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mercoledì 10 marzo 2021

Cose Preziose - Stephen King

 " Sei già stato qui.

Sì che ci sei stato. Sicuro. Io non dimentico mai una faccia.

Vieni, vieni, qua la mano! Ti dirò, guarda, ti ho riconosciuto da come camminavi prima ancora di vederti bene in faccia. Non avresti potuto scegliere un giorno migliore per tornare a Castle Rock. "



Credo che lo scopo di questo romanzo nacque dall'esigenza di King di affrancarsi dal provincialismo di alcune sue storie per espanderle in maniera universale.

Cose Preziose è un po' il suo addio ad uno dei suoi luoghi feticcio e teatro di molti suoi mostri.

Di fatto è un romanzo che ha una sua storia già scritta, a cui però mancava il finale.

Cose Preziose è un punto.

Con questo non voglio dire che questo libro non possa essere letto ed apprezzato individualmente, ma che è comunque pianeta di un universo narrativo.

Si ritorna nello stesso territorio de La zona morta, Il corpo, Cujo, Il fotocane e La metà oscura.

Ritornano anche alcuni personaggi di quei romanzi, perché d'altronde...vivono lì.

Ritorna Castle Rock, un luogo da cui il male viene attratto e dove trova terreno fertile.

Questo mi ha portato ad alcune riflessioni, perché se scisso individualmente, Cose Preziose è un gran romanzo, ma se trattato universalmente ci sono delle costanti e delle situazioni che si ripetono anche in altri romanzi.

E' un po' come guardare i film Marvel che trattano personaggi diversi, ma in un contesto narrativo pedissequo, praticamente.

Ed è una cosa da tenere in conto, e che inficia in un certo senso, un romanzo che preso a sé stante è per buona parte davvero grandioso.

Perché per quel che concerne la struttura narrativa questo libro è una bomba.

E' un romanzo corale come pochi, dove la cittadina intera assurge a protagonista e dove King riesce a delineare più personaggi in un percorso davvero coeso e lineare.

In più Leland Gaunt è tra i villain più incisivi e carismatici che abbia mai inventato, un commerciante che è capace di vendere sogni e spacciarli per realtà.

Perché il male in questo caso è insito in un negozio che vende oggetti usati.

Sì. Il mostro è un rigattiere. 

Un'idea semplice, quanto molto bella per quel che mi riguarda.

Soprattutto se siete amanti dei negozi d'usato come il sottoscritto.

Cose Preziose sono 750 pagine di puro piacere, per altro con un incipit veramente d'applausi.

E' un romanzo molto amato dagli appassionati di King, ma allo stesso tempo tra i meno conosciuti.

C'è un  motivo in particolare?

Forse la struttura narrativa che non a tutti può piacere poiché la trama è molto globale e viene meno l'empatia verso dei protagonisti che normalmente si muovono in un contesto molto cinematografico e singolo e qui di personaggi immediatamente riconoscibili e quindi prevedibili vi è solo lo sceriffo Alan Pangborn.

E' uno di quei libri che non compreresti per la quarta di copertina o per la sinossi.

Ecco, diciamo che ha una trama poco riconoscibile rispetto a IT o L'ombra dello scorpione, per citarne alcuni.

Insomma Cose Preziose è un gran libro, stra-conisgliato, ecc.ecc.

Il finale è discutibile, ma è figlio dell'universo narrativo a cui appartiene.

Ed è qui che probabilmente casca l'asino e depotenzia un romanzo che poteva indiscutibilmente essere annoverato tra i più belli mai scritti dal Re.

King è un autore pop, ed anche molto cinematografico, a volte.

Negli anni '80 se era poco sereno o era imbottito di alcool o droga era capace di creare storie creepy e senza speranza tipo Cujo o Pet Sem, alcuni affilati e senza filtri come quelli scritti sotto lo pseudonimo di Richard Bachman, ma anche delle storie in cui tenta di riequilibrare le forze in campo come in un cartone animato o un qualsiasi film di genere fantastico od horror di quel periodo.

In molti suoi romanzi tutto ciò è rappresentato dalla presenza del " bianco " una sorta di deus ex machina che funge da power up per i suoi personaggi votati al bene.

Figura che è bene dirlo, appare spesso ed in maniera persino sommaria.

Cose Preziose non sfugge a tutto ciò.

Ed è giusto dirlo.

Il finale può far ridere qualcuno per la sua assurdità e la sua velocità, ma è parte del modo di scrivere di King.

E' costante del suo universo narrativo, dove questa figura esiste e quindi va accettata.

Accettiamo l'arrivo del male esterno, e King ci chiede di accettare la sua controparte benigna.

Nei film lo facciamo, andrebbe quindi accettato anche in un libro.

E' un dilemma che mi faccio e vi faccio.

Perché io in un libro lo vivo quasi più come un espediente di bassa lega, specie in un libro scritto così bene come Cose Preziose.

Sarà la vecchiaia che mi toglie un po' del sense of wonder?

Chissà.

O è la presunzione di considerare l'arte letteraria, persino quella di genere, meritevole di soluzioni meno prevedibili e più pretenziose?

Insomma io credo più ai mostri, che all'aiuto di Dio o degli Dei.


Alla prossima ( ? ) !