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martedì 15 settembre 2020

I miei libri preferiti: Il figlio del cimitero - Neil Gaiman

 " Voglio vedere la vita " annunciò Bod. 

" Voglio stringerla tra le mani. Voglio lasciare un'impronta sulla sabbia di un'isola deserta. Voglio giocare a pallone  con la gente. Voglio... " disse, poi si interruppe per pensare.

" Voglio tutto. "



E' un po' paradossale trovarsi in difficoltà nel parlare di un romanzo dichiaratamente per ragazzi, ma Il figlio del cimitero pur nella sua semplicità di scrittura è un libro complesso da descrivere.

E mi rendo conto che molti storceranno il naso all'idea che un quarantenne come me, possa pensare di inserire tra i suoi preferiti un romanzo del genere.

La verità è che Il Figlio Del Cimitero mi emoziona sempre un sacco, tutte le volte.

E credo che questo basti.

Sarà per lo stile di Neil Gaiman così elegante, poetico e delicato, uno stile che ho riscontrato soltanto in un altro scrittore che amo alla follia : Ray Bradbury.

In verità il mio amore per questo romanzo va un attimino contestualizzato.

Sarei un pazzo se volessi paragonare un romanzo del genere a capolavori come quelli di Steinbeck, Hemingway o McCarthy.

Questo libro di Neil è molto leggero, ermetico e per certi versi sfuggente.

Pregno di avvenimenti e di dialoghi, precisi e dettagliati, ma allo stesso tempo ermetici, dove c'è molto non detto e non raccontato.

Ed è forse l'unico difetto che riscontro in questo libro.

Mi ha ricordato molto Ballard.

Cioè per dire, se fosse stato King avrebbe sicuramente dato più spazio al passato di alcuni personaggi e alle loro motivazioni, che in questa storia appaiono un po' fumosi e blandi, ed è un peccato perché pur delineandoli in maniera ermetica Gaiman riesce a farti amare tutti i personaggi del cimitero con cui Bod interagisce, da Silas fino alla Signorina Lupescu, per finire alla misteriosa figura della Signora dal cavallo bianco.

Ma mi rendo conto che senza sinossi sarebbero discorsi senza senso:

Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni del maestro Silas. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato. Silas è un fantasma. E la signora Owens è morta duecento anni fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all'omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l'hanno accolto e adottato per proteggerlo dai suoi assassini. Da allora è Nobody, il bambino che vive tra le tombe, e grazie a un dono della Morte sa comunicare con i defunti. Dietro le porte del cimitero nessuno può fargli del male. Ma Bod è un vivo, e forte è il richiamo del mondo oltre il cancello. Un mondo in cui conoscerà l'amicizia dei suoi simili, ma anche l'impazienza di un coltello che lo aspetta da undici lunghissimi anni... Età di lettura: da 12 anni.



Il figlio del cimitero è un teen fantasy dalle venature horror.

Anzi potremmo dire che l'inizio è dichiaratamente horror, ma narrato con così naturalezza e delicatezza da assomigliare ad una fiaba.

Un bambino in maniera piuttosto fortunosa sfugge all'assassinio della sua famiglia e si rifugia tra le tombe del cimitero vicino casa, dove i morti si prenderanno cura di lui nascondendolo da questa misteriosa confraternita che vuole ucciderlo.

Bod crescerà all'interno del cimitero in una sequela di micro-avventure volte a farlo crescere e maturare.

Lo dico apertamente, questi micro-capitoli sono stupendi.

E' un romanzo che scivola via che è un piacere e che si legge alla velocità della luce.

E come ho detto su, sembra assurdo che in così poche pagine, Gaiman è riuscito ad infilarci il mondo intero.

Il figlio del cimitero regala molte pagine veramente toccanti, ci dona un'interpretazione della Danza Macabra sotto forma di un ballo rituale, che è qualcosa di sublime.

Ma tutte le avventure che Bod vivrà all'interno e fuori dal cimitero sono narrate in maniera divina.

Il capitolo dedicato ai Ghoul che tanto omaggia e ricorda Lovecraft, è un qualcosa di eccezionale. 

Il finale è giustissimo e da applausi.

Per me questo libro è un piccolo capolavoro.

L'unica riserva è relativo al fatto che alcuni personaggi e le loro motivazioni vengano lasciate quasi all'interpretazione del lettore ( per esempio non è impossibile ipotizzare che Silas possa essere un famoso conte che tutti conosciamo ) o raccontate con quattro frasi in croce, lasciandoci  con il dubbio su che cosa siano I Mastini di Dio, la confraternita dei Jack e tutto il companatico.

