Ecco un libro che mi ha inizialmente scoraggiato per via della sua maestosità, e che poi paragrafo dopo paragrafo e capitolo dopo capitolo ho iniziare ad amare immensamente, tanto da non volermene separare più.
Quando trovo un libro che riesce a scardinare le mie difese e da cui mi sento sopraffatto, poi più niente sembra avere più senso, e qualsiasi prossima lettura deve attendere che io riesca a superare la sindrome da abbandono che mi prende dopo un libro così bello.
Lonesome Dove si candida a essere una delle letture della mia vita.
E' un romanzo così bello che mi ha annichilito.
Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei appassionato alla narrativa western e che soprattutto ci sarebbe stato un genere capace di rivaleggiare con il mio primo amore che è l'horror.
Eppure prima Steinbeck con Furore, Uomini & Topi e La Valle Dell'eden che mi hanno avvicinato alle storie rurali della provincia americana e poi Cormac McCarthy, Kent Haruf ed adesso Larry McMurtry mi stanno trascinando inesorabile in una nuove fase letteraria della mia vita, pregna di emozioni ed amore infinito.
Pregna di viaggi, bivacchi, sparatorie, mandrie da catturare, saloon, puttane, coraggio ed onore.
Un po' mi riportano ai film western che amavo da bambino, ma allora facevo poco caso ai personaggi ed a ciò che provavano, ma solamente alle sparatorie ed a dove venivo trascinato dalla trama.
Lonesome Dove è un vero e proprio viaggio, non solo letterale, ma nell'anima di ogni personaggio che ne prende parte.
Ma andiamo di sinossi, che è presa in prestito dal sito di Einaudi ( la casa editrice che ha ripubblicato in nuova edizione questa perla ):
Una sinossi forse fin troppo descrittiva, ma d'altronde parliamo di un romanzo che ha vinto il premio Pulitzer.
Mi viene difficile quindi parlarne, anche perché non penso di poter essere all'altezza di farne una recensione, quindi lascerò parlare solo le mie emozioni.
E' difficile inizialmente entrare in confidenza con questo romanzo, i primi capitoli sono lenti e descrittivi, ci sono molti personaggi, e quindi bisogna avere un po' di pazienza per assimilarne le dinamiche.
Una volta fatto ciò nonostante il libro sia un vero e proprio mattone, la lettura scivola via che è un piacere.
McMurtry, non è McCarthy la cui prosa è ricercata e che potresti passare il tuo tempo a sottolinearne diversi paragrafi per quanto sia bella, però ha una scrittura molto essenziale ma ugualmente descrittiva ed immersiva.
Una delle poche cose che non mi sono piaciute è qualche intersecazione di troppo tra alcuni personaggi che nonostante la vastità degli stati tra il Texas e il Montana ( in cui i protagonisti sono diretti ) sembrano incontrarsi più volte troppo facilmente, ma è una quisquilia, nient'altro.
Per il resto il romanzo è una meraviglia.
Un viaggio avventuroso dal Texas al Montana fatto di personaggi molto peculiari e descritti in maniera magnifica.
Gus McCrae è semplicemente l'anima e il personaggio più bello del libro, mentre molto più enigmatico, complesso e spinoso è il capitano Call Woodrow troppo oppresso, ombroso e ligio al dovere.
Entrambi ( più il secondo in verità) si fanno carichi di portare una mandria nello stato ancora "brado" del Montana in un viaggio faticosissimo ed irto di pericoli.
McMurtry è spietatissimo e non risparmia nulla al lettore.
Il bello di questo libro è che se ti affezioni ad un personaggio hai paura di voltare la pagina successiva perché sai che potrebbe lasciarci le penne da un momento all'altro.
C'è molto da riflettere sugli usi e costumi di quel tempo, sulla giustizia sommaria, e su tutto il resto.
E' un romanzo dal sottotesto molto forte che è un vero e proprio pezzo di storia americana.
Qualsiasi cosa dicessi d'altro sarebbe un probabile spoiler.
La cosa bella di questo romanzo è vivere e lasciarsi trascinare da questo peregrinare in sella tra banditi, indiani, tempeste di ogni tipo, e soprattutto nella vita e nei pensieri di ogni personaggio.
Un viaggio straordinario che sono felice di aver fatto, e che non avrei voluto finisse mai.
Grazie infinite, McMurtry.
Alla prossima!
Quando trovo un libro che riesce a scardinare le mie difese e da cui mi sento sopraffatto, poi più niente sembra avere più senso, e qualsiasi prossima lettura deve attendere che io riesca a superare la sindrome da abbandono che mi prende dopo un libro così bello.
Lonesome Dove si candida a essere una delle letture della mia vita.
E' un romanzo così bello che mi ha annichilito.
Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei appassionato alla narrativa western e che soprattutto ci sarebbe stato un genere capace di rivaleggiare con il mio primo amore che è l'horror.
