarne le dinamiche.
Una volta fatto ciò nonostante il libro sia un vero e proprio mattone, la lettura scivola via che è un piacere.
McMurtry, non è McCarthy la cui prosa è ricercata e che potresti passare il tuo tempo a sottolinearne diversi paragrafi per quanto sia bella, però ha una scrittura molto essenziale ma ugualmente descrittiva ed immersiva.

Una delle poche cose che non mi sono piaciute è qualche intersecazione di troppo tra alcuni personaggi che nonostante la vastità degli stati tra il Texas e il Montana ( in cui i protagonisti sono diretti ) sembrano incontrarsi più volte troppo facilmente, ma è una quisquilia, nient'altro.

Per il resto il romanzo è una meraviglia.
Un viaggio avventuroso dal Texas al Montana fatto di personaggi molto peculiari e descritti in maniera magnifica.
Gus McCrae è semplicemente l'anima e il personaggio più bello del libro, mentre molto più enigmatico, complesso e spinoso è il capitano Call Woodrow troppo oppresso, ombroso e ligio al dovere.
Entrambi ( più il secondo in verità) si fanno carichi di portare una mandria nello stato ancora "brado" del Montana in un viaggio faticosissimo ed irto di pericoli.
McMurtry è spietatissimo e non risparmia nulla al lettore.
Il bello di questo libro è che se ti affezioni ad un personaggio hai paura di voltare la pagina successiva perché sai che potrebbe lasciarci le penne da un momento all'altro.

C'è molto da riflettere sugli usi e costumi di quel tempo, sulla giustizia sommaria, e su tutto il resto.
E' un romanzo dal sottotesto molto forte che è un vero e proprio pezzo di storia americana.

Qualsiasi cosa dicessi d'altro sarebbe un probabile spoiler.
La cosa bella di questo romanzo è vivere e lasciarsi trascinare da questo peregrinare in sella tra banditi, indiani, tempeste di ogni tipo, e soprattutto nella vita e nei pensieri di ogni personaggio.

Un viaggio straordinario che sono felice di aver fatto, e che non avrei voluto finisse mai.

Grazie infinite, McMurtry.


Alla prossima!