lunedì 14 marzo 2022

Tra Covid, vecchi manga, e Hyperion

Marzo, da qualche anno a questa parte lo identifico con la clausura.

Prima il lockdown, poi la zona rossa, ed infine...la positività al Covid.

Ebbene sì, l'ho preso anch'io, e ritengo giusto scriverlo qui, anche perché è uno dei motivi per cui anche questo mese sarò poco attivo su questo spazio.

Sono ormai quattordici giorni che sono chiuso in casa, più o meno da quando mio fratello è risultato positivo e sintomatico.

Anch'io ho avuto leggeri sintomi, che sono stati quelli di un forte raffreddore, con sintomi febbrili solo per una notte, e risultando negativo persino al primo tampone in farmacia.

Giovedì saranno dieci giorni, e potrò sapere o meno se mi sarò negativizzato.

Insieme a me lo hanno preso anche due miei amici, ma a loro è andata meglio poiché dopo una settimana erano già negativi, mentre la mia dottoressa mi ha consigliato di aspettare almeno dieci giorni.

Comunque mi armerò di pazienza ed aspetterò, anche se dovessi risultare nuovamente positivo, d'altronde l'importante è stare bene, stare a casa mi pesa meno.

Chiusa la parentesi relativa al Covid, marzo è stato foriero di poche letture, finora.

Cioè ho comprato l'edizione Urania di Hyperion, ma è un libro che comunque avevo già letto alcuni anni fa, solo che non avevo un'edizione cartacea e ne ho subito approfittato, ne parlerò alla fine di questo post, anche se non avrò molto da dire, non mi sento un esperto di fantascienza letteraria, che ho sempre considerato poco affine ai miei gusti letterari.

La clausura mi ha portato a rispolverare dalla libreria due manga: Alita e Bastard!!.

Non ne parlerò approfonditamente.

E' molto difficile parlare di lunghe serializzazioni.

Una cosa che ho notato nella serializzazione di un manga, e che molto spesso non mi sconfinfera molto, è il fatto che specie nei primi volumi, l'autore stesso ha solo una vaga idea del proseguo e del successo dell'opera, e che quindi dal punto di vista della coerenza narrativa, non tutto torna esattamente, ed anzi, l'opera stessa viene divisa in segmenti narrativi soprattutto per esigenze editoriali e commerciali, in base al successo dei primi volumetti.

Sia Alita che Bastard soffrono molto di questa cosa.


Partiamo da Alita.

Ho riletto i diciotto volumi in poco tempo, subito dopo aver acquistato quelli che mi mancavano proprio la settimana prima di chiudermi in casa.

A livello generale posso dire che Alita mi è piaciuto molto, anche se si nota molto una sorta di allungamento narrativo, soprattutto nella seconda parte.

Credo che si possa dividere Alita in almeno quattro tronconi.

Il primo volume sembra molto diverso dagli altri, specie come spirito narrativo.

Il primo volume è molto più sporco e dark, in una sorta di noir ed hard boiled fantascientifico che colpisce molto.

Sono bellissimi i primi capitoli di questa storia che un po' ricorda persino Pinocchio almeno inizialmente, con quest'uomo che trova tra i rottami la testa di un cyborg e poi gli ridona vita andando a cercare i componenti tra il mercato nero sfruttando il fatto che sia un cacciatore di criminali.

Anche l'atmosfera che permea la discarica e l'ambientazione rendono questo primo volume il più bello in assoluto, secondo me.

Con l'entrata in scena di Yugo, con le prime avventure di Alita che diventa a sua volta cacciatrice, il manga diventa molto più adolescenziale, ma ancora molto bello.

Alita inizialmente si comporta molto in maniera istintiva ed adolescenziale, ed i primi cinque, sei volumi sono quelli più cinematografici e shonen, ma comunque molto belli.

I primi cinque volumi sono quelli che ho apprezzato più in assoluto, anche in questa rilettura.

La parte ambientata nel motorball è probabilmente la parte più divertente e leggera del manga, e qui entriamo in un arco narrativo di ribellione, ma anche di immaturità dell'eroina di questo manga.

Il motorball mi ha ricordato moltissimo il gioco per Amiga 500 Speedball II dei magnifici Bitmap Brothers.

La terza fase del manga è quella che chiude il cerchio delle prime avventure di Alita, ed in un certo senso è il finale del manga.

Secondo me, doveva finire lì.

E' molto forte la sensazione che Alita dopo il numero dieci dell'edizione italiana, sia proseguito per ragioni economiche ed editoriali.

