giovedì 25 novembre 2021

Billy Summers - Stephen King

L'ultima fatica di Stephen King è uscita a ridosso del mio compleanno, e quindi avevo la scusa per auto-assolvermi dal comportamento degno di un fan boy che compra l'opera del proprio autore preferito il giorno della sua uscita.

Ci ho messo un po' a leggerlo poiché Il Monaco si è rivelata una lettura piuttosto impegnativa, e quindi il mio post arriva un po' fuori tempo massimo.

Ormai nella bolla letteraria ne hanno parlato tutti, chi nei blog, chi nei siti di riferimento del settore, e sia sui social.

Basterebbe una sola frase per definire questo libro: Stephen King incontra Ed Bunker.

Parliamone dopo la sinossi:

Billy Summers è un sicario, il migliore sulla piazza, ma ha una sua etica: accetta l'incarico solo se il bersaglio è un uomo davvero spregevole. Ora ha deciso di uscire dal giro, ma prima deve portare a termine un'ultima missione. Veterano decorato della guerra in Iraq, Billy è tra i più abili cecchini al mondo: non ha mai sbagliato un colpo, non si è mai fatto beccare - una specie di Houdini quanto si tratta di svanire nel nulla a lavoro compiuto. Cosa potrebbe andare storto? Stavolta, praticamente tutto.


Non è la prima volta che Stephen King si cimenta in una storia che vira esclusivamente sul crime e sul pulp, basti pensare ad alcuni racconti pubblicati nelle sue raccolte o anche a libri come La metà oscura che in origine doveva essere un romanzo pulp ( non a caso tra un capitolo e l'altro del libro ci sono alcuni estratti del romanzo d'origine ).

King stesso più volte nei suoi saggi e nelle sue interviste cita spesso autori del genere come MacDonald, Westlake o Ellroy, e se vogliamo anche la trilogia di Mr. Mercedes almeno inizialmente è figlia dei romanzieri del genere.

Insomma, associare Stephen King alla narrativa crime, pulp, thriller o vattelapesca, non è una bestemmia.

Uno degli aspetti che più mi ha sorpreso, è che in questo libro non c'è nessuna deriva orrorifica e soprannaturale ( ok, c'è un cammeo dedicato a Shining, ma è poca roba ), come avveniva nell'ultimo libro della trilogia di Mr. Mercedes, chiusa con un modus operandi diverso ed inspiegabile rispetto ai due precedenti.

Chissà, magari con questo libro, King ha capito che non è obbligatorio che ci sia una commistione di generi, e che quindi può uscire dal suo seminato abituale.

Ed infatti la mia idea in tal senso è che la camminata oltre i confini dell'horror gli ha fatto bene, perché Billy Summers è un'opera più fresca ed interessante rispetto a molti dei suoi ultimi libri.

Sia chiaro, parliamo di un romanzo di genere, un'opera molto scorrevole ed action, ma che si rivela anche più profonda del previsto, anche grazie alla sapiente scrittura del personaggio principale, che personalmente ho trovato ben costruito.

E' tutto oro questo libro?

No, personalmente io l'ho trovato molto altalenante.

La parte action è piuttosto buona, secondo me.

Cioè è avvolgente e ben narrata, e spinge il lettore alla curiosità e trasmette la giusta suspence.

Non vedevo l'ora che Billy Summers portasse a termine il suo incarico e le relative conseguenze, che fin dall'inizio appaiono molto sfumate e pericolose anche per la sua stessa esistenza.

Ciò che non mi ha convinto sono le interazioni tra i personaggi, piuttosto veloci, con dei rapporti umani che si fidelizzano troppo in fretta in corso d'opera.

So che è un libro d'azione, e quindi non rappresentano lo snodo fondamentale, però non mi hanno convinto, devo dirlo.

Però per parlarne è necessario dare un minimo di contesto: Billy è un assassino di professione, ex marine, che per svolgere il suo ultimo incarico deve assumere una nuova identità e mischiarsi agli abitanti di una cittadina.

Ecco, diventa quasi subito il beniamino del quartiere.

Ok, si presenta come un aspirante scrittore, ma mi paiono esagerati tutti i salamelecchi dei vicini di casa.

Per carità, io non conosco molto le abitudini degli americani riguardo al buon vicinato, al massimo ne ho una parziale visione attraverso i telefilm o il cinema, ma a me, cotanta fiducia mi è sembrata implausibile.

Del tipo che i vicini lasciano tranquillamente che i loro figli piccoli giochino a monopoli nello scantinato di casa da soli con il nuovo arrivato o che se lo portino a spasso nelle loro gite.

