mercoledì 21 novembre 2012

La Tartaruga che scomparve.

" La Tartaruga non ci può aiutare"
( I Perdenti - It)

Non ho mai avuto animali domestici, né credo di averli mai desiderati.
Tuttavia ogni volta che c'erano le bancarelle o una fiera qualsiasi, qualcuno di noi, tra mia sorella, mio fratello ed io, portavamo a casa qualche animaletto comprato in quel peregrinare tra un chiosco e l'altro.
Pesci rossi e pulcini, andavano per la maggiore.

I pulcini o venivano calpestati per sbaglio, quando venivano lasciati liberi di girovagare per casa o venivano regalati appena ci venivano a noia. I pesci rossi, semplicemente morivano dopo pochi giorni o qualche settimana, non avevamo grossi rudimenti di biologia e all'epoca cambiare acqua al piccolo acquario non ci passava per l'anticamera del cervello, né a noi piccoli, né ai grandi, che se ne fregavano bellamente.
Poi non ricordo come e perché, comprammo una tartaruga, una di quelle di terra.
Credo per invidia verso un mio amico che ne aveva una, ma non posso dirlo con certezza.
Un giorno ci giocavo allegramente quando lei si infilò sotto un armadio e non ne uscì più, semplicemente scomparve.
Da allora, tutte le volte che noi tre ci riuniamo un po' ridendo ma anche con un po' di dispiacere ci poniamo la fatidica domanda di dove sia finita quella stronza di tartaruga.
L' avrà rubata qualcuno dei nostri amici o vicini di casa, che affollavano casa mia?
L'avrà buttata o regalata a qualcuno mia zia, che mal sopportava questi animali? Davvero, non l'abbiamo mai saputo.
 
L'idea che un animale così lento possa essermi sfuggito dalle mani, ( in verità in una mano tenevo un pupazzo dell'ape Maia e un foglio di lattuga) essersi infilato sotto un armadio ed essere sparito, ancora mi sconvolge.
Ero convinto che sarebbe uscita da sola quando avrebbe avuto fame ed invece l'aspettai invano, avrebbe meritato l'appellativo di Godot.

giovedì 15 novembre 2012

Uomini e Topi

Steinbeck non c'entra una sega, per quanto io abbia apprezzato quel libro non è di George e Leonard che voglio parlare ma di loro, quei topi bastardi.
Loro che vedi arrampicarsi sugli alberi come scimmie, che vedi nelle grate mentre sfrecciano come una macchina di Formula Uno come ebbi a vedere quando ero piccolo, loro che ho visto più di una volta in quel cazzo di deposito del negozio che per quanto è tetro sembra uscito da un episodio di American Horror Story o da un romanzo di Stephen King, loro che a quanto si dice, insieme agli scarafaggi erediteranno la terra e che d'estate vedi camminare nella città e nel lungomare con una tale sicurezza e tranquillità, che quasi ti fanno invidia.
E poi cazzo, sono furbi come faine, vacca boia.
E poi non vi perdonerò mai per questo che sto per raccontare, anzi, lui non vi perdonerà mai, Buzz Off.

Come al solito, è vedendo la sua foto in un Blog o su un sito, che questo ricordo mi è tornato in mente e l'ho subito associato alla mia recentissima disavventura con il solito deposito dove per magia dopo qualche anno di pausa, è tornato ad affacciarsi un topo, ma non divaghiamo.

Abitando al pianterreno è inutile negarlo, soprattutto d'estate, nel corso di questi 35 anni pur abitando in quasi centro città, di animali e insetti ne sono entrati a bizzeffe.
Scarafaggi, qualche geco, un piccione e una volta anche un gatto che entrò dalla finestra del bagno, ci vide, si fece un giro per il corridoio e poi scappò dalla stessa finestra da cui era entrato, fino a che quando io potevo avere 9-10 anni circa, entrò anche un topo.
A dire il vero non entrò da fuori ma dal buco del water, lasciato incustodito dagli operai durante la ristrutturazione del bagno di casa o così pensavano allora i miei.
All'epoca pur abitando in una casa piccolissima insieme ai miei, mio fratello e mia sorella vivevano anche una mia zia, due dei suoi figli e la fidanzata di uno di loro, che di lì a breve dovevano sposarsi.
Furono loro e mia sorella che in occasione diverse lo videro, io mai.
Ricordo che appena la minaccia fu debellata, mia madre raccolse e infilò in una busta tutto ciò che poteva essere entrato a contatto con il topo e in quel sacco finirono anche molti dei miei giocattoli, destinazione spazzatura, ovviamente.
Tra tutti, come in un sacco cadaverico, spuntavano la sua forma e le sue ali, non piansi ma provai tanto dolore, non lo nego.
Ed anche se poi ebbi tanti altri personaggi dei Masters lui non lo ricomprai mai, per me morì quel giorno.