mercoledì 20 aprile 2022

4321 - Paul Auster

C'ho passato quasi un mese con questo libro.

Ed è una ciclicità che ha il tempo di diventare abitudine.

E' come il caffè del pomeriggio, la sigaretta del dopo pranzo per il fumatore, l'aperitivo al bar, la pennichella o il programma televisivo preferito da guardare stravaccati a letto o sul divano.

Questo per dire che arrivare a voltarne l'ultima pagina, mi ha lasciato un senso quasi di vuoto, perché Ferguson il protagonista di questo libro, era diventato una mia compagnia quotidiana, quasi un amico.

4321 è un bellissimo libro, lo spoilero subito.

Allo stesso tempo non è un libro per tutti, poiché è molto stratificato e la struttura a bivi della storia, specie all'inizio è parecchio straniante.

E' leggere quattro libri in uno, e volendo si potrebbe persino fare, poiché Ferguson vivrà quattro possibili esistenze.

Quindi si può leggere questo libro seguendo il naturale percorso delle pagine, o anche leggere singolarmente ognuna delle quattro storie che lo compongono.

Come dicevo su, questo schema narrativo è inizialmente molto fuorviante, poiché ci si potrebbe affezionare particolarmente ad una di queste varianti, e poi nel capitolo successivo viverne un'altra con personaggi che si muovono in un contesto differente, che vivono, crescono, si evolvono e magari muoiono in quello spicchio di storia.

Insomma bisogna capire le regole del gioco fin da subito per poter apprezzare bene questo romanzo.

Io inizialmente non l'ho fatto, ed intorno a pagina 80 o giù di lì mi ero già convinto che questo non fosse un libro nelle mie corde.

E sono sicuro, che chissà quanti altri avranno inizialmente vissuto questo straniamento, ed a quelli meno pazienti, avrà dato l'input di abbandonare il romanzo e dedicarsi ad altro.

D'altronde, smettere di leggere un libro è un diritto del lettore. ( cit. )

Ma intanto andiamo di sinossi:

Cosa sarebbe stato della nostra vita se invece di quella scelta ne avessimo fatta un'altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se avessimo risposto al saluto di quella ragazza, se ci fossimo iscritti a quell'altra scuola, se... Ogni vita nasconde, e protegge, dentro di sé tutte le altre che non si sono realizzate, che sono rimaste solo potenziali. E cosi ogni individuo conserva al suo interno, come clandestini su una nave di notte, le ombre di tutte le altre persone che sarebbe potuto diventare. La letteratura, e il romanzo in particolare, ha da sempre esplorato la «vita virtuale»: non la vita dei computer, ma i destini alternativi a quelli che il caso o la storia hanno deciso, quasi che attraverso la lettura si riesca a fare esperienza di esistenze alternative. Paul Auster ha deciso di prendere alla lettera questo compito che la letteratura si è data: e ha scritto "4321", il romanzo di tutte le vite di Archie Ferguson, quella che ha avuto e quelle che avrebbe potuto avere. Fin dalla nascita Archie imbocca quattro sentieri diversi che porteranno a vite diverse e singolarmente simili, con elementi che ritornano ogni volta in una veste diversa: tutti gli Archie, ad esempio, subiranno l'incantesimo della splendida Amy. Auster racconta le quattro vite possibili di Archie in parallelo, come fossero quattro libri in uno, costruendo un'opera monumentale, dal fascino vertiginoso e dal passo dickensiano, per il brulicare di vita e di personaggi. Ma c'è molto altro in “4321”. C'è la scoperta del sesso e della poesia, ci sono le proteste per i diritti civili e l'assassinio di Kennedy, c'è lo sport e il Sessantotto, c'è Parigi e c'è New York, c'è tutta l'opera di Auster, come un grande bilancio della maturità, e ci sono tutti i maestri che l'hanno ispirato, c'è il fato e la fatalità, c'è la morte e il desiderio.


Beh, questa trovata su Amazon è parecchio più corposa di quella nel retrocopertina dell'edizione che ho comprato io che riduceva quasi il tutto ad una storia d'amore.

Amy c'è, è quasi la musa di queste esistenze, ma è solo la punta dell'iceberg di questo libro.

E' Ferguson l'unico vero protagonista.

4321 è un romanzo di formazione ambientato nell'America tribolata degli anni '60/70, con tutti gli stravolgimenti sociali, geopolitici e culturali di quegli anni.

Insomma da questo punto di vista non è un romanzo originalissimo, ma lo è abbastanza per via della sua peculiare struttura narrativa.

Anche qui, non è che parliamo di chissà cosa, nel cinema soprattutto, e persino nei fumetti, la struttura a bivi e quella formata da dinamiche di vite parallele e possibili, è abbastanza frequente, ma per un lettore abituato a storie più semplici per quel che concerne la meccanica narrativa, non è di facile immersione.

Prima di tutto parliamo di un romanzo che supera abbondantemente le 950 pagine.

Non è uno di quei libri da leggere una tantum.

Io stesso che in queste settimane ho letto intorno alle 40/50 pagine al giorno, a volte dovevo spremere le meningi e ricordare gli stralci della storia da cui era formato il capitolo in questione che stavo leggendo.

Certo, i capitoli sono numerati, ma allo stesso tempo ci vuole un po' di abitudine per entrare nelle meccaniche di ognuno di essi.

Paul Auster fa comunque un gran lavoro, per quel che concerne la storia ed i personaggi.

E' difficile non empatizzare con essi, ed ogni persona che accompagna Ferguson nella sua esistenza è dannatamente suggestivo e ben raccontato.

Ed in queste quattro possibili vite, Ferguson ne vivrà veramente di ogni.

E Paul Auster è particolarmente spietato in questo.

