Ho comprato con molto ritardo l'ultima " fatica " di Stephen King stavolta scritta a quattro mani con Richard Chizmar ( di cui ammetto di essere totalmente ignorante in materia per ciò che concerne i suoi scritti ) ed è con altrettanto ritardo che sono arrivato a leggerla.
Ho letto questo libro in meno di tre ore ed illustrazioni ( carine ) a parte non riesco a concepirne il prezzo.
Come direbbe un personaggio che lo stesso King conosce bene: " la mia mente assolutamente vacilla ."
Potrei chiuderla qui, perché la sensazione è quella di essere stato turlupinato.
Restringiamo il campo e togliamo subito la parola romanzo, perché l'opera non lo è.
Al massimo potremmo parlare di novelletta o uno di quei racconti che potremmo trovare in una di quelle raccolte del Re che escono in genere dopo sette, otto anni.
Anzi, sono certo che La Scatola Dei Bottoni Di Gwendy sarà sicuramente inserito nella prossima raccolta.
E' già accaduto, e probabilmente accadrà ancora.
Via con la sinossi:
Gwendy Peterson ha dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina piccola e timorata di Dio. È cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola, che è riuscito a farla prendere in giro da metà dei compagni. Per sfuggire alla persecuzione, Gwendy corre tutte le mattine sulla Scala del Suicidio (un promontorio sopraelevato che prende il nome da un tragico evento avvenuto anni prima), a costo di arrivare in cima senza fiato. Ha un piano per l'estate: correre tanto da diventare così magra che l'odioso stronzetto non le darà più fastidio. Un giorno, mentre boccheggia per riprendere il respiro, Gwendy è sorpresa da una presenza inaspettata: un singolare uomo in nero. Alto, gli occhi azzurri, un lungo pastrano che fa a pugni con la temperatura canicolare, l'uomo si presenta educatamente: è Mr. Farris, e la osserva da un pezzo. Come tutti i bambini, Gwendy si è sentita mille volte dire di non dare confidenza agli sconosciuti, ma questo sembra davvero speciale, dolce e convincente. E ha un regalo per lei, che è una ragazza tanto coscienziosa e responsabile. Una scatola, la sua scatola. Un bell'oggetto di mogano antico e solido, coperto da una serie di bottoni colorati. Che cosa ottenere premendoli dipende solo da Gwendy. Nel bene e nel male.
Dico subito che la storia non è male.
E' un racconto dal canovaccio molto old style che ricorda un po' le atmosfere del Ray Bradbury di Paese D'ottobre o dei racconti di Richard Matheson ( l'associazione con The Box credo che venga naturale a chiunque ).
Le atmosfere sono quelle di un racconto di formazione in salsa buia a cui il Re ci ha da sempre ben abituato o quasi.
La sensazione di aver già letto lo stesso spunto di trama in centinaia di altre storie è molto tangibile, ma ci si passa tranquillamente sopra, d'altronde gli archetipi per ciò che concerne l'horror sono sempre quelli.
Qui ritorna quello dell'oggetto misterioso dato in custodia da un altrettanto soggetto misterioso che può avere ripercussioni sul piccolo pezzetto di mondo della protagonista e perché no, anche per il mondo intero.
Storia scritta e riscritta da migliaia di altri ed anche da King stesso.
Non a caso sembra l'evoluzione un po' rétro di un altro racconto del Re dal titolo Il Word Processor Degli Dei.
Ritorna anche uno dei villain cardini delle storie di King in una delle sue molteplici identità.
Si ritorna persino a Castle Rock.
Anche se è una Castle Rock un po' poco arredata e molto diafana.
King e Chizmar non hanno molta voglia di esplorarne gli anfratti e si vede.
La prosa è molto asciutta e persino i dialoghi sono molto serrati.
Una piccola storia che fin dal principio appare piuttosto ermetica.
Però si fa leggere ed intrattiene.
Di questi tempi è già qualcosa.
Un mio consiglio?
Se non siete dei fanatici collezionisti del Re come il sottoscritto e volete leggerlo opterei per:
- Aspettare che venga inserito nella prossima raccolta di racconti.
- Leggerlo in formato Ebook con notevole risparmio economico.
- Aspettare un'eventuale uscita in formato paperback.