No, non sono la Signora Lovejoy di turno, ma mi sembra una visione molto vecchio stampo quella di King, dubito che i genitori di oggi siano così bendisposti verso uno semi-sconosciuto, ma magari sbaglio io, chissà.

Insomma la parte iniziale di questo libro a me è sembrata parecchio romanzata.

E' così anche per quel che concerne la co-protagonista del libro, la cui conoscenza con il protagonista avviene in maniera turbolenta e frutto di una coincidenza che definire assurda è poco.

Insomma nel contesto narrativo le relazioni umane sono quelle che mi hanno convinto di meno.

Riguardo il resto, invece è un buon libro, ben più profondo di quel che appare.

Billy Summers è un personaggio ben strutturato.

Billy si finge uno scrittore, ma è anche quello che vorrebbe essere.

Si cimenta scrittore e trova gusto nel farlo.

Si rivela abile non solo nel tenere in mano un'arma, ma anche una penna.

King attraverso questo personaggio ci parla anche della struttura di una storia narrativa e lo fa con maestria.

L'autobiografia di Billy, in cui King utilizza come suo solito un font diverso, è decisamente la parte più bella di questo romanzo.

King è sempre abilissimo nei racconti di formazione, e tutta la storia relativa all'infanzia, all'arrivo in una casa famiglia, ed anche i capitoli dedicati all'arruolamento nell'esercito con relative missioni in Iraq, è parecchio incisiva.

Per certi versi, molto più della parte prettamente action del romanzo, che è fin troppo canonica, secondo me, e su cui c'è poco da segnalare, poiché il percorso narrativo è molto standardizzato.

Cioè è divertente, ben narrato, ma non meritevole di approfondimento, chi ha un minimo di infarinatura del genere, sa già cosa aspettarsi.

Qualche botto a sorpresa c'è, ma tutto sommato è molto lineare.

Menzione anche per il finale, che è piuttosto evocativo.

Insomma, non credo che King ruberà il mestiere ai maestri del genere, ma Billy Summers è certamente un libro scorrevole e divertente.

Insomma, un libro in cui i mostri sono tutti umani, ed in cui il tessuto della realtà è strappato, non da un fantasma o da un mostro con gli artigli, ma a colpi di pistola.


Alla prossima!



giovedì 11 novembre 2021

Il monaco - Matthew G.Lewis

Ho corteggiato questo libro per parecchio tempo, almeno dai tempi in cui ne venni a conoscenza durante la lettura del saggio Danse Macabre di Stephen King.

So che inizio spesso i miei post in questo modo, ma è la realtà dei fatti.

Molti dei romanzi che ho desiderato leggere, soprattutto in salsa gotica ed horror, provengono da quel libro.

Leggere i romanzi precursori del genere che prediligo di più è sempre stato uno dei miei obiettivi, e quindi è da tempo immemore che Il Monaco era in lista.

Avevo deciso di aspettare l'uscita dell'edizione RBA, ma poi girovagando tra le bancarelle librarie mi è capitato sottomano in un'edizione vecchia de I Mammut della Newton contenente alcuni dei libri gotici più famosi.

In quella raccolta c'erano alcuni romanzi che ho già letto, uno a cui non ero interessato, ma anche altri due che ho sempre desiderato leggere: Il Monaco e Melmoth l'errante, ma del secondo parleremo in un prossimo futuro, ancora non l'ho nemmeno letto.

Magari l'edizione non è il massimo della leggibilità per via della massa, ma anche del font parecchio fitto, ma al prezzo di 2 Euro è stato un affarone.

Andiamo di sinossi, pescata su Amazon, e fin troppo spoiler per i miei gusti:

Il romanzo, ambientato a Madrid, narra del monaco cappuccino Ambrosio, il quale, celebrato per la propria presunta santità, diviene il confessore più ricercato e colui alle cui prediche domenicali presenzia tutta la città. Ma il demonio è in agguato: sfruttando alcuni aspetti della sua personalità che egli non riconosce come proprie debolezze, lo condurrà nell'abisso della perdizione, avviluppato nel quale Ambrosio compirà una serie di azioni nefande che culmineranno nella vendita della propria anima. Il Monaco (A Monk: a romance), pubblicato per la prima volta nel 1796, è una gothic novel, il primo e più famoso lavoro dell'autore britannico M.G. Lewis. Il romanzo ebbe subito notevole successo, tuttavia non senza suscitare grande scandalo. L'opera infatti si pone nell'ambito della tradizione del romanzo gotico tedesco, e ne contiene tutti gli elementi di genere: castelli, abbazie, conventi, segrete, fantasmi, ma anche violenze, stupri, incesti, presenze demoniache. Nel 1798, allora, l'autore ne propose una versione censurata, priva di alcune delle situazioni più scabrose, ma ciò nonostante dai toni ancora molto forti, anche per lettori del XXI secolo.



