giovedì 26 marzo 2015

L'isola Del Dr. Moreau - H.G.Wells

Una domenica di qualche mese fa, un contrattempo minò parte dei miei rituali consolidati.
Ebbi improvvisamente un'ora buca da riempire, e per evitare di ritornare a casa prima del tempo, decido di fare un salto al mercatino delle pulci.
Non che abbia mai trovato granché tra quelle bancarelle.
Tutte le aspettative di poter trovare qualche romanzo fuori catalogo ed in offerta, falliva puntualmente in partenza.
Però quella volta, in mezzo ad una bailamme di libri vetusti ed usurati, fumetti di Dylan Dog, Tex e Topolino, più vario ciarpame assortito, vedo spuntare un libricino di H.G.Wells al miserrimo costo di 1 €.
Non resisto, lo prendo e lo porto a casa.

L'isola Del Dr. Moreau non rappresenta il mio primo incontro con lo scrittore inglese.
Già in passato avevo letto due dei suoi romanzi più noti: La Guerra Dei Mondi e L'uomo Invisibile.
Entrambi li avevo giustamente apprezzati, quantunque ho sempre trovato una certa difficoltà con il suo stile.
È un problema tutto mio con alcuni scrittori di quel periodo storico, esclusivamente riguardo la scorrevolezza dei loro scritti, non certo per la qualità delle opere.
Ovviamente tutto ciò è valso anche per questo romanzo, che comunque, come gli altri, ho apprezzato.

La prima cosa che salta all'occhio de L'isola Del Dr. Moreau è che non si perde in fronzoli e punta dritto al sodo.
Il romanzo è piuttosto corto ed il tutto accade velocemente.
La seconda è un tema tipico che salta fuori spesso nella narrativa di quel periodo, che è quello del naufragio.
Incredibile come tre autori diversi, trattino a modo loro ma in maniera simile la paura di rimanere in balia delle onde e di morire di stenti e di fame, e soprattutto l'approdo in terre sconosciute con essere abnormi.
Leggo l'isola Del Dottor Moreau e mi tornano in mente Lovecraft con il suo Le Montagne Della Follia ed Edgar Allan Poe con Le Avventure Di Arthur Gordon Pym.

Protagonista del libro è un uomo di nome Eduardo Prendick, un naufrago che dopo essere scampato ad un disastro navale, viene salvato da un'imbarcazione che fa rotta verso una strana isola abitata da alcuni esseri che si rivelano animali modificati geneticamente tanto da assumere fattezze e comportamenti umani.
Creatore di questi ibridi è colui che si scopre essere il Dr. Moreau, eminente scienziato allontanato dalla sua patria per colpa dei suoi esperimenti .
La trama assumerà contorni drammatici nel momento in cui gli istinti animali di questi esseri geneticamente modificati prenderà il sopravvento in un' escalation di violenza.
Come dicevo all'inizio è un romanzo piuttosto serrato, dove tutto accade piuttosto in fretta.
Ma quel poco che accade è narrato in maniera buona e giusta.
Certo, parliamo di una storia piuttosto invecchiata dal punto di vista scientifico, ma comunque molto intrigante soprattutto per i contorni inquietanti che pagina dopo pagina, virano verso un bel crescendo.
Confido adesso, di riuscire a mettere le mani sopra a La Macchina Del Tempo, altro romanzo di Wells che mi intriga parecchio.


venerdì 20 marzo 2015

Le mie letture fumettistiche degli ultimi mesi:

Ho colpevolmente lasciato questo blog ad accumulare polvere, ma la voglia di scrivere in questo periodo è stata uccel di bosco ed il tempo non mi è stato amico.
Comunque mi sono reso conto che è molto che non parlo di fumetti, ed è strano visto che negli ultimi mesi sono stati protagonisti di buona parte delle mie letture.
Rimedio in parte con questo post, sperando di non risultare troppo prolisso:

Partiamo con la miniserie Spider Man - Il Regno scritta e disegnata da Kaare Andrews.
Erano almeno dieci anni che non leggevo una storia dell'arrampicamuri.
E cos'è che mi ha convinto dopo più di dieci anni a rileggere una storia del ragno?
Il prezzo e il tam tam su internet.
A cui va anche ad aggiungersi il fattore chiave di essere una storia fuori continuity e quindi fruibile anche a chi come me, non legge storie del tessiragnatele da anni.
La storia è ambientata in un futuro alternativo in cui Peter è un vecchio cinico, depresso e solitario che vive in una New York totalitaristica che ha bandito gli eroi in maschera.
Evidente l'omaggio al Ritorno Del Cavaliere Oscuro di Miller e molti i rimandi ad altre opere che trattano tematiche eversive dal punto di vista supereroistico, ma pur non aggiungendo nulla di nuovo al genere, risulta comunque intrigante e coinvolgente.
Molto apprezzabili in particolare le versioni futuristiche dei Sinistri Sei e di Venom.
Il comparto grafico è curato dallo stesso Andrews, che forse non sarà graficamente nelle mie corde, ma il cui stile ben si adatta ai toni tetri ed oscuri della narrazione.
Certo, siamo lontani dalle storie di Jean Marc De Matteis che riusciva a psicanalizzare l'uomo dietro la maschera del ragno come nessuno, ma devo dire che quello di Kaare Andrews è un buon lavoro e poi costa solo 6,50 €.

