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martedì 3 novembre 2020

L'olivetti lettera 32


Bazzico su Instagram ormai da tanto tempo, e mi sono accorto con il passare degli anni che nelle foto inerenti i libri, capita molto spesso di trovare in posa una macchina da scrivere Olivetti.

Sono quindi arrivato a chiedermi com'è che questo oggetto sia così in voga tra le/gli bookstagrammer.

L'avevano avuta anche loro in casa, l'avranno comprata perché viene considerata un oggetto di culto tra i letterati e gli appassionati di letteratura?

Non ne ho idea.

Fatto sta che è un po' il prezzemolo delle foto quando si tratta di libri.

Ma non capita soltanto nelle foto su Instagram di notarla, ma appare spesso nei video di case abbandonate, dov'è una delle cose che salta più all'occhio, e fa bella mostra di sé anche nei mercatini delle pulci, dove non è raro intercettarne qualcuna in vendita.

Possiamo in un certo senso considerarla l'antenato del computer?

Per quel che mi riguarda un po' sì.

Perché io non immaginavo ne girassero così tante.

E non parlo solo della Lettera 32, ma anche dell'ancora più vetusta versione, ovvero la 22.

Io ho a casa una 32 che i miei all'epoca ( suppongo perché non ricordo ) comprarono per mia sorella e mio fratello che ben prima di me frequentarono L' istituto Tecnico Commerciale.

Questa scuola aveva due ore a settimana dedicate alla dattilografia e quindi l'insegnante consigliava di procurarsene una per allenarsi.

I miei quindi comprarono una Olivetti Lettera 32 con annessa valigetta, ed io la conservo da allora.

Anche se oggi è parecchio vissuta, ma d'altronde ha praticamente trent'anni.

Anche se ero piccolo, ricordo che la usavo anch'io.

Mi piaceva scrivere e ricordo che ero piuttosto bravo e veloce a battere a macchina.

Scrivevo brevi racconti che poi facevo leggere ai miei con protagonisti gli amici di mio fratello che venivano a casa, e ricordo che li facevo ridere.

Anch'io ho frequentato successivamente lo stesso istituto scolastico e quindi anch'io per due anni feci dattilografia.

Ero parecchio veloce a scrivere, il che era strano per i miei compagni di classe che notoriamente pensavano fossi un asino e quindi guardavano con sospetto questa mia abilità, e penso avessero ragione.

Nel senso che c'era una tecnica che veniva insegnata per scrivere, in cui bisogna usare tutte e cinque le dita, ma io da autodidatta avevo il mio stile che andava contro l'insegnamento, ed infatti per scrivere non riuscivo ad usare l'anulare ed il mignolo per battere alcune lettere, quindi era un po' come non rispettare le regole.

Non che l'insegnante se ne sia mai accorta o ci facesse caso, ero abbastanza furbo da cercare di non finire tra i primissimi.

Con la fine del primo biennio superiore questa materia non veniva più insegnata, e complice l'arrivo dei primi computer a casa mia, la macchina da scrivere non venne più usata, ma inserita nella sua apposita valigetta e conservata nel posto dove risiede tuttora.

Ultimamente mi sta venendo la voglia di tirarla fuori, pulirla e magari inserirla come soprammobile in qualche mensoletta.

Mi dispiace un po' vederla conservata a memoria imperitura dentro un armadio.

Ma in verità ho fatto questo post per capire un po' perché è così presente nelle foto dei bookstagrammer.

Sono figli di scrittori e giornalisti, avranno frequentato la mia stessa scuola, o è solo un oggetto vintage associato alla letteratura?

E soprattutto lo chiedo ai miei pochi e sparuti lettori, ne avete qualcuna a casa?

Sono curioso.


Alla prossima!