lunedì 28 febbraio 2022

Galilee - Clive Barker

Continua il mio excursus di rilettura delle opere di Clive Barker, e questa volta tocca a Galilee.
Devo essere onesto ed affermare che di questo romanzo praticamente non ricordavo nulla.
Ogni volta che mi accade di non ricordare gli stralci della storia mi capita di viverlo come un segnale dall'allarme, nel senso che evidentemente trattasi di un'opera che alla prima lettura non mi ha lasciato nulla.
Che dire, magari sarà stato così quando lo lessi allora, ma stavolta posso dire tranquillamente che Galilee mi è garbato molto.
Se chi si ritroverà a leggere questo post è appassionato di letteratura mitologica di stampo fantasy, e se si è amanti di Sandman o American Gods di Neil Gaiman, beh, questo romanzo è quasi imperdibile, dico quasi perché ci sono due, tre cose che a me non sono piaciute, ma ne parliamo dopo la sinossi:

Ricchi come i Rockfeller, in vista quanto i Kennedy, i Geary dominano sin dalla Guerra Civile la vita degli americani, abilissimi nel celare le origini di tanta influenza e la vastità della corruzione che ne è alla base. Rachel Pallenberg non avrebbe mai immaginato di incontrare - e ancor men di sposare lo scapolo d'oro più ambito di tutta l'America, Mitchell Geary. Ma il suo romantico sogno d'amore si interrompe proprio il giorno del suo matrimonio: Rachel non è pronta ad affrontare l'incubo che ha inizio con la scoperta della vita segreta del clan. Perché i Geary sono una famiglia in guerra. I loro nemici sono i Barbarossa, una dinastia la cui influenza non si manifesta nei palazzi della politica, ma nell'universo sensuale dell'anima e della carne.


Partiamo un attimo dal packaging.
Galilee fu pubblicato una prima volta nel 1998, e successivamente ristampato dalla Sonzogno nel 2001 in formato tascabile al prezzo di 9.900 Lire.
Ed è quest'ultima l'edizione che è in mio possesso, comprata su Ebay intorno al 2014/2015 a pochi Euro.
Parliamo di un'opera che conta 700 pagine, e che quindi è molto difficile considerare un'opera minore, per quanto mi pare che sia uno dei libri meno conosciuti e celebrati del buon Clive.
In verità è un libro parecchio scorrevole e suggestivo.