17,90 euro è un prezzo spropositato.
Alla Prossima!
Ho letto questo libro in meno di tre ore ed illustrazioni ( carine ) a parte non riesco a concepirne il prezzo.
Come direbbe un personaggio che lo stesso King conosce bene: " la mia mente assolutamente vacilla ."
Potrei chiuderla qui, perché la sensazione è quella di essere stato turlupinato.
Restringiamo il campo e togliamo subito la parola romanzo, perché l'opera non lo è.
Al massimo potremmo parlare di novelletta o uno di quei racconti che potremmo trovare in una di quelle raccolte del Re che escono in genere dopo sette, otto anni.
Anzi, sono certo che La Scatola Dei Bottoni Di Gwendy sarà sicuramente inserito nella prossima raccolta.
E' già accaduto, e probabilmente accadrà ancora.
Via con la sinossi:
Gwendy Peterson ha dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina piccola e timorata di Dio. È cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola, che è riuscito a farla prendere in giro da metà dei compagni. Per sfuggire alla persecuzione, Gwendy corre tutte le mattine sulla Scala del Suicidio (un promontorio sopraelevato che prende il nome da un tragico evento avvenuto anni prima), a costo di arrivare in cima senza fiato. Ha un piano per l'estate: correre tanto da diventare così magra che l'odioso stronzetto non le darà più fastidio. Un giorno, mentre boccheggia per riprendere il respiro, Gwendy è sorpresa da una presenza inaspettata: un singolare uomo in nero. Alto, gli occhi azzurri, un lungo pastrano che fa a pugni con la temperatura canicolare, l'uomo si presenta educatamente: è Mr. Farris, e la osserva da un pezzo. Come tutti i bambini, Gwendy si è sentita mille volte dire di non dare confidenza agli sconosciuti, ma questo sembra davvero speciale, dolce e convincente. E ha un regalo per lei, che è una ragazza tanto coscienziosa e responsabile. Una scatola, la sua scatola. Un bell'oggetto di mogano antico e solido, coperto da una serie di bottoni colorati. Che cosa ottenere premendoli dipende solo da Gwendy. Nel bene e nel male.
Dico subito che la storia non è male.
E' un racconto dal canovaccio molto old style che ricorda un po' le atmosfere del Ray Bradbury di Paese D'ottobre o dei racconti di Richard Matheson ( l'associazione con The Box credo che venga naturale a chiunque ).
Le atmosfere sono quelle di un racconto di formazione in salsa buia a cui il Re ci ha da sempre ben abituato o quasi.
La sensazione di aver già letto lo stesso spunto di trama in centinaia di altre storie è molto tangibile, ma ci si passa tranquillamente sopra, d'altronde gli archetipi per ciò che concerne l'horror sono sempre quelli.
Qui ritorna quello dell'oggetto misterioso dato in custodia da un altrettanto soggetto misterioso che può avere ripercussioni sul piccolo pezzetto di mondo della protagonista e perché no, anche per il mondo intero.
Storia scritta e riscritta da migliaia di altri ed anche da King stesso.
Non a caso sembra l'evoluzione un po' rétro di un altro racconto del Re dal titolo Il Word Processor Degli Dei.
Ritorna anche uno dei villain cardini delle storie di King in una delle sue molteplici identità.
Si ritorna persino a Castle Rock.
Anche se è una Castle Rock un po' poco arredata e molto diafana.
King e Chizmar non hanno molta voglia di esplorarne gli anfratti e si vede.
La prosa è molto asciutta e persino i dialoghi sono molto serrati.
Una piccola storia che fin dal principio appare piuttosto ermetica.
Però si fa leggere ed intrattiene.
Di questi tempi è già qualcosa.
Un mio consiglio?
Se non siete dei fanatici collezionisti del Re come il sottoscritto e volete leggerlo opterei per:
- Aspettare che venga inserito nella prossima raccolta di racconti.
- Leggerlo in formato Ebook con notevole risparmio economico.
- Aspettare un'eventuale uscita in formato paperback.
17,90 euro è un prezzo spropositato.
Alla Prossima!
Concordo con te.
RispondiEliminaInutile, dispendioso, brevissimo e scritto con un carattere adatto ai non vedenti, però si legge con molto piacere.
Almeno quello.