Eppure prima Steinbeck con Furore, Uomini & Topi e La Valle Dell'eden che mi hanno avvicinato alle storie rurali della provincia americana e poi Cormac McCarthy, Kent Haruf ed adesso Larry McMurtry mi stanno trascinando inesorabile in una nuove fase letteraria della mia vita, pregna di emozioni ed amore infinito.
Pregna di viaggi, bivacchi, sparatorie, mandrie da catturare, saloon, puttane, coraggio ed onore.
Un po' mi riportano ai film western che amavo da bambino, ma allora facevo poco caso ai personaggi ed a ciò che provavano, ma solamente alle sparatorie ed a dove venivo trascinato dalla trama.
Lonesome Dove è un vero e proprio viaggio, non solo letterale, ma nell'anima di ogni personaggio che ne prende parte.
Ma andiamo di sinossi, che è presa in prestito dal sito di Einaudi ( la casa editrice che ha ripubblicato in nuova edizione questa perla ):
Leggenda e realtà, eroi e fuorilegge, indiani e pionieri, un’odissea attraverso le Grandi Pianure e la morte come sola compagna di viaggio, la malinconia di un’epoca al tramonto e l’eccitazione di una cavalcata selvaggia. L’avventura che non finirà mai: questo è il West.
In uno sputo di paese al confine fra il Texas e il Messico, Augustus McCrae e Woodrow Call, due dei piú grandi e scapestrati ranger che il West abbia conosciuto, hanno cambiato vita: convertiti al commercio di bestiame, ammazzano il tempo come possono. Augustus beve whiskey sotto il portico e gioca a carte al Dry Bean, mentre Call lavora sodo dall’alba al tramonto e continua a dare ordini a Pea Eye, Deets e al giovane Newt. La guerra civile è finita da un pezzo e la sera, sul Rio Grande, non si incontrano né Comanche né banditi messicani, ma solo armadilli e capre spelacchiate. L’equilibrio si spezza quando, dopo una lunga assenza, torna in cerca d’aiuto un vecchio compagno d’armi, il seducente e irresponsabile Jake Spoon, che descrive agli amici i pascoli lussureggianti del Montana e cosí dà fuoco alla miccia dell’irrequietezza di Call: raduneranno una mandria di bovini, li guideranno fin lassú e saranno i primi a fondare un ranch oltre lo Yellowstone. È l’inizio di un’epica avventura attraverso le Grandi Pianure, che coinvolgerà una squadra di cowboy giovani e maturi, oltre a un folto gruppo di prostitute, cacciatori di bisonti, indiani crudeli o derelitti, trapper, sceriffi e giocatori d’azzardo: decine di piccole storie che s’intrecciano tra loro ed escono dall’ombra della grande Storia americana. Lonesome Dove è un libro leggendario, il vero grande classico della letteratura western, l’opera che raggiunge il culmine di un genere e allo stesso tempo chiude un’epoca. Non a caso c’è il cinema all’origine del romanzo: all’inizio degli anni Settanta, Peter Bogdanovich vuole girare un film in omaggio al suo maestro John Ford, con John Wayne, James Stewart e Henry Fonda nelle parti principali. McMurtry scrive il copione: nasce cosí il primo abbozzo di Lonesome Dove, sebbene con un altro titolo. Alla fine il progetto non giungerà in porto, ma quella storia continua a ronzare nella testa di McMurtry per piú di dieci anni, finché non decide di scriverci un romanzo. Lonesome Dove negli Stati Uniti è subito salutato come un capolavoro e vince il Pulitzer nel 1986. In seguito verrà adattato in una mini-serie televisiva, con Robert Duvall e Tommy Lee Jones, che ottiene un grandissimo successo e segna l’inizio del revival western al cinema, culminato con Balla coi lupi e Gli spietati. Da tempo irreperibile sul mercato italiano, Lonesome Dove torna ora in libreria in una nuova traduzione.
Una sinossi forse fin troppo descrittiva, ma d'altronde parliamo di un romanzo che ha vinto il premio Pulitzer.
Mi viene difficile quindi parlarne, anche perché non penso di poter essere all'altezza di farne una recensione, quindi lascerò parlare solo le mie emozioni.
E' difficile inizialmente entrare in confidenza con questo romanzo, i primi capitoli sono lenti e descrittivi, ci sono molti personaggi, e quindi bisogna avere un po' di pazienza per assimilarne le dinamiche.
Una volta fatto ciò nonostante il libro sia un vero e proprio mattone, la lettura scivola via che è un piacere.
McMurtry, non è McCarthy la cui prosa è ricercata e che potresti passare il tuo tempo a sottolinearne diversi paragrafi per quanto sia bella, però ha una scrittura molto essenziale ma ugualmente descrittiva ed immersiva.
Una delle poche cose che non mi sono piaciute è qualche intersecazione di troppo tra alcuni personaggi che nonostante la vastità degli stati tra il Texas e il Montana ( in cui i protagonisti sono diretti ) sembrano incontrarsi più volte troppo facilmente, ma è una quisquilia, nient'altro.
