" Non devo aver paura. La paura uccide la mente.
La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale.
Guarderò in faccia la mia paura.
Permetterò che mi calpesti ed attraversi.
E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso.
Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla.
Soltanto io ci sarò. "
Il mio primo incontro con uno dei libri della saga di Dune avvenne circa una decina di anni fa nella solita rivendita polverosa e confusionaria di libri usati in cui bazzicavo a quel tempo.
L'ignoranza verso quest'opera era tale che in effetti non sapevo che fosse una saga e che quindi stavo per portare alla cassa un libro che poteva non essere il primo volume.
Quel libro quel giorno non lo comprai, poiché per entrambi i libri che avevo preso, il rivenditore mi sparò un prezzo sui 15 Euro e decisi quindi di lasciare Dune e di prendere solo l'altro.
Di ponti ne sono passati da allora, e quella rivendita manco esiste più.
Però questa saga mi è rimasta in mente per anni e speravo di incrociarla nelle bancarelle, ma non è mai accaduto.
Poi ho visto il trailer del film e mi sono innamorato dell'ambientazione, tanto da decidere di recuperare l'opera in qualche modo.
I prezzi dell'edizione Fanucci sono folli.
Solo per i primi due volumi si arriva a spendere 35 Euro e si superano tranquillamente le 100 Euro per tutti e sei insieme.
Dopo aver letto il primo volume però non sono convintissimo che anche disponendo di quella cifra, avrei proseguito nella lettura dei successivi.
La saga va in una direzione che va contro i miei gusti di lettore.
Andiamo un attimo di sinossi, e poi ne parliamo meglio:
Arrakis è il pianeta più inospitale della galassia. Una landa di sabbia e rocce popolata da mostri striscianti e sferzata da tempeste devastanti. Ma sulla sua superficie cresce il melange, la sostanza che dà agli uomini la facoltà di aprire i propri orizzonti mentali, conoscere il futuro, acquisire le capacità per manovrare le immense astronavi che garantiscono gli scambi tra i mondi e la sopravvivenza stessa dell'Impero. Sul saggio Duca Leto, della famiglia Atreides, ricade la scelta dell'Imperatore per la successione ai crudeli Harkonnen al governo dell'ambito pianeta. È la fine dei fragili equilibri di potere su cui si reggeva l'ordine dell'Impero, l'inizio di uno scontro cosmico tra forze straordinarie, popoli magici e misteriosi, intelligenze sconosciute e insondabili.
Oddio, forse non dovevo dirlo visto quanti fan ci sono di quest'opera.
Un'opera che in questo primo volume ho trovato suggestiva, affascinante e chi più ne ha più ne metta di aggettivi.
Non sono qui a farne una recensione anche perché oggettivamente ce ne sono già a milioni sparse sull'etere, però volevo fare sapere al mondo che anch'io trovo quest'opera bellissima.
Il romanzo è strutturato in modo pazzesco.
E' vero, la trama portante è basica, poiché in fondo in fondo è la solita storia del percorso dell'eroe, e Paul Atreides è una figura predestinata e messianica.
Il merito di Frank Herbert è stato non solo quello di creare una geografia narrativa interessantissima, ma anche di aver creato un pantheon di personaggi veramente vividi e tridimensionali.
La struttura a POV che tanto ricorda quella di Martin funziona alla perfezione ed è cesellata come un mosaico, in un percorso delineato alla perfezione.
In più è incredibilmente attuale per un romanzo che è stato scritto nel 1965, tanto che potrebbe essere stato scritto...domani, tanto per ripetere quello che ho scritto altrove.
Ho adorato il pianeta Arrakeen e la città desertica di Arrakis, mi sono innamorato dei Fremen e sono rimasto estasiato dinnanzi alla maestosità dei vermi delle sabbie.
In verità tutti gli usi e costumi in uso su quel pianeta sono fenomenali.
Sapiente anche l'uso che fa Herbert delle religioni, mischiando un po' di Bibbia ed Islam, ed anche elementi della nostra storia ( o comunque di quel tempo in cui il romanzo venne scritto ) tanto da poter considerare Arrakis come una sorta di Afghanistan fantascientifico ( funzione della donna a parte ).
Ma anche queste sono argomentazioni trite e ritrite per quel che concerne questa saga.
Di Dune e dei suoi simbolismi penso ne abbia parlato anche il tabaccaio sotto casa.
Incredibile il numero di opere che mi sono venute in mente durante la lettura, che hanno attinto da quest'opera.
Primo tra tutti Star Wars, ma questa l'avrete già letta centinaia di altre volte.
Ora probabilmente shockerò tutti i fan di questa saga, ma il mio personaggio preferito di questo primo volume è stato probabilmente il Barone Vladimir Harkonnen.
Un villain con i fiocchi: viscido, machiavellico, e la cui imponenza fisica dovuta alla sua obesità, atterrisce.
Appare in pochi capitoli, ma quei pochi sono indimenticabili.
E quindi, perché all'inizio ho scritto che probabilmente non continuerò nella lettura di questa saga?
Ci sono più motivi in verità.
Il primo è una questione di miei gusti personali per quel che concerne l'epica narrativa, ed una volta che il percorso dell'eroe viene concluso ho meno voglia di leggerne la prosecuzione.
Paul diventa onnisciente e troppo potente.
In più ho trovato il romanzo troppo accelerato sul finale.
Mi spiego: il romanzo supera abbondantemente le 600 pagine. Intorno alla pagina 400 il romanzo andava talmente lento ed in maniera così strutturata, che pensavo fosse impensabile che tutti i nodi potessero venire al pettine in così poco tempo, però Herbert ad un certo punto usa l'espediente del time skip portando l'opera in avanti di un paio d'anni.
Ecco, se da un punto di vista narrativo ci può stare, io l'ho trovato un po' in disarmonia con lo stile precedente, tanto che da lì in avanti gli eventi si susseguono ad un ritmo ben più accelerato.
Sia chiaro, dal punto di vista narrativo anche queste pagine sono bellissime ed avvincenti, ma per i miei gusti tradiscono un po' lo spirito delle pagine precedenti.
In più mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca il finale del libro.
Mi aspettavo un epilogo ed invece il libro si conclude come un fine capitolo.
All'inizio pensavo che la trama del prossimo fosse diretta conseguenza di questa e che quindi fosse un modo per stimolare la lettura del romanzo successivo della saga, ma leggendo la sinossi del secondo libro si scopre che la storia è ambientata molti anni dopo.
Ho anche altri dubbi narrativi su quel che concerne alcuni elementi solamente accennati e non narrati fino in fondo tipo la Gilda o anche L'imperatore e le altre casate, ma questi sono elementi che potrebbero essere sviluppati nei romanzi successivi quindi potrebbero essere dubbi facilmente dissolti.
Prima o poi penso che comunque almeno Messia di Dune lo leggerò, è anche più corto e meno costoso degli altri.
Mi piacerebbe sapere l'opinione di qualche lettore della saga, merita la prosecuzione?
Girando in rete, poiché ho cercato di informarmi il più possibile su questa saga, sembra che i volumi successivi non siano all'altezza del primo.
Comunque al di là di tutto, che dire: Dune è un'opera maestosa che merita tutti i premi ed il successo che ha avuto, e credo che vedrò anche il film.
Sono contentissimo di aver colmato un'altra delle mie lacune letterarie.
Qui piove, e forse non è l'ideale per parlare di Dune, visto che lì l'acqua scarseggia.
Quindi mi eclisso ed...
Alla prossima!