sabato 30 dicembre 2017

Neil Gaiman Mi Fa Incazzare

Ultimamente pensavo al fatto che rispetto ad un tempo faccio molta più fatica a trovare recensioni che mi spingano alla lettura di un libro.
E non parlo delle recensioni dei blogger, che per loro natura devono essere argomentate, ma parlo dei siti specializzati che rispetto ad un tempo si limitano alle news ed a poco altro.
Sono finiti i tempi in cui le recensioni in calce sotto un libro cercato su Amazon o Ibs valevano qualcosa e scusatemi se oggi non riesco a dare la minima credibilità ad un giudizio spesso tranciante di una sola stelletta sotto un romanzo classico, magari digitato dalla stessa mano che ha dato cinque stellette ad un romanzo di Fabio Volo o alle Cinquanta Sfumature.
Con questo che voglio dire?
Voglio dire che non tutti abbiamo i mezzi per fare una recensione ed io stesso potrei non averli, ed ecco perché parlare di un libro mi è diventato così difficile.
Empatizzo troppo con l'autore, forse.
Chi sono io per poter criticare qualcuno che ha speso mesi o anni per creare un'opera?
Ho i mezzi per farlo?
Li abbiamo tutti quanti in questo momento storico in cui le stelline rappresentano il miglior modo per dimostrare di aver gradito o meno qualcosa?
Faccio questa premessa perché il titolo del post è fuorviante e quindi potrebbe spingere qualcuno che magari non ha voglia di leggere quello che sto scrivendo, ad una invettiva velocissima nei miei confronti.

Quindi meglio mettere le mani avanti e premettere che il mio è un titolo provocatorio.
Perché io amo Neil Gaiman.
Sandman è il fumetto preferito della mia post-adolescenza.
Ne rileggo alcuni passaggi più volte l'anno e me ne innamoro sempre di più.
American Gods è un romanzo bellissimo, con alcuni difetti secondo me, ma nonostante un finale per me troppo veloce e tirato via, ha dato piena dimostrazione del talento e della capacità di scrittura di Neil.
Uno dei pochi che potrebbe abbeverarsi dalla pozza dei miti e soprattutto uno dei pochi ad avere una cultura enciclopedica per tutto ciò che concerne miti e leggende.
American Gods è però l'unico vero romanzo per adulti che ha scritto.
Ed è per questo che mi incazzo.

Vengo dalla lettura di L'oceano In Fondo Al Sentiero e come sempre rimango conquistato dalla sua prosa lirica e dalla sua conoscenza del fantasy, ma allo stesso tempo mi chiedo perché scrivere solo romanzi per bambini.
Non sto sminuendo il genere, sia chiaro.
Ho amato da impazzire Le Cronache di Narnia, Lo Hobbit e ritengo La Storia Infinita uno dei capisaldi delle mie letture.
Coraline, Stardust e Il Figlio Del Cimitero ( che io adoro ) sono tre romanzi di Neil Gaiman che consiglio senza riserve perché sono bellissimi per tutti coloro che come me amano il fantasy e le fiabe con una spruzzata di nero, ma allo stesso tempo si limitano a pungolarti e mai a colpirti e farti male davvero.
So che Neil potrebbe.
Già in Sandman ne ha dato più di una dimostrazione con la creazione di un personaggio come Il Corinzio o con tutto il ciclo di Casa Di Bambola.
Noi amanti del fantasy più adulto abbiamo bisogno di te, Neil.
Non deluderci.

Buon Anno a tutti,

Alla Prossima!



sabato 16 dicembre 2017

Meglio un Ace Merrill che cento false Madre Teresa.

Quanti anni avevo undici?
Era la prima festa di classe a cui venivo invitato e ci andai con quel miscuglio di aspettativa e di ansia.
Dopo la cena veloce fatta di pizzette, arancini, fanta, coca cola, torta e le foto di rito alla festeggiata, mi ritrovai per la prima volta a giocare al gioco della bottiglia, obbligo/verità e tutti quei giochini vari ed eventuali che si sono sempre fatti e sempre si faranno a quell'età.
Rimasi turbato e quasi umiliato ( togliamo il quasi ) quando una delle poche ragazzine estranee alla classe si rifiutò di darmi un bacio sulla guancia e di ballare con me.
Ebbi la dignità di non andarmene, ma dentro di me ero sconvolto ed avvilito.
Fu la mia prima umiliazione e mi fece male, molto.
Perché sentivo di non meritarla. Era solo un gioco ed io non avevo nessun interesse per lei, figuriamoci se pensavo alle ragazze ad undici anni.
Al massimo i miei interessi erano Michel Platini, la Juventus, i Masters o i cartoni animati.

