venerdì 25 gennaio 2019

Trilogia Della Pianura : Benedizione / Canto Della Pianura / Crepuscolo - Kent Haruf

La letteratura è ormai una roba di nicchia, persino elitaria, dicono.
Per questo motivo non avrei mai creduto che la letteratura riuscisse a fare breccia su Instagram, eppure è lì  che ultimamente ho scoperto nuovi scrittori e nuove storie.
Se non fosse per alcuni Bookstagrammer o come diavolo si chiamano, forse io e Kent Haruf non ci saremmo mai incrociati.
E' strano tutto ciò.
Ho assistito per anni al tentativo di portare la letteratura su Youtube ed ho visto le interazioni piuttosto risibili rispetto alle parodie ed ai video dei Gamer.
Anche quando a parlare di letteratura erano youtuber dai grandi numeri.
Ho assistito alla scomparsa delle interazioni e dei commenti sui blog che parlano di letteratura, al sempre più esiguo numero di lettori di un articolo scritto, magari da qualcuno che ci ha perso ore ed ore per redigerlo, e poi scopro questo sottobosco su Instagram che ottiene successo, interazioni, commenti, grazie all'ausilio delle stories.
Dovrei esserne contento ed un po' lo sono che ci sia così tanta gente che parla di letteratura su un social di successo, ma ritengo che un post su un blog sia meno celebrativo ed in un certo senso più " vero ".
Ma magari di questo ne parliamo un'altra volta.
Oggi voglio di parlare di Kent Haruf.

Non credevo che questa trilogia mi potesse piacere così tanto.
Eppure ogni volta che ne affrontavo un capitolo non riuscivo a staccarmi a costo di avere mani, braccia e gambe anchilosate per via del troppo tempo perso dietro a questa lettura che mi ha letteralmente ipnotizzato.
In genere sono io a dominare il tempo di lettura, ma questa volta è stato il contrario.

Ambientati nella cittadina immaginaria di Holt, Kent Haruf ci porta dritto dentro la vita ed i pensieri di alcuni specifici personaggi e lo fa con garbo e con sensibilità.
Non sono dei romanzi d'azione ed infatti la lettura è placida e lenta, a volte persino ermetica, eppure allo stesso tempo riesce ad essere tremendamente avvolgente ed intrigante.


Ho amato ognuno dei tre libri di questa trilogia e ne ho amato ogni sfumatura.
Soprattutto mi sono innamorato della cittadina di Holt.
Una cittadina rurale, conservatrice, a volte diffidente e sospettosa e così poco progressista, ma anche ingenua e sensibile.
Per quel che mi riguarda tre romanzi uno più bello dell'altro.
E' assodato che mi procurerò tutti i romanzi scritti da quest'autore. 
Mi è rimasta impressa una delle scritte in retrocopertina:

" Persone insignificanti, ma meravigliose. "

Sono d'accordissimo.
Le vite di cui ci parla Haruf sono storie di vita piuttosto normali, vite fatte di sconfitte e vittorie, difetti e virtù, talvolta buone e talvolta cattive.
Vite normali dedite a faccende normali come allevare il bestiame, dedicarsi alla semina, andare in chiesa la domenica e nei locali a bere il fine settimana o dopo il lavoro.
Storie placide che sembrano vere.
E' una trilogia perfetta?
Direi di no.
Per quel che mi riguarda in qualche caso mi sono ritrovato perplesso per la vacuità di qualche passaggio.
A volte durante la lettura mi è passato il pensiero che forse poteva essere detto o fatto di più, che alcune soluzioni narrative fossero troppo semplicistiche.
Nonostante ciò però non posso che ringraziare Kent Haruf per le emozioni che mi ha saputo regalare.
So che per come ne ho parlato può sembrare una descrizione di serial come La Casa Nella Prateria, però è molto di più.
Haruf sa scrivere e soprattutto sa catturare il lettore.
L'ordine giusto per leggere l'opera è iniziare da Benedizione e poi proseguire con il Canto Della Pianura e Crepuscolo, le cui vicende sono molto più intrecciate rispetto al primo capitolo.

Vi lascio con la sinossi del primo romanzo della trilogia ossia Benedizione. Sinossi presa in prestito da Google Books: 



"Nella cittadina di Holt, in Colorado, Dad Lewis affronta la sua ultima estate: la moglie Mary e la figlia Lorraine gli sono amorevolmente accanto, mentre gli amici si alternano nel dare omaggio a una figura rispettata della comunità. Ma nel passato di Dad si nascondono fantasmi: il figlio Frank, che è fuggito di casa per mai più tornare, e il commesso del negozio di ferramenta, che aveva tradito la sua fiducia. Nella casa accanto, una ragazzina orfana viene a vivere dalla nonna, e in paese arriva il reverendo Lyle, che predica con passione la verità e la non violenza e porta con sé un segreto. Nella piccola e solida comunità abituata a espellere da sé tutto ciò che non è conforme, Dad non sarà l'unico a dover fare i conti con la vera natura del rimpianto, della vergogna, della dignità e dell'amore. Kent Haruf affronta i temi delle relazioni umane e delle scelte morali estreme con delicatezza, senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima con il lettore che ha il tocco della poesia."


