La foto che mi ritrae qui sopra è stata scattata durante la lettura del libro di cui sto per cianciare.
Mi rendo conto che l'abbiocco di cui sono stato preda durante la lettura del suddetto libro, non è proprio un grandissimo biglietto da visita.
Però, ad onor del vero, anche se la foto potrebbe dimostrare il contrario, La Casa Sull'abisso si è rivelata una bella lettura, anche più corposa del previsto.
Quella di Hodgson è una storia che mischia gotico e fantascienza e che in qualche modo anticipa le tematiche di autori come Clark Ashton Smith e Lovecraft.
Sarà comunque per lo stile di scrittura molto ostico e subdolo, ma a me sembra che le storie di questi autori vissuti a cavallo tra fine 800 e la prima metà del 900, fossero molto più colte di quelle di adesso.
Sarà un'impressione, ma di certo le loro storie appaiono ben più complesse di molti degli scrittori horror contemporanei, anche se bisogna ammetterne una latente stitichezza in termini di lunghezza.
Ma è solo un mio parere, nulla più.
Ma di cosa parla esattamente La Casa Sull'abisso?
Scopriamolo.
"La cantina della casa che si protende sull'abisso porta in un'altra dimensione, in un altro tempo e in un altro spazio. Ci troviamo in un non-luogo dove tutto è già avvenuto e dove, ovviamente, sono presenti dei mostri i quali, provenendo dall'interno della casa che costituiva il baluardo contro il pericolo, indicano invece che una salvezza, peraltro assai improbabile, è altrove, al di fuori. Chissà che quella casa sull'abisso non sia poi il nostro mondo?"
La sinossi non è molto chiara, nevvero?
In effetti non sono sicuro di riuscire a descrivere questa storia, perché come dicevo inizialmente seppur condensata in poche pagine è piuttosto complessa.
Comunque, proviamoci.
1877, Irlanda.
Durante una scampagnata due amici seguendo la foce di un fiume si imbattono nel rudere di una casa affacciata ad uno strapiombo.
Tra i detriti ritrovano un vetusto manoscritto appartenuto al vecchio proprietario della casa.
La storia ivi raccontata è assurda e dai contorni agghiaccianti.
Parla di alcuni umanoidi dalla faccia di maiale che improvvisamente arrivano a turbare la serenità dei tre abitanti della casa ( lo scrittore del manoscritto, il suo cane Pepper e la sorella).
Questi esseri usciranno proprio dall'abisso in fondo allo strapiombo, tentando in tutti i modi di entrare dentro la casa in cui i tre abitanti si sono barricati.
Come se non bastassero questi esseri a turbarne l'esistenza, il protagonista del racconto dopo aver trovato e aperto una botola trovata in cantina, si ritrova a vivere una sorta di avventura extra dimensionale in cui assiste alla fine del mondo.
È come se l'apertura di quella botola avesse accelerato il normale scorrere del tempo, tanto che le ore assurgono ad eoni.
Il mondo è andato avanti come direbbe Roland di Gilead ( cit. La Torre Nera) e ciò che rimane è polvere.
Ecco, proprio queste pagine sono le più belle del romanzo.
Un romanzo che puó essere letto ed interpretato in più modi, tanto da lasciare in corso d'opera più di un dubbio.
Credere o non credere al racconto del propietario della casa sull'abisso?
Il manoscritto è il parto di un uomo schizofrenico ed in preda alle allucinazioni?
Il comportamento della sorella lo lascia persino supporre.
All'apparizione degli umanoidi dalla faccia di maiale, non la vediamo mai ed anzi durante la narrazione sembra piuttosto spaventata dal comportamento del fratello, il che potrebbe far propendere per un racconto di fantasia.
Eppure quasi nessuno ama avvicinarsi a quel rudere, tanto che i pochi che hanno trovato il coraggio di farlo iniziano ad udire dei rumori strani ed a provare una sensazione di minaccia incombente, che li porta ad una fuga precipitosa.
Semplice suggestione?
Chissà.
Ma senza perderci troppo in chiacchiere, è un romanzo che vale la pena di consigliare?
Assolutamente.
A patto che vi piaccia il gotico.
Adorate i racconti ed il pantheon orrorifico di H.P. Lovecraft?
Allora è il romanzo che fa per voi.
Lo scrittore di Providence è evidente abbia tratto ispirazione dalle opere di Hodgson, basta pensare a racconti come La Strana Casa Nella Nebbia, che ha parecchi tratti in comune con il romanzo di Hodgson.
Insomma, il romanzo di Hodgson per quel che mi riguarda è stata una gran bella lettura, ma d'altronde con me questo romanzo giocava in casa, poiché io ho sempre adorato i ruderi.
Starei ora a guardarli e amerei molto avere il potere della psicometria per poter scoprire chi ci avesse vissuto e come.