A dodici anni mi ritrovai dall'altro lato della barricata.
Venni invitato alla festa di un'altra mia compagna di classe che non aveva problemi a manifestare apertamente una sua simpatia nei miei confronti.
Non ero interessato alla cosa, ma memore della mia umiliazione precedente ho ballato con lei e mi ricordo ancora il suo sorriso e quanto fu felice e sorpresa della cosa.

Sempre a quell'età ricordo un episodio in una sala giochi.
Attendevo tranquillamente il mio turno a Super Mario Bros quando il tipo prima di me guarda l'orologio e afferma di doversene andare.
Asserisce di avere lasciato due partite inserite e intima al suo amico che era lì ad osservarlo accanto a me di lasciarne una per me.
Fu un gesto gentile e disinteressato che mi colpì molto.
Ovviamente l'amico ben più grande di me non solo di altezza, ma anche di svariati anni, giocò entrambe le partite e se ne strafregò del sottoscritto lasciandomi di sasso con una frase che ricordo ancora esattamente:
 " Faccia di buttana puoi andartene a casa, che tanto non ti faccio giocare. "
Tornai a casa avvilito e deluso, ma in un certo senso consapevole che io non avrei mai tenuto quei comportamenti verso il prossimo.

Questi sono alcuni esempi su centinaia che potrei raccontare ma non è importante il numero è importante il fatto che vivere e crescere in strada mi ha insomma indottrinato e preparato spesso ai comportamenti scorretti altrui.
E nella vita virtuale, invece?
Come orientarsi nella scorrettezza virtuale, così spesso astratta e sfumata?
Perché è qui che voglio andare a parare.
C'è una sorta di disumanizzazione sconcertante in rete.
Vorrei chiamarla maleducazione, ma secondo me è qualcosa di peggio.
E' indifferenza, ergersi in nome del like e del follow, al di sopra degli altri.
Nei social è terribilmente tangibile come cosa.
Basta vedere la velocità da Far West con cui vieni defollowato su Instagram o la facilità con cui vieni ignorato magari da una persona che hai seguito ed apprezzato nei suoi scritti per anni.
E' la facilità di cancellazione che mi turba.
L'eliminazione in un istante con un semplice movimento di dito.
L'ipocrisia del: Seguimi su Instagram! ( che tanto io non ti aggiungo perché non mi interessi, ma io devo interessare a te )
Del menefreghismo totale nella mancata risposta ad un commento, mentre poi sotto rispondi a quello dell'amichetto di turno.
Certo, lui merita la risposta perché ha più iscritti di te ed è quindi più famoso.
Io la trovo una cosa terribile.
E mi dispiace dirlo spesso lo vedo anche in molti blogger che amo e seguo questa sorta di menefreghismo, di sentirsi superiori, di non pensare minimamente che dietro un nickname che ti segue o che ti lascia un commento, ci sia un individuo pensante e non un Bot.
Poi magari sono gli stessi che nei post sui blog, Youtube, Facebook o vattelapesca parlano di uguaglianza e tolleranza, inneggiano alla morale comune, e criticano la maleducazione altrui appellandosi all'ormai sempreverde analfabetismo funzionale.
E sapete che vi dico?
Che personalmente preferisco 1000 volte la sincerità di quella ragazzina e di quell'essere di merda che mi sbatterono in faccia il loro menefreghismo che gente ipocrita che fa post sui blog, Facebook ed affini per strappare consensi facili salvo poi trattare a pesci in faccia i loro seguaci.
Meglio un Ace Merrill che cento false Madre Teresa.

Alla Prossima!






sabato 9 dicembre 2017

Autori che meriterebbero di uscire dalla nicchia - Richard Laymon

Ogni tanto vado a scavare tra la nicchia e come un mago che tira fuori il proverbiale coniglio dal cilindro sono riuscito a pescare un autore che mi ha accompagnato con trasporto in questi grigi e apatici mesi autunnali.