I topoi narrativi di Barker sono sempre quelli, soprattutto per quel che concerne il ramo fantasy/erotico che è sempre ben presente nelle sue opere, però qui ci troviamo davanti ad una epopea che vede coinvolte due famiglie, una di stampo divino e l'altra umana, ma potente quanto potrebbero esserlo stati nella realtà i Rockfeller o i Kennedy.
A fare da collante di trama tra queste due dinastie, comunque legate a doppio filo fin dagli albori, è Rachel, una giovane ragazza che come in una fiaba conquista il cuore dello scapolo d'oro dei Geary, una famiglia di magnati tra le più potenti d'America, ma che successivamente, in seguito alla rottura del suo matrimonio, farà la conoscenza di Galilee, primogenito di una famiglia divina, ma anche parecchio disfunzionale.
Quello che al quaglio potrebbe sembrare e lo è in un certo senso, un triangolo amoroso, è in realtà molto di più, perché Barker dipinge alla perfezione tutti i personaggi che compongono questo libro.
I personaggi che compongono la famiglia di Galilee, sono tutti spettacolari nella loro eccentricità.
Maddox, Zabrina, Marietta, fino alla matriarca Cesaria sono tutti personaggi cesellati alla perfezione, tanto che viene spontaneo empatizzare con loro anche se si tratta praticamente di divinità.
Ma non voglio parlare troppo della trama, perché è bello scoprire questi personaggi in corso d'opera, ciò che posso dire è che come sempre Barker presenta dei personaggi sopra le righe e piuttosto maliziosi, ma anche molto emozionanti per il lettore.
In un certo senso narrativamente parlando è una sorta di Dinasty o Dallas mitologico, visto che comunque entreremo anche nella vita della famiglia Geary, molto più pragmatica e spietata, per certi versi.
Il libro però non è solo questo, perché è composto anche da delle micro storie di altri personaggi che avranno a che fare con queste due famiglie.
Proprio per questo ho citato Sandman, inizialmente.
Piccole parabole di uomini che durante il loro cammino incontrano dei personaggi speciali.
Il libro stesso che stiamo leggendo in un certo senso ricorda il libro di Destino di Sandman, perché in un perfetto meccanismo di meta lettura, noi lettori stiamo leggendo una biografia familiare che Maddox sta scrivendo in corso d'opera.
Proprio per questi piccoli tocchi di classe, mi permetto di affermare che Galilee è un ottimo libro, o almeno lo è per tre/quarti, secondo me.
C'è qualcosa che non mi torna nel narrato.
Ad un certo punto è molto forte la sensazione che Barker abbia voluto tirare il freno a mano ed abbia editato alcune cose, e persino il finale è fin troppo aperto, come se avesse avuto intenzione di cominciare una saga.
La trama disattende un pochino per quel che concerne alcuni avvenimenti del passato, continuamente accennati, ma mai raccontati veramente, soprattutto per quel che concerne il patriarca di queste divinità ovvero Nicodemus, soprattutto per quel che concerne la sua morte vera o presunta, che resta una questione totalmente aperta ed irrisolta.
Ma non è solo questo, fin dall'inizio ci viene raccontato che siamo davanti ad una sorta di caduta degli Dei, che L'Enfant ( casa costruita nientemeno che da Thomas Jefferson ) ovvero la dimora di queste divinità cadrà e vedrà distrutta, ma all'atto pratico di questo conflitto vedremo poco o nulla.
Dal lato puramente del pathos narrativo mi sento deluso e un po' preso in giro dalla storia, che da questo punto di vista lascia in sospeso troppe cose.
Insomma Barker si concentra più sui sentimenti umani e divini, che sul resto, disattendendo un po' tutto il costrutto narrativo che fin dal principio portava ad altro.
So che un conflitto tra umani e Dei lascia il tempo che trova e sarebbe impari, ma se per tutto il libro parli dello scontro che avverrà, beh, io quello scontro voglio leggerlo.
Insomma Galilee è un bel viaggio, ma personalmente sono rimasto deluso per quel che concerne la coerenza narrativa, però è doveroso aggiungere che dal punto di vista dei personaggi rimane un libro veramente bello ed accattivante.


P.s: Mentre ero alla ricerca della sinossi da inserire sul post, mi sono imbattuto in alcune recensioni che fanno degli esempi molto simili ai miei, per quel che concerne le associazioni letterarie o filmiche, segno che leggendo quest'opera a tutti quanti sono venuti in mente gli stessi esempi.
Chiedo scusa in anticipo se qualcuno possa pensare che io abbia copiato da qualche altro post, ma non è così, ve lo assicuro.


Alla prossima!




giovedì 10 febbraio 2022

Ghost Story - Peter Straub

 " Okay, proviamo di nuovo ", disse lui. " Cosa sei? "

" Lo sai. " Rispose lei.

Insistette. " Che cosa sei? "

Sorrise porgendogli quella straordinaria risposta.

" Sono te. "

" No. Io sono io. Tu sei tu. "

" Io sono te. "


Già solo per questo scambio splendido e per tutto quel primo capitolo quasi in medias res che funge sia da prologo che da quasi epilogo, questo romanzo meriterebbe la lettura.

Però andiamo per gradi.

Chi è Peter Straub?

So che è una domanda retorica poiché tutti conosciamo Wikipedia, però è giusto iniziare un articolo parlando prima dell'autore.

In Italia questo autore è noto soprattutto per aver scritto a quattro mani con Stephen King i romanzi Il Talismano e La casa del buio.

Entrambi dovevano essere parte di una trilogia, ma recentemente i due autori hanno dichiarato che difficilmente troveranno il tempo per potersi dedicare al terzo capitolo.

La mia idea è che non ne abbiano poi questa gran voglia, d'altronde da La casa del buio sono passati più di vent'anni.

Però direi di chiudere qui questa parentesi e magari ne riparlerò quando mi deciderò di rileggere La casa del buio con la prospettiva di parlarne qui.

