sabato 27 settembre 2014

I due videogiochi più erotici della mia infanzia

Oggi parlo di due giochi che all'epoca della mia infanzia non solo ti stimolavano a prendere il Joystick in mano, ma anche un'altra cosa...
Parliamo di due giochi usciti nella decade che copre gli anni '80 - 90, epoca in cui quel poco di tette e culi che un adolescente poteva aspirare di vedere consisteva in:
- Sperare di riuscire a vedere Colpo Grosso di nascosto in Tv lontano da occhi indiscreti.
- Girovagare con fare lascivo per edicole nel tentativo di gettare l'occhio sulle riviste e videocassette porno messe lì in bella mostra.
- Girovagare per luoghi abbandonati nel tentativo di imbattersi in un rivista porno gettata ed abbandonata da qualcuno che non era difficile immaginare per cosa l'avesse usata...

Ma non divaghiamo e torniamo a noi, quali erano questi giochi in questione?
Il primo credo lo conoscano quasi tutti i trentenni, parlo ovviamente di Gals Panic.
Gals Panic è un puzzle game a schermo fisso prodotto nel 1990 dalla Kaneko il cui scopo era piuttosto semplice:
Si teleguidava attraverso il gioco un cursore che aveva l'obiettivo di scoprire la silhouette che contrassegnava la schermata del livello.
Tutto questo cercando di evitare di farsi prendere dal nemico di turno che livello dopo livello diventava sempre più bastardo e più difficile da evitare.
All'inizio del gioco ci veniva data la possibilità di scegliere tra sei ragazze, la cui silhouette sarebbe stata poi quella da scoprire durante il gioco.
Le ragazze immagino fossero delle attrici giapponesi ingaggiate per il gioco, ricordo ancora qualche nome:
Shiori, Nami, Marina, Emi ed altre due che adesso non mi sovvengono.
Il gioco era diviso in tre manches ed al completamento di ognuna la silhouette della ragazza diventava sempre più svestita.
Nella prima immagine la vediamo in posa sexy ma vestita, nella seconda in intimo e nella terza a seno nudo.
In queste prime tre manches del gioco ovviamente il fotogramma della ragazza è pixellato, mentre dopo aver superato tutte e tre le manches del gioco finalmente compare la vera foto della ragazza in tutta la sua nudità. :-P
Lo scopo del gioco è completare tutti e sei livelli ( divisi per tre ) e quindi spogliare tutte le ragazze.
Ovviamente nel gioco sono presenti anche power up ed altri oggetti che possono facilitare come rendere ancora più difficile la missione.
Molto vario anche il comparto nemici che cambia in ognuno dei sei livelli che comprendono il gioco.
Era o non era il sogno di ogni adolescente?
Ricordo che all'inizio si faceva la fila per giocarci. :-P
Per carità, con gli occhi di adesso è un giochetto piuttosto innocuo, ma ammetto che all'epoca soprattutto le prime volte che ci giocavo, seppe procurarmi parecchi bollori ed anche imbarazzo soprattutto quando qualche adulto mi gironzolava intorno e faceva qualche battutina sul perché giocassi a quel coin-op. :-P
A parte le ragazze, Gals Panic era un gioco piuttosto divertente che ha avuto numerosi seguiti e che mi diverto talvolta ad emulare.





Il secondo gioco è molto più vecchio ed anche diciamolo molto più ingenuo e semplicistico.
Trattasi della versione per Commodore 64 dello Strip Poker con protagonista la tascabile bomba sexy degli anni '80, Samantha Fox.
Lo scopo era semplicissimo: battere a Poker Samantha e farla spogliare sempre di più.
Emblematica ed indimenticabile la schermata finale in bianco e nero del gioco che la vedeva a seno nudo.
Con gli occhi di adesso è un gioco dal reparto grafico e sonoro che sfiora l'infimo, ma all'epoca ai miei occhi da decenne ( il gioco è dell'86 ), vedere le tette di Samantha Fox non era cosa di tutti i giorni. :-P
Gioco da emulare con in sottofondo la canzone simbolo dell'omonima cantante, la tamarrissima quanto meravigliosa Touch Me. :-)



martedì 16 settembre 2014

La porta dietro l'armadio.

