venerdì 16 ottobre 2020

L'incendiaria - Stephen King

" Bruciare era un piacere."

Ray Bradbury


Concludo e mando a maggese per un po' King con questo post dedicato ad un altro dei suoi più vecchi romanzi, L'incendiaria.

Mentre leggevo questo romanzo, ma anche Christine e La Zona Morta mi sono domandato cosa significa leggere questi romanzi oggi.

Io lo feci nel 2003 circa o giù di lì, e pur essendo cresciuto con il cinema, i cartoni animati, i fumetti ed i telefilm degli anni '80 non percepivo una sovraesposizione di tematiche ricorrenti.

Leggere un romanzo del genere oggi, invece, è un'esperienza un po' strana, specie per un nuovo lettore.

Mi capita spesso di spulciare le recensioni dei nuovi "fedeli lettori " di King, soprattutto di quelli giovanissimi su Instagram e di leggere un po' di perplessità nei riguardi di plot narrativi che ai loro occhi oggi appaiono desueti e banali.

E li capisco benissimo.

Di storie simili oggi ne è pieno il fosso.

I cinecomics, i telefilm, persino i fumetti, hanno sdoganato e di fatto riempito i media di supereroi, di gente con superpoteri e tutto il companatico, rendendo quindi prevedibili alcune opere del passato, specie un libro come l'Incendiaria del 1979.

L'incendiaria infatti è un'opera molto cinematografica e ricca di cliché narrativi, ma allo stesso tempo molto solida.

Al tempo credo che un'opera del genere avesse pochi paragoni, forse qualcuno tra i cartoni animati ed i fumetti, infatti una storia come quella che vede protagonista Charlie, negli X-Men apparirebbe normalissima, ma fino all'esplosione dei cinecomics comunque una roba per pochi nerd e non per la massa.

E soprattutto senza internet a fare da cassa di risonanza.

Eppure l'Incendiaria è un buon romanzo.

Andiamo di sinossi tratta da Ibs ( abbastanza bruttina, parere personale):

Charlie: una bimba terrorizzata e terrorizzante dotata di energie psichiche straordinarie. La "Bottega": un'agenzia governativa decisa a sfruttare tali facoltà per i suoi folli scopi. Si scatena così una ricerca senza quartiere per braccare la piccola che tuttavia riserverà qualche sorpresa ai suoi persecutori.



L'incendiaria parte col botto.

La prima parte è infatti molto bella e coinvolgente. Un'avventura che parte al cardiopalma ed on the road, con quell'atmosfera da fuga rurale, che a me piace un casino.

La storia prende forse una piega inevitabile e prevedibile, e la parte centrale soffre molto questa prevedibilità, perché tutti i lettori, e non sarà uno spoiler, sanno dove vanno a parare trame del genere, quindi sanno che Charlie e suo padre passeranno un po' di tempo tra le grinfie degli avversari.

Ecco, quella parte forse è fin troppo prolissa e descrittiva, ma in generale io credo che L'incendiaria sia un romanzo che funzioni.

Bellissima la terza parte quando finalmente King lascia che Charlie si scateni con tutta la sua forza.

C'è qualche ingenuità narrativa nel cosiddetto duello finale, ma credo che sia funzionale alla trama, quindi voluto.

Finale ottimo ed in dissolvenza, l'unico possibile, visto che comunque parliamo di un libro che vede per protagonista una bambina di 8 anni.

Ci sono alcune supercazzole soprattutto in ambito scientifico e nei riguardi della natura del potere di Charlie e degli esperimenti sui suoi genitori, ma si accettano tranquillamente, come d'altronde accettiamo che una ragazzina di 8 anni abbia il potere di mandare a fuoco il mondo intero.

Molto belli alcuni sottotesti narrativi nei riguardi del potere, soprattutto quello affidato ad un infante, ma ripeto che è comunque una roba già letta se si è cresciuti a pane ed X-Men come il sottoscritto.

Da questo film fu tratto il film Fenomeni Paranormali Incontrollabili con una bravissima e piccolissima Drew Barrymore e di cui ricordo pochissimo, tranne la bellissima scena della pallottola che è presente anche nel romanzo.

Che dire, non rileggevo questo romanzo da quasi vent'anni, ed oggi è molto invecchiato, ma rimane una buona lettura.

Per me è un buon romanzo, dalla struttura sicuramente prevedibile, ma che si fa leggere volentieri.

Tanto per dire: il romanzo recente a cui può essere paragonato e che parte da premesse simili, ovvero L'istituto per me vale meno della metà de L'incendiaria, che appare molto più corposo e narrativamente interessante.

L'istituto è fin troppo facilone e sempliciotto, sicuramente più scorrevole, ma senza nessuna complessità di fondo.

Forse a livello di scrittura oggi King è più piacevole e meno prolisso da leggere, ma un tempo ai miei occhi sembra che avesse una penna più libera e meno trattenuta.

E soprattutto era una fucina di idee, ed era più giovane, e probabilmente meno politicamente corretto.


Alla prossima!


11 commenti:

  1. Come hai detto tu si tratta di uno di quei romanzi che scritti oggi lascerebbero un po freddini i lettori, è il destino di tutti quei libri a cui manca veramente poco per diventare classici intoccabili. Dopotutto il tempo che passa non fa sconti a nessuno, nemmeno agli scritti di Stephen King.

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    1. Condivido purtroppo, non a caso le sue ultime uscite mi lasciano spesso con l'amaro in bocca.

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  2. Come detto anche dal buon Nick è il destino di molti libri che non hanno avuto il giusto mix per diventare capolavori.

    Sicuramente poi c'è da dire che molti lettori fanno fatica a contestualizzare un romanzo nel suo periodo storico.

    Una delle cose che non ho amato del King più stagionato è proprio la sua prolissità, magari oggi mi piacerebbe di più.

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  3. "plot narrativi che ai loro occhi oggi appaiono desueti e banali"
    "Di storie simili oggi ne è pieno il fosso. I cinecomics, i telefilm, persino i fumetti, hanno sdoganato e di fatto riempito i media di supereroi, di gente con superpoteri e tutto il companatico, rendendo quindi prevedibili alcune opere del passato, specie un libro come l'Incendiaria del 1979. L'incendiaria infatti è un'opera molto cinematografica e ricca di cliché narrativi, ma allo stesso tempo molto solida".

    Beh, sono plot che appaiono banali per superficialità, anche perché poi le opere del passato sono arrivate prima..di quelle attuali. Io sono proprio dell'idea opposta, che oggi sia tutto un riciclo di idee. In letteratura invece no, perché se io te scrivessimo lo stesso soggetto, sarebbero due libri diversi, come due diversi temi d