Molti degli scritti di Peter Straub vennero pubblicati dalla Bompiani, credo in scia alla pubblicazione de Il Talismano.

Ebbene, mi piacerebbe molto recuperare alcuni di essi, che oggi credo vaghino nel limbo dei fuori catalogo.

Straub non è un autore su cui ci sia molto hype e quindi i suoi libri si trovano attualmente a pochissimo prezzo su Ebay ed affini.

Mi piacerebbe leggere in futuro sia Koko che Il drago del male.

Del primo ho visto che circolano anche alcune copie in edizione Fabbri, quella blu cartonata che spesso appare in bella vista in qualsiasi mercatino dell'usato librario.

Io ovviamente ho conosciuto Peter Straub tramite il romanzo Il Talismano, ma in verità ne sono stato incuriosito a causa del fatto che Stephen King nel suo Danse Macabre ha inserito Ghost Story non solo come uno dei romanzi che più lo hanno influenzato, ma anche come uno dei migliori romanzi di genere fantastico ed horror di maggior rilievo negli anni che vanno dal 1950 al 1980.

Gli ha dedicato un intero capitolo, e ne ha parlato con così entusiasmo, che all'epoca andai su Ebay e mi decisi a comprarne subito una copia.

Lo lessi a suo tempo, mi piacque, ma non condivisi quell'entusiasmo.

Con lo scorrere del tempo provai a rileggerlo almeno due volte, ma entrambe le volte mi arenai intorno alla pagina 150 o giù di lì.

Dico queste cose per onestà intellettuale, perché mi rendo conto che in alcuni punti questo è un romanzo abbastanza lento e prolisso.

Però la terza rilettura è stata quella giusta, perché ho apprezzato il libro molto più della prima volta.

Oggi posso fare ammenda ed affermare che Ghost Story è un gran bel libro.

Parliamone dopo la sinossi:

"Quattro rispettabili anziani professionisti ci Milburn, una cittadina sperduta fra i monti dello stato di New York, si ritrovano ogni quindici giorni a raccontarsi storie di fantasmi. Hanno sentito il bisogno di farlo da quando un loro amico è morto all'improvviso durante un ricevimento offerto in onore di una misteriosa attrice.
Ora, nell'inverno di Milburn, una strana creatura, che nel passato aveva subito un danno dai quattro amici, è tornata per esigere il suo tributo. Così la città viene conquistata a poco a poco da un orrore che dapprima si insinua nella sonnolenta routine quotidiana, poi si manifesta spaventoso in tutta la sua violenza.
Alleato dei quattro diverrà lo scrittore di storie soprannaturali Don Wanderley, che per quanto esperto in materia, non potrà garantire l'esito dello scontro finale."

Credo che per apprezzare un libro del genere bisogna avere un po' di infarinatura del genere.

Questo mi rendo conto che potrebbe essere visto come un difetto, perché è un libro che è facile associare ad altri libri, altri generi ed altri autori.

Forse è per questo che oggi sono in grado di apprezzarlo di più, perché con il tempo ho assimilato molte storie che hanno ispirato questo libro o che sono state ispirate da questo libro.

Ghost Story è un romanzo del 1979.

Persino King ha usato alcuni dettami di quest'opera per alcuni suoi racconti, e la natura ciclica e temporale del villain di questa storia ricorda tantissimo IT o anche alcuni personaggi mitologici di Neil Gaiman.

Straub a sua volta però afferma di essersi ispirato a Le notti di Salem per quel che concerne la cittadina protagonista di questo libro ovvero Milburn.

Un'altra associazione che mi è venuta subito in mente è quella relativa a Il canyon delle ombre di Clive Barker che per certi versi un po' ricorda le atmosfere di questa storia.

Ebbene, quali sono queste atmosfere?

Ghost Story è una storia di fantasmi come il titolo lascia intendere?

No, non del tutto.

In verità in questo romanzo Peter Straub è abile a giocare con tutti gli archetipi del genere horror presentandoci un nemico che è in grado di essere qualsiasi cosa.

Capito, perché ho nominato IT?

Però qui non c'è nessun pagliaccio, ma solo una bellissima donna.