Narrativamente parlando ho trovato più deboli gli ultimi otto numeri del manga, e meno interessanti anche tutti i personaggi che entreranno in corso d'opera: Kaos, Den, Figura quattro, l'ormai cresciuta Koyomi, mi hanno lasciato molto poco.

Gli ultimi capitoli sono molto filosofici e rivoluzionari in quanto ad epica narrativa, ma personalmente li ho trovati molto allungati e meno interessanti.

Alita comunque è un manga che in generale ho riletto con molto piacere.


Ho riletto anche i ventidue volumi di Bastard!! in mio possesso.

Quest'opera è un vero casino, e mi sono ricordato rileggendo gli ultimi numeri, perché l'abbandonai e perché ormai di quest'opera si parla così poco.

Il manga ormai da tantissimi anni è fermo al numero ventisette e sono passati vent'anni da quando io mi fermai al ventidue, risulta palese che Hagiwara si sia un po' stancato o abbia avuto problemi nella prosecuzione dell'opera.

I primo dodici, tredici numeri del manga mi hanno divertito molto.

Tutta la meta narrativa dell'opera, con Dark Schneider che parla al lettore con la consapevolezza di essere il protagonista dell'opera lo trovo ancora molto divertente, in più è un personaggio davvero ricco di sfumature, specie per quel che concerne il suo rapporto con Yoko.

Certo, dal punto di vista sentimentale è un manga molto anni '80/90, ma è parecchio intrigante.

Bastard!! è un fantasy medievale ricco di inventiva e citazioni, da D & D, alla musica metal, fino ad arrivare a Tolkien o alle carte Magic.

In più presenta dei bei personaggi, ed almeno per i primi quattordici numeri, una trama molto lineare ed evocativa, fatta di grandi battaglie ed ottimi disegni.

Il problema di questo manga è la deriva biblica degli ultimi volumi, che passano dalla serialità alla commedia sexy in maniera fin troppo marcata, rendendo confusionario il tutto.

Ammetto che anche in questa seconda lettura ho trovato gli ultimi volumi quasi incomprensibili ed illeggibili.

Sono comunque contento di averlo riletto.


Come dicevo inizialmente, la mia unica lettura di stampo letterario è stata Hyperion di Dan Simmons.

Ho già parlato a suo tempo di questo autore, che è in assoluto tra i miei preferiti, e recentemente grazie ad Urania, è stato ristampato in allegato ad alcuni quotidiani.

Sempre di questa edizione mi sono fatto già prendere Neuromante di Gibson, ed appena potrò andrò a recuperare anche Tre millimetri al giorno di Matheson, uscito mercoledì scorso.

Quest'ultimo è un autore a cui vorrei dedicare un po' di spazio su questo blog, un po' come ho fatto con Clive Barker negli ultimi mesi.

Diciamo subito una cosa: sono molto contento che Urania abbia dato a tutti la possibilità di leggere Hyperion a 6,99 Euro, ma a questo punto doveva anche dare l'opportunità a tutti i lettori di poter leggere anche il seguito, poiché altrimenti suona come un'opera lasciata a metà.

Non so se non sia stato inserito nel calendario editoriale per una questione di diritti di pubblicazione, ma è una grave mancanza, secondo me.

Hyperion finisce praticamente in maniera tronca.

Costringerà i lettori a cercare altrove il proseguo di questa lettura.

Personalmente trovo Hyperion un romanzo fantastico.

Così come Dune, è molto forte la sensazione di trovarsi davanti, un'opera fantascientifica molto meno popolare di quanto si pensi, e molto affine alla letteratura " alta ".

Sono tantissime le citazioni in corso d'opera, ed il cammino di questi sette pellegrini è molto suggestivo.

E che dire della figura dello Shrike?

Probabilmente è una delle più belle creature mai prodotte in ambito fantascientifico.

E' incredibile la varietà di contenuti di quest'opera.

Ogni racconto della vita di questi sette protagonisti, tocca un genere letterario diverso, andando a scomodare non solo poeti come Keats, ma anche Fitzgerald e Raymond Chandler.

E' un vero peccato che il viaggio di questi pellegrini si concluda proprio sul più bello.

Certo, ci sono delle parti sicuramente prolisse, ma sfido chiunque a non affezionarsi alle storie di queste persone, così diverse, così peculiari, ma tutte accumunate dalla figura misteriosa ed ineluttabile dello Shrike.

Ho adorato ancora una volta Hyperion, e continuo ad adorare Dan Simmons, un autore che dovrebbe essere ben più conosciuto, e talmente poliedrico da poter essere letto da qualsiasi appassionato di genere fantasy, fantascientifico ed horror.


Alla prossima!