Alla Prossima!

domenica 13 gennaio 2019

Tokyo Blues/Norwegian Wood - Haruki Murakami

Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.


Volevo che mi piacesse.
Davvero.
Non volevo essere quello controcorrente.
Volevo essere come tutti coloro che lo postano orgogliosi nelle loro bacheche e che ne parlano con amore nelle loro stories.
Non volevo essere quello sbagliato che non capisce uno scrittore amato quasi indiscutibilmente da tutti.
Forse non l'ho preso nel modo giusto o non ne sono all'altezza.
Davvero, non lo so.
Fatto sta che questo romanzo mi è scivolato via senza quasi lasciare traccia tranne che in un paio di passaggi.
Eppure l'ho letto in poco tempo ed in maniera abbastanza vorace.
E' ben scritto ed è scorrevolissimo.

Dovrei amare i racconti di formazione. Io sono fatto per i romanzi di formazione, ma non è stato questo il caso e me ne dolgo.
Faccio mea culpa: non sono degno di te, Haruki, e ti chiedo scusa.
Questa sorta de Il Giovane Holden in salsa giappo non mi ha preso.
Ho trovato i personaggi di questa storia indolenti, in balia degli eventi e del flusso di coscienza dell'autore.
In una storia di formazione è dai personaggi che ti devi fare sedurre, perché è delle loro vite e delle loro scelte che vai a leggere, ma in questo caso di Watanabe, Naoko e compagnia cantante, me ne è fregato veramente poco.
Gli ingredienti per amarne le gesta ci sono tutti, ci sono anche dei passaggi commoventi e molto introspettivi, ma c'è una freddezza di fondo, un'indolenza e un'opacità così latente in questi personaggi, che mi hanno impedito di affezionarmi ad essi.
Fa parte dell'essere adolescenti?
Certamente.
I personaggi di Murakami sono complessi e sembrano veri e non mi permetto minimamente di sindacarci sopra.
Però poco interessanti a me come lettore.
Lo consiglierei a chi ancora non lo ha letto?
Assolutamente sì.
Se centinaia di migliaia di lettori lo hanno amato ci sarà un motivo.
Hanno un gusto migliore del mio, una sensibilità più spiccata, chissà cos'è.
D'altronde a me non è piaciuto nemmeno Il Giovane Holden.
Evidentemente sono fatto così.
Vorrei averlo amato.
Ero pronto a farlo.
Così non è stato.
Fine.



Alla Prossima!


martedì 8 gennaio 2019

High Score Girl

Saltavo di blog in blog nel periodo natalizio e nell'arido deserto della blogosfera tipico del periodo mi è capitata la recensione di un Anime che mi ha subito preso.
Sembrerà una cosa banale e normalissima, ma così non è.
E' parecchio che mi sono allontanato dall'animazione giapponese.
Eppure sentire che il tema centrale dell'opera erano i videogiochi nel periodo anni '80/90 con tanto di cabinati e sale giochi parti attive della trama mi ha subito spinto al cosiddetto binge watching.
Ho fatto bene?
Ho fatto benissimo, direi.
High Score Girl è un anime divertentissimo, che dietro la patina di commedia amorosa e scolastica tipica dei manga e degli anime di formazione ha una fortissima carica di immedesimazione soprattutto per chi ha vissuto quel periodo fatto di sale giochi spesso nascoste e infide, pregne di fumo e di tipi loschi.
E soprattutto di un capannello di gente nei cabinati più in voga come Street Fighter II, Toki, Rastan, Final Fight.

Mi ha riportato indietro nel tempo e non sono pochi gli elementi in comune che ho trovato tra me e il protagonista Haruo per quanto siamo sia caratterialmente che etnicamente agli antipodi.
Dalla mia ossessione adolescenziale per i Coin Op e per i record, al fatto che sarei stato tranquillamente disposto a saltare appuntamenti, uscite e scuola pur di inserire le mie 200 Lire per poter fare l'ultima partita al Flipper o al cabinato di turno.
C'era una certa componente tossica e ossessiva, tra noi che frequentavamo quell'ambiente.
La stessa che c'è in Haruo.
Quando dico tossica è perché in determinati orari ( soprattutto quelli scolastici ) vi erano sempre le stesse medesime persone, le stesse che come me, avevano saltato scuola e impegni.
Persi dietro un nuovo videogioco, un nuovo punteggio ed insensibili a ciò che ci circondava ed un po' anche all'ordine costituito.
High Score Girl è un salto nel passato che merita ampiamente la visione.
Ovviamente è fondamentale tenere presente che la trama è molto leggera ed easy e che anche argomenti e comportamenti estremi e sociopatici sono legati alla vena comedy dell'opera.
La serie è stata trasmessa su Netflix ed è composta da dodici episodi.
Per quel che mi riguarda, la straconsiglio!


Alla Prossima!