venerdì 5 maggio 2023

La metà oscura - Stephen King

Per una coincidenza inconsapevole mi sono ritrovato in poco tempo a leggere due romanzi in qualche modo somiglianti e sovrapponibili, entrambi di Stephen King, ovvero The outsider, che era anche l'unico libro di King che non avevo ancora letto, ed il romanzo di cui sto per parlare, ovvero La metà oscura.

Avevo pochi ricordi di questo libro.
Sicuramente questa sarà stata la seconda o terza rilettura.
Avevo ancora bene in mente alcuni stralci dell'opera, compreso il finale, ma non saprei indicare né quando l'ho comprato e nemmeno quando lo lessi.
Per quanto quasi tutti i libri in paperback di King li presi quasi consecutivamente uno dopo l'altro nell'Ipermercato vicino casa.
Quindi ipotizzo intorno al 2004/2005.

Andiamo subito di sinossi:

"Thad Beaumont è uno scrittore di successo che per anni ha pubblicato romanzi con lo pseudonimo di George Stark: storie violente e di successo, che lo hanno reso ricco e famoso. Ora può finalmente scrivere con il vero nome, ma non sa che la figura di Stark, la sua metà oscura, non intende affatto sparire: più viva e spietatata che mai, diventa una macchina di morte che distrugge quanto incontra sulla strada che conduce al suo creatore. Per difendersi da questa orribile minaccia, Thad dovrà spingersi negli angoli più inquietanti della sua mente…"


Mi sembra abbastanza palese, che in qualche modo La metà oscura possa essere inserito tra i libri minori del Re, non a caso non è uno di quelli più rinomati, e raramente lo troviamo inserito in classifiche varie, ed anzi, persino le recensioni, nel caso di questo libro latitano abbastanza.
Sicuramente non è tra i libri più in voga su Instagram e Tik Tok, per dire.
Sì, lo so che è un libro del 1989, ma vi assicuro che King ha una fan base molto solida nei social, tanto che le recensioni di romanzi ancora più vecchi, non mancano.

E' un libro che soprattutto nella prima parte travalica il confine dell'horror buttandosi a capofitto nel genere slasher, ed è molto affilato, proprio come se fosse stato scritto da...qualcun'altro, e qui credo che caschi il proverbiale asino.

Per parlare di questo romanzo bisogna un attimo divagare e citare l'alter ego di Stephen King, ovvero Richard Bachman.

Chi segue King da tempo sa che per molto tempo ha scritto delle opere sotto quello pseudonimo, e spesso si trattava di storie molto più sovversive ed immediate, quasi delle sperimentazioni, e per me, sia nella trama, che nella prima parte di questo libro, si respira quell'aria lì.

A conti fatti George Stark è l'alter ego malvagio del Richard Bachman di Stephen King.
King infatti non fa altro che prendere spunto dalla sua storia editoriale personale, per creare un alter ego narrativo, che non ha niente da invidiare all'Hyde di Stevenson o al Wilson di E.A.Poe ( citato anche nel romanzo The outsider e che per questo considero sovrapponibile).

Come sappiamo, nella realtà un fan zelante scoprì l'identità del fu Bachman, e King venuto meno il giochetto è stato costretto ad uccidere il suo alter ego.

In questo libro accade qualcosa di molto simile.
Thad Beaumont è uno scrittore un po' in crisi, che ottiene successo solamente quando sotto pseudonimo scrive libri di genere firmandosi George Stark.
Solo che ad un certo punto viene scoperta la sua identità e con tanto di sepoltura metaforica via stampa, decide di mettere sotto terra il suo alter ego.

Che però ritorna letteralmente in vita, ed è pronto a vendicarsi di tutti coloro che erano presenti a quella sepoltura.

Al di là dell'assurdità della trama, l'idea di base è molto valida.

King ci prova anche a dare un po' di contesto e credibilità a questa resurrezione.
Non che ce ne fosse bisogno, secondo me.
Infatti tutta la parte relativa al gemello che ingloba l'altro nell'utero materno, così come l'operazione al cervello di Thad durante l'adolescenza, per me è un po' una fuffa pretestuosa.
Avrei accettato tranquillamente il ritorno dai morti di un essere che non dovrebbe esistere.