Partiamo dal fatto che io ho letto questo libro senza conoscere nulla del suo contenuto e quindi me lo sono goduto molto di più.

E' stato bello scoprire la natura di un personaggio in corso d'opera, che appariva fin troppo surreale già dalle pagine iniziali, ma di cui anche facendone il nome sarebbe come spoilerare mezzo romanzo.

Ecco, trovo assurdo che già nella sinossi si parli della natura infernale di parte di questa storia, che per gran parte del romanzo non viene nemmeno accennata.

Capisco che parliamo di un romanzo del 1796, ma praticamente è come svelare gli snodi principali della trama, mah.

infatti mi giustifico fin dall'inizio dicendo che non sarà facile parlare di questo libro.

Prima di tutto parliamo di un romanzo del 1795/96 con tutto ciò che comporta in termini stilistici, ma anche contenutistici.

Contestualizzarlo è importantissimo, e bisogna entrare nel modo di vivere e porsi di quel periodo, quindi accettare una certa pomposità di fondo, e dei personaggi che si comportano in maniera un po' enfatica e teatrale.

Soprattutto per quel che concerne i rapporti sentimentali.

Questo romanzo all'epoca della sua uscita fu un autentico caso poiché è un romanzo dalla forte componente erotica.

Una componente erotica piuttosto malsana in realtà.

E' un libro di tentazioni, che sfociano in maniera sordida e lussuriosa, di cui cade vittima Ambrosio, il monaco protagonista di questa storia.

In realtà Ambrosio non è l'unico protagonista, le sue vicende si intrecciano con quelle di alcuni personaggi, e sono parecchi gli interludi in cui il monaco è fuori fuoco.

Prima di tutto parliamo di lui.

Ambrosio è un personaggio assurdo.

Un personaggio che cede alla lussuria e che si comporta peggio di un quindicenne ai primi approcci.

Rinuncia al voto di castità per una donna, ma si stanca di lei dopo una settimana, si invaghisce di un'altra, e per averla è disposto anche ad uccidere ed a stuprarla.

Minchia, che persona retta, vero?. :-P

Il monaco è un libro davvero ricco di eventi.

Superata una certa ampollosità iniziale, si viene catapultati in un romanzo che è anche abbastanza action per l'epoca.

Infatti le vicende di Ambrosio si mischiano a quelle di altri personaggi, tra cui Antonia, la giovane donna concupita sia da Ambrosio che dall'altro protagonista della storia ovvero Lorenzo, per poi passare ad Agnes sorella di Lorenzo e novizia suora che però ha una relazione con un marchese amico di Lorenzo, Raymond.

Gran parte degli avvenimenti avvengono in un monastero ed un convento di suore collegati tra loro attraverso una cripta in quel di Madrid.

Il romanzo ha anche una forte componente non solo gotica, ma anche religiosa, quella più bigotta ed intransigente, ma anche parecchio ipocrita.

Lewis ci infila veramente di tutto, fughe, omicidi, tradimenti, cripte terrificanti con tanto di passaggi segreti, riti magici, briganti, fantasmi, e persino l'ebreo errante e l'inquisizione.

Devo ammetterlo, è un libro che a tratti mi ha preso davvero tanto.

Certo, forse c'è fin troppa carne al fuoco, e bisogna passare sopra ad un po' di scene che come dicevo all'inizio sono molto teatrali e sopra le righe, ovvero quelle classiche scene di donne svenevoli e piuttosto ingenue, scene di pianti al capezzale o uomini che si contorcono nel letto per settimane e mesi per il dolore, o riti di corteggiamento un po' desueti che oggi fanno un po' sorridere, e che Lewis utilizza benissimo ai fini della trama.

Il monaco è un gran bel libro.

Anche se tratta di argomenti non proprio idilliaci, riesce ad essere piuttosto conturbante, e quest'ultimo è un aggettivo che non ho usato a caso.

Non è un romanzo per tutti, lasciatemelo dire.

Capisco perché all'epoca della sua uscita fu giudicato così scabroso.

Il finale è veramente terrificante e sorprendente, cioè lo sarebbe se non leggeste la sinossi. XD

Cioè, sorprendente forse no, però spiega almeno un po' il comportamento assurdo di un personaggio in particolare, che fino a quel momento è molto difficile trovare credibile.

Sono veramente contento di aver colmato l'ennesima lacuna, e spero che anche Melmoth mi risulti interessante quanto Il monaco di Lewis.

Prima però mi dedicherò all'ultimo libro di Stephen King, che per una volta sono riuscito a comprare proprio il giorno della sua uscita.