Con venti, trenta pagine in più questo romanzo sarebbe stato un capolavoro.

Ma forse questo non era l'intento di Gaiman.

Voleva narrare l'avventura fantastica di un bambino che diventa ragazzo e poi uomo.

Un bambino che vive con i morti, e che così poco conosce del mondo dei vivi.

Un'avventura scritta in maniera divina con perizia e saggezza, e che soprattutto commuove.

Chi conosce Gaiman sa già cosa lo aspetta, perché l'autore a volte tende un po' a ripetersi ( per esempio a me leggendo questo romanzo sono tornati in mente alcuni passaggi di Sandman ), ma per chi non conosce quest'autore, lasciatemelo dire, che grave mancanza!

Neil Gaiman è un narratore immenso, e andrebbe letto e riletto.

Anche se sono convinto che bene o male, ormai le sue storie le conoscano quasi tutti visto quanto è stato saccheggiato dalle serie Tv e dal cinema.

Quindi se conoscete American Gods, Good Omens, Coraline e Stardust, sappiate che sono tutte opere del buon Neil che andrebbero lette, rilette, e poi rilette.

Si parlava anche di un film relativo a Il figlio del cimitero ed in effetti mi sembra strano che non sia stato ancora realizzato.

Raramente horror, fantasy e fiaba, si sono mischiati così bene.

Neil trova il tempo ed il modo in questo piccolo libro di inserire di tutto: romanzo di formazione, horror di stampo classico con vampiri, ghoul, licantropi e fantasmi, assassini che sembrano usciti da uno slasher, streghe, e personaggi mitologici.

Questo romanzo è stato anche vincitore dello Hugo Award del 2009 ed anche della Newbery Medal, quindi eventualmente non sono stato l'unico ad amarlo. :-P

P.s: dimenticavo di citare le belle illustrazioni di Dave McKean che fanno da corollario alla narrazione.

Alla prossima!


sabato 30 dicembre 2017

Neil Gaiman Mi Fa Incazzare

Ultimamente pensavo al fatto che rispetto ad un tempo faccio molta più fatica a trovare recensioni che mi spingano alla lettura di un libro.
E non parlo delle recensioni dei blogger, che per loro natura devono essere argomentate, ma parlo dei siti specializzati che rispetto ad un tempo si limitano alle news ed a poco altro.
Sono finiti i tempi in cui le recensioni in calce sotto un libro cercato su Amazon o Ibs valevano qualcosa e scusatemi se oggi non riesco a dare la minima credibilità ad un giudizio spesso tranciante di una sola stelletta sotto un romanzo classico, magari digitato dalla stessa mano che ha dato cinque stellette ad un romanzo di Fabio Volo o alle Cinquanta Sfumature.
Con questo che voglio dire?
Voglio dire che non tutti abbiamo i mezzi per fare una recensione ed io stesso potrei non averli, ed ecco perché parlare di un libro mi è diventato così difficile.
Empatizzo troppo con l'autore, forse.
Chi sono io per poter criticare qualcuno che ha speso mesi o anni per creare un'opera?
Ho i mezzi per farlo?
Li abbiamo tutti quanti in questo momento storico in cui le stelline rappresentano il miglior modo per dimostrare di aver gradito o meno qualcosa?
Faccio questa premessa perché il titolo del post è fuorviante e quindi potrebbe spingere qualcuno che magari non ha voglia di leggere quello che sto scrivendo, ad una invettiva velocissima nei miei confronti.

Quindi meglio mettere le mani avanti e premettere che il mio è un titolo provocatorio.
Perché io amo Neil Gaiman.
Sandman è il fumetto preferito della mia post-adolescenza.
Ne rileggo alcuni passaggi più volte l'anno e me ne innamoro sempre di più.
American Gods è un romanzo bellissimo, con alcuni difetti secondo me, ma nonostante un finale per me troppo veloce e tirato via, ha dato piena dimostrazione del talento e della capacità di scrittura di Neil.
Uno dei pochi che potrebbe abbeverarsi dalla pozza dei miti e soprattutto uno dei pochi ad avere una cultura enciclopedica per tutto ciò che concerne miti e leggende.
American Gods è però l'unico vero romanzo per adulti che ha scritto.
Ed è per questo che mi incazzo.

