Complici serate afose che rendevano impossibile l'utilizzo del computer, quest'estate sono riuscito a recuperare tanti film horror che mi ero opportunamente segnato e messo in lista d'attesa.
Una delle ultime visioni è stato Sinister, ed è di lui che voglio cianciare.
Una delle ultime visioni è stato Sinister, ed è di lui che voglio cianciare.
L'assist me l'ha fornito il seguito che sta per uscire in questi giorni al cinema e il cui trailer mi ha trasmesso un bel po' di hype oltre a spingermi al recupero del capostipite uscito nell'ormai lontano marzo del 2013.
Sinister, lo dico subito, a me è piaciuto molto.
Non è un film originalissimo dal punto di vista dell'intreccio, ma devo ammettere che fa in pieno il suo dovere.
Non è originalissimo perché lo stereotipo dello scrittore ( spesso bevuto ) che per ritrovare la vena perduta sceglie di abitare in un posto sinistro dove ci sono stati omicidi o decessi sospetti è una pratica molto usata nella letteratura soprannaturale e nel cinema horror.
Però nonostante questi stereotipi e proprio per la sua natura di essere un horror un po' vecchio stampo, a me ha trasmesso davvero un bel po'.
Quindi, parliamone.
Ethan Hawke e famiglia ( moglie e due figli), si trasferiscono in una casa teatro del decesso per impiccagione di un'intera famiglia.
Hawke che interpreta il personaggio di uno scrittore horror dalla vena inaridita sceglie di vivere in quella casa per scrivere un libro sull'argomento, quando in soffitta si imbatte in una scatola in cui sono conservati un proiettore e dei filmini in super 8 che ovviamente destano l'interesse dello scrittore.
Nei filmini oltre allegre scene familiari, vi è anche la scena della morte della bella famigliola.
E non è l'unica poiché negli altri filmini, la trama è la medesima pur trattandosi di luoghi e famiglie diverse.
Cambia la metodologia del presunto suicidio, ma l'esito è il medesimo.
Muoiono tutti i membri delle allegre famigliole tranne un bambino/a che scompare nel nulla.
Tutti i video presentano uno strano simbolo e la sfocata apparizione del volto di un personaggio dalle fattezze inquietanti che appare spesso fuori campo.
Tutti i morti, hanno vissuto almeno un periodo nella casa in cui dimora lo scrittore, ergo non ci vuole certo un quoziente intellettivo elevato per capire dove andrà a parare la trama.
Come dicevo all'inizio è un film horror che gioca molto sul vedo non vedo, sui rumori e le ombre e che preferisce mostrare solo di sfuggita il mostro.
Mostro che si rivelerà essere una divinità babilonese divoratrice di bambini chiamata Bughuul.
Insomma funziona proprio perché non ha bisogno di mostrare arti tranciati e sangue a fiumi per destare interesse, ma anzi basta un suono alto nel momento giusto o un'ombra improvvisa per farti saltare metaforicamente dalla sedia.
Non ci posso fare nulla, io adoro l'ambientazione d'atmosfera che ricorda i film gotici d'annata e in questo film di quell'atmosfera ne ho vista parecchia.
Film che nonostante non brilli certo per originalità intrattiene a dovere ed inquieta soprattutto grazie a quei filmati in super 8 che personalmente ho trovato agghiaccianti.
Forse è un tantino lento e banale nello svolgimento, ma è in tutto e per tutto coerente con quel che vuole raccontare, finale compreso.
Per me è da vedere.
Sinister, lo dico subito, a me è piaciuto molto.
Non è un film originalissimo dal punto di vista dell'intreccio, ma devo ammettere che fa in pieno il suo dovere.
Non è originalissimo perché lo stereotipo dello scrittore ( spesso bevuto ) che per ritrovare la vena perduta sceglie di abitare in un posto sinistro dove ci sono stati omicidi o decessi sospetti è una pratica molto usata nella letteratura soprannaturale e nel cinema horror.
Però nonostante questi stereotipi e proprio per la sua natura di essere un horror un po' vecchio stampo, a me ha trasmesso davvero un bel po'.
Quindi, parliamone.
Ethan Hawke e famiglia ( moglie e due figli), si trasferiscono in una casa teatro del decesso per impiccagione di un'intera famiglia.
Hawke che interpreta il personaggio di uno scrittore horror dalla vena inaridita sceglie di vivere in quella casa per scrivere un libro sull'argomento, quando in soffitta si imbatte in una scatola in cui sono conservati un proiettore e dei filmini in super 8 che ovviamente destano l'interesse dello scrittore.
Nei filmini oltre allegre scene familiari, vi è anche la scena della morte della bella famigliola.
E non è l'unica poiché negli altri filmini, la trama è la medesima pur trattandosi di luoghi e famiglie diverse.
Cambia la metodologia del presunto suicidio, ma l'esito è il medesimo.
Muoiono tutti i membri delle allegre famigliole tranne un bambino/a che scompare nel nulla.
Tutti i video presentano uno strano simbolo e la sfocata apparizione del volto di un personaggio dalle fattezze inquietanti che appare spesso fuori campo.
Tutti i morti, hanno vissuto almeno un periodo nella casa in cui dimora lo scrittore, ergo non ci vuole certo un quoziente intellettivo elevato per capire dove andrà a parare la trama.
Come dicevo all'inizio è un film horror che gioca molto sul vedo non vedo, sui rumori e le ombre e che preferisce mostrare solo di sfuggita il mostro.
Mostro che si rivelerà essere una divinità babilonese divoratrice di bambini chiamata Bughuul.
Insomma funziona proprio perché non ha bisogno di mostrare arti tranciati e sangue a fiumi per destare interesse, ma anzi basta un suono alto nel momento giusto o un'ombra improvvisa per farti saltare metaforicamente dalla sedia.
Non ci posso fare nulla, io adoro l'ambientazione d'atmosfera che ricorda i film gotici d'annata e in questo film di quell'atmosfera ne ho vista parecchia.
Film che nonostante non brilli certo per originalità intrattiene a dovere ed inquieta soprattutto grazie a quei filmati in super 8 che personalmente ho trovato agghiaccianti.
Forse è un tantino lento e banale nello svolgimento, ma è in tutto e per tutto coerente con quel che vuole raccontare, finale compreso.
Per me è da vedere.