sabato 26 giugno 2021

Rose Madder - Stephen King

 Mi sono messo a rileggere questo libro, perché volevo rimanere ancora un po' ancorato nel realismo magico o nel genere fantasy legato al mondo dell'arte e dei quadri.

Come dicevo nella recensione precedente, è un posto che è stato frequentato spesso da autori che prediligo come Stephen King, Clive Barker o persino in uno dei racconti del ciclo de Le cronache di Narnia di Lewis.


Ho scelto Rose Madder perché colpevolmente mi sono dimenticato di citarlo nel post precedente ed anche perché sono tantissimi anni che non lo rileggevo.

L'edizione di questo romanzo che possiedo è quella de I miti Mondadori in formato tascabile da edicola che all'epoca costava sui 4 Euro e dove prezzato risulta anche in Lire ( 7.900) visto che parliamo del 2000 o giù di lì.

Rose Madder non è tra i libri più amati del Re.

Ha una trama basica ed orizzontale, ma che oggi avrebbe tutt'altro effetto, secondo me, visti i temi che tocca che oggi sono molto in voga e in auge ( giustamente ).

Il trema portante è quello della violenza sulle donne, ed è un romanzo di rivalsa e ribellione contro l'uomo violento ed il patriarcato, in cui la protagonista scopre o gli viene offerto un potere, che utilizza per difendersi e riappropiarsi della propria vita.

Insomma fosse uscito oggi sarebbe materiale per pagine social tipo Freeda, Alpha Woman, Siamo Ragazze o come stemma per alcune influencer che portano avanti le bandiere del femminismo.

Superata questa premessa, com'è questo libro?

Parliamone dopo la sinossi:

In fuga da Norman, il marito che la tormenta da quattordici anni, Rose riesce a rifarsi una vita e perfino a incontrare l'uomo giusto. Proprio nella stessa occasione, s'imbatte anche in uno strano quadro, un ritratto, che misteriosamente comincia a interagire con lei... Purtroppo, il sadico Norman si è intanto messo sulle tracce della moglie, lasciandosi dietro una scia di sangue e terrore. E quando la raggiunge, Rose capisce che per salvarsi dovrà calarsi nel "suo" mito - celato nel quadro - e trasformarsi in una dea vendicatrice...


Rose Madder credo che dal punto di vista della costruzione della storia possa essere attaccato poco o nulla.

E' un romanzo coeso che offre una narrazione precisa.

L'unico aspetto criticabile è la trama.

Non vi piace la storia o i personaggi che propone?

Allora ok, ma dal punto di vista del contenuto credo si possa obiettare poco.

E' un libro coerente.

Ci sono degli aspetti poco credibili, ma che fanno proprio parte del modo di raccontare certe storie, quindi va accettato il fatto che questa ragazza che dopo aver subito angherie indicibili dal marito, poco dopo la fuga, trova in una singola botta un lavoro ottimamente retribuito come voce narrante di audiolibri in cui si dimostra talmente brava da essere subito paragonata agli/alle eletti/e del settore ed un nuovo fidanzato, roba che manco nelle favole, un altro poco.

Accettato tutto questo come contorno nella narrazione, la storia fila come un treno.

Bellissimo il fatto che King ci mostri le azioni ed i punti di vista sia di Rose che dell' ex marito, utilizzando il font corsivo quando entriamo nella testa e nelle azioni di questo personaggio.

Ecco, Norman permette alla storia di scivolare anche nel pulp e nel thriller ed infatti le pagine che lo riguardano sono le più serrate e più coinvolgenti del romanzo.

Un romanzo che non risparmia atti violenti contro altre donne o contro chiunque si metta contro Norman nella sua caccia alla ex mogliettina.

Essendo un romanzo di Stephen King non ci si può esimere dal soprannaturale, che qui è rappresentato da un quadro acquistato da Rosie che contiene un paesaggio da mitologia greca.

Ed è su quei miti che verte la parte magica della storia.

Perché Rosie si ritrova ad entrare letteralmente in quel quadro ed avere a che fare con il mito de Le Erinni ed ad affrontare un minotauro ( che simbolicamente rappresenta Norman ).

Il mondo del quadro è anche quello in cui avverrà il duello finale tra lei e Norman.

