sabato 30 agosto 2014

Unico Indizio La Luna Piena - Stephen King

Non so in quanti si ricordano del film Unico Indizio La Luna Piena.
Uscì intorno al 1985 in USA ed arrivò in Italia qualche anno dopo nel contenitore Horror che andava in onda il venerdì sera su Italia Uno presentato dal mitico Zio Tibia.
Io e mio cugino, che in quel periodo frequentavamo le scuole medie, ci chiudevamo in camera al piano di sopra, nascondendoci dai parenti e ci piazzavamo fino a notte inoltrata davanti alla Tv.
Tenevamo una sorta di lista dei film che ci piacevano di più e non vedevamo l'ora il giorno dopo, di confrontare i nostri giudizi e la nostra esaltazione con gli altri ragazzini del vicinato.
Unico Indizio La Luna Piena, forse per via del protagonista che era un ragazzino sulla sedia a rotelle, ebbe un impatto notevole in termini di empatia nelle nostre menti, tanto che lo consideravamo quasi al pari di film come Nightmare, La Casa e L' ammazzavampiri, che per noi erano veri e propri cult.
Ed inoltre ci insegnò che i Licantropi venivano uccisi con un proiettile d' argento, cosa interessantissima su cui basare un'animata discussione il giorno dopo.
Questo film non l' ho più rivisto, ma negli anni in cui nacque e ed esplose la mia passione per le opere di Stephen King, venni a sapere che il film fu adattato da un suo libro ormai fuori stampa.
All'epoca compravo i libri del Re in maniera quasi compulsiva, arrivando in breve tempo ad averli tutti, eccetto quelli introvabili che erano Ossessione ( che comunque avevo letto grazie all'amico che mi aveva fatto conoscere le opere del Re ) ed appunto Unico Indizio La Luna Piena.
Entrambi pur essendo fuori produzione si trovano tuttora abbastanza facilmente nel circuito dell' usato e su internet.
Di Ossessione, che poi alla fine comprai, ne ho parlato specificatamente qui:

