Inizio in Medias Res e dico subito che personalmente ritengo Uscita Per L' Inferno il romanzo peggiore partorito da Stephen King.
Attenzione, peggiore non significa che è un libro illeggibile e da usare al posto della Carta Igienica Scottex o Tenderly o quale diamine usiate, semplicemente è il romanzo che è meno nelle mie corde tra quelli partoriti dalla sua penna / Laptop / Notebook o quel che cazzo usa come mezzo espressivo.
Il mio problema con questo romanzo è presto detto, si chiama empatia.
Non provo nessuna empatia con il protagonista di questo romanzo, non lo capisco, non approvo la sua natura e le sue decisioni e come tale, non comprendo il significato dell' opera.
Il libro è griffato Richard Bachman, con tutto quel che comporta.
Quando assume quest' identità Stephen King diventa affilato, ermetico, sovversivo, spesso subdolo.
La sua scrittura è più fredda ed asettica quantunque ugualmente efficace.
Perché Uscita Per L' Inferno non mi sarà pure piaciuto, ma quando lo affronto di petto, arrivo alla fine in men che non si dica.
Via con la storia, come al solito presa " gentilmente " in prestito da Ibs ( mi perdoneranno, compro spesso da loro ) :
" Un uomo come tanti. Una vita regolare, un buon impiego, una moglie affettuosa e una tragedia con cui convivere, da quando l'unico figlio non c'è più. Da allora George e Mary hanno cercato di riprendere un'esistenza normale, ma in realtà niente è più come prima: qualcosa in George si è spezzato per sempre. Così, quando viene informato che la sua villetta, la sua ditta, l'intero quartiere in cui abita saranno spazzati via da un inutile prolungamento autostradale non ha dubbi e si schiera a fianco dei condannati a morte. Ambientato ai tempi di un'indimenticabile crisi energetica, nell'America angosciata e impaurita dal futuro, un romanzo duro e incalzante di Stephen King firmato con lo pseudonimo di Richard Bachman. "
Quella di Barton George Dawes è la storia dell' autodistruzione di una persona, una discesa nell' Inferno dell' anima, da qui il titolo del romanzo.
Stephen King scrisse questo romanzo per esorcizzare la morte di sua madre avvenuta per cancro, una sorta di elaborazione del lutto.
Perché più che la perdita della lavanderia o della casa, è con la morte del figlio che il protagonista non riesce a venire a patti.
E' il lutto il vero antagonista di George, la ditta edile contro cui sfoga le sue frustrazioni tanto da chiedere l' aiuto della Mafia, non sono altro che il tentativo di trovare un nemico, che essenzialmente è dentro di lui.
Uscita per l' inferno è un romanzo molto diverso dal solito Stephen King, è forse il primo tentativo di scrittura sui generis, in cui il soprannaturale non fa nessuna apparizione.
Forse è per questo che è tra i più odiati tra quelli scritti dal Re.
Personalmente lo trovo ostico, opprimente, fin troppo pretestuoso.
Ah, il cappello introduttivo personalmente lo trovo persino ingannevole, sembra quasi che voglia rendere Barton George Dawes una sorta di antieroe sovversivo quando è evidente che per gran parte dell' opera abbiamo a che fare con un povero Cristo che ha praticamente perso gran parte della brocca.
E' vero, ha perso tutte le certezze, vede svanire la sua casa ed il suo lavoro, vede svanire il luogo in cui tiene tutti i ricordi del figlio, ma le sue azioni, no, non riesco a giustificarle e capirle.
Ritorno praticamente a quello che ho detto all' inizio, essenzialmente, questo romanzo non mi piace proprio perché non lo capisco.
Mettiamola così, non fosse stato scritto da Stephen King e non fossi stato mosso dallo spirito collezionistico insito in me, questo romanzo non lo avrei mai comprato.
Attenzione, peggiore non significa che è un libro illeggibile e da usare al posto della Carta Igienica Scottex o Tenderly o quale diamine usiate, semplicemente è il romanzo che è meno nelle mie corde tra quelli partoriti dalla sua penna / Laptop / Notebook o quel che cazzo usa come mezzo espressivo.
Il mio problema con questo romanzo è presto detto, si chiama empatia.
Non provo nessuna empatia con il protagonista di questo romanzo, non lo capisco, non approvo la sua natura e le sue decisioni e come tale, non comprendo il significato dell' opera.
Il libro è griffato Richard Bachman, con tutto quel che comporta.
Quando assume quest' identità Stephen King diventa affilato, ermetico, sovversivo, spesso subdolo.
La sua scrittura è più fredda ed asettica quantunque ugualmente efficace.