Vengo dalla lettura di L'oceano In Fondo Al Sentiero e come sempre rimango conquistato dalla sua prosa lirica e dalla sua conoscenza del fantasy, ma allo stesso tempo mi chiedo perché scrivere solo romanzi per bambini.
Non sto sminuendo il genere, sia chiaro.
Ho amato da impazzire Le Cronache di Narnia, Lo Hobbit e ritengo La Storia Infinita uno dei capisaldi delle mie letture.
Coraline, Stardust e Il Figlio Del Cimitero ( che io adoro ) sono tre romanzi di Neil Gaiman che consiglio senza riserve perché sono bellissimi per tutti coloro che come me amano il fantasy e le fiabe con una spruzzata di nero, ma allo stesso tempo si limitano a pungolarti e mai a colpirti e farti male davvero.
So che Neil potrebbe.
Già in Sandman ne ha dato più di una dimostrazione con la creazione di un personaggio come Il Corinzio o con tutto il ciclo di Casa Di Bambola.
Noi amanti del fantasy più adulto abbiamo bisogno di te, Neil.
Non deluderci.

Buon Anno a tutti,

Alla Prossima!



venerdì 5 maggio 2017

Pregiudizi letterari e letture varie ed eventuali

Voglio provare ad essere onesto anche per essere un po' stimolato a superare alcune delle mie barriere pregiudiziali di natura letteraria, e quindi dichiaro in maniera abbastanza imperdonabile che ho una certa ritrosia per la letteratura moderna, quella italiana soprattutto.
I motivi sono molteplici, ma il più lampante è un mio ingiustificato pregiudizio verso gli autori del fantastico e dell' horror italiano.
D'altronde basta vedere le mie letture o farsi un giro sulla mia bacheca Anobii per vedere che la stragrande maggioranza delle mie letture è prima di tutto per lo più scritta da autori stranieri e per lo più indietro nel tempo, salvo eccezioni come Niccolò Ammaniti, Joe R. Lansdale, Neil Gaiman, John Ajvide Lindqvist e Stephen King che mi porto dietro dagli inizi della mia " carriera " da lettore di romanzi.
In verità è proprio il genere horror che negli ultimi anni, Lindqvist a parte, non riesce più a sfornare un autore che è riuscito a convincermi pienamente.
Ho tentato con:

Joe Hill che altri non è che il figlio di Stephen King, ma sia La Vendetta Del Diavolo che La Scatola A Forma Di Cuore per quanto leggibili non mi hanno certo sconvolto la vita, anzi.

La trilogia Nocturna di Guillermo Del Toro & Chuck Hogan?
La Progenie è bellissimo, La Caduta accettabile, il volume finale Notte Eterna personalmente mi ha deluso all'inverosimile.

La trilogia di Justin Cronin?
Il Passaggio è un romanzo bellissimo, I Dodici abbastanza insipido, ed il terzo The City Of  Mirrors mi sa che in italiano rischia di non essere tradotto nemmeno, visto il flop che credo sia stato il secondo in termini di vendite.

Ed ecco quindi spiegato il motivo della quasi totale assenza di letture horror negli ultimi mesi.
L'unico che ho letto è stato La Fortezza di F. Paul Wilson ed è servito a riconciliarmi con un genere che ultimamente mi vede poco protagonista.
Non è mia intenzione farne una recensione perché credo di aver chiuso questo mio capitolo da blogger, però non posso che consigliarvelo senza riserve.
E' un romanzo veramente bello!
E visto che siamo in ballo, ecco le mie letture e le mie riletture ( ci sono state anche quelle ) dei miei ultimi mesi:

- Signor Malaussène - Daniel Pennac
- Ultime Notizie Dalla Famiglia - Daniel Pennac
- L'ombra Del Vento - Carlos Ruiz Zafon
- Hyperion - Dan Simmons
- American Gods ( rilettura ) - Neil Gaiman
- I Ragazzi Di Anansi ( rilettura) - Neil Gaiman
- Stardust ( rilettura ) - Neil Gaiman
- Nessun Dove ( rilettura) - Neil Gaiman
- Cronache Marziane ( rilettura) - Ray Bradbury
- La Fortezza - F. Paul Wilson
- Il Buio Oltre La Siepe - Harper Lee

In procinto:

- La Caduta Di Hyperion - Dan Simmons
- Infinite Jest - David Foster Wallace

Temo però sarà difficile che io attualmente abbia il cipiglio giusto per affrontare un libro così lungo e ostico come il romanzo di Wallace, ma mai dire mai.

Alla prossima!