http://pirkaff.blogspot.it/2013/09/ossessione-stephen-king.html

Per quel che concerne Unico Indizio La Luna Piena, nonostante in questi anni abbia più volte controllato Ebay et similia nel tentativo di trovarlo ad un prezzo vantaggioso, diciamo che mi sarebbe toccato alleggerire e non di poco il portafoglio.
I prezzi spaziano dai 150 - 200 Euro e passa per la prima edizione pubblicata dalla Longanesi, alle 60 - 70 Euro della successiva uscita sotto l'etichetta CDE.
Il romanzo ebbe anche altre due ristampe targate Tea Due e Salani, ma sono quelle che circolano di meno nel circuito dell' usato.
Evidentemente, all'uscita delle stesse, se lo filarono in pochi.
Parliamo di un romanzo minore di Stephen King, nemmeno così noto, che addirittura non nacque come opera ma come calendario illustrato, ma che rappresenta a tutti gli effetti il Sacro Graal dei cultori delle opere del Re.
Perché ne parlo adesso?
Semplicemente perché me lo sono ritrovato davanti pochi giorni fa.
L'ho già spammato appena successo su Twitter e su Facebook, perché la cosa mi ha scosso e mi ha lasciato con un magone tale che avevo l'esigenza di condividerla.
Ma partiamo dal principio:
Volevo comprare un libro di Ramsey Campbell che cerco da un po' di tempo su Ebay, quindi prima di fare un'offerta decido di passare dall'unico rivenditore di libri usati della mia città, nella speranza di trovarlo e di evitarmi quindi l'asta.
In quel negozio disordinato, con i libri impilati ed impolverati uno sull'altro, non ci entravo da anni.
Ho sempre avuto la percezione che il gestore pur mostrandosi sempre gentile e disponibile, pensi a me come un potenziale ladro o chissà cosa.
Nei miei confronti ha sempre avuto quello sguardo tra l'indagatore e il sospettoso, evidentemente gli avrò dato motivo per pensarlo, chissà, magari avrò fatto qualche movimento strano o qualche volta mi sarò sistemato il giubbotto in modo sospetto, non lo so e non mi interessa, sono problemi suoi.
Comunque decido di tornarci e il tipo conoscendo i miei gusti afferma che gli sono appena arrivati una sfilza di libri horror, tra cui alcuni di Stephen King.
In mezzo a quella pila di libri vedo spiccare la copertina lucida nera dell'edizione CDE di Unico Indizio La Luna Piena.
Mi si illuminano gli occhi, ho quasi le palpitazioni.
Il libro non era prezzato, ma conoscendo la sua ignoranza nel campo dell'horror, traggo la speranza di riuscire a portarlo via ad un buon prezzo.
Anni prima, nella stessa libreria, era in vendita una copia di Ossessione a 6 Euro, quando su Internet viene venduto spesso tre, quattro volte tanto.
Ho la speranza non dico di portarlo via a cinque, dieci Euro, ma almeno a 20 - 25.
Giuro, glieli avrei dati con tutto il cuore.
Ho preso il libro, l'ho sfogliato, mi sono goduto tutte le illustrazioni, me lo sono leggiucchiato un po' e gli chiedo il prezzo.
Il libro non era ancora prezzato, quindi per orientarsi effettua una ricerca su internet sparandomi la "modica " cifra di 40 Euro.
Mestamente abbasso il capo, non insisto nemmeno, saluto e vado via.
Non spenderò mai quella cifra per un libro.
Quando si tratta di cifre del genere, entrano in gioco prima di tutto la propria disponibilità economica, poi il peso ed il prezzo che ognuno di noi da' alle proprie passioni.
Va bene che è un'edizione rara, ma pur desiderandolo con tutto il cuore, non sono disposto a fare eccezioni per qualcosa che ritengo non valga quella cifra.
Non gliene voglio, è normale spararmi un prezzo del genere se su Ebay ed Amazon i venditori provano a piazzartelo a cifre abnormi, ma parliamo di un' opera che un giorno qualcuno potrà persino decidere di ristampare, non vedo perché arrivare a spendere così tanto.
E' solo un libro dopotutto o sbaglio?
Certo, da quel giorno mi porto addosso un magone non indifferente e ci penso con rimpianto.
Dopotutto, è l'unica opera di Stephen King che manca nella mia libreria.
Ma non mollo, prima o poi l'avrò.
E' pieno di gente in rete che questo libro è riuscito a portarselo via anche a modiche cifre nelle bancarelle e nei mercatini e conto, prima o poi, di avere la stessa fortuna anch'io.
Chissà.








sabato 23 agosto 2014

Oculus

Da adolescente ogni specchio era mio.
Non ero un vanesio e nemmeno così figo da innamorarmi della mia immagine tipo Narciso, semplicemente stavo sempre a controllarmi il ciuffo su qualsiasi superficie riflettente possibile ed inimmaginabile.
Ma chiunque sia l'entità che governa le nostre leggi terrene mi ha punito, visto che al massimo adesso posso specchiarmi giusto la stempiatura e la pelata. :-P
Scherzi a parte, gli specchi sono sempre stati affascinanti, figuriamoci quindi se non vengono usati per le loro storie da scrittori e cineasti vari, soprattutto fantasy e horror.
Mentre guardavo Oculus mi è tornato in mente anche un racconto breve di Stephen King pubblicato nella raccolta Scheletri dal titolo La Falciatrice che molto ricorda il film di Mike Flanagan.
Nella storia del Re, i " fortunati " che nello specchio vedevano riflessa l'immagine della " falciatrice " scomparivano, qui vengono posseduti, non siamo mica così distanti.
Posso dire subito che Oculus mi è piaciuto, sebbene la parte ambientata nel presente, pur avendo delle belle scene d'impatto, mi è piaciuta molto di meno rispetto a quella ambientata nel passato dei due protagonisti.
Figa l' idea di raccontare in parallelo presente e passato ed i flashback non appesantiscono e nemmeno rendono confusionaria la trama, grazie all'ottimo montaggio delle scene.
Certo, succede poco, il film gioca spesso sull'horror psicologico più che su quello visivo, ma ho apprezzato sia la scelta di mostrare molto poco il male che alberga nello specchio, sia quella di un male che si insinua in maniera lenta ma inesorabile nella vita e nelle menti dei protagonisti.
E poi quello specchio è bellissimo, lo vorrei a casa. :-P
Non parliamo sicuramente di un capolavoro visto che ci troviamo davanti la solita possessione di un oggetto/persona, ma il film il suo lo fa.
Sono contento di averlo recuperato.
Pollice su. 