Alla prossima!




sabato 6 novembre 2021

Fluke l'uomocane - James Herbert

Chi mi conosce da tempo credo sappia che James Herbert è uno dei miei scrittori preferiti.

Per fortuna gran parte delle sue opere sono state pubblicate in edizione Urania e quindi sono facilmente rintracciabili in qualsiasi mercatino dell'usato.

Tutte tranne una : I topi.

I topi è l'unico romanzo che è stato pubblicato sotto un'altra etichetta ed ad oggi è praticamente introvabile nel circuito delle bancarelle.

In verità il romanzo è facilmente raggiungibile su Ebay, ma veleggia su prezzi proibitivi.

Proprio mentre scrivevo questo post c'erano due inserzioni in cui il romanzo veniva venduto sui 50/60 Euro.

Noccioline, direi, se fossero d'oro. :-P

Messomi il cuore in pace per l'unico libro che difficilmente potrò leggere di questo autore, ho recuperato con il tempo l'unico altro suo lavoro che mancava alla mia collezione, Fluke l'uomocane.


Fluke l'ho incrociato parecchie volte nei mercatini, ma ogni volta decidevo di non prenderlo.

E' l'unico romanzo di Herbert la cui sinossi non mi convinceva.

L'ultima volta che sono stato al mercatino delle pulci mi sono fatto vincere dalla curiosità e con il senno di poi posso dire di aver fatto bene.

Fluke mi è piaciuto molto.


Partiamo da una premessa, che è anche uno dei motivi per cui non ero convinto di questo libro.

Io non sono un grande amante degli animali.

Non ne ho mai avuti in casa, ed a tutti gli effetti, cani e gatti mi sono abbastanza indifferenti.

Cioè non li odio, ma non riesco ad avere quell'empatia che contraddistingue tutti coloro che amano gli animali.

Al massimo a casa, da piccolo, ho avuto una tartaruga di terra, quando era ancora legale possederne una.

Detto ciò, leggere una sinossi di un romanzo in cui il protagonista è un cane che pensa come un uomo, non mi sollucherava moltissimo.

Però Herbert ci ha messo poco per farmi apprezzare questo romanzo.

Si può dire che Fluke è un libro molto diverso da tutti gli altri scritti finora da Herbert.

A volte sembra quasi sfondare la quarta parete, e la trama per gran parte del narrato è più tragicomica che fantastica.

In effetti è uno di quei romanzi che sfugge ad una precisa catalogazione.

A tratti è simpatico e divertentissimo, ma via via che si procede con la trama, la storia prende una piega sempre più cupa ed inaspettata.

Fino alle pagine finali che sono abbastanza sorprendenti.

Una in particolare mi ha ricordato tantissimo uno dei paragrafi più famosi de il racconto Il gatto nero di E.A.Poe.

Il romanzo è piuttosto semplice, in realtà.

Persino le risposte sulla natura di Fluke, sul perché sia in grado di pensare come un uomo, sono tra le prime che vi verranno in mente, non a caso è molto difficile associare questo scritto alla fantascienza più classica.

Però è scritto davvero bene ed è scorrevolissimo.

E' molto piacevole leggere le gesta di Fluke fin da quando è cucciolo.

In più è parecchio suggestivo il fatto che ragioni come un uomo, ma è costretto a seguire il suo istinto canino.

Durante l'elaborazione di questo post ho scoperto che ne è stato tratto anche un film, persino abbastanza recente visto che uscì nel 1995.

Mi ha sorpreso che il film praticamente fin dalla sinossi spoilera quella che è la natura di Fluke, cosa che nel romanzo diventa evidente solo in corso d'opera.

Ed è proprio quella struttura narrativa a rendere il libro ancora più interessante poiché le risposte arriveranno poco a poco, e nel mentre seguiremo soltanto la sua evoluzione canina.

A chi volesse leggere questo libro, consiglierei di non avvicinarsi manco per sbaglio alla trama del film.

Per carità, come dicevo all'inizio i misteri di questo libro sono piuttosto basici, ma è comunque bello seguire l'evoluzione dell'opera.

Herbert ha scritto un romanzo che è leggibile da tutti, anche dai più piccoli, almeno per quel che concerne i primi capitoli.

In più la natura tragicomica del romanzo non fa solo divertire, ma anche riflettere, soprattutto sul randagismo e sui suoi effetti, ma anche sulla natura dell'uomo al cospetto di un animale che considera inferiore.

Insomma questo libro potrebbe sembrare un'opera minore di James Herbert, ed io stesso l'ho sottovalutato, ma invece è un buon libro, che paradossalmente lascia qualcosa in più in termini emotivi, di altri suoi libri più ( giustamente ) celebrati.

Fluke merita.


Alla prossima!