Per il resto il romanzo è una meraviglia.
Un viaggio avventuroso dal Texas al Montana fatto di personaggi molto peculiari e descritti in maniera magnifica.
Gus McCrae è semplicemente l'anima e il personaggio più bello del libro, mentre molto più enigmatico, complesso e spinoso è il capitano Call Woodrow troppo oppresso, ombroso e ligio al dovere.
Entrambi ( più il secondo in verità) si fanno carichi di portare una mandria nello stato ancora "brado" del Montana in un viaggio faticosissimo ed irto di pericoli.
McMurtry è spietatissimo e non risparmia nulla al lettore.
Il bello di questo libro è che se ti affezioni ad un personaggio hai paura di voltare la pagina successiva perché sai che potrebbe lasciarci le penne da un momento all'altro.
C'è molto da riflettere sugli usi e costumi di quel tempo, sulla giustizia sommaria, e su tutto il resto.
E' un romanzo dal sottotesto molto forte che è un vero e proprio pezzo di storia americana.
Qualsiasi cosa dicessi d'altro sarebbe un probabile spoiler.
La cosa bella di questo romanzo è vivere e lasciarsi trascinare da questo peregrinare in sella tra banditi, indiani, tempeste di ogni tipo, e soprattutto nella vita e nei pensieri di ogni personaggio.
Un viaggio straordinario che sono felice di aver fatto, e che non avrei voluto finisse mai.
Grazie infinite, McMurtry.
Alla prossima!
Il tuo entusiasmo è tale che quasi quasi! Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Era così evidente? :-)
EliminaGrazie!
Pur amando la geografia che fa da scenario, non credo sia il mio romanzo.
RispondiEliminaPreferisco la stessa ambientazione, ma più moderna.
Moz-
Io invece sto imparando ad amare sempre di più i romanzi storici e di frontiera americana.
EliminaSembra bellissimo, ma in questo momento, forse, scoraggerebbe un po' anche me.
RispondiEliminaDel genere, in libreria, ho Thomas Savage ad attendermi. ;)
Non lo conosco, vado a googlare. :-)
EliminaChe mi hai fatto scoprire!
EliminaOra voglio leggere Il Potere Del Cane assolutamente.
Non sono particolarmente attratto dalle ambientazioni western, neanche al cinema. Mentre in compenso mi lascio facilmente catturare dai deserti australiani e dai relativi "mattoni" letterari.
RispondiEliminaSpero in ogni caso che stavolta il premio lo abbiano azzeccato, dopo la fregatura che mi son preso con l'ultimo Pulitzer che ho letto: "Il cardellino" di Donna Tartt.
Non sono in grado e nemmeno voglio avere la presunzione di dire se un premio è meritato o meno, però posso assicurarti che questo romanzo, a mio avviso, è una lettura splendida.
EliminaAhah me li immagino ogni volta che rincontrano personaggi già visti, "arieccoli questi...", girando gli occhi al cielo 😄
RispondiEliminaComunque che ansia e allo stesso tempo stupendo che ti faccia temere la morte di un personaggio a cui ti sei affezionato. A me succede con TWD.
A me con Twd accadeva il contrario, di alcuni personaggi non ricordavo manco il nome e quindi speravo in una sfoltita al più presto. Ahahaah
EliminaScherzi a parte, sono contento se a te Twd piace, anch'io l'ho seguito fino alla settima/ottava stagione. Appena so che arriverà alla conclusione anche il telefilm, recupererò anche le altre.
Ahahah a me capita con Fear TWD ma proprio con TUTTI i personaggi. Ho iniziato stasera la quarta stagione e almeno, oltre a Morgan (della serie ammiraglia), sono stati introdotti altri due personaggi interessanti. Speriamo bene.
EliminaPer ora guardo tutti per inerzia, in attesa della trilogia di film con Rick 😍
Comunque mi riferivo anche al fumetto, non solo al telefilm (che ho appena ricominciato per una mega maratona, fino alla fine).
Anch'io ce l'ho lì, scoraggiato dalle dimensioni. Ma recensioni come questa mi fanno venire la voglia di provarci.
RispondiEliminaLa mole spaventa ed anche l'inizio non è indolore, ma capitolo dopo capitolo a me ha avvinto da morire.
EliminaSe hai uno scampolo di tempo libero, buttaci un occhio.
Tra i miei viaggi previsti c'è la risalita del Missouri, vuoi che mi faccia sfuggire un romanzo di questo genere che sembra incarnare la mia avventura?
RispondiEliminaSono convintissimo che a te piacerebbe molto!
EliminaCon i tuoi post si scoprono sempre dei bellissimi libri. Complimenti.
RispondiEliminaTroppo buono!
EliminaNon amo il western, sia cinematografico che letterario. Film western ne ho visti pochissimi, mentre libri western ho letto solo qualche racconto di Richard Matheson.
RispondiEliminaPensavo lo stesso anch'io fino a poco tempo fa.
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