sabato 16 agosto 2014

Three Wonders

Three Wonders è un Coin Op prodotto dalla Capcom nel 1991.
La particolarità principale del cabinato è che conteneva tre giochi in uno, con i primi due che erano uno il seguito dell'altro.
All'epoca era una cosa piuttosto atipica che portò al gioco una certa fama nel bar sotto casa in cui ero solito spendere le mie paghette.
Non a caso fu uno di quei cabinati che in termini di longevità durò più a lungo e che soprattutto grazie a Chariot e la sua estrema difficoltà rimpinguò certamente le tasche del gestore del bar, visto quanto ci incaponimmo un po' tutti quanti nel provare a chiuderlo.
Le monetine da 500 Lire andavano via che era una bellezza.
Emulati adesso i tre giochi si difendono ancora benissimo, quantunque in italiano trovarne recensioni ed informazioni è cosa non facile.
Ed io che pensavo fosse un Coin Op stranoto.
Comunque c'è una bella e divertente recensione su nonciclopedia.
Per chi volesse leggerla schiaffo il link qui sotto:

http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Three_Wonders

Ma parliamo meglio dei tre giochi che compongono questo cabinato, che sto emulando con estremo piacere in queste torride giornate agostane.

- Midnight Wanderers :

Midnight Wanderers è un bellissimo platform a scorrimento orizzontale, molto curato graficamente ma che purtroppo ha un difetto piuttosto grosso: è facile ed è corto.
Il gioco è composto da cinque livelli ed una volta imparata la meccanica del gioco ed il posizionamento dei nemici e dei boss di fine livello, chiuderlo non è certo una mission impossible.
Quantunque in quel poco, regala una gran bella dose di divertimento.
Il gioco ha dalla sua una gran bella trama ed un ottimo design dei personaggi.
I protagonisti della vicenda sono Lou e Siva due personaggi che sembrano una via di mezzo tra degli gnomi e dei folletti, incaricati di liberare il loro mondo che è stato soggiogato dal demone Gaia.
Il loro scopo è recuperare l'aliante magico denominato Chariot, liberare le loro terre e la principessa Sena.
Grafica eccelsa, dettagli curatissimi, varietà di armi e nemici, fanno di questo action game una bellissima esperienza.
A conti fatti Midnight Wanderers ricorda una versione più evoluta e fantasy di Ghost 'n Goblins con cui ha in comune la particolarità della morte non istantanea.
Se in GnG una volta colpiti si perdeva l'armatura, in MW perdi tutto il vestiario e rimani seminudo fino a quando non trovi il forziere che ti dona  nuovamente il capo vestiario. 
Senza girarci intorno, Midnight Wanderers è un gioco che tutti gli appassionati del retrogaming dovrebbero conoscere ed apprezzare a dovere.
Merita e non poco.

