martedì 13 agosto 2019

Traduzioni ingannevoli, ma amabili

Mi rendo conto che è un titolo un po' forte e straniante, ma spesso e volentieri mi è successo di aver amato una frase estrapolata da un'opera e poi scoprire che nell'opera originale è stata tradotta in modo diverso.
So che sembra un discorso un po' contorto, ma provo a spiegarmi: non so se avete presente quelle frasi che in genere vengono scritte in un libro prima dell'inizio di un capitolo. In genere si tratta di veri e propri aforismi, se non frasi prese dalla narrazione di un romanzo oppure dallo stralcio di una poesia.
Però se poi andate a leggere l'opera da cui sono tratte, quelle frasi risultano essere tradotte da un'altra persona ancora in maniera totalmente diversa.
Ed io ci resto di sasso, perché in genere sono frasi di cui mi sono innamorato, che però lette nell'opera originale, non dico che perdano di fascino o che cambino significato, ma assumono un suono e una forma diverse.

Faccio un paio di esempi:

Durante la lettura di V For Vendetta mi innamorai perdutamente di una frase detta da V che era questa:

" Io sono il diavolo, e del diavolo vengo a fare l'opera."

Successivamente la frase che ho visto citata a più riprese anche in film ed altre opere è stata tradotta in modo diverso:

" Io sono il diavolo e sono qui per fare il lavoro del diavolo."

Ecco, io conobbi questa frase e me ne innamorai perdutamente con la prima traduzione ed ancora oggi nonostante sia desueta, la preferisco ancora.

Ma non è l'unico esempio:

Durante la lettura di non so quale libro di Stephen King mi imbattei nell'incipit di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Nel romanzo del Re, proprio prima dell'inizio di un capitolo c'era scritto così:

" Bruciare era un piacere."

Quando mi comprai l'opera omnia edita negli Oscar Mondadori la traduzione era di ugual significato, ma la frase era diversa:

" Era una gioia appiccare il fuoco."

Anche in questo caso io ho conosciuto quest'opera ed ho amato una frase che successivamente divenne desueta.

Terzo ed ultimo esempio, perché è agosto e non voglio ammorbare nessuno, possiamo farlo con una delle mie frasi preferite del maestro di Providence ovvero H.P.Lovecraft:

"Non è morto ciò che può vivere in eterno e in strani eoni anche la morte può morire."

Non ricordo dove all'epoca trovai pubblicata questa frase ( presumo venne citata in uno dei romanzi di King ), ma ricordo che me ne innamorai perdutamente, tanto che la scrivevo ovunque come Bio, e penso che tuttora campeggi nel mio profilo Twitter.
Però anche in questo caso, quando mi comprai l'enorme tomone Mammut della Newton con tutte le opere di H.P., la frase era stata tradotta in modo diverso, ma qui il caso è persino diverso perché esistono parecchie traduzioni di questa frase, anche se la più comune pare essere questa:

" Non è morto ciò che in eterno può attendere, e con il passare di strane ere, anche la morte può morire."

Mi rendo conto che tradurre ed adattare una frase da una lingua ad un'altra è un po' un casino ( basta pensare a cosa succede nei testi delle canzoni anglosassoni quando vengono cantate in italiano), però è strano innamorarsi di un testo e poi scoprire che per un'altra persona ( esperta del settore ) il suono della frase e la costruzione del testo siano interpretabili in modo così diverso.
Da un traduttore a un altro può cambiare tutto, e forse ecco spiegato il motivo di tante polemiche di alcuni adattamenti di anime e serie tv.

Si rimane fedeli al primo amore, e alla prima traduzione, mi sa.

Alla Prossima e Buon Ferragosto!




17 commenti:

  1. Succede anche a me spesso. Ho letto un'opera che ho amato in un'altra/nuova traduzione e non mi è sembrata piu' mia.

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    1. Almeno so quindi di non essere l'unico "pazzo" a cui succede. :-)

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  2. Il termine eoni lo uso spesso :)

    " Io sono il diavolo, e del diavolo vengo a fare l'opera." è molto più suggestiva questa traduzione rispetto alla successiva...senza dubbio.

    Bruciare era un piacere invece lo trovo più "equivoco".

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    1. E' chiaro con il passare del tempo le traduzioni sono adattate il più possibile all'italiano, ma mi pare che quelle più vecchie fossero in qualche modo più liriche, ma forse è solo perché le ho scoperte per prime, chissà.

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  3. Con me sfondi un portone aperto!
    Leggo comics in originale ma ho iniziato in italiano, quindi mi sono ricapitate spesso frasi storiche che avevo conosciuto in italiano prima e in originale poi. Difficile scegliere la migliore.
    Ci sono termini intraducibili che quando arriva l'adattamento italiano, mi vado ad informare. Esempio: in un All Star Superman due tizi prendono in giro l'Azzurrone dicendo "guarda, anche la S è gialla", quando "yellow" significa sia "giallo" che "codardo", doppio senso che non si può rendere in italiano.
    Spesso però capita che l'adattamento italiano sia migliore dell'originale...

