In questi giorni di venti gelidi e labbra blu, nonché di lunghi silenzi virtuali, sono tornato ad accumulare e a leggere libri.
Sai che novità, direte voi.
Scherzi a parte, mi sono prodigato nel recupero de L'orrore Del Mare di Hodgson in edizione tascabile Newton, Ombre Del Male di Fritz Leiber targato Urania, e successivamente ho colmato la lacuna per quel che concerne alcune opere di John Ajvide Lindqvist, un autore svedese di cui in passato mi sono innamorato leggendo il suo bellissimo Lasciami Entrare.
Erano molti anni che corteggiavo le sue opere, ed a dirla tutta, già in passato avevo ceduto alle sue lusinghe procurandomi Il Porto Degli Spiriti, ma in quel caso la lettura non fu indolore, considerato quanto poco mi piacque.
Il tempo ha lenito le ferite e, superata la precedente delusione, era ora di dargli un'altra possibilità.
Ho preso così L'estate Dei Morti Viventi, la raccolta di racconti Muri di Carta e Una Piccola Stella, ma per gli ultimi due ci sarà tempo e modo di parlarne, poiché oggi è il turno de L'Estate Dei Morti Viventi.
Via con la sinossi:
Stoccolma è sull'orlo del caos. Dopo un'ondata di caldo torrido, in città si è creato un campo elettrico di grande intensità. Le lampade non si spengono, gli apparecchi elettrici non si fermano, i motori continuano a girare. Poi si scatena un'emicrania collettiva. Si diffonde la notizia che negli obitori i morti si stanno risvegliando. C'è un giornalista, il cui nipote è appena stato seppellito, che si chiede se anche i morti sotto terra stiano riaprendo gli occhi. E un'anziana signora, in attesa del funerale del marito, che sente bussare alla porta in piena notte. E ancora, un uomo disperato che prega Dio di riportare in vita la moglie. Ma poi quando i morti tornano, cosa vogliono? Quello che vogliono tutti: tornare a casa. E riaverli con sé, non è esattamente come ci si aspettava.
Parto con una piccola premessa: le storie di zombie mi hanno stufato.
Tra The Walking Dead, Z Nation, World War Z, Diario Di Un Sopravvissuto Agli Zombie e chi più ne ha più ne metta, il genere è certamente tra i più sopraesposti, però c'è da dire che il romanzo di Lindqvist prende non poco le distanze dall'iconografia ormai stantia di questo genere, concentrandosi più sul mistero della morte, l'elaborazione del lutto, e le conseguenze psicologiche e fisiche di un eventuale ritorno alla ( non ) vita.
Era dai tempi di Pet Sematary di King, che non leggevo una storia simile.
Ed a proposito dello scrittore del Maine, appare molto evidente la sua impronta in questo romanzo dello scrittore svedese.
Entrambi scelgono come ambientazione i posti che conoscono ed in cui vivono, ed entrambi inseriscono l'elemento soprannaturale in un sobborgo cittadino credibile e ben delineato.
Ma in fin dei conti com'è questo romanzo?
L'ho trovato strano, forse un po' vago, ma interessante.
Non aspettatevi i tipici zombie erranti e mangia interiora di The Walking Dead ed affini, questi camminamorti sono molto diversi e ben più inquietanti, per quel che mi riguarda.
Ci troviamo davanti più un romanzo del mistero, che un vero e proprio romanzo dell'orrore.
L'estate Dei Morti Viventi è un romanzo complicato che ti pone davanti a molteplici domande, ma le risposte di Lindqvist non riescono ad essere del tutto convincenti.
Ho mal digerito la deriva spiritualista del romanzo, ed anche se l'intreccio ed i personaggi sono tutti ben congegnati ed intriganti, alla fine non mi sono sentito pienamente appagato.
Lindqvist ha alzato il tiro creando una storia che esula dai canoni dell'iconografia classica degli zombie, e come tale va apprezzato ed approvato, ma per quel che mi riguarda siamo lontanissimi dai fasti dello straordinario Pat Sematary di Stephen King, che quest'opera ricorda moltissimo.
In generale c'è qualcosa di Lindqvist che non mi convince fino in fondo, e credo che sia tutto nel suo modo freddo e distaccato di approcciarsi alla storia.
Ma è un problema tutto mio, mica dello scrittore.
In conclusione, L'estate Dei Morti Viventi è sicuramente un romanzo che si fa leggere tranquillamente, ma che non mi ha convinto del tutto.
Alcune parti avrebbero avuto bisogno di un maggior approfondimento, soprattutto quelle che riguardano le autorità ed il loro tentativo di porre soluzione al problema di così tanti morti che ritornano improvvisamente in vita, anche se c'è da dire che già il fatto che Lindqvist si ponga questo problema tanto da infilarlo nelle pagine della storia, è già un punto a suo favore.