- Chariot:

Tanto bello quanto difficile, Chariot è un signor Shoot' em up.
E' in pratica una sorta di sequel con gli stessi protagonisti di Midnight Wanderers ( Lou e Siva ), questa volta in missione aerea.
Il gioco è semplice nella descrizione quanto difficile nell'esecuzione.
Pilotando il Chariot ovvero l'aliante magico del primo gioco, Lou e Siva dovranno superare sette livelli e sette Boss finali e completare la loro missione.
In cosa consiste la loro missione non lo so, io questo gioco non sono mai riuscito a finirlo.
Ci ho speso non so quanti soldi e tempo senza cavarne un ragno dal buco.
Ovviamente nemmeno adesso che lo sto emulando spesso e volentieri, riesco ad andare oltre il quarto livello con una singola partita.
Forse alla Capcom volevano compensare la facilità del primo episodio con un seguito dannatamente frustrante e complicato.
Al di là di questo, Chariot è comunque uno sparatutto straordinario.
Boss di fine livello accattivanti, grafica curatissima, velocità di gioco eccellente, lo rendono un'esperienza davvero divertente.
Peccato sia così dannatamente difficile.

-Don't Pull:

Don't Pull non centra una benemerita con gli altri due, pur essendo un simpaticissimo ( ma alla lunga noioso ) Puzzle Game.
Era certamente la terza scelta, quello meno giocato.
Don't Pull è un gioco a schermata fissa, dove lo scopo consiste nel lanciare i cubi sparsi nel livello addosso ai nemici, che di solito sono dei draghi sputa fuoco o degli esserini mollicci quanto velocissimi.
E' un gioco molto tattico in quanto bisogna cercare di mettere in trappola i nemici entro un tempo stabilito e successivamente lanciargli il cubo addosso.
Alla lunga il gioco l' ho sempre trovato snervante e ripetitivo.
In un certo senso mi ricorda un po' Bomberman, un gioco che adoravo ma che trovavo poco vario, nonostante lo scenario dei livelli cambiasse sovente.
Non che Don't Pull non mi divertisse e non mi diverta tuttora, ma dopo nove / dieci livelli mi passa già la voglia di giocarci e tendo quasi all'autodistruzione.
Resta comunque un gioco ben fatto e con una difficoltà ben calibrata.
A me annoia.
A voi chissà.




sabato 9 agosto 2014

Pillole di ricordi: Bis - Il Telequiz di Mike Bongiorno

Via con questo post easy, che è estate piena, fa caldo e di voglia ne ho poca.
Parliamo di ricordi.
Quei ricordi di cui forse dovrei vergognarmi, quei ricordi che mi fanno pensare che da piccolo non ero poi una persona così normale.
Ma bando alle ciance, che d'altronde si evince già dal titolo quello di cui sto per scrivere.
Come se non bastasse la mia insana passione fanciullesca per Coccolino, ero anche un fan sfegatato di Bis, il telequiz di Mike Bongiorno. 
Quiz che vide la luce nel 1981 e che andava in onda a mezzogiorno su Canale 5.
A quell'ora ovviamente ero a scuola, ma tutte le volte che non ci andavo per malattia, vacanza o chissà quale altro motivo, alle 12:00 ero seduto nella poltroncina a due posti davanti la Tv per non perdermi la puntata in corso.
Addirittura pranzavo lì.
Praticamente i miei dovevano portarmi il cibo sulla poltroncina, sennò non avrei mangiato.
Ed ero talmente fissato che mi feci comprare persino il gioco da tavolo.
Ci giocavo con mio fratello o mia sorella, ma se capitava anche da solo.
Per chi non lo conoscesse o lo ricordasse il gioco era piuttosto semplice:
bisognava indovinare gli oggetti sparsi in coppia nelle 36 caselle che componevano la schermata, sotto cui si nascondeva un Rebus da indovinare.
Due concorrenti si giocavano la vittoria in due manches, in cui dovevano indovinare più oggetti possibili e provare a risolvere il Rebus.
Chi indovinava, diventava vincitore della puntata, si portava a casa gli oggetti che aveva scovato nel tabellone ed anche un milione di Lire se riusciva a risolvere il Rebus.
Non era il gioco più bello del mondo?
Ai miei occhi d'infante,sì. 
Ah, ho scoperto che esiste una app che permette di giocare al gioco anche sullo Smartphone, quasi quasi la scarico. :-P