Sempre griffata Marvel ho recuperato la miniserie X-Men - Magneto: Testamento.
Scritta da Greg Pack e disegnata dal nostrano Carmine Di Giandomenico, ci viene narrata la storia passata di Max Eisenhardt, l'uomo che in futuro diventerà Magneto, il villain più controverso e carismatico degli X-Men.
Già Claremont e gli altri X-writer avevano accennato al passato triste e burrascoso di Magneto, ricordo in tal senso una bellissima mini di poche ma intense pagine firmate Claremont / Bolton, ma è toccato a Greg Pack narrarci in maniera precisa e dettagliata gli eventi luttuosi e drammatici che hanno portato successivamente Magneto ad indossare i panni dell'antitesi del sogno di convivenza pacifica tra umani e mutanti di  Charles Xavier.
Se non fosse stato per il titolo, avrei fatto fatica a considerare questa novel come un prodotto Marvel.
Non ci sono mutanti e non ci sono supereroi in corso d'opera, c'è spazio solo per l'odio razziale e l'orrore di un popolo verso un altro popolo.
E' apprezzabile, quantunque controverso, il modo reale e poco supereroistico in cui viene narrato un tema a rischio retorica come l'Olocausto.
L'unico accenno ai poteri di Magneto, infatti, è di natura inconscia.
Certo, in un contesto Marvelliano pieni di superesseri e mutanti assortiti, lo sterminio degli ebrei assume contorni quantomeno discutibili.
Possibile che in tutta la popolazione non ci fossero mutanti o altri superesseri?
Ma lasciamo perdere, credo che la storia vada contestualizzata, quindi lasciamo scivolare via dubbi e perplessità.
A me questa mini è piaciuta molto.
Ho apprezzato tantissimo i cenni storici ben inseriti nella narrazione e il modo in cui Pack ha fuso il passato di Magneto con una vicenda reale e terrificante come le persecuzioni naziste.
Ottime le matite di Di Giandomenico, che forse inizialmente ha avuto qualche problema fisiognomico con il piccolo Max che appare ( a me) più grande di quel che è, ma che per il resto fa egregiamente il suo dovere.
La scena con quella selva di occhiali ammucchiati in un angolo, ancora mi tormenta.
Mini molto bella, ed è un bene che alla Marvel ogni tanto se ne escano con storie del genere.

Restando in orbita Marvel ed X-Men, mi sono messo a recuperare due numeri storici della collana degli Incredibili X-Men che mi mancavano.
Ho notato che su Ebay gli albi costavano pochissimo e mi sono buttato su due dei numeri più importanti della storia editoriale degli uomini x.
Il numero 12 con il bellissimo Vitamorte di Claremont / Windsor Smith e il numero 17 de Il Processo di Magneto.
Mammia mia, che storie!
Ma quanto cazzo erano belli gli X-Men di Claremont?
Vitamorte è una storia pazzesca.
Vabbe', io faccio poco testo poiché adoravo la Tempesta senza poteri e con la cresta alla moicana, ma in queste 40 pagine di storia Ororo assume dei contorni ancora più vividi.
È una storia di debolezza e di accettazione di sé, la storia di una donna che non è più una Dea, ma che si riscopre umana e fragile.
Probabilmente una delle più belle storie degli X-Men di tutti i tempi.
" C'era una donna che sapeva volare..."

Il Processo di Magneto invece tocca invece corde molto più ideologiche e discutibili.
Un Magneto redento sceglie di consegnarsi alla giustizia e di venire processato per i suoi crimini, in quello che sembra un processo già scritto.
Coadiuvato dai disegni di un acerbissimo John Romita Jr., il Processo Di Magneto è un volume fondamentale nella cronologia de Gli Incredibili X-Men e che come tale non poteva mancare nella mia libreria.
Peccato che il percorso revisionistico della figura di Magneto, all'epoca fu sfruttato malissimo dalla Marvel.
Resta comunque una storia molto interessante e che invoglia alla riflessione riguardo temi come giustizia e pregiudizio.