Il buon caro Richard Laymon.
E chi è direte voi:
Avete ragione a dirlo.
Chi non è abituato a rovistare tra le bancarelle ed i negozi d'usato non lo conoscerà affatto.
Chi non è informato sul fantastico e vive solo di librerie moderne e fisiche fatte solo di oggettistica e libri degli youtuber di turno, nemmeno.
Io stesso l'ho ignorato bellamente ed in maniera pregiudizievole per tanto tempo.
Vi ho posto rimedio e sono molto felice di averlo fatto.
E sono convinto non sia finita qui, tra me ed i suoi libri.
Richard che purtroppo ci ha lasciato nel 2001 ha avuto una pubblicazione a singhiozzo nelle nostre belle lande, ma alcuni editori come Fanucci prima ed adesso la Indipendent Legends Publishing e la Gargoyle Books stanno provando a divulgarne le storie.
Ce la faranno a farlo e trarne profitto?
Mah, ne dubito.
La mia esperienza con le sue opere è ancora agli albori visto che ho letto solo tre delle sue 13 opere ( senza contare i racconti ), ma già posso trarne un sunto.
Queste sono le opere che ha scritto ( fonte Wikipedia ):

- La Casa Della Bestia ( 1984 )
- La Tana Di Mezzanotte ( 1988 )
- L'isola ( 1991 )
- La Bara ( 1992 )
- La Carne ( 1993 )
- Il Luna Park Dell'orrore ( 1993 )
- Notte senza Fine ( 1994 )
- I Sogni Della Resurrezione ( 1996 )
- Una Notte Di Pioggia ( 1996 )
- Gli Alberi Di Satana ( 1997 )
- Spettacolo Di Morte ( 1998 )
- Melodia In Nero ( 1998 )
- Il Circo dei Vampiri ( 2011 )

Cosa ho letto io:

- La Casa Della Bestia, La Bara e Il Luna Park Dell'orrore.

Posso dirlo tranquillamente: mi ha soddisfatto in tutti e tre i casi.
Certo, il Luna Park Dell'orrore paga il fatto che qui da noi è stato pubblicato dalla Sperling & Kupfer in formato ridotto ed è una scelta inaudita ed incomprensibile.
Un vero peccato, perché da un punto di vista narrativo è un libro che riserva davvero dei bei passaggi ed invece il lettore viene catapultato in una vicenda dai contorni confusi e sfumati proprio a causa dell'editing.
Follia allo stato puro tagliare più di 100 pagine di storia.

De La Casa Della Bestia ricordo giusto un rigo di Stephen King nel suo saggio Danse Macabre in cui inseriva questa storia tra quelle non riuscite per quel che concerne il tema delle case stregate.
In effetti questo primo romanzo dell'autore paga un po' le dinamiche troppo all'acqua di rose dei suoi personaggi che sembrano in molti punti uscire fuori da un romanzo Harmony o da Beautiful per la facilità con cui si innamorano e si relazionano tra loro.
Può essere una scelta voluta, ma a me è piaciuta poco.
E' un vero peccato perché dal punto di vista horror è un romanzo godibile.
Ed è anche molto crudo per quel che concerne sesso e violenza.
Ecco, questo è proprio un tratto distintivo dell'autore.

Non risparmia propria nulla al lettore.
Laymon descrive il tutto con dovizia di particolari anche nel caso di questo romanzo dove uno dei protagonisti negativi è un pedofilo.
In più La Casa Della Bestia ha a mio avviso un finale molto azzeccato.
Certo, non proprio inaspettato per chi è avvezzo al genere, ma contestualizzandolo al periodo in cui è stato scritto, per me funziona benissimo.
Insomma, non sono d'accordo al 100% con Stephen King anche se non inserirei assolutamente questo romanzo tra la letteratura gotica.

La Bara è il romanzo più corposo ed è anche quello che io ho apprezzato di più.
Suppongo sia anche l'opera più conosciuta di questo scrittore.
Verte tutto sul ritrovamento da parte di due coppie vicine di casa di una bara con all'interno il cadavere impalato e mummificato di una giovane donna.
Finale troppo frettoloso a parte, per me è un romanzo riuscitissimo che mi ha tenuto incollato fino alla fine.

In più pone un punto di vista trasversale rispetto ai canonici racconti di vampiri, il che non guasta.
Se dovessi consigliare un romanzo di Laymon tra quelli che ho letto, i miei favori andrebbero tutti su questo.
E' anche facilmente rintracciabile.
Anche se ho notato che almeno dal punto di vista dell'usato i suoi romanzi si trovano abbastanza facilmente su Ebay e siti affini.
Quindi se avete voglia di leggere un autore horror fuori dai canoni abituali di Stephen King e soci, Laymon può fare al caso vostro.
La sua prosa è leggera, ma allo stesso tempo affilata.
Cruda, ma godibile.
A me piace.
Meriterebbe più visibilità.
Diamogliela.


Alla Prossima!