Per tanti bambini l'estate è incantata.
Le tenebre faticano ad emergere ed il sole è ingordo.
Indugia.
Le ore di gioco aumentano a dismisura, così come le ore dedicate al pallone, al mare, le corse, i gelati, le granite, la spensieratezza.
Quella vera, dove respiri libertà.
Si lanciano per aria matite, penne e quaderni ed in mano c'è posto solo per palloncini e pistole ad acqua.
Poi un giorno tutto questo non ti basta più.
Cominci ad ingiallire come le foglie dell'autunno e d'estate di gioco non v'è più.
E' nel momento in cui cominci a preferire di lavarti che sporcarti, che perdi la magia del gioco.
Ma è comunque estate, anche nell'adolescenza.
Anche se ormonale.
Non ricordo quando ho smesso di amare l'estate.
Presumo sia coinciso con la fine del mio lungo e tortuoso percorso scolastico.
L'estate rappresentava la fine degli impegni e la libertà mattutina e quindi in quel periodo era logico amarla.
Dopo la fine della scuola però, divenne una stagione come un'altra.
Ok, lo so.
L'estate non è solo essere bambini e gioco.
Al mare ci possono andare anche gli adulti ed i ragazzi, e so che ci sono le serate, le discoteche, i lidi, cosce, tette e i culi al vento, e argomenti tipici da uomo medio come il calciomercato, il mondiale o l'europeo, la Tennent's ghiacciata e/o le passeggiate in Via Marina.
Il gelato lo puoi apprezzare a qualsiasi età così come tutto il resto.
Alcune di queste cose mi hanno visto protagonista fino a pochi anni fa e non voglio rinnegare il passato.
Avrei comunque vissuto normalmente senza queste cose, come ci vivo adesso, dopotutto, visto che di queste cose me ne importa il giusto, cioè poco.
Poco comunque non significa che li disprezzo, solo che li vivo con molta più apatia.
Sono invecchiato, male peraltro, non tanto fisicamente, quanto internamente.
Era così anche quando ero piccolo?
Non credo.
Mi sono rovinato crescendo.
Ma non sono qui per parlare di questo.
Ultimamente ho visto che molti blogger si sono prodigati a parlare delle loro estati del passato, ho ricevuto anch'io qualche invito a farlo, e mi scuso se non l' ho fatto.
La verità è che di quel bambino che ero è rimasto davvero poco.
Faccio fatica a rimembrarlo ed a riviverlo.
Forse perché dopotutto lo rimpiango.
Mi è tornato in mente un episodio però, e vorrei raccontarlo.
Dovessi dargli un titolo lo chiamarei " L'amico Silenzioso ".
Nel 1991 andavo verso i quindici anni, avevo appena finito il primo superiore e mi avevano rimandato in tre materie: Matematica, Fisica e Stenografia.
I miei mi mandarono a ripetizioni da un professore che abitava nel mio quartiere e mi toccava andarci dal lunedì al venerdì per due ore dalle 9:00 alle 11:00 di mattina.
Senza contare che mi lasciava anche dei compiti da fare per il pomeriggio che dovevo consegnargli il giorno dopo.
Quell'estate in un certo senso era come se estate non fosse, visto che comunque dovetti indossare ancora lo zaino anche a luglio ed agosto.
Fu un' estate strana, anche perché fu la prima che passai a casa dopo che per tutti gli anni delle medie i miei solerono spedirmi insieme ai miei cugini da una mia zia che viveva in un paesino al mare ad almeno settanta chilometri di distanza.
In ogni modo c'erano il bar, i flipper ed i videogiochi, ma c'era meno gente con cui passare le giornate e quando anche il bar chiuse per ferie, mi ritrovai improvvisamente da solo.
Non so dove fossero finiti i miei amici, presumo passassero le giornate a mare coi loro genitori.
Vagavo per cortili alla ricerca di qualcuno con cui giocare e la mia compagnia di quei giorni fu il Super Santos che mi portavo sempre appresso.
Non era questo gran problema, essere da solo.
Avevo sempre avuto quell'abitudine di uscire nel cortile sotto casa anche alle due di pomeriggio anche con quaranta gradi all'ombra a tirare calci contro il muro, a palleggiare, o fingere di giocare a basket con le corde degli stendipanni.