A conti fatti è un horror che mischia un po' il noir di Raymond Chandler, con le atmosfere che tanto ricordano gli anni dei libri di Scott Fitzgerald fatte di feste e bei vestiti, frullando il tutto con un po' di sano horror alla Stephen King di quando racconta l'arrivo dell'orrore esterno in un sobborgo cittadino qualsiasi.

L'idea della Chowder Society è molto suggestiva e potente, forse ispirata alla famosa sera in cui vennero piantati i semi per la creazione di due degli archetipi horror più famosi di ogni tempo ovvero Frankenstein e Il Vampiro, ma funziona dannatamente bene.

La chowder society è composta da quattro amici un po' attempati che si riuniscono una tantum per bere e raccontarsi storie dell'orrore o comunque surreali.

In principio erano in cinque ed uno di loro muore in un modo strano.

Aveva da poco conosciuto una bellissima donna.

Straub per alcuni di questi personaggi sceglie il nome di scrittori veramente esistiti, non a caso uno dei protagonisti si chiama Hawthorne ed un altro Sears James.

Non a caso la storia che quest'ultimo racconterà sembra pari pari uscita da Il giro di vite di Henry James, molto subdolo Straub, vero? XD

Scherzi a parte, Straub fa un gran lavoro con i personaggi di questo libro, tutti sviscerati benissimo, e tutti quanti molto credibili nelle proprie peculiarità, caratteristiche e debolezze.

In verità dal punto di vista corale, inteso come sobborgo cittadino, il tutto funziona benissimo e risulta oltremodo coeso dal punto di vista narrativo.

Magari qualcuno storcerà il naso nel vedere quattro protagonisti così attempati, ma in verità andando avanti faranno capolino nella storia anche il giovanissimo Peter e quello che alla fine sarà il vero protagonista della storia, Don Wanderley, che poi è il nipote del quinto membro della Chowder Society che è deceduto.

Nelle vite di questi personaggi, che sia al passato o al presente, farà o avrà fatto capolino una donna, che si chiami Eva, Alma, Anna o Angie, è sempre lei, così diversa, ma così uguale...

Mi fermo qui con la descrizione di questo libro, sennò andrei per le lunghe.

Descritto così sembra un romanzo in cui succede poco, ma la parte horror c'è ed è moltissima, fidatevi.

Le ultime centinaia di pagine sono un crescendo continuo e c'è parecchia azione e parecchia...morte.

Tra le fila dei buoni soprattutto.

Ci sono difetti in questo romanzo?

Quelli figli del genere direi.

Quindi non insormontabili.

Quali, direte?

Direi che come in ogni film, romanzo o fumetto di quel periodo, il male all'inizio sembra implacabile, poi invece soprattutto nei confronti finali, sembra quasi che venga sconfitto facilmente.

E' una cosa che nella narrativa di una storia incrocio spesso e ci ho fatto il callo, ed in più mi rendo conto che non è facile scrivere di una lotta.

Cioè in un film o in un fumetto, una coreografia o un disegno risultano molto più coinvolgenti e credibili di una scena narrata.

Non so se sono riuscito a spiegarmi, in tal caso mi scuso.

Insomma Ghost Story è un gran bel libro, e se vi capita sottomano, non fatevelo sfuggire.

Inizialmente vi sembrerà altro, e questo mi dà la possibilità di parlare anche dell'inizio.

Beh, quella parte è molto ambigua e lolitesca.

Ed è dannatamente bella e inquietante.

So che in una delle ultime ristampe, proprio l'inizio è stato usato come sinossi, cosa per me sbagliata, visto che il libro per trecento pagine o più, è proprio tutt'altro.

Ma li capisco, è un inizio al fulmicotone.

Un uomo viaggia in auto con una una bambina che non è sua figlia, la tiene praticamente prigioniera, ed in più progetta di ucciderla.

Ditemi se non è un inizio meraviglioso.

Ehm, volevo dire, narrativamente accattivante, non denunciatemi per istigazione alla violenza. XD

Chiedo venia per la lunghezza, ma credo che un post del genere possa essere tranquillamente letto a pezzetti con lo scorrere del tempo, anche perché difficilmente riuscirò a scrivere altro per questo mese in corso, poiché il materiale da leggere scarseggia.



Alla prossima!