Perché Uscita Per L' Inferno non mi sarà pure piaciuto, ma quando lo affronto di petto, arrivo alla fine in men che non si dica.
Via con la storia, come al solito presa " gentilmente " in prestito da Ibs ( mi perdoneranno, compro spesso da loro ) :
" Un uomo come tanti. Una vita regolare, un buon impiego, una moglie affettuosa e una tragedia con cui convivere, da quando l'unico figlio non c'è più. Da allora George e Mary hanno cercato di riprendere un'esistenza normale, ma in realtà niente è più come prima: qualcosa in George si è spezzato per sempre. Così, quando viene informato che la sua villetta, la sua ditta, l'intero quartiere in cui abita saranno spazzati via da un inutile prolungamento autostradale non ha dubbi e si schiera a fianco dei condannati a morte. Ambientato ai tempi di un'indimenticabile crisi energetica, nell'America angosciata e impaurita dal futuro, un romanzo duro e incalzante di Stephen King firmato con lo pseudonimo di Richard Bachman. "
Quella di Barton George Dawes è la storia dell' autodistruzione di una persona, una discesa nell' Inferno dell' anima, da qui il titolo del romanzo.
Stephen King scrisse questo romanzo per esorcizzare la morte di sua madre avvenuta per cancro, una sorta di elaborazione del lutto.
Perché più che la perdita della lavanderia o della casa, è con la morte del figlio che il protagonista non riesce a venire a patti.
E' il lutto il vero antagonista di George, la ditta edile contro cui sfoga le sue frustrazioni tanto da chiedere l' aiuto della Mafia, non sono altro che il tentativo di trovare un nemico, che essenzialmente è dentro di lui.
Uscita per l' inferno è un romanzo molto diverso dal solito Stephen King, è forse il primo tentativo di scrittura sui generis, in cui il soprannaturale non fa nessuna apparizione.
Forse è per questo che è tra i più odiati tra quelli scritti dal Re.
Personalmente lo trovo ostico, opprimente, fin troppo pretestuoso.
Ah, il cappello introduttivo personalmente lo trovo persino ingannevole, sembra quasi che voglia rendere Barton George Dawes una sorta di antieroe sovversivo quando è evidente che per gran parte dell' opera abbiamo a che fare con un povero Cristo che ha praticamente perso gran parte della brocca.
E' vero, ha perso tutte le certezze, vede svanire la sua casa ed il suo lavoro, vede svanire il luogo in cui tiene tutti i ricordi del figlio, ma le sue azioni, no, non riesco a giustificarle e capirle.
Ritorno praticamente a quello che ho detto all' inizio, essenzialmente, questo romanzo non mi piace proprio perché non lo capisco.
Mettiamola così, non fosse stato scritto da Stephen King e non fossi stato mosso dallo spirito collezionistico insito in me, questo romanzo non lo avrei mai comprato.
Avevamo già affrontato il discorso "Stivenching"...
RispondiEliminaQuesto romanzo manco lo conoscevo, pensa tu...
Dal tuo commento mi sembra di capire che sia un romanzo gestito male, più che non avere una idea buona...
Moz-
Più che altro sono le dinamiche della storia a non avermi preso, non a caso tendo a dimenticarmelo in pochi mesi e mi tocca rileggerlo. :-P
RispondiEliminaE' solo una questione di antipatia con il protagonista, mi succede talvolta anche con personaggi praticamente amati da tutti come Holden Caulfield del romanzo Il Giovane Holden di Salinger.
Ah, quindi diciamo che ti fai proprio prendere dal personaggio! :)
EliminaMoz-
Con il termine antipatia ho sicuramente esagerato, diciamo che Barton Dawes non è il personaggio migliore uscito fuori dalla penna di King. :-)
EliminaGuarda, io invece apprezzo sempre tutti i personaggi, anche quelli antipatici o con caratteristiche lontanissime da me.
EliminaOdio i personaggi cliché è troppo piatti (pur conscio del fatto che al mondo esista gente cliché e piatta) :p
Moz-
Nella letteratura spesso il cattivo è più interessante dell' eroe, è successo fin troppo spesso, in questo caso di cattivi non ce ne sono, sono tutti nella " testa " del protagonista, paradossalmente è lui il vero cattivo della storia.
EliminaLa cosa poteva essere interessante, ma in questo libro Steve non è riuscito a renderla tale. :-)
Certo che ne ha fatte di cose King
RispondiEliminaSpero continui a farne altre, per quel che mi riguarda, fossi Dio gli darei l' immortalità. :-)
EliminaBè, con la mole di libri che ha scritto il King, qualche passo falso ci può anche stare....! ;-p
RispondiEliminaNon posso che sottoscrivere Spidey. :-)
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