Appena ho saputo che Neil Gaiman avrebbe rimesso mano al fumetto che lo ha reso famoso anche al di fuori della cerchia fumettistica, non stavo più nella pelle.
Sandman è sempre stato il mio fumetto preferito in assoluto, grazie al lirismo dei testi e all'infinita cultura mitologica del mondo fantasy di Neil, che rendono le storie del signore dei sogni qualcosa di fottutamente vicino ad un'esperienza.
In Sandman Overture, Gaiman conferma di non aver perso il suo tocco, ma buona parte del merito va anche ai disegni di un J.H.Williams III in stato di grazia.
Purtroppo l'albo è piuttosto striminzito e non ha una vera e propria data d'uscita.
Ad oggi sono usciti soltanto due numeri e non ho ancora capito se è trimestrale, quadrimestrale od esca ad minchiam.
Però le 22 pagine di fumetto ispirano soltanto una onomatopea: wow e strawow!
Sandman è uno di quei fumetti che non dovrebbero mancare nella libreria di nessuno e Overture è l'occasione ideale da cui partire, visto che a tutti gli effetti rappresenta il prequel dell'opera omnia di Neil.
Non vedo l'ora escano i restanti quattro numeri.

The Walking Dead è il mio fumetto della domenica.
Lo gusto giusto quella mezz'oretta, lo ripongo nella sua mensoletta e poi arrivederci al mese prossimo.
Detto così potrebbe sembrare che non lo apprezzi, invece è un fumetto che mi piace molto, soprattutto per quel che concerne l'introspezione psicologica dei personaggi, sempre ben congegnati da Robert Kirkman.
Il problema di questa serie ( problema solo mio s'intende, parliamo di un fumetto che a livello globale vende tantissimo), è che è diventata troppo schematica per i miei gusti.
Mi sta bene che il tema della sopravvivenza sia fondamentale nel fumetto e mi intriga il percorso on the road dei protagonisti che li vede alla continua ricerca di un posto più sicuro dove stare.
Direi che è giusto e naturale.
Gli Zombie fanno ormai solo da corollario ed il vero problema sono le relazioni umane con altri gruppi di sopravvissuti.
Però è come un cane che si morde la coda perché ciò che mi piace mi comincia anche a stufare.
La serie viaggia verso uno schema fisso e fin troppo strutturale.
Si va in un posto, si montano le tende, fino all'arrivo dello zombie e del sopravvissuto sempre più cazzuto e sopra le righe che vuole farti il culo.
Sembra che questa serie abbia necessariamente bisogno di una sorta di boss di fine livello, manco stessimo parlando di un videogame.
Prima c'era il Governatore, ora Negan.
Che due palle!
E' una serie che ormai gioca più sulla violenza e l'impatto che sulla trama in sé.
Ma come ho detto all'inizio è un problema tutto mio, in quanto faccio ormai fatica a seguire storie destinate a girare intorno agli stessi schemi.
Quando ho comprato il primo numero non pensavo di arrivare al numero 29, probabilmente farò gli stessi discorsi anche quando arriverò al numero 50, chi può dirlo. :-P

Tornando agli acquisti online, mi sono messo in testa di provare a recuperare tutti i numeri di Preacher della Planeta De Agostini.
Per adesso sono riuscito a recuperare sette dei diciotto numeri che compongono la serie firmata da Garth Ennis e Steve Dillon e conto di recuperare tutti gli altri volumi.
Ero già in possesso dei primi due numeri da parecchio tempo, purtroppo però la concomitanza di uscite con il Sandman di Gaiman, mi impose all'epoca una drastica scelta e fui costretto a sospenderla.
Avevo pensato di riprenderla appena si fosse concluso Sandman, ma il fallimento della Planeta sconvolse i miei piani.
La serie è comunque rimasta sempre nei miei pensieri e conto di recuperarne tutti i numeri al più presto, visto che la prosa accattivante, bastarda e sopra le righe di Garth Ennis mi fa impazzire.
Conto di parlarne più approfonditamente appena metto le mani sugli altri numeri che mi mancano.


Insieme all'ultimo numero di The Walkind Dead ho visto Outcast al prezzo di lancio di 1 Euro e l'ho preso praticamente a scatola chiusa.
Dovrebbe trattarsi di un fumetto horror che si ispira all'Esorcista, visto che si parla di possessioni demoniache.
Il prezzo e la presenza ai testi di Kirkman invogliano quantomeno a vedere com'è.




domenica 8 marzo 2015

Pillole di ricordi : gli album dei calciatori Panini nei ridenti anni '80.

Volevo parlare d'altro visto che ho una sfilza di libri e di fumetti da recensire, ma poi stamane ho visto il figlio di un mio conoscente con delle figurine dei calciatori in mano e i ricordi sono sgorgati con impeto, chiedendo strada.