Insomma, potreste essere interessati ad una trama che vi pone il quesito di come reagireste se i vostri cari tornassero dalla morte mentre ancora state elaborando il lutto? ( sì, perché non tutti i morti di Stoccolma ritornano in vita, ma soltanto coloro che sono morti da non più di due mesi ).
Se la risposta è affermativa, questo romanzo va letto, poiché offre dei spunti interessanti ed intriganti a questo interrogativo.
Pensate per un attimo all'idea di scoprire che i morti risorgano con l'interrogativo se andare o meno a riesumare la salma di un vostro caro che potrebbe essere ritornato in vita ( anche se probabilmente già parzialmente decomposto :-P ), ci sarebbe da impazzire.
Quindi, a voi la scelta e la pala. :-P
Alla prossima!
Sai che novità, direte voi.
Scherzi a parte, mi sono prodigato nel recupero de L'orrore Del Mare di Hodgson in edizione tascabile Newton, Ombre Del Male di Fritz Leiber targato Urania, e successivamente ho colmato la lacuna per quel che concerne alcune opere di John Ajvide Lindqvist, un autore svedese di cui in passato mi sono innamorato leggendo il suo bellissimo Lasciami Entrare.
Erano molti anni che corteggiavo le sue opere, ed a dirla tutta, già in passato avevo ceduto alle sue lusinghe procurandomi Il Porto Degli Spiriti, ma in quel caso la lettura non fu indolore, considerato quanto poco mi piacque.
Il tempo ha lenito le ferite e, superata la precedente delusione, era ora di dargli un'altra possibilità.
Ho preso così L'estate Dei Morti Viventi, la raccolta di racconti Muri di Carta e Una Piccola Stella, ma per gli ultimi due ci sarà tempo e modo di parlarne, poiché oggi è il turno de L'Estate Dei Morti Viventi.
Via con la sinossi:
Stoccolma è sull'orlo del caos. Dopo un'ondata di caldo torrido, in città si è creato un campo elettrico di grande intensità. Le lampade non si spengono, gli apparecchi elettrici non si fermano, i motori continuano a girare. Poi si scatena un'emicrania collettiva. Si diffonde la notizia che negli obitori i morti si stanno risvegliando. C'è un giornalista, il cui nipote è appena stato seppellito, che si chiede se anche i morti sotto terra stiano riaprendo gli occhi. E un'anziana signora, in attesa del funerale del marito, che sente bussare alla porta in piena notte. E ancora, un uomo disperato che prega Dio di riportare in vita la moglie. Ma poi quando i morti tornano, cosa vogliono? Quello che vogliono tutti: tornare a casa. E riaverli con sé, non è esattamente come ci si aspettava.
Parto con una piccola premessa: le storie di zombie mi hanno stufato.
Tra The Walking Dead, Z Nation, World War Z, Diario Di Un Sopravvissuto Agli Zombie e chi più ne ha più ne metta, il genere è certamente tra i più sopraesposti, però c'è da dire che il romanzo di Lindqvist prende non poco le distanze dall'iconografia ormai stantia di questo genere, concentrandosi più sul mistero della morte, l'elaborazione del lutto, e le conseguenze psicologiche e fisiche di un eventuale ritorno alla ( non ) vita.
Era dai tempi di Pet Sematary di King, che non leggevo una storia simile.
Ed a proposito dello scrittore del Maine, appare molto evidente la sua impronta in questo romanzo dello scrittore svedese.
Entrambi scelgono come ambientazione i posti che conoscono ed in cui vivono, ed entrambi inseriscono l'elemento soprannaturale in un sobborgo cittadino credibile e ben delineato.
Ma in fin dei conti com'è questo romanzo?
L'ho trovato strano, forse un po' vago, ma interessante.
Non aspettatevi i tipici zombie erranti e mangia interiora di The Walking Dead ed affini, questi camminamorti sono molto diversi e ben più inquietanti, per quel che mi riguarda.
Ci troviamo davanti più un romanzo del mistero, che un vero e proprio romanzo dell'orrore.
L'estate Dei Morti Viventi è un romanzo complicato che ti pone davanti a molteplici domande, ma le risposte di Lindqvist non riescono ad essere del tutto convincenti.
Ho mal digerito la deriva spiritualista del romanzo, ed anche se l'intreccio ed i personaggi sono tutti ben congegnati ed intriganti, alla fine non mi sono sentito pienamente appagato.
Lindqvist ha alzato il tiro creando una storia che esula dai canoni dell'iconografia classica degli zombie, e come tale va apprezzato ed approvato, ma per quel che mi riguarda siamo lontanissimi dai fasti dello straordinario Pat Sematary di Stephen King, che quest'opera ricorda moltissimo.