Sfido chiunque a rimanere impassibile davanti ad almeno due dei segmenti di vita di Ferguson.

Ed il secondo in particolare, ad un certo punto, mi ha talmente colpito, che è stato in quel momento che ho capito quanto potere c'è in questo libro.

Personalmente ho trovato 4321 un grande romanzo.

Non lo consiglio a tutti, probabilmente è un libro per lettori forti, poiché è lungo, prolisso in alcuni punti, e la struttura da cui è composto necessita forse una lettura molto immersiva e continuativa.

Però, boh, io l'ho amato alla follia.

Ho amato Ferguson, sua madre Rose, Amy, e tutte le persone che in qualche modo hanno fatto parte di queste quattro vite, che poi in fondo sono una sola.

Bisogna dire che con me comunque giocava facile fin dall'inizio, poiché io amo le storie di formazione, ed amo l'ambientazione americana degli anni '60/70.

Un romanzo che mi è venuto in mente leggendolo?

Cuori in Atlantide di Stephen King, che è uno dei miei libri preferiti di sempre.

Ringrazio Paul Auster per la compagnia che mi ha fatto in questi due mesi, e conto di tornare a visitarti, prima o poi.


Alla prossima!



venerdì 1 aprile 2022

Trilogia di New York / Città di vetro / Fantasmi / La stanza chiusa - Paul Auster

La prima cosa che ho fatto quando mi sono negativizzato è stata farmi una passeggiata sul lungomare e fiondarmi nella mia libreria di fiducia per approfittare della scontistica del 20 % su tutti gli Einaudi.

Notoriamente Einaudi ed Adelphi hanno quasi sempre i migliori autori, soprattutto per quel che concerne i classici contemporanei, ed è difficilissimo trovare qualcuno di questi libri nel circuito delle bancarelle o dell'usato.

In genere la gente degli Einaudi e degli Adelphi difficilmente si disfa.

Quello che ho fatto è stato gettarmi su uno degli autori che più mi ha stuzzicato negli ultimi anni, ma che per una questione di pecunia non avevo ancora affrontato, ovvero Paul Auster.

Uso il termine affrontato, perché quando si tratta di autori del classico contemporaneo che in genere utilizzano uno stile ed un linguaggio poco agevole e semplificato, è sempre un terno al lotto.

Se vi fate un giro su Instagram troverete migliaia di recensioni su questo autore molto prolifico, tra l'altro, ma risulta anche parecchio divisivo.

Al momento per me è un po' difficile appartenere ad uno dei due schieramenti, anche perché ho solo letto la Trilogia di New York, ma ho già in rampa di lancio 4321 quindi potrò presto esprimere un giudizio parziale.

Se dovessi esprimermi solo al riguardo del libro che ho letto, mi sento di capire chi critica questo autore, perché questi tre racconti non sono immediati, e pur appartenendo un po' al genere noir, non ne rispettano le dinamiche, ed anzi appaiono parecchio complessi e strutturati.

Si parte con una banale investigazione, si va alla ricerca di qualcuno, ed in ognuno di questi racconti, si finisce con il perdere se stessi.

Basterebbe questa frase e leggere la sinossi per capire se questo libro può fare o meno al caso del lettore.

Io ho trovato Fantasmi, La stanza chiusa, e Città di vetro, tre racconti incredibili.

A prima vista sconnessi uno dall'altro, ma andando in fondo ritornano personaggi, situazioni, ed una New York eterea e particolare.

Paul Auster inserisce anche un po' di meta letteratura che rende ancora più alienante ed estrema la lettura e soprattutto ci dona dei personaggi che raramente si muovono in un contesto di genere noir, ma prendono vie traverse, ossessive ed imprevedibili.

Probabilmente è un libro che andrebbe riletto subito dopo, perché tra un racconto e l'altro è possibile cogliere dei fili sottilissimi che li legano, che a prima vista potrebbero sfuggire.

Io questo libro lo stra-consiglio, e non vedo già l'ora di affrontare quel mattonazzo di 4321.

Insomma è un po' presto per poter dire se Paul Auster sarà un autore che amerò, e leggendo le sinossi degli altri romanzi, posso ammettere di essere attratto da pochi di loro, ma per ciò che concerne questa trilogia, io sono contentissimo di averla letta.

Vi lascio con la sinossi, presa in prestito da Ibs:

Tre detective-stories eccentriche e avvincenti in cui Paul Auster inventa una sua New York fantastica, un «nessun luogo» in cui ciascuno può ritrovarsi e perdersi all'infinito. Pubblicati per la prima volta tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi Città di vetroFantasmiLa stanza chiusa, che compongono Trilogia di New York, sono diventati classici della letteratura americana contemporanea.

In una città stravolta e allucinata, in cui ogni cosa si confonde e chiunque è sostituibile, i protagonisti di queste storie conducono ciascuno un'inchiesta misteriosa e dall'esito imprevedibile. Tutto può cominciare con una telefonata nel cuore della notte, come nel caso di Daniel Quinn (Città di vetro), autore di romanzi polizieschi che accetta la sfida che gli si presenta e si cala nei panni di uno sconosciuto detective. Ma può anche capitare che chi debba pedinare si senta a sua volta pedinato (Fantasmi); o, ancora, che ci sia qualcuno che s'immedesima a tal punto nella vita di un amico da sposarne la vedova e adottarne il figlio (La stanza chiusa). Tre detective-stories eccentriche e avvincenti in cui Paul Auster inventa una sua New York fantastica, un «nessun luogo» in cui ciascuno può ritrovarsi e perdersi all'infinito. Ed è proprio nell'invenzione di questa solitudine che i personaggi della Trilogia misurano il proprio io e scoprono il loro vero destino.



Alla prossima!