Perché stamane vedendo quel bambino aprire con foga ed entusiasmo la sua bustina, inevitabilmente si è finiti nel viale delle rimembranze a parlare della nostra infanzia, di quando negli anni '80 si comprava un pacchetto di figurine a 100 - 200 Lire e ci si passava il tempo a sfidarsi al gioco delle figurine, le cui regole pur sforzandoci per mezzora non siamo riusciti nemmeno a ricordare.
Raccontandoci di quando si usciva di casa con una miriade di figurine ripetute in tasca per poterle scambiare con quelle che ci mancavano o semplicemente per sfidarci a duello.
Dell'entusiasmo che si provava quando ci uscivano le figurine dei giocatori più forti come Maradona, Rummenigge, Zico o Platini, che sapevamo che scambiate sarebbero valse un fottio di figurine in cambio.
Insomma, ci siamo lasciati andare ad un malinconico flusso di ricordi.
Io personalmente ne ricordo anche molti altri che ho tenuto per me.
Primo tra tutti il giorno in cui riuscii a completare il mio primo album.
Lo ricordo bene, l'unica a mancarmi era la figurina di Salvatore Bagni.

Quando all'apertura dell'ennesima bustina mi ritrovai davanti la sua faccia, rischiai uno shock anafilattico. :-p
L'anno successivo la stessa scena accadde con lo scudetto del Padova, che tanto mi fece penare quanto tanto mi fece esaltare quando me lo ritrovai davanti.
Tanto che dalla gioia mi feci correndo tutto il quartiere, strombazzando la notizia a chiunque mi conoscesse.
Lo so, mi esaltavo con poco ed ero anche un po' coglione, mi sa.
Un' altra delle mie strampalate imprese vede protagonisti me ed il mio migliore amico di allora.
Passeggiando per le viuzze del cortile di casa mia trovammo alcune banconote per terra, 7000 Lire circa.
Eravamo praticamente ricchi.
E come spendemmo questa fortuna?
In figurine, ovviamente.
Quel pomeriggio dovevamo vederci dopo la sua uscita dal doposcuola, ma tanto mi ribollirono quei soldi in tasca, che dalla frenesia non lo aspettai nemmeno ed andai a comprare uno scatolone di figurine da solo.
Ovviamente s'incazzò e litigammo pure, ma la tentazione era troppa e non riuscii a resistere.

È un peccato che di quegli album non ne abbia conservato nessuno, ma non sono mai stato famoso per la cura delle mie cose.
Probabilmente finirono dopo pochi giorni nel dimenticatoio ergo spazzatura, perché in quel periodo il desiderio era intenso quanto fuggevole, quindi si passava senza rimorsi subito ad altro.
L' album era una gioia effimera, ma a quanto pare non lo è il ricordo, devo dedurne.
Comunque probabilmente le figurine dei calciatori accomunavano tutti e di conseguenza sono certamente gli album che ricordo più con affetto, però non dimentico nemmeno tutti gli altri album che avrò comprato e in qualche caso abbandonato a metà.
Qualche esempio?
Ricordo sicuro quelli di Garfield, Kiss Me Licia, Lamù e Lupin, ma sono convinto ce ne fossero anche altri che non mi sovvengono.
Mi fa piacere comunque il fatto che almeno questa tradizione non si sia perduta e che continui ancora grazie ai figli dei bambini di ieri.

martedì 3 marzo 2015

Pillole di ricordi : le macchinette microguida con le biglie

Da bambino andavo pazzo per le biglie e per qualsiasi altra pallina colorata.
Fui uno dei primi a cadere nella trappola della pubblicità ai tempi de La Palla Pazza Che Strumpallazza convinto che quella palla arancione avesse vita propria e rotolasse dappertutto e  fui vittima di tutte quelle palline colorate della Gig che tanto andavano di moda in quel folle decennio che furono gli anni '80.
Ma più di tutto impazzivo per quella macchinetta con la microguida dove si vincevano le biglie, che troneggiava fuori del piccolo chioschetto che vendeva di tutto e di più nella piazzetta della mia scuola elementare.
Con una miriade di bambini e bambine ci si cimentava nella guida della macchinetta nel tentativo di vincere quelle benedette biglie.
Lo scopo del gioco era guidare la biglia di vetro attraverso un mini percorso stradale contornato da delle buche cercando di non finirci dentro, cosa che avrebbe decretato la fine della partita e quindi il non conseguimento della biglia con cui avevi iniziato il gioco.
Esisteva persino un trucchetto per completare più facilmente il percorso, che consisteva nel dare un colpetto verso l'alto con il volante e far rimbalzare la pallina sulla lastra di vetro per farla arrivare direttamente all'arrivo.
Dopodiché ci si vantava con le bambine che non erano in grado di farlo. :-p
Mi sembra incredibile che di quella macchinetta in questione non circoli nemmeno una miserrima immagine su Internet, ma perlomeno riecheggia ancora tra i miei ricordi più felici.