Ci sono alcuni riferimenti abbastanza criptici che portano questo romanzo a poter essere anch'esso inserito nella saga de La Torre Nera, non a caso, nel rappresentare altre parti di sé in altri mondi ricorda moltissimo anche un altro romanzo del Re ovvero Il Talismano, perché è palese che Rosie e Norman siano in un certo senso la donna del quadro ( una delle Eumenidi o Erinni? Medusa? ) ed il minotauro anche se quest'ultimo non è Asterione, ma viene chiamato Erinni.

Non so se esiste una leggenda simile o se semplicemente Stephen King abbia piegato a suo volere la mitologia.

E' un romanzo di rivalsa e vendetta.

La donna alla fine si rileva più forte e Rose ha così potere e carisma che il nuovo compagno è persino un po' succube.

Rose Madder è un romanzo molto orizzontale, con una storia che definirei molto cinematografica ed in cui il percorso è delineato in maniera netta.

Nello svolgimento è prevedibile come molti horror e molti fantasy che hanno una morale precisa, ma risulta una lettura coinvolgente e coerente.

E' un libro standardizzato, secondo me, bello, ma che non offre chissà quali spunti e riflessioni, forse è proprio per questo che questo libro viene inserito così raramente nelle classifiche dei più amati del Re.

Al di là di tutto però, alcune pagine sono davvero molto crude e violente, anche nelle descrizioni, quindi non è proprio una passeggiata di salute, al di là della prevedibilità o meno.

E' un romanzo che merita?

E' un buon ingresso alle storie di King, e soprattutto dimostra la poliedricità di quest'autore capace di raccontare anche storie con donne protagoniste e non con il macho di turno o il padre di famiglia che va a salvare la damigella in pericolo.

Le femministe apprezzeranno, e probabilmente anche tanti uomini, perché no.

D'altronde è la storia, non i ruoli o il sesso dei protagonisti.


Alla prossima! (?)




sabato 12 giugno 2021

L'assassinio del Commendatore - Murakami Haruki

Quando nel 2019 mi imbattei in Norwegian Wood, non ero convintissimo che presto o tardi io e Murakami ci saremmo incontrati di nuovo, ma un po' di settimane fa L'assassinio del Commendatore uscì in allegato insieme ad un quotidiano ad un prezzo piuttosto favorevole e ne ho approfittato.

Ci ho messo un po' a finirlo, ma alla fine devo dire che è stata una scelta saggia e ne è valsa la pena.

Parliamo di un libro che all'epoca della sua uscita fu troncato in due dalla Einaudi ( scelta infelice per quel che mi riguarda visto che parliamo di 850 pagine circa mica 1200 ) e che adesso ho pagato la modica cifra di 8,90 Euro, che è un'ottima cifra se rapportata al numero di pagine.

Se qualcuno all'epoca lesse il mio post inerente Norwegian Wood si ricorderà sicuramente del mio straniamento e della scarsa empatia provata durante la lettura di quel libro, oggi non so se avrei lo stesso giudizio, visto che L'assassinio del Commendatore è oggettivamente più complesso di un semplice romanzo di formazione come il sopracitato Norwegian Wood, eppure sono arrivato ad apprezzarlo comunque.

Ciò mi ha spinto a delle riflessioni sul mio espandere i miei orizzonti di lettore verso altre culture differenti, perché anche con i romanzi scandinavi di Lindqvist all'epoca percepivo non tanto la differenza di stile narrativo che comunque è normale tra autori di lingua e cultura differente, quanto tra i personaggi narrati così differenti nel modo di vivere e di pensare in cui sono raccontati.

Socialmente parlando i personaggi di Murakami, Lindqvist o anche di Kazuo Ishiguro ( perché mi accadde anche con Non Lasciarmi ) sono molto più impenetrabili, più placidi e freddi, persino nell'accettazione del male e della morte, a volte terribilmente alienanti.

Quello che più mi ha colpito è che la narrativa giapponese mi sembra totalmente diversa da quella che siamo abituati a conoscere tramite manga ed anime.

Cioè non tutta, probabilmente alcune delle opere dello Studio Ghibli potrebbero essere affini a questo romanzo, ma pur conoscendo la storia ed il folklore della mitologia giapponese, davanti ad un romanzo come questo di Murakami si rimane sicuramente colpiti, ma anche confusi.

Confusi perché in fondo in fondo si ha la sensazione di una storia raccontata in maniera verticale e sempre più larga, ma non profondissima, quasi senza scopo, per certi versi.