EliminaPensa fosse stato brutto. :-P
Infatti, io sono tra quegli estimatori. :-)
RispondiEliminaLa trama è molto interessante. Sono andato a leggerla tutta, ero curioso dove volessero parare gli autori. Non ho però ben capito la metafora che regge la storia.
RispondiEliminaSulla reponsabilità, suppongo.
EliminaQuarta alternativa: prenderlo in prestito dalla biblioteca, leggerlo, e poi decidere sull'eventuale acquisto.
RispondiEliminaHai ragione Ivano!
EliminaInteressante giusto per Castle Rock, anche io non vedo perché tutti quei soldi per un racconto. Dalla trama mi sembra una dylandogata :D
RispondiEliminaMoz-
O tornando più indietro roba da Ai Confini Della Realtà o Weird Tales per ritornare in campi più letterari.
EliminaScusa ma quante pagine ha? Io in 3 ore non leggo manco un quotidiano 😝
RispondiEliminaPoco più di duecento, ma scritte a caratteri grandi e spesso a metà pagina.
EliminaSenza contare le illustrazioni e pagine vuote tra un capitolo e l'altro.
E' un racconto che leggi tranquillamente in un viaggetto da pendolare.
Ora sono un po' indietro con le mie letture, ma prima o poi conto di recuperarlo...magari in edizione paperback...
RispondiEliminaNon aspettarti comunque chissà cosa.
EliminaNon condivido la tua riflessione circa il prezzo. Sono andato a cercare e ho visto che sono 240 pagine, peraltro con illustrazioni. Per un libro di King, mi sembra un prezzo più che dignitoso.
RispondiEliminaPer fare un raffronto posso dirti che il mio ultimo libro, in self publishing, viene 15 euro e supera di poco le 200 pagine. Non è illustrato e io non sono King. (è il prezzo minimo stabilito dall'editore)
Piuttosto mi interrogherei sul prezzo dell'e-book: 9,99 sono veramente tanti.
Quanto alla trama... Saranno vent'anni che King non scrive un libro dico uno che sia memorabile. Questo obiettivamente mi sembra una truffa. Come dicevi, pesca a piene mani da Matheson (ancora una volta!) e soprattutto fa autoplagio: Ben Hanscom tormentato dai bulli perde peso allenandosi nella corsa.
I caratteri sono grandi e spesso alcuni paragrafi occupano metà pagina.
EliminaImpaginato " seriamente " probabilmente lo scritto avrebbe superato a malapena le 150/160 pagine.
Poi oggettivamente son argomentazioni personali e quindi lasciano il tempo che trovano.
Certamente alla Sperling sono più esperti di me.
Resta il fatto che se non fosse stato un romanzo di King io non avrei mai speso quella cifra ed avrei aspettato di leggerlo successivamente in altro formato.
Molto carino e scorrevole ma, sì, come mi ha detto il ragazzo che me lo ha venduto "Cos'è, un libro per bambini? E' scritto in corpo trenta!" XD
RispondiEliminaNon vale il prezzo e tutti i consigli che hai dato a mio avviso sono giustissimi!
L'hanno fatta palese stavolta.
EliminaPurtroppo ho paura che potrebbero fregarmi ancora. :-P
Credo che ultt i libri (un po' come i film) tendano a essere sempre più lunghi quindi forse ci siamo disabituati a romanzi da 150/200 pagg. Le illustrazioni potrebbero cmq essere un valore aggiunto. Si il prezzo non è dei più economici, forse ne faranno un'edizione "tascabile". Ma mi son sempre chiesta: che prezzo dare a un libro? Come si stabilisce il suo valore economico?
RispondiEliminaIn genere io pago e sto zitto.
EliminaHo letto L'amico Ritrovato ed ha molte meno pagine del libro del Re, ma è talmente bello, che non ho proferito verbo sul numero di pagine e relativo prezzo ( comunque ben più economico trattandosi dell'ennesima ristampa ).
In questo libro è l'impaginazione data che giustifica poco il prezzo su cui normalmente mi lamento poco o nulla.
Ma stavolta era troppo evidente la discrepanza. :-P
Bello tutto tranne il prezzo . Letto in digitale :)
RispondiEliminaIo non l'ho fatto per collezione, ma credo sia la scelta migliore, la tua.
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