Detto questo, il libro è parecchio orizzontale.
C'è una parte iniziale con il cattivo inesorabile che uccide senza pietà a destra e a manca, c'è tutta una parte investigativa che incolpa Thad degli omicidi perché gli indizi portano tutti a lui, e l'ultima parte scivola nell'horror psicologico più classico, con tanto di intervento soprannaturale, che però è parte strisciante di questa storia, visto che la sua presenza viene urlata a più riprese da King in corso d'opera.
In più il libro è infarcito di dialoghi davvero poco credibili.
Lo sceriffo che si presenta a casa del principale indiziato con sei birre, dopo che il giorno prima lo aveva accusato di omicidio, perché non è più convinto sia lui l'assassino, è una roba che non accetterò mai, nemmeno in un romanzo di genere, così come il dialogo con l'insegnante e collega di Thad, con tanto di consegna di un oggetto di fondamentale importanza per il finale, che sembra un po' surreale ed inserito un po' a caso.
Andiamo oltre la sospensione dell'incredulità.

Stark non ha pietà di nessuno, ma stranamente non uccide lo sceriffo Alan Pagborn quando potrebbe, solo perché a King serve per i romanzi futuri.
Ecco, in corso d'opera, ho trovato spesso facilonerie di questo tipo, come se in questo libro, King in qualche modo abbia scelto un percorso fin troppo semplicistico.
Ed è un peccato perché ci sono dei risvolti narrativi psicologici, che se approfonditi, avrebbero potuto portare il libro verso sentieri ancora più tortuosi.
Infatti, è molto interessante il fatto che i figli infanti di Thad provassero simpatia verso il mostro, perché in fondo è un riflesso del padre, così come la sua stessa moglie si accorga che una parte di suo marito, vorrebbe essere come Stark.

E' strano dirlo, ma probabilmente George Stark, è il personaggio migliore del libro.
La parte slasher iniziale che lo vede protagonista, probabilmente è la più riuscita del libro, ed anche l'idea che perda consistenza e vada in decomposizione lenta ed inesorabile, se Thad non si mette a scrivere il libro che certifica il suo ritorno in vita, è altrettanto interessante.
Infatti il finale è un vero crescendo, in tal senso.
C'è del bello e dell'inquietante in quella scena in cui entrambi si chiudono nello studio di Thad per dare vita al libro.

Insomma, questo libro ha delle belle idee, soprattutto quella di base, ma segue un percorso narrativo che non sempre mi ha convinto.

Rimane un libro coinvolgente, che si legge con gusto e con velocità.
Agli appassionati di King lo consiglierei, d'altronde fa parte dell'arazzo narrativo che vede Castle Rock e zone limitrofe, come protagoniste, in una sorta di composizione narrativa crossmediale, che è sempre interessante da leggere.
King ha creato un vero e proprio universo narrativo, che invoglia il lettore a scoprire delle piccole informazioni romanzo dopo romanzo, su personaggi e percorsi narrativi che sembravano già chiusi.
Non a caso Alan Pagborn sarà protagonista indiscusso anche di Cose Preziose, ed è un po' quello che ancora oggi Stephen King continua a fare con il personaggio di Holly Gibney.


Alla prossima!





6 commenti:

  1. Io lo ritengo uno dei migliori, e meravigliosa la dicotomia George Stark/Richard Bachman.. come un volersi mettere a nudo.. casomai è di recente che sta perdendo vistosamente colpi..

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    1. Sì, la parte della dicotomia è piaciuta molto anche a me, ed anzi mi sarebbe piaciuto che fosse approfondita ancora di più dal punto di vista psicologico.

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  2. Non so, ma di certo il film omonimo perfetto non è venuto, comunque non male ;)

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    1. Sai che io non l'ho mai visto, il film?
      A questo punto spero in un bel remake, ma anche una serie non sarebbe malaccio, anche se magari questa storia potrebbe essere ( o sarà ) approfondita in quella dedicata a Castle Rock, che io non ho ancora visto.

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  3. E' uno dei libri di King che ho letto meno, in effetti, credo addirittura una volta sola. Anche il film, per quanto diretto da Romero, non è proprio l'emblema della vivacità e ha parecchi tempi morti. Collegandomi alla tua risposta sopra, La metà oscura non è ancora stato trattato in Castle Rock, che si è concentrata su altre opere e personaggi del Re.

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    1. La serie in sé, merita?
      Perché avrei una mezza idea di recuperarla.
      Comunque è un peccato che non abbiano inserito questo ibro, sarei curioso di vedere le gesta di Stark.

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