Mi rendo conto che l'abbiocco di cui sono stato preda durante la lettura del suddetto libro, non è proprio un grandissimo biglietto da visita.
Però, ad onor del vero, anche se la foto potrebbe dimostrare il contrario, La Casa Sull'abisso si è rivelata una bella lettura, anche più corposa del previsto.
Quella di Hodgson è una storia che mischia gotico e fantascienza e che in qualche modo anticipa le tematiche di autori come Clark Ashton Smith e Lovecraft.
Sarà comunque per lo stile di scrittura molto ostico e subdolo, ma a me sembra che le storie di questi autori vissuti a cavallo tra fine 800 e la prima metà del 900, fossero molto più colte di quelle di adesso.
Sarà un'impressione, ma di certo le loro storie appaiono ben più complesse di molti degli scrittori horror contemporanei, anche se bisogna ammetterne una latente stitichezza in termini di lunghezza.
Ma è solo un mio parere, nulla più.
Ma di cosa parla esattamente La Casa Sull'abisso?
Scopriamolo.
"La cantina della casa che si protende sull'abisso porta in un'altra dimensione, in un altro tempo e in un altro spazio. Ci troviamo in un non-luogo dove tutto è già avvenuto e dove, ovviamente, sono presenti dei mostri i quali, provenendo dall'interno della casa che costituiva il baluardo contro il pericolo, indicano invece che una salvezza, peraltro assai improbabile, è altrove, al di fuori. Chissà che quella casa sull'abisso non sia poi il nostro mondo?"
La sinossi non è molto chiara, nevvero?
In effetti non sono sicuro di riuscire a descrivere questa storia, perché come dicevo inizialmente seppur condensata in poche pagine è piuttosto complessa.
Comunque, proviamoci.
1877, Irlanda.
Durante una scampagnata due amici seguendo la foce di un fiume si imbattono nel rudere di una casa affacciata ad uno strapiombo.
Tra i detriti ritrovano un vetusto manoscritto appartenuto al vecchio proprietario della casa.
La storia ivi raccontata è assurda e dai contorni agghiaccianti.
Parla di alcuni umanoidi dalla faccia di maiale che improvvisamente arrivano a turbare la serenità dei tre abitanti della casa ( lo scrittore del manoscritto, il suo cane Pepper e la sorella).
Questi esseri usciranno proprio dall'abisso in fondo allo strapiombo, tentando in tutti i modi di entrare dentro la casa in cui i tre abitanti si sono barricati.
Come se non bastassero questi esseri a turbarne l'esistenza, il protagonista del racconto dopo aver trovato e aperto una botola trovata in cantina, si ritrova a vivere una sorta di avventura extra dimensionale in cui assiste alla fine del mondo.
È come se l'apertura di quella botola avesse accelerato il normale scorrere del tempo, tanto che le ore assurgono ad eoni.
Il mondo è andato avanti come direbbe Roland di Gilead ( cit. La Torre Nera) e ciò che rimane è polvere.
Ecco, proprio queste pagine sono le più belle del romanzo.
Un romanzo che puó essere letto ed interpretato in più modi, tanto da lasciare in corso d'opera più di un dubbio.
Credere o non credere al racconto del propietario della casa sull'abisso?
Il manoscritto è il parto di un uomo schizofrenico ed in preda alle allucinazioni?
Il comportamento della sorella lo lascia persino supporre.
All'apparizione degli umanoidi dalla faccia di maiale, non la vediamo mai ed anzi durante la narrazione sembra piuttosto spaventata dal comportamento del fratello, il che potrebbe far propendere per un racconto di fantasia.
Eppure quasi nessuno ama avvicinarsi a quel rudere, tanto che i pochi che hanno trovato il coraggio di farlo iniziano ad udire dei rumori strani ed a provare una sensazione di minaccia incombente, che li porta ad una fuga precipitosa.
Semplice suggestione?
Chissà.
Ma senza perderci troppo in chiacchiere, è un romanzo che vale la pena di consigliare?
Assolutamente.
A patto che vi piaccia il gotico.
Adorate i racconti ed il pantheon orrorifico di H.P. Lovecraft?
Allora è il romanzo che fa per voi.
Lo scrittore di Providence è evidente abbia tratto ispirazione dalle opere di Hodgson, basta pensare a racconti come La Strana Casa Nella Nebbia, che ha parecchi tratti in comune con il romanzo di Hodgson.
Insomma, il romanzo di Hodgson per quel che mi riguarda è stata una gran bella lettura, ma d'altronde con me questo romanzo giocava in casa, poiché io ho sempre adorato i ruderi.
Starei ora a guardarli e amerei molto avere il potere della psicometria per poter scoprire chi ci avesse vissuto e come.