Colpiti perché è un libro molto introspettivo ed intrigante, che accarezza tanti generi, ma che abbraccia più di tutti il cosiddetto realismo magico, anche se in corso d'opera alcuni frangenti virano proprio nel fantastico più puro con echi alla Clive Barker o Stephen King, nei loro romanzi più fantasy incentrati sull'arte ( tipo Duma Key o Apocalypse ).

Così come salta all'occhio una grande cultura letteraria in questo autore, che in corso d'opera arriva ad omaggiare anche Fitzgerald ( credo che moltissimi noteranno i tratti in comune tra Menshiki e il Gatsby di Francis ) e molti altri autori.

L'assassinio del commendatore è un gran bel libro, molto difficile da raccontare e descrivere, ma molto bello da leggere.

Vorrei tanto vedere i ritratti di cui questa storia ci parla, tra tutti quello che porta proprio il titolo del libro.

Come dicevo all'inizio si ha la sensazione di qualcosa di irrisolto in questo romanzo, non è impossibile che qualcuno arrivi alla fine e dica: " E quindi ? "

E' un libro dove conta più l'introspezione, un viaggio onirico attraverso il mistero e i segreti inconfessabili di ognuno di questi personaggi, e dove ci tocca accettare menti ed abitudini diverse, anche quando ci sembrano così astruse e paranoiche come quelle di alcuni personaggi di questa storia.

Per certi versi sono più solide e lineari le parti più fantasy, che quelle reali che sono piuttosto descrittive e lente in alcuni punti, persino ossessive, anche se credo sia una cosa voluta.

Al netto di qualche passaggio poco concreto ( soprattutto sul finale ) è una storia che sono contento di aver letto e che mi spingerà prima o poi verso altre opere di Haruki.

Perché è sicuro che Kafka sulla spiaggia e 1Q84, magari non sarà oggi, magari non domani, ma li leggerò.

Insomma L'assassinio del Commendatore è un romanzo che merita e che consiglio ed a cui va dato atto di scatenare delle riflessioni successive sulla profondità psicologica del narrato, in cui le idee e le metafore la fanno da padrone, in tutti i sensi.

Vi lascio con la sinossi di questo romanzo:

Una borsa con qualche vestito e le matite per disegnare. Quando la moglie gli dice che lo lascia, il protagonista di questa storia non prende altro: carica tutto in macchina e se ne va. Ha trentasei anni, un lavoro come ritrattista su commissione e la sensazione di essere un fallito. Cosí inizia a vagabondare nell'Hokkaidō, finché un vecchio amico gli offre una sistemazione: la casa di suo padre, il grande pittore giapponese Amada Tomohiko, rimasta vuota da quando questi è entrato in ospizio in preda alla demenza senile. Il nostro protagonista accetta e si trasferisce lí, ma un inquietante quadro nascosto nel sottotetto e una misteriosa campanella che inizia a suonare tra gli alberi nel cuore della notte gli fanno capire che la sua vita, anzi la sua realtà, sono cambiate per sempre.


Alla prossima! (?)





giovedì 3 giugno 2021

La divulgazione letteraria è sbarcata su Tik Tok

Immagino già le risate, ma è un argomento da prendere sul serio, secondo me.

La divulgazione è in continuo mutamento ed i creators o comunque molti degli appassionati o chiunque cerca di farsi notare dalle case editrici cerca di colonizzare in genere qualsiasi piattaforma di successo, anche per arrivare ad una nuova generazione di utenti.

Lo abbiamo visto in passato con i Blog, Facebook, Instagram, ci hanno parlato di Clubhouse come il nuovo che avanza, ma è su Tik Tok che le nuove leghe della divulgazione stanno attecchendo.

Mi ero accorto di questa cosa già tempo fa, ma negli ultimi mesi mi sono imbattuto in alcuni articoli generalisti che parlavano di questo fenomeno e dei numeri che ci stanno dietro, che non sono pochi.

Parliamoci chiaramente, la divulgazione via Blog è morta o morente, è racchiusa in una sorta di bolla in cui ci si alimenta solamente tra altri blogger, è come un acquario, non certo un mare.