lunedì 4 agosto 2014

Anarchia - La Notte Del Giudizio

Io con la fantapolitica e la distopia ci sono sempre andato a nozze.
Quando poi entra in simbiosi con un altro dei miei generi preferiti ossia l'horror, vado in brodo di giuggiole e mi viene il sangue al naso come l'adolescente di un anime giapponese anni '80-90.
Quindi ho nutrito tante aspettative con La Notte Del Giudizio, ed altrettante con questo secondo parto.
Il primo film però non mi era piaciuto proprio perché la bellissima e geniale idea di base, non so se a causa del misero budget, veniva solamente descritta ed accennata e dal punto di vista urbano si vide davvero poco degli effetti della notte della sfogo.
All'epoca banalizzai un po' il film affermando che ci fu molta notte e poco giudizio, perché non mi andò giù l'idea che tutta la trama vertesse su una singola casa e una singola famiglia.
Anche se visto quanto ha incassato DeMonaco con la sua creatura, ha certamente avuto ragione lui. :-p
Anarchia, invece, fin dal trailer ambiva ad essere proprio il mio genere.
Infatti, la prima parte del film ha creato in me un enorme senso di attesa e di tensione per l'approssimarsi della notte della purga, mettendomi in empatia con i protagonisti della pellicola: sia verso coloro che vogliono essere parte attiva e partecipare all'onda di violenza, sia per coloro che ci si ritrovano dentro per caso o sfortuna.
Personaggi che diciamolo, per tutta la durata del film si riveleranno poi piuttosto banali ed ermetici, senza un minimo di personalità e di spessore.
C'è il macho giustiziere e misterioso che vuole vendicare la morte del figlioletto, una madre e una figlia di colore che vengono salvate dal suddetto, ed una coppietta che si ritrova nel pieno della notte della purga a causa della rottura del motore dell'auto.
Queste cinque persone faranno fronte comune nel tentativo di sopravvivere all'orda di violenza in atto sulle strade della Los Angeles del 2023.
Che poi, ci vuole una sospensione d'incredulità allucinante nella coincidenza che queste persone riescano ad incontrarsi e fare fronte comune in un agglomerato urbano grande come quello del centro di Los Angeles.
Per non parlare della mira infallibile del macho della situazione, un cecchino che manco Rambo e Commando messi insieme. :-P
Diciamolo chiaramente, il bello del film sono l'idea di base e quel senso di aspettativa e di tensione che le ore di anarchia riescono a procurare, perché al di là dell'azione, il film offre davvero poco.
Interessante la chiave di lettura politica, che la notte della purga altro non sia che un modo per togliersi di dosso la frangia più povera e disastrata della città, perpetrata dai ricchi e dai potenti.
Per quel che concerne il ritmo e l'azione, nulla da dire, è una pellicola  ben fatta che intrattiene a dovere per tutta l'ora e quaranta di film.
Probabilmente mi sarei divertito più nel vedere un film dal taglio più documentaristico che nel vedere quelle cinque persone, del cui destino dopo mezzora di corse e salvataggi improbabili vari, già non mi interessava più nulla.
Il risvolto politico e distopico offre poco, se non un gruppo di rivoluzionari, guidati da un uomo di colore davvero molto sopra le righe, che alla fine faranno la loro mossa.
Il finale personalmente l'ho trovato pessimo ed improbabile.
Il mio parere?
Come costruzione della trama è parecchio più interessante del primo capitolo, forse con un regista migliore e un approfondimento della tematica principale, poteva essere un gran bel film.
Invece si rivela un film buono dal punto di vista dell'azione, mediocre per quel che concerne i contenuti.
Ma se lo si guarda soltanto per quello che è, ovvero un Horror distopico, merita tranquillamente la visione.