lunedì 24 agosto 2020

007 Missione Goldfinger - Octopussy - Ian Fleming

Sono stato preveggente. 
Avevo scritto in un vecchio post che avrei voluto affrontare la lettura di qualche volume delle avventure di 007, ma oggettivamente non ero molto convinto di avere la fortuna di imbattermici nel mercatino dell'usato. 
Ed invece in una delle ultime sortite recenti mi è capitato di essere attratto dalle copertine giallo vivo dei piccoli volumi dei gialli Garzanti, e durante lo sfogliamento dei volumi, di ritrovarmi davanti, imbustati insieme, sia Octopussy che 007 Missione Goldfinger al prezzo di 2 Euro. 
Era ovvio che li avrei presi. 
Come scrissi su Instagram dopo aver divorato entrambi i volumi ( piuttosto corti in verità ), mi ero fatto un'idea diversa di ciò che avrei letto, ingannato dal fatto che io non essendo mai stato un fan della saga cinematografica, avevo identificato Bond come un borioso agente segreto, donnaiolo, e poco empatico e arrogante. 
Da questi due volumi ne è uscito fuori un personaggio tridimensionale e molto più sfaccettato. 
Prima di tutto, Bond non è mai sovraesposto, ed anzi la sua figura si limita all'essenziale. Cioè, a conti fatti, spesso non è stato nemmeno protagonista dei racconti che ho letto.
007 Missione Goldfinger è un romanzo che mi è piaciuto da pazzi. A parte la scrittura elegante e scorrevole di Fleming ( ci sono alcuni dialoghi ed alcune frasi che potrebbero tranquillamente essere usati come aforismi ), mi ha convinto lo spessore con cui è riuscito a delineare il villain della storia. 
E' Goldfinger il vero protagonista di questa storia, che in quanto a spazio e carisma, mette sotto scacco Bond per tutta la durata del racconto. 
 Era inevitabile per me che dopo Chandler, Arthur Conan Doyle ed Ellroy sarei finito tra la braccia di Fleming, ma non ero convintissimo che mi sarebbe piaciuto così tanto. Ed invece ha saputo sorprendermi pagina dopo pagina. James Bond con la sua fallibilità e con il suo senso della giustizia e della morale ( molto spesso va persino contro le regole dei suoi superiori ), mi ha saputo avvincere e convincere. 
007 Goldfinger è un romanzo con i fiocchi. 
Spero di non aver scelto il meglio della sua produzione per pura casualità, perché punto prima o poi a leggere almeno Casino Royale. 
Ma infine è tutto "oro" quello che luccica? A parte la battuta risibile direi di no. 
Il problema di queste storie action è figlio del genere. Ovvero quello dello schema fisso che vede il villain non approfittare mai dei momenti fallibili dei protagonisti. 
In questa storia Goldfinger ha sempre il coltello dalla parte del manico, ma l'autore sceglie di non farglielo usare mai.
Ma d'altronde è giusto così, altrimenti la saga non sarebbe durata così tanto, no?
Insomma ci si deve appellare alla sempreverde sospensione dell'incredulità, che comunque non penalizza un gran bel libro.
 
Octopussy è un breve ciclo di racconti in cui Bond è protagonista. 
Fa la sua comparsa, fa la cosa giusta, e si defila. 
Sono racconti in cui la sua figura si limita all'essenziale.
Octopussy, Di proprietà di una signora, ed Il lume dell'intelletto sono tre belle storie.
Certo, parliamo di quelle che mi sembrano obiettivamente delle opere minori, ma me le sono gustate.
Infine menzione per le due copertine di questo gioiellino di edizione, entrambe bellissime. Incredibilmente audace quella di Octopussy, che oggi secondo me, non verrebbe mai e poi mai approvata.
Per quanto va oggettivamente detto che ha pochissima attinenza con la storia in questione in cui il protagonista è...una piovra, invece della bella donna della copertina.
Anche in questo libro, la figura di James Bond ne esce ai miei occhi riabilitata e tutto sommato amabile.


Alla prossima!




martedì 11 agosto 2020

Scrittori che guariscono temporaneamente la mia esterofilia: Italo Calvino

 Tempo fa, non ricordo esattamente quando, su un sito lessi un bell'articolo su Marcovaldo di Italo Calvino, che fece sì che mi interessassi a questo autore.

In genere mi segno libri ed autori che mi interessano nelle note del telefonino, sperando di imbattermici nelle mie sortite al mercatino dell'usato.

Sono stato fortunato perché nemmeno un mese dopo sono entrato in possesso a pochi spicci sia di Marcovaldo che de Il Barone Rampante.

L'edizioni sono quelle che sono, quella de Il Barone Rampante è addirittura un'edizione da narrativa scolastica, mentre quella di Marcovaldo appartiene a quelle de Il Novecento Italiano che usciva in allegato con La Famiglia Cristiana.

Edizione di cui ho già altri libri, e che non mi dispiace come cura e formato.

Calvino mi è stato utile.

Entrambi i libri sono piuttosto leggeri ed associabili alla letteratura giovanile, e ne avevo bisogno, visto che non ero in un periodo tranquillissimo.

Al di là dello stile sicuramente molto ricercato, le due storie sono quasi favolistiche con delle morali di fondo semplici, ma ben radicate.

Marcovaldo è un libro splendido.

Mi ha ricordato un po' Fantozzi per il suo andazzo tragicomico, ma anche opere familiari come la saga di Maulassène di Pennac.

L'idea di scandire capitoli, tempo narrativo ed avventure attraverso le quattro stagioni l'ho trovata geniale, ed ogni capitolo diverte e appassiona.

Marcovaldo è uno sfigato cronico ed ingenuo, ma che si ingegna in ogni modo per portare a casa la pagnotta, e tutto l'ambiente cittadino in cui si muove è strutturato benissimo.

Un microcosmo perfetto come un orologio svizzero.

Un racconto umoristico dal sapore agrodolce che mi ha avvinto moltissimo.

Lo consiglio vivamente.

Il Barone Rampante sembra quasi più una parabola fantasy per ragazzi, scritta in modo altrettanto divino, ma forse non per tutti.

La storia è molto semplice: un ragazzino nobile di dodici anni arrabbiato con i suoi genitori decide di salire sugli alberi e vivere su gli stessi, e di non toccare mai più terra.

Lo farà veramente, e vivrà la sua vita non toccando più il terreno con i piedi.

Avrà il tempo di vivere avventure ogni tipo, storie d'amore, e persino di studiare e conoscere alcuni luminari.

Il romanzo è ambientato nel settecento con echi dei tumulti sociali di quel periodo.

Un libro che sembra semplice sulla carta, ma che è una lettura ben strutturata e  complessa.

Insomma Calvino mi è sembrato un narratore che riesce ad unire semplicità e ricercatezza dello stile, muovendosi in abile modo tra fiaba e realtà, e tra il dolce e l'amaro.

Se mi capita, leggerò certamente altro di suo.

Se è destino ci incontreremo ancora.


Buon Ferragosto ed alla prossima!