lunedì 21 maggio 2018

Le letture di " moda " degli anni '90

Volevo parlare d'altro, ma poi mi è capitato di riprendere in mano e di rileggere l'esilissimo ma bellissimo Il Gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach e mi è venuta in mente una cosa.
Negli anni '90 leggevo un trimestrale molto famoso che arrivava per posta a casa e che non si faceva problemi a manifestare apertamente il suo essere di sinistra.
Era una rivista interessante che mi piaceva moltissimo ( in particolare adoravo le lettere scritte dai lettori ), che mostrava un'unica visione politica ed in cui vigeva una sorta di pensiero unico ( i pochi che nelle lettere "osavano " ostentare qualche differenza politica venivano cannibalizzati dalla maggioranza di lettori " rossi ") e la cosa già allora mi rendeva un po' scettico specie per chi in genere professava totale tolleranza verso il diverso.
La rivista non trattava specificatamente di politica, ma anzi spaziava su molteplici argomenti ed alcuni articoli erano firmati da gente che comunque poi avrebbe lavorato in Tv come autore ed anche da scrittori di professione indubbiamente bravi.
La cosa che mi lasciava perplesso erano i lettori totalmente uniformati nei loro gusti come fossero tante fotocopie.
Nelle richieste di corrispondenza ( Internet stava arrivando e forse già c'era, ma lo usavano ancora in pochissimi ) a fine giornale tutti quanti nei propri interessi letterari mettevano in calce sempre gli stessi libri.
E non parliamo di romanzieri di genere come Lovecraft, Stephen King, Asimov, E.A.Poe, Clive Barker o Richard Matheson e nemmeno di biografie del Che, di Mao o vattelapesca.
Bensì sempre gli stessi romanzi che in quel periodo andavano di " moda ".
Romanzi che oggi appartengono probabilmente ai classici, ma che eccetto uno mi pare appaiano un po' superati e scarsamente considerati al giorno d'oggi.
Ma quali erano questi libri?

- Castelli Di Rabbia / Oceano Mare - Alessandro Baricco

- L'alchimista - Paulo Coelho

- Siddhartha - Hermann Hesse

- Il Gabbiano Jonathan Livingston - Richard Bach

- Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino - Christiane F.

- Jack Frusciante è Uscito Dal Gruppo - Enrico Brizzi

- Il Piccolo Principe - Antoine De Saint-Exupéry

Insomma il giovane lettore di sinistra ( sto volutamente generalizzando ) sembrava prendere a modello di riferimento siffatti romanzieri ed opere.
Oggi probabilmente leggerebbero Gramellini o Fabio Volo a voler andare di stereotipi.
Ascolterebbero ancora Jovanotti, Ligabue o i Modena City.
Però mi domando:
Perché seguire una corrente politica o di qualsiasi altro tipo deve portare in dote una sorta di uniformità di pensiero ed interessi?
A volte ho come l'impressione che siamo noi stessi a buttarci a capofitto in una data catalogazione giusto per darci un tono o per omologazione.
Era e rimane tuttora una mia impressione, poi magari veramente c'erano tutti questi giovani virgulti che apprezzavano sinceramente Siddhartha.

P.s: Non succede, ma meglio prevenire e dirlo subito:
No, non sono di destra e le camicie nere non mi piacciono, mi fanno apparire troppo magro.
Ed il rosso non mi piace nemmeno, mi fa apparire troppo pallido.
Il verde mi piace, ma è solo un colore non una lega.
E le stelle mi piace guardarle in cielo e se devo dargli un numero scelgo quello di Hokuto o al massimo quello della Sammontana.


Alla Prossima!








30 commenti:

  1. Sempre libri da cui sono fuggito via, volutamente e non, anche se Il piccolo principe l'ho letto e, ai tempi, abbastanza odiato. Ero troppo piccolo? Fatto che che ci ho fatto pace grazie al film di animazione di qualche anno fa. :)

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    1. Io mai letto e nemmeno visto il film, ma non escludo a priori di farlo un giorno.
      Ho notato comunque che è un libro che divide parecchio anche molti addetti ai lavori.

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  2. Credo sia piuttosto difficile che in una rivista di parte, si accettino opinioni anche da chi la pensa anche poco diversamente.
    Comunque ho sempre adorato la posta, in ogni rivista, da quella di videogame a quella dei fumetti, passando per la scemenze assurde di Cioè o Top Girl... oggi sono state sostituite dai commenti su social/blog/siti/forum e per questo amo sempre leggerli tutti.

    Concordo pienamente sul tuo discorso riguardo il seguire una corrente in tutto e per tutto, roba da baccalà, come cantava Sordi. Io spesso ho ascoltato contemporaneamente musica di estrema destra e di estrema sinistra... se è bella perché mi devo privare di una gioia?
    Comunque i soldatini (nel senso di tutti uguali, una forma più lieve di pecora) sono sempre esistiti e da anticonformista li ho sempre osservati dall'alto sorridendo.

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    1. Anch'io adoravo la rubrica della posta in ogni forma ed in ogni salsa ed era è ed tuttora la prima cosa che leggo/leggerei in una rivista.
      Sul resto del discorso siamo in totale sintonia.

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  3. Io credo che siamo in una fase post-ideologica, quindi dubito che questo discorso sia ancora valido nei tempi attuali. Quanto all'uniformità di pensiero e alla demonizzazione di chi la pensa in maniera diversa, arrivando a formare tifoserie pseudocalcistiche, quelle ci sono oggi persino più che in passato.
    Di Bach non ho letto Il gabbiano, però ho letto Illusioni e ho casa Uno, che devo ancora leggere.

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    1. Sicuramente la sinistra si è accentrata di parecchio quindi ha perso molta della sua ideologia di base.
      Io non credo che leggerò altro di Bach, ma mai dire mai.

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  4. Beh, stai parlando del periodo radical-chic di sinistra per eccellenza, dove era (davvero) figo essere di sinistra, frequentare i giovani comunisti (e non i centri sociali da rasta e puzza di sudore).
    Tutto questo è stato la rovina della sinistra italiana tutta, dal centro all'estremità... così modaiola e cannibale, anche molto star system si era adeguato (l'importante era sfottere Berlusconi; i più "tosti" osavano andare contro D'Alema).
    Scusa la digressione.

    Comunque, anche io ho letto tutti quei libri. Vorrà dire qualcosa? XD

    Moz-

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    1. Che eri uno di loro. :-P
      Non credere, anch'io apprezzavo molti valori ideologici della sinistri, meno però il fatto che nella realtà dei fatti corrispondessero raramente alla realtà.
      Ma lì è più colpa dell'individuo che dell'ideologia.

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    2. No, ma io comunque provengo da quell'area, e sono ben conscio che -se oggi la sinistra non esiste più è stata colpa di quella situazione.
      Vedrai come succederà la stesso in America...

      Moz-

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  5. In base alla mia esperienza, però, la morsa ideologica della sinistra sulla società negli anni '90 si era già fortemente allentata. Nei '70 sì che la si sentiva, quando il best-seller di riferimento era "Porci con le ali". Poi, già tra la fine dei '70 e l'inizio degli '80 ha cominciato a far breccia, anche a sinistra, la componente spirituale, con opere come "Siddartha", i primi libri di Castaneda, "Il profeta" di Gibran e "Il gabbiano" di Bach.

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    1. Io ho iniziato ad accorgermene soltanto negli anni '90 perché di fatto è quella in cui ho iniziato a vivere e vedere con mano la " formazione " politica giovanile e queste cose mi saltarono all'occhio.

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  6. Io ricordo di avere letto Siddharta proprio perché lo leggevano tutti e sembrava un libro di quelli che ti cambia la vita.
    Ovviamente, l'ho letto e non ne ricordo una pagina, non aveva assolutamente fatto presa su di me.
    Oh, sarò fatta male!

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  7. Riflessioni mai banali, le tue, Pirk.

    Come sono interessanti i commenti qui sopra.

    Io aggiungo solo la mia personale esperienza sui libri da te citati: di Baricco ho letto solo novecento (mia sorella invece lo adorava e lo adora), ho letto Jack Frusciante è uscito dal gruppo (mi ha lasciato indifferente), il piccolo principe non mi ha affatto incantato, non sono riuscito a capirlo.

    Il gabbiano? Beh, era il libro che leggevano tutti a scuola quando veniva data la consegna di leggere un libro a piacere, ahahha.

    Va detto che io a metà anni '90 e fine anni '90 ero un ragazzetto, la politica non mi sfiorava, così era per diversi miei amici. Negli anni 2000 invece c'era qualche mio amico magari "schierato" (schierato..parola grossa), ma mai ai livelli di oggi, anche perché non c'erano i social su cui battagliare, ahahha.

    Io di politica mi sono interessato sostanzialmente ai tempi dell'università...

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    1. Negli anni '90 ero giovincello anch'io quindi mi interessavo anch'io poco di politica.
      Pensa che alcuni di questi libri li ho letti negli ultimi anni.
      Su Jack Frusciante la penso come te.
      C'è da dire che il film però lo apprezzai tantissimo all'epoca, quindi penso che sia più un problema di " vecchiaia " e di empatia nel mio caso.
      La lettera di Martino comunque mi ha emozionato anche a quarant'anni.

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  8. Effettivamente è una cosa triste l'omologazione di alcuni aspetti della nostra vita in funziona di un dato pensiero politico, anche se è tutto sommato "comprensibile".
    Per semplificare il carico cognitivo, il nostro cervello seleziona delle informazioni, quindi è naturale che noi come persone istintivamente ci omologhiamo a ciò che ci rappresenta di più per evitare di "affaticarci".

    Riflettere, discutere, mettersi nei panni dell'opposto e ammettere di sbagliare per cambiare idea sono tutti lavori estremamente difficili per noi, quindi tendiamo a chiuderci a riccio nelle nostre idee, creando dei veri stereotipi.

    Nonostante questo, la bussola, a mio avviso, non può che essere quella dell'apertura più ampia possibile :)

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  9. Sono sempre dell'idea che si legge ciò che ci viene imposto, anche se poi cerchiamo di essere critici e consapevoli di ciò che leggiamo. I libri che citi li ho letti tutti, ma sinceramente non li mai osservati da un'ottica politica

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    1. Che poi sarebbe la cosa migliore da fare.
      E non perché la fanno tutti.

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  10. Sono sempre dell'idea che si legge ciò che ci viene imposto, anche se poi cerchiamo di essere critici e consapevoli di ciò che leggiamo. I libri che citi li ho letti tutti, ma sinceramente non li mai osservati da un'ottica politica

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  11. Humm, mi sa che non ne ho letto neanche uno di questi libri. Devo avere iniziato quello di Coelho ma non faceva per me.
    Comunque di sicuro citare tutti gli stessi libri equivale a darsi un tono e mi fa pensare un po' a quelli che non leggono mai niente e vanno in libreria a prendere unicamente i "casi letterari" del momento, per poter poi dire che li hanno letti, per fare "bella" figura.

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    1. Può anche essere, o magari veramente pensavano che fosse acculturante nella loro visione politica giovanile leggere determinati romanzi.
      Quantunque penso che romanzi come Jack Frusciante e I Ragazzi Dello Zoo di Berlino fossero romanzi che leggevano veramente tutti quanti a quel tempo.

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    2. Ma di sicuro li leggevano, non dico che lo dicessero e basta e poi non lo facessero. Le perplessità sono più che altro sulle motivazioni.

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    3. Su quelle la penso esattamente come te.

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  12. Ironicamente, sono tutti libri che ho letto e conosciuto almeno 10 anni dopo

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    1. Stessa cosa per me, anche se ne ho letto solo alcuni dei sopracitati.

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  13. Il Movimento 7 Stelle di Hokuto lo voterei al volo, e mi andrebbe benissimo una coalizione con la Lega di Nanto.

    Anzi, voterei per Ken alla Camera e Souther al Senato, auspicando Raul ministro degli interni (problema della mafia risolto in 13 secondi netti) e Ryuken presidente della Repubblica (voglio vedere chi avrebbe il coraggio di proporre una legge incostituzionale).

    Ciao :D

    Gio

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  14. Non ho mai letto quei libri sotto questa ottica, anzi sinceramente alcuni dei titoli citati mi mancano fra le mie letture! Un bel post che mi ha dato un ottimo spunto di riflessione, e dire che io Il Piccolo Principe l'ho sempre visto come un libro di formazione sui sentimenti e mai legato a un ideologia politica!

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    1. Ti ringrazio!
      Il Piccolo Principe credo sia l'unico tra tutti quelli che ho citato che viene straletto ed amato anche adesso ( io ancora non l'ho letto ).

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