C'è una porta introvata (o perdutae la memoria è la chiave che la apre". Stephen King


Le luci delle automobili che passavano di notte sembravano creare strane forme sul muro.
Non riuscivo a prendere sonno ed avevo paura.
Dormivamo in quattro in stanza, ma al buio ci si sentiva comunque soli.
Gli occhi andavano allo scantinato, dove ci raccontavamo si potesse nascondere qualche mostruosità e soprattutto indugiavano verso l'armadio e alla porta che vi era nascosta dietro.
Era l'estate degli 11 anni, la prima passata ospite da mia zia.
Estate di giochi, corse, giocattoli, mare, videogiochi e di film e racconti dell'orrore.
Ed in quelle sere, inesorabilmente, si aveva paura.
Si aveva paura di quella strana porta nascosta dietro l'armadio e si aveva paura di quelle ombre che sembravano persone o mostri deformi.
Era chiaro fossero i riflessi dei fari dell'auto che ingrandivano la forma dei mobili, ma vallo a spiegare ad una mente undicenne infarcita di spiriti, fantasmi e lupi mannari.
E così in un giorno torrido come tanti altri, si decide di trovare la chiave e di tentare di aprire questa misteriosa porta nascosta dietro l'armadio.
Volevamo esorcizzare la paura oppure la curiosità era più forte della fifa, non lo so, non lo ricordo.
Ricordo i passi ovattati, i movimenti silenziosi per non farci sentire dagli adulti che stavano al piano di sotto, ricordo la chiave che inserimmo nella toppa e l'emozione e la titubanza nell'aprirla.
Era una porta comunicante che dava in una casa abbandonata.
Una cosa strana, che quando ci penso, mi pare strana tuttora.
Ricordo la polvere e il pavimento di legno.
Ricordo gli scricchiolii quando ci misi un piede sopra.
Ricordo il portafoto argentato con la foto in bianco e nero di una vecchina dallo sguardo torvo, severo.
Ricordo quel comò marrone antico su cui era poggiata la foto e le tante ragnatele sparse negli angoli della casa.
O meglio di quel poco che si vedeva dalla posizione in cui mi trovavo.
Provai a fare un passo ed entrare ma avevo paura che il pavimento non mi reggesse.
Avevo paura mi potessero ritrovare a chilometri di profondità, chissà dove.
Ma uno dei miei due cugini entrò.
Ricordo il rumore delle assi di legno ed i suoi passi felpati, incerti.
Arrivò fino al comò e lo aprì.
Si mise a frugarci dentro e poi lentamente come era entrato ne uscì con uno sguardo fiero, orgoglioso.
Pensavamo avesse trovato chissà quale trofeo.
Nella mia mente pensavo a qualcosa di misterioso, ma così non fu.
Non si trattava altro che di un portachiavi dei mondiali di calcio in Argentina del 1978. 

Ancora adesso che sono passati così tanti anni, mi domando se quella porta a casa loro esiste ancora e se ancora esiste quella casa polverosa ed abbandonata che si trovava alle spalle.
E chissà se il quadretto con il volto di quella vecchina è ancora lì, in attesa di posare lo sguardo su qualcun'altro...


venerdì 12 settembre 2014

Il Ciclo di Hap & Leonard - J.R.Lansdale

Prima di lanciarmi nel lungo e talvolta tortuoso percorso di conoscenza delle opere di J.R.Lansdale erano sempre due le opere che vedevo citate e consigliate dappertutto: La Trilogia Del Drive - In e il ciclo di Hap & Leonard.
La trilogia è stata il mio battesimo del fuoco con questo autore, il ciclo di Hap & Leonard la chiusura del cerchio di un periodo che ha visto questo autore assoluto protagonista delle mie letture.
Ma bando alle ciance e parliamo più specificatamente di questo ciclo di libri dello scrittore texano, ciclo che lo ha consacrato e balzato agli onori della cronaca e che vanta un nutritissimo seguito di lettori in tutto il mondo.
Il ciclo è composto da otto volumi più qualche raccontino sparso in varie raccolte ed è ancora in prosecuzione, visto che è già stato annunciato il nono capitolo della serie: Blue To The Bone.
La serie di otto libri ( tutti editi in Italia ) è composta da:

- Una Stagione Selavaggia (1995)
- Mucho Mojo (1994)
- Il Mambo Degli Orsi ( 1995 )
- Bad Chili ( 1997 )
- Rumble Tumble (1998 )
- Capitani Oltraggiosi ( 2001 )
- Sotto Un Cielo Cremisi ( 2009 )
- Devil Red (2010 )