Fu in un giorno assolato di agosto che mi venne incontro questo ragazzino.
Aveva un Super Tele blu e per sette giorni divenne la mia compagnia pomeridiana.
Non era della mia città e presumo fosse ospite/parente di qualche famiglia che viveva nel mio cortile.
Che c'era di strano nella nostra compagnia reciproca?
Che comunicavamo soltanto con il pallone.
In quei sette pomeriggi che passammo insieme non ci parlammo quasi mai, non ci raccontammo quasi nulla.
Sapevo a malapena il suo nome, e soltanto perché quando calava il buio i parenti si affacciavano per chiamarlo.
Eppure se sentiva il rumore del pallone che scandiva la mia presenza, lui scendeva correndo ed io facevo altrettanto se usciva lui per primo.
L'ottavo giorno non lo vidi più.
In pratica non ci dicemmo ciao quando ci siamo visti la prima volta e nemmeno addio quando ci vedemmo per l'ultima volta.
Però la sua faccia la ricordo ancora.
In fondo, forse, non c'era nulla da dire, sapevamo entrambi che sarebbe stata un'amicizia fugace, persino di comodo, forse.
Ma ci divertimmo insieme.
E se lo ricordo ancora, vuol dire che un segno me lo ha lasciato, dopotutto.
Le tenebre faticano ad emergere ed il sole è ingordo.
Indugia.
Le ore di gioco aumentano a dismisura, così come le ore dedicate al pallone, al mare, le corse, i gelati, le granite, la spensieratezza.
Quella vera, dove respiri libertà.
Si lanciano per aria matite, penne e quaderni ed in mano c'è posto solo per palloncini e pistole ad acqua.
Poi un giorno tutto questo non ti basta più.
Cominci ad ingiallire come le foglie dell'autunno e d'estate di gioco non v'è più.
E' nel momento in cui cominci a preferire di lavarti che sporcarti, che perdi la magia del gioco.
Ma è comunque estate, anche nell'adolescenza.
Anche se ormonale.
Non ricordo quando ho smesso di amare l'estate.
Presumo sia coinciso con la fine del mio lungo e tortuoso percorso scolastico.
L'estate rappresentava la fine degli impegni e la libertà mattutina e quindi in quel periodo era logico amarla.
Dopo la fine della scuola però, divenne una stagione come un'altra.
Ok, lo so.
L'estate non è solo essere bambini e gioco.
Al mare ci possono andare anche gli adulti ed i ragazzi, e so che ci sono le serate, le discoteche, i lidi, cosce, tette e i culi al vento, e argomenti tipici da uomo medio come il calciomercato, il mondiale o l'europeo, la Tennent's ghiacciata e/o le passeggiate in Via Marina.
Il gelato lo puoi apprezzare a qualsiasi età così come tutto il resto.
Alcune di queste cose mi hanno visto protagonista fino a pochi anni fa e non voglio rinnegare il passato.
Avrei comunque vissuto normalmente senza queste cose, come ci vivo adesso, dopotutto, visto che di queste cose me ne importa il giusto, cioè poco.
Poco comunque non significa che li disprezzo, solo che li vivo con molta più apatia.
Sono invecchiato, male peraltro, non tanto fisicamente, quanto internamente.
Era così anche quando ero piccolo?
Non credo.
Mi sono rovinato crescendo.
Ma non sono qui per parlare di questo.
Ultimamente ho visto che molti blogger si sono prodigati a parlare delle loro estati del passato, ho ricevuto anch'io qualche invito a farlo, e mi scuso se non l' ho fatto.
La verità è che di quel bambino che ero è rimasto davvero poco.
Faccio fatica a rimembrarlo ed a riviverlo.
Forse perché dopotutto lo rimpiango.
Mi è tornato in mente un episodio però, e vorrei raccontarlo.
Dovessi dargli un titolo lo chiamarei " L'amico Silenzioso ".
Nel 1991 andavo verso i quindici anni, avevo appena finito il primo superiore e mi avevano rimandato in tre materie: Matematica, Fisica e Stenografia.
I miei mi mandarono a ripetizioni da un professore che abitava nel mio quartiere e mi toccava andarci dal lunedì al venerdì per due ore dalle 9:00 alle 11:00 di mattina.
