" Bruciare era un piacere."
Ray Bradbury
Concludo e mando a maggese per un po' King con questo post dedicato ad un altro dei suoi più vecchi romanzi, L'incendiaria.
Mentre leggevo questo romanzo, ma anche Christine e La Zona Morta mi sono domandato cosa significa leggere questi romanzi oggi.
Io lo feci nel 2003 circa o giù di lì, e pur essendo cresciuto con il cinema, i cartoni animati, i fumetti ed i telefilm degli anni '80 non percepivo una sovraesposizione di tematiche ricorrenti.
Leggere un romanzo del genere oggi, invece, è un'esperienza un po' strana, specie per un nuovo lettore.
Mi capita spesso di spulciare le recensioni dei nuovi "fedeli lettori " di King, soprattutto di quelli giovanissimi su Instagram e di leggere un po' di perplessità nei riguardi di plot narrativi che ai loro occhi oggi appaiono desueti e banali.
E li capisco benissimo.
Di storie simili oggi ne è pieno il fosso.
I cinecomics, i telefilm, persino i fumetti, hanno sdoganato e di fatto riempito i media di supereroi, di gente con superpoteri e tutto il companatico, rendendo quindi prevedibili alcune opere del passato, specie un libro come l'Incendiaria del 1979.
L'incendiaria infatti è un'opera molto cinematografica e ricca di cliché narrativi, ma allo stesso tempo molto solida.
Al tempo credo che un'opera del genere avesse pochi paragoni, forse qualcuno tra i cartoni animati ed i fumetti, infatti una storia come quella che vede protagonista Charlie, negli X-Men apparirebbe normalissima, ma fino all'esplosione dei cinecomics comunque una roba per pochi nerd e non per la massa.
E soprattutto senza internet a fare da cassa di risonanza.
Eppure l'Incendiaria è un buon romanzo.
Andiamo di sinossi tratta da Ibs ( abbastanza bruttina, parere personale):
Charlie: una bimba terrorizzata e terrorizzante dotata di energie psichiche straordinarie. La "Bottega": un'agenzia governativa decisa a sfruttare tali facoltà per i suoi folli scopi. Si scatena così una ricerca senza quartiere per braccare la piccola che tuttavia riserverà qualche sorpresa ai suoi persecutori.
L'incendiaria parte col botto.
La prima parte è infatti molto bella e coinvolgente. Un'avventura che parte al cardiopalma ed on the road, con quell'atmosfera da fuga rurale, che a me piace un casino.
La storia prende forse una piega inevitabile e prevedibile, e la parte centrale soffre molto questa prevedibilità, perché tutti i lettori, e non sarà uno spoiler, sanno dove vanno a parare trame del genere, quindi sanno che Charlie e suo padre passeranno un po' di tempo tra le grinfie degli avversari.
Ecco, quella parte forse è fin troppo prolissa e descrittiva, ma in generale io credo che L'incendiaria sia un romanzo che funzioni.
Bellissima la terza parte quando finalmente King lascia che Charlie si scateni con tutta la sua forza.
C'è qualche ingenuità narrativa nel cosiddetto duello finale, ma credo che sia funzionale alla trama, quindi voluto.
Finale ottimo ed in dissolvenza, l'unico possibile, visto che comunque parliamo di un libro che vede per protagonista una bambina di 8 anni.
Ci sono alcune supercazzole soprattutto in ambito scientifico e nei riguardi della natura del potere di Charlie e degli esperimenti sui suoi genitori, ma si accettano tranquillamente, come d'altronde accettiamo che una ragazzina di 8 anni abbia il potere di mandare a fuoco il mondo intero.
Molto belli alcuni sottotesti narrativi nei riguardi del potere, soprattutto quello affidato ad un infante, ma ripeto che è comunque una roba già letta se si è cresciuti a pane ed X-Men come il sottoscritto.
Da questo film fu tratto il film Fenomeni Paranormali Incontrollabili con una bravissima e piccolissima Drew Barrymore e di cui ricordo pochissimo, tranne la bellissima scena della pallottola che è presente anche nel romanzo.
Che dire, non rileggevo questo romanzo da quasi vent'anni, ed oggi è molto invecchiato, ma rimane una buona lettura.
Per me è un buon romanzo, dalla struttura sicuramente prevedibile, ma che si fa leggere volentieri.
Tanto per dire: il romanzo recente a cui può essere paragonato e che parte da premesse simili, ovvero L'istituto per me vale meno della metà de L'incendiaria, che appare molto più corposo e narrativamente interessante.
L'istituto è fin troppo facilone e sempliciotto, sicuramente più scorrevole, ma senza nessuna complessità di fondo.
Forse a livello di scrittura oggi King è più piacevole e meno prolisso da leggere, ma un tempo ai miei occhi sembra che avesse una penna più libera e meno trattenuta.
E soprattutto era una fucina di idee, ed era più giovane, e probabilmente meno politicamente corretto.
Alla prossima!