Parlarne non è facile, perché questa serie di libri sfugge ad una precisa catalogazione.
Sono libri action, noir, hard boiled, thriller, talvolta grotteschi, forse il genere più preciso in cui inserirli è quello pulp.
Non a caso qualcuno paragona i personaggi creati dalla penna di Lansdale a quelli cinematografici di Tarantino.
Ma a dirla tutta è proprio la storia stessa che somiglia moltissimo ad un serial fatto su carta.
Poiché pur trattando di storie ed ambientazioni spesso diverse tra loro, segue pedissequamente un canovaccio ben preciso che si ripete libro dopo libro:
personaggio del romanzo da salvare / vendicare, scazzottate, sparatorie, malviventi sempre più tosti e sopra le righe, belle donne, sesso.
E allora direte voi, se il canovaccio è sempre quello, cos' ha di bello questa serie?
In primis la scrittura tagliente, affilata, potente e coinvolgente di Lansdale.
In secundis il carisma dei personaggi protagonisti di quest'opera, Hap e Leonard.
Ed è nella geniale creazione di due personaggi così vividi ed evocativi che si annida la bellezza di questi libri.
Nel legame indissolubile tra queste due persone, un rapporto più forte di qualsiasi avversità e pericolo e che travalica i confini di qualsiasi diversità razziale e sessuale.
Un legame talmente forte che l' andare a rischiare la vita insieme per i motivi d'interesse di uno o dell'altro, lo fanno sembrare così naturale che sembra stiano andando a prendersi un caffè e non incontro ad un probabile pericolo mortale.
Sono praticamente l'uno la famiglia dell'altro.
Hap è bianco, etero, una sorta di antieroe romantico che finisce sempre con il mettersi nei guai a causa di qualche donna.
Leonard è nero, gay, una persona più diretta e priva di scrupoli, soprattutto se è convinta di fare ciò che è giusto.
La loro amicizia dissacrante, ironica, condita da  spacconate ed esagerazioni è certamente il tema portante della serie.
Certamente molto più dei mirabolanti guai in cui i due andranno ad infilarsi romanzo dopo romanzo.
Questo può essere visto come un difetto, per me invece è il vero motivo per cui questi romanzi hanno avuto molto più successo di altre sue opere.
Ogni romanzo è leggibile a sé stante, anche se è meglio partire da Una Stagione Selvaggia, visto che nonostante siano romanzi autoconclusivi, c'è una sorta di continuity narrativa che è meglio seguire dall'inizio per non spoilerarsi il destino di alcuni personaggi che gravitano intorno al duo protagonista.
Presi singolarmente invece non ho dubbi nell'affermare che Mucho Mojo e Il Mambo Degli Orsi siano i due romanzi della serie che ho preferito di più.
Anche se ad onor del vero, ho constatato che volume dopo volume la storia diventa via via più statica e meno incisiva.
Sebbene parliamo comunque di romanzi ben scritti, poco prolissi, ricchi d'azione e dannatamente divertenti.
Tanto divertenti che i primi cinque volumi mi sono scivolati via che è un piacere e non avevo nessunissima voglia di fermarmi.
Viceversa gli ultimi due, Capitani Oltraggiosi e Sotto Un Cielo Cremisi, ho fatto una fatica boia a finirli, tanto che spesso ho dovuto abbandonarli e riprenderli successivamente.
In questi due ultimi capitoli, il carisma di Hap e Leonard non è bastato a tenere vivo il mio interesse.
Nemici sempre più sopra le righe, situazioni paradossali, non nascondono le pecche di una saga che negli ultimi libri mi è apparsa un po' fiacca.
Non so se abbia influito il fatto di averli letti consecutivamente, ma alla fine ho mollato prima ancora di iniziare Devil Red, che aspetta ancora di essere letto.
Resta comunque un ciclo piacevolissimo, che soprattutto grazie al dinamico duo di protagonisti ha saputo intrigarmi,divertirmi ed appassionarmi.
A chi piacciono le storie di avventura, con personaggi Tarantiniani oppure che ricordano molto il duo action di film come Arma Letale o 48 Ore, direi che questa serie diventa una lettura imprescindibile.
Per quel che mi riguarda sono contentissimo di averla letta e di aver colmato tutte le mie lacune su J.R.Lansdale.
Scrittore che è diventato il mio fedele compagno di questi ultimi mesi e a cui sento di dire grazie e a presto, visto che impilato in mezzo agli altri libri c'è Devil Red che aspetta di essere letto.
Dovrà attendere un po' però, perché prima mi aspetta la lettura di La Bambola Che Divorò Sua Madre di Ramsey Campbell.
Un romanzo che cercavo da anni e che finalmente è entrato a far parte della mia libreria.