Senza contare che mi lasciava anche dei compiti da fare per il pomeriggio che dovevo consegnargli il giorno dopo.
Quell'estate in un certo senso era come se estate non fosse, visto che comunque dovetti indossare ancora lo zaino anche a luglio ed agosto.
Fu un' estate strana, anche perché fu la prima che passai a casa dopo che per tutti gli anni delle medie i miei solerono spedirmi insieme ai miei cugini da una mia zia che viveva in un paesino al mare ad almeno settanta chilometri di distanza.
In ogni modo c'erano il bar, i flipper ed i videogiochi, ma c'era meno gente con cui passare le giornate e quando anche il bar chiuse per ferie, mi ritrovai improvvisamente da solo.
Non so dove fossero finiti i miei amici, presumo passassero le giornate a mare coi loro genitori.
Vagavo per cortili alla ricerca di qualcuno con cui giocare e la mia compagnia di quei giorni fu il Super Santos che mi portavo sempre appresso.
Non era questo gran problema, essere da solo.
Avevo sempre avuto quell'abitudine di uscire nel cortile sotto casa anche alle due di pomeriggio anche con quaranta gradi all'ombra a tirare calci contro il muro, a palleggiare, o fingere di giocare a basket con le corde degli stendipanni.
Fu in un giorno assolato di agosto che mi venne incontro questo ragazzino.
Aveva un Super Tele blu e per sette giorni divenne la mia compagnia pomeridiana.
Non era della mia città e presumo fosse ospite/parente di qualche famiglia che viveva nel mio cortile.
Che c'era di strano nella nostra compagnia reciproca?
Che comunicavamo soltanto con il pallone.
In quei sette pomeriggi che passammo insieme non ci parlammo quasi mai, non ci raccontammo quasi nulla.
Sapevo a malapena il suo nome, e soltanto perché quando calava il buio i parenti si affacciavano per chiamarlo.
Eppure se sentiva il rumore del pallone che scandiva la mia presenza, lui scendeva correndo ed io facevo altrettanto se usciva lui per primo.
L'ottavo giorno non lo vidi più.
In pratica non ci dicemmo ciao quando ci siamo visti la prima volta e nemmeno addio quando ci vedemmo per l'ultima volta.
Però la sua faccia la ricordo ancora.
In fondo, forse, non c'era nulla da dire, sapevamo entrambi che sarebbe stata un'amicizia fugace, persino di comodo, forse.
Ma ci divertimmo insieme.
E se lo ricordo ancora, vuol dire che un segno me lo ha lasciato, dopotutto.
Le amicizie fugaci nate durante l'estate..ricordo anch'io che ad ogni vacanza diventavo "amico" di qualcuno, poi finite le vacanze non li rivedevi più e ti dimenticavi di loro..resta solo la malinconia per quei tempi
RispondiEliminaIo invece non li ho dimenticati, li ricordo ancora tutti.
EliminaSpecie le amicizie del " paese " dove venivo ospitato in estate dai miei parenti.
Molto bello questo post, che divido in due.
RispondiEliminaLa prima parte, la magia dell'estate... beh, so per certo che qualcosa cambia, ma so anche che la si ritrova. L'anno scorso per me fu una estate molto bella (salvo un singolo episodio), e finora non posso lamentarmi nemmeno di questa, con ferie già assolte.
Seconda parte: l'amico e il pallone blu.
Molto bello, anche se malinconico, questo avvenimento.
Un po' di poesia c'è. Anche io ho conosciuto fugacemente persone così, senza bisogno di altro. Era tutto lì.
Moz-
Io non è che non ricordo le cose, ma non riesco ad entrare nella stessa lunghezza d'onda di quel periodo.
EliminaLe persone e gli episodi li ricordo, ma faccio fatica a metterli per iscritto ed anche a riprendere contatto con il me stesso di allora.
Infatti questo post ci ho messo tre giorni a scriverlo.
Più che un'avvenimento, quel ragazzino fu una sorta di " apparizione ".
Lo potremmo definire una sorta di " spirito " dell'estate venuto in mio soccorso. :-P
Penso possa dire lo stesso lui, di rimando... :)
EliminaCome si chiamava?
Moz-
Il nome è l'unica cosa di lui che ho rimosso.
EliminaSi chiamava Estate.
EliminaMagari il cognome era Rossi.
Moz-
O Bianchi. :-P
EliminaQuesto post mi ha molto commosso.
RispondiEliminaAddirittura!
EliminaTi ringrazio. :-)
Eh sì, sia la prima parte che il racconto di quella tua estate.
EliminaGrazie a te.
Sono rimasto commosso anche io dal tuo post, uno dei migliori che tu abbia mai scritto.
RispondiEliminaRiguardo la magia dell'Estate....beh, un paio di anni fa per una serie di circostanze sono riuscito a riviverla per alcuni giorni. Mi sembrava davvero di essere tornato bambino, purtroppo quando è finita mi è sembrato come se qualcuno mi avesse derubato dei miei anni migliori.
Spero che ne parlerai in un post apposito un giorno, sarei lì a gustarmelo. :-)
EliminaTu vecchio????
RispondiEliminaIo nel 1991... andavo in India per la seconda volta! :)))
Però il tuo post l'ho capito lo stesso, anche se potrei essere tuo padre (che orgoglioso sarei di avere un figlio come te!), perché anch'io ho passato momenti simili a quello che hai così bene descritto e che mi ha toccato il cuore.
Ora però un motivo per amare l'estate ce l'ho: in estate ci sono le ferie dal lavoro e questo significa che mio marito ed io possiamo passare tre settimane sempre insieme, 24/7 e questa per me è la cosa più bella che ci sia... Pensa che dopo tanti anni che viviamo insieme ancora ci manchiamo tantissimo durante il giorno e come due adolescenti scemi ci riempiamo di messaggini e telefonatine (colleghe e colleghi mi sfottono tantissimo per questo ^___^).
Ti abbraccio fortissimo.
Grazie Orlando, capisco benissimo l'aspettativa per le ferie specie se passate in " dolce " compagnia.
EliminaRicambio l'abbraccio. :-)
Le ore di gioco aumentano a dismisura, così come le ore dedicate al pallone, al mare, le corse, i gelati, le granite, la spensieratezza.
RispondiEliminaNon potevi trovare una frase migliore per descrivere la bellezza dell'estate negli occhi di un bambino.
Sull'estati del passato: mi dispiace che sia rimasto poco, non deve procurarti dolore il ricordo, vivere nei ricordi lo so benissimo che fa male, ma questo non significa che si debba tirare una riga...il passato è comunque sempre parte di noi.
Il tuo racconto sull'amico silenzioso è bellissimo. Tra i bambini a volte le parole non servono. E la bellezza del calcio è proprio questa: unisce.
Come dicevo più su a Moz, io più che altro non riesco a mettermi nella stessa lunghezza d'onda di quel che ero, ed infatti faccio molta fatica a mettere per iscritto quei ricordi.
EliminaBisogna anche aggiungere che a quel tempo erano in vita anche i miei genitori che oggi non ci sono più.
Faccio fatica a tornare indietro nel tempo con la dovuta lucidità ed infatti questo post mi è costato tre giorni consecutivi di edit e riscrivi.
Articolo veramente bello, complimenti!
RispondiEliminaSi può dire che nel tuo caso l'estate sia lo specchio della crescita: da come cambia in tuo mood durante i mesi caldi puoi capire che tipo di persona sei diventato.
Poi non vale per tutti: io, per esempio, aberro l'estate e amo l'inverno, ma nel tuo caso sembra che non ci sia questa differenza ahah
Comunque non bisogna mai smettere di cercare qualcosa per cui vale la pena tornare bambini per un istante, perché è proprio quel momento che ci rende davvero felici :D
A livello generale anch'io preferisco l'inverno all'estate.
EliminaOgni stagione ha i pro e i contro, però diciamo che nel momento in cui finisci le scuole, molto del fascino dell'estate si perde.
Forse giusto, giusto per le ferie per quei fortunati che un lavoro riescono ad averlo di questi tempi...
Grazie per i complimenti!
Il post è bellissimo e pensa che l'ho lasciato per ultimo, tra quelli usciti sul mio blogroll, a causa del titolo, che mi aveva fatto supporre tutt'altro genere di riflessioni (per chiarire: un collegamento, che sento del tutto estraneo alla mia persona, tra le stagioni e le fasi della vita).
RispondiEliminaL'estate e il mare sono invece per me due cose imprescindibili, senza le quali non potrei neppure vivere. Ecco, almeno da questo punto di vista, tra passato e presente per me non è cambiato nulla: mare e spiaggia mi restituiscono oggi le stesse identiche sensazioni che mi davano da bambino. Per questo spero di riuscire un giorno a realizzare il mio sogno di trasferirmi in una casa sul litorale della mia amata Maremma.
Per il resto: tollero la primavera, sopporto (a fatica) l'autunno e detesto in toto l'inverno.
Ti auguro di riuscirci, Ivano.
EliminaGrazie dei complimenti!
E' successo un po' a tutti di aver avuto un'amicizia fugace, a me è successo in gita ed in vacanza da piccolo, e anch'io tuttavia non le rimpiango ;)
RispondiEliminaAssolutamente, anche se da adulti è difficile averne di così spontanee anche se fugaci, quindi io un po' le rimpiango. :-)
EliminaBellissima l'osservazione che fai all'inizio.
RispondiEliminaA me l'estate piace tanto ancora oggi che sono adulto, soprattutto per le giornate più lunghe e perché mi piace fuggire al mare appena posso (che non è proprio vicino, una 50ina di km).
È bello che da un'estate di merda, sia riuscito a ricavarne qualcosa di positivo come questa amicizia fugace.
Una rottura di palle essere rimandati, anche mio padre mi pare che un anno glielo fecero passare a casa mentre fratelli e cugini andavano in montagna (in Abruzzo, di dove siamo originari). A me per fortuna questa crudeltà non è mai stata fatta, almeno 10-15 giorni me li hanno sempre concessi.
Conosco tante persone che l'estate se la godono e l'aspettano come il pane per via delle ferie e perché hanno una famiglia a cui è giusto concedere dei bei giorni estivi.
EliminaIo personalmente non ho mai amato il mare pur avendocelo tutt'intorno.
Nel mio caso comunque non fu una crudeltà, ma un tentativo di farmi recuperare le materie evitandomi la bocciatura.
Ti dirò che con il senno di poi, fu fatica sprecata.
I professori agli esami di riparazione mi fecero lodi sperticare, ma mi accorsi che erano inutili in quanto passarono anche coloro che non risposero a nulla.
Quando tornai a casa, dissi ai miei che fu una cosa inutile farmi studiare due mesi se poi comunque anche senza dire "ah" avrei passato comunque l'esame.
Penso che a me piaccia ancora tanto per un fatto nostalgico.
EliminaBella fregatura per gli esami riparatori... a me è accaduta una cosa simile ma al contrario, avevo studiato più di altri a rischio ma io sono stato bocciato e loro no... ingiustizie scolastiche!
Più che ingiustizie, in quegli anni essere rimandati era una gran presa per i fondelli e lo fu per praticamente tutto il mio percorso scolastico superiore.
EliminaEstate quand'ero ragazzino voleva dire Estate Ragazzi in parrocchia, prima come animato e poi come animatore coi miei amici.
RispondiEliminaIo ho smesso di apprezzare l'estate quando ho cominciato l'università, che è anche quando ho smesso di andare in vacanza al mare coi miei genitori, preferendo la tranquillità di casa per dare gli esami e ho abbandonato per sempre il gruppo degli amici della parrocchia, perché si erano rotti i rapporti con loro.
Finita l'università ho avuto dei problemi di salute che mi hanno reso particolarmente sensibile al caldo, al punto da stare male fisicamente, e anche se ormai ne sono guarito, d'estate appassisco come un fiore, complice anche il cambiamento climatico.
Moriremo d'estate, mi sa. :-P
EliminaComunque con il tempo è diventata la stagione che preferisco meno.
Mi piacciono sempre i post dedicati ai ricordi di infanzia che è poi quella stagione dorata che tu hai ben paragonato all'estate.
RispondiEliminaA volte osservando i bambini penso che abbiano quel comportamento istintivo, come gli animali. si guardano (magari non si annusano)giocano e si intendono senza bisogno di tante parole; proprio come è successo a te, nella fugace amicizia con il bambino col pallone.
Verissimo. :-)
EliminaAh... e adesso sappiamo quanti anni hai ;)
RispondiEliminaPurtroppo. :-(
Elimina