    Quali dobbiamo preferire? Boh? Cambia da situazione in situazione!

    Nel tuo caso, ci sono varie interpretazioni, me ne sto accorgendo traducendo la copertine della Archie Comics (su Insagram, dove ci "seguiamo"), quella più letterale e quella più fluida. Personalmente cerco di attenermi a quella più letterale, senza tradire la fluidità.

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    1. Ultimamente si usa più quella letterale in un linguaggio quanto più chiaro possibile, mentre un tempo le frasi sembravano spesso più liriche e ricercate anche nella traduzione.
      Insomma la traduzione è un vero casino. :-P

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  4. Diciamo che la cosa migliore sarebbe leggere in lingua originale, Io non posso. Parlo italiano e basta.
    Certo che la traduzione può rende eterno un testo, una frase o renderli sciapi. Nei casi che hai segnalato la seconda. Peccato!

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    1. Anche io leggo solo in italiano, pensa che a scuola studiai solo francese e tedesco, e dell'inglese conosco molte parole e il significato delle stesse, ma non avendo avuto mai nozioni non so parlarlo e tanto meno leggerlo.
      Quindi non resta che affidarmi alle traduzioni.

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  5. Ti capisco. Purtroppo ogni nuova traduzione porta a questi risultati, ma se perlomeno sono fatti con criteri migliori ci stanno delle modifiche.

    Anche se per me Guybrush Threepwood dirà sempre: "Mi chiamo Guybrush Threepwood e sono un temibile pirata!" non un "...un possente pirata" come pretende la nuova traduzione.

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    1. In questo caso la parola possente, secondo me, si addice poco ad un pirata, preferisco la prima.

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  6. Leggere in lingua originale sarebbe sempre la cosa migliore, anche perché spesso si perdono giochi di parole e lo "slang" che i traduttori italiani sono costretti a modificare per renderli quanto più comprensibili ai nostri occhi.

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  7. Nel caso del film Frankenstein Junior però ci siamo trovati davanti ad una traduzione che, secondo me, ha migliorato l'effetto comico originale, seppure non abbia un gran senso logico. Parlo della scena ululì, ululà

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  8. In quel caso nulla da dire, visto che è diventata una scena iconica. :-)

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  9. Adoro questo genere di post dove vengono messe a confronto traduzioni diverse.
    Forse se non si può leggere in originale, bisognerebbe leggere lo stesso libro in più di una traduzione.
    Tradurre e scrivere bene è difficilissimo. E invece mi pare che la traduzione venga poco pagata e considerata; forse anche per quello che in tanti casi si trovano traduzioni non ottime. I traduttori vengono pagati non adeguatamente e devono fare tutto il poù presto possibile.
    La prima frase del diavolo ha un suono molto migliore della seconda che in effetti è di poca presa.
    Quella del bruciare direi che ha un significato diverso nelle due traduzioni!

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    1. Penso anch'io, quella di " Bruciare era un piacere " secondo me è semplicemente la traduzione dell'estrapolazione pubblicata come aforisma prima di un capitolo di un libro di Stephen King, quindi il traduttore è probabile non abbia nemmeno mai letto il romanzo di Bradbury da cui è tratta.
      Come dici tu, bisognerebbe comparare diverse traduzioni di uno stesso romanzo, chissà quante differenze salterebbero fuori.

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  10. "Tradurre è come tradire": quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase?
    Per poter valutare al 100% un autore, la sua musicalità e il suo senso dell'umorismo, è necessario a mio avviso usufruirne nella lingua originale, altrimenti avremmo tra le mani nient'altro che la sua interpretazione da parte di un traduttore. E qui subentra una lunghissima diatriba se sia meglio una versione "letterale" che lasci inalterati (ma incomprensibili) i giochi di parole o un "adattamento", che inevitabilmente aggiunge farine di altri sacchi. E il compromesso è sempre difficile, soprattutto quando subentrano i giochi di parole.
    Personalmente ho sempre preferito una traduzione fedele accompagnata da note, ma quanti la pensano come me e quanti invece lo trovano macchinoso, poco immediato, e che rischia di far perdere la voglia di leggere?
    Perchè alla fine l'editoria è anche un business...

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    1. Bellissima la frase che citi all'inizio, che credo sintetizzi veramente il tutto in maniera perfetta.
      L'opera originale è sempre la migliore, peccato però che leggere in lingua originale non è una cosa per tutti, me compreso. :-)
      Anch'io preferisco un adattamento fedele, ma mi rendo conto che alcuni giochi di parole sono veramente intraducibili il lingua italiana, e quindi in molti casi si fa di necessità virtù.

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