I gruppi Facebook sono un riciclo continuo di utenti e di domande ricorrenti, alla centesima volta in cui si legge : " vale la pena leggere questo libro", " che ne pensate di tal dei tali di Stephen King " si scorre e si passa oltre, mentre Instagram è ormai saturo ed è diventato un enorme canale pubblicitario, dove le CE si scannano per pubblicizzare i soliti quattro libri e dove le solite quattro persone mostrano tutte i diversi unboxing del libro in prossima uscita.

Sono passate in secondo piano le foto a natura morta dei libri e persino le recensioni, ed ormai il feed conta poco o nulla, tanto che tutti si stanno lanciando nella rincorsa a ciò che va di moda adesso, copiare Tik Tok attraverso i Reels.

E' un vero peccato, perché scavando su Instagram si trova una bella nicchia di utenti che parlano di libri non di prima mano e che hanno parecchia cultura del genere, utenti che chiaramente hanno pochi like e pochi follower, poiché tutti seguono solo coloro che pubblicizzano e basta.

Ovviamente non demonizzo la piattaforma né gli utenti perché anche lì come un tempo nei forum e nei blog, si creano e si consolidano amicizie e c'è anche molta empatia e solidarietà tra utenti, però diciamo che offre poco a chi come me cerca pochi romanzi attuali e che non sta appresso alle ultime uscite o ai romanzi di moda.

Però torniamo a Tik Tok.

Qualche annetto fa di questi tempi scaricai la piattaforma per testarla.

Mi accorsi subito di una cosa, ovvero che i quattro o cinque video che feci, inerenti per lo più paesaggi della mia città e qualche libro Urania o Newton che lanciavo sul divano, fecero più like e visualizzazioni di qualsiasi cosa io abbia mai pubblicato su Instagram o su questo blog.

E' chiaro che inizialmente l'algoritmo prova a spingere un nuovo iscritto per incentivarne l'utilizzo, ma era indubbio che la modalità random di contenuti con cui è caratterizzata la piattaforma, almeno inizialmente mette tutti gli iscritti sullo stesso piano o quasi.

Non devi essere sponsorizzato e pagare come su Instagram per avere like o proseliti, e questo può essere un incentivo per chi parte da zero.

Dopo averlo testato sono sparito da Tik Tok per parecchio tempo fino a quando non mi accorsi che parenti e amici cominciavano a parlarne.

Tempo fa mi trovavo a pranzo da alcuni parenti e nonostante i più giovani della tavolata avessero 35 anni si parlava di Tik Tok e di alcuni creator della piattaforma, tanto da stupirmi del fatto che io ero tra i pochi a non conoscerli.

Così ho testato di nuovo la piattaforma ed inserendo il tag book mi si è aperto un micromondo, perché quella piattaforma non è solo formata da gnocche che fanno squat o ballano, coppie LGBT comiche o che si sbaciucchiano e spezzoni di film, telefilm o stand up comedy, ma anche una piattaforma in cui si parla di libri, con numeri piuttosto elevati.

Per dire, mi è capitato di vedere alcuni video che avevano un milione di visualizzazioni, roba che sembra fuori dal mondo per quel che concerne la letteratura che per sua natura è sempre stata considerata circoscritta ed elitaria.

Leggevo un articolo americano qualche tempo fa, in cui un libro pubblicizzato su Tik Tok ha contribuito ad elevarne le vendite di parecchio, ed è un fenomeno che sembra si stia affermando anche qui.

Personalmente sono sempre positivo nei riguardi del nuovo che avanza, anche quando mi rendo conto di essere fuori target o di non capirlo fino in fondo.

Se Tik Tok può contribuire a far nascere l'interesse nella lettura alle nuove generazioni, ben venga.

Con me in qualche caso ha funzionato, anche se non nella letteratura, ma nel cinema.

Tempo fa vidi alcuni spezzoni di film ( mi pare fossero Wonder ed Il cardellino ) che mi convinsero a cercare le pellicole ed a vederle, quindi perché non può accadere lo stesso con un libro?

Mai dire mai.

E quindi? Ora mollo il blog e mi fiondo su Tik Tok? Non credo, però è l'ennesimo segnale che mi porta a riflettere sul senso della mia esistenza virtuale su blogger.

Il mondo è andato avanti, ed io è come se scrivessi ancora su una Olivetti lettera 32, perché è così che vedo il blog attualmente, vecchio e stantio.

Le parole scritte sembrano avere ormai meno peso di un video.


Alla prossima ! (?)