In generale c'è qualcosa di Lindqvist che non mi convince fino in fondo, e credo che sia tutto nel suo modo freddo e distaccato di approcciarsi alla storia.
Ma è un problema tutto mio, mica dello scrittore.
In conclusione, L'estate Dei Morti Viventi è sicuramente un romanzo che si fa leggere tranquillamente, ma che non mi ha convinto del tutto.
Alcune parti avrebbero avuto bisogno di un maggior approfondimento, soprattutto quelle che riguardano le autorità ed il loro tentativo di porre soluzione al problema di così tanti morti che ritornano improvvisamente in vita, anche se c'è da dire che già il fatto che Lindqvist si ponga questo problema tanto da infilarlo nelle pagine della storia, è già un punto a suo favore.
Insomma, potreste essere interessati ad una trama che vi pone il quesito di come reagireste se i vostri cari tornassero dalla morte mentre ancora state elaborando il lutto? ( sì, perché non tutti i morti di Stoccolma ritornano in vita, ma soltanto coloro che sono morti da non più di due mesi ).
Se la risposta è affermativa, questo romanzo va letto, poiché offre dei spunti interessanti ed intriganti a questo interrogativo.
Pensate per un attimo all'idea di scoprire che i morti risorgano con l'interrogativo se andare o meno a riesumare la salma di un vostro caro che potrebbe essere ritornato in vita ( anche se probabilmente già parzialmente decomposto :-P ), ci sarebbe da impazzire.
Quindi, a voi la scelta e la pala. :-P
Alla prossima!
Non è neanche il mio preferito tra i romanzi di Lindqvist, nonostante il folgorante inizio, che si svolge tra l'altro in un punto di Stoccolma a due passi da dove ho abitato.
RispondiEliminaComunque in generale come autore io lo preferisco a King. Il libro che più amo dei suoi è "Una piccola stella", di cui ho anche detto nel mio blog che è il romanzo che avrei voluto scrivere io (anche se nelle mie mani sarebbe certo riuscito un bel po' meno truculento).
E' in lettura subito dopo Muri Di Carta, ed ovviamente correrò a leggere subito dopo la tua recensione. :-)
EliminaL'ho citato più volte ma in post che parlavano anche di altro, senza mai recensirlo veramente. Del resto quasi mai mi produco in vere e proprie recensioni librarie.
EliminaIn ogni modo, il fatto che ti abbia colpito così tanto, mi spinge a volermici cimentare al più presto. :-)
EliminaNon è affatto detto però che su di te abbia lo stesso effetto. In "Una piccola stella" Lindqvist ha associato insieme molti dei miei temi favoriti.
EliminaTi saprò presto dire.
EliminaGiusto il tempo di finire la raccolta Muri Di Carta. :-)
Lindqvist è uno scrittore molto discontinuo, all'interno di uno stesso libro può scrivere pagine molto interessanti e coinvolgenti e poi pagine molto distaccate e quasi noiose. Per quanto mi riguarda ritengo comunque che rimanga uno scrittore molto interessante anche se a volte rimane deludente.
RispondiEliminaCondivido in toto, ma ad un autore del genere, sono disposto a dargli infinite possibilità, nella speranza di trovare un altro romanzo che possa darmi le stesse emozioni di Lasciami Entrare.
EliminaAnch'io sono francamente annoiato da queste continue invasioni zombie, ma Lindqvist m'ispira troppo. Oltretutto, devo prima leggere Lasciami entrare, perché con i film - sia l'originale che il remake - la storia mi è rimasta un po' estranea. Devo farla mia, di più.
RispondiEliminaLasciami Entrare è un libro stupendo e mooolto più crudo e truculento dei due film, fidati. ;-)
EliminaTi dico la verità: m'intriga poco :/
RispondiEliminaTi dico la verità: m'intriga poco :/
RispondiEliminaConoscendoti, lo immaginavo. :-P
EliminaIn effetti sembra una rilettura originale e più profonda dell'abusatissimo genere zombie ! Molto interessante... ;-)
RispondiEliminaEsattamente, Petey. :-)
EliminaDi nuovo non lo so, poiché il Re ci era già arrivato con Pat Sematary, ma sicuramente è un punto di visto diverso rispetto alle zombie stories degli ultimi tempi. :-)
RispondiEliminaE per uno al quale non aveva nemmeno fatto impazzire Pet Semetary?
RispondiEliminaBella domanda!
EliminaQualche assonanza c'è, ma comunque i due romanzi prendono due strade molto diverse.
Io sono un grande estimatore di Pet Sem, tanto che lo metto tranquillamente tra i miei preferiti di King.
Anche io ho adorato Lasciami Entrare, libro e film... questo non lo conoscevo, ma se ci sono gli zombie (e a maggior ragione se non è il solito romanzo di zombie) deve essere mio :D
RispondiEliminaNel caso poi fammi sapere. ;-)
EliminaA me questo romanzo non è dispiaciuto e trovo lo stile dello scrittore affascinante . La tematica è quella , ma come giustamente dici tu, ci risparmia il solito zombie coperto di sangue e di vendetta.
RispondiEliminaBuon pranzo mio caro!
Sempre gentilissima Nella. :-)
EliminaSono solo sincera..Pirkaf mio!
EliminaEd io ti ringrazio ancora. :-)
Eliminaabbraccione!
EliminaAnche a me Pet Sematary è piaciuto moltissimo. Questo scrittore invece non lo conosco (ma è per questo che si vanno a cercare le opinioni di altri lettori) e il libro in questione mi ha incuriosito abbastanza. Per certi versi mi ha fatto un po' pensare alla serie tv francese Les Revenants che non era horror o macabro... ma tutte quelle persone ritornate dopo anni,con i loro misteri, erano davvero inquietanti.
RispondiEliminaLes Revenants lo conosco solo di fama, prima o poi recupererò telefilm e libro che ho incrociato spesso.
EliminaLindqvist è sicuramente un bel scrittore horror di talento.
Lasciami Entrare è un libro spettacolare che non dovrebbe mancare in nessuna libreria di appassionati della letteratura gotica ed horror.
Grazie della visita. :-)
Personalmente non amo i racconti di zombie. Ricordo di avere letto un paio di antologie dedicate ai morti viventi, ma ne ho preferite altre. Anche come scrittore gli zombie praticamente non li ho mai usati, se non in un quartetto di racconti che erano però di stampo satirico.
RispondiEliminaLindqvist lo conosco di nome ma non m'ispira, mentre Pet Semetary (libro e film) li ricordo come degli ottimi lavori.
Lasciami Entrare andrebbe letto, poiché tratta del tema dei vampiri rispettandone l'iconografia e la crudezza, ma allo stesso tempo toccando le corde del cuore, io l'ho letteralmente adorato, tanto che sulla fiducia mi ero ripromesso di leggere tutte le sue opere, come sto facendo proprio adesso. :-)
EliminaIo sono in possesso de Musica dalla spiaggia del paradiso, ma un'amica di letture non è rimasta completamente soddisfatta :P Leggo qui le tue perplessità su alcuni aspetti che ahimè sembrano appartenere anche al romanzo che ho citato... Uff... Lo leggerò, ma sono poco motivata al momento!
RispondiEliminaMusica dalla spiaggia del paradiso mi manca, e penso che lo recupererò, anche se non a breve, poiché ho voglia di passare ad altro.
EliminaTi ringrazio della visita e del commento e mi scuso per il ritardo nella risposta. :-)
Come vedi anche io sono passata in ritardo a commentare ;) Si fa quel che si può!
EliminaBuon week end!
Una recensione perfetta!
RispondiEliminaPer quanto riguarda la questione del "essere freddo" di Lindqvist volevo aggiungere che è una caratteristica tipica degli scrittori scandinavi, ovviamente non mi riferisco alle condizioni atmosferiche, ma al fatto che molti di loro hanno questo approccio, basti pensare a Stieg Larsson e Björn Larsson.
Questo romanzo mi ha ricordato molto una serie TV britannica, ovvero In the Flesh, non tanto per il modo in cui vengono trattati gli zombie, ma per tutta la questione relativa all'elaborazione del lutto. Nonostante sia una roba molto "teen" ti consiglio di guardarla, se non sbaglio è della BBC.
Ti ringrazio della visita e del consiglio.
EliminaAndrò certamente ad informarmi sulla serie che dici. :-)
I Revenant sono forse ancora più interessanti degli Zombie classici e mangia interiora e questo romanzo è una vita che conto di leggerlo, poi le priorità si fanno altre. Concordo con Blognauta: è una recensione perfetta.
RispondiEliminaProbabilmente non riuscirà mai a superare Lasciami Entrare che è una lettura intensa e tra le più belle fatte negli anni passati. Anche Una piccola stella non mi ha lasciata le stesse belle impressioni di quel romanzo.
Una Piccola Stella a me è piaciuto molto, anche se Lasciami Entrare resta inarrivabile.
EliminaTi ringrazio del commento e dei complimenti. :-)
Anche se sei fermo da un po'... Liebster Award!
RispondiEliminaTi ho scelto per i Liebster Awards di quest'anno. Quando vuoi passa da me per il riconoscimento...Bye!
RispondiEliminahttp://lastanzadigordie.blogspot.it/
Caro devo fare uno spamm.
RispondiEliminaQui dice che hai vinto un premio dell'internet ;)
http://giocomagazzino.blogspot.it/2016/06/liebster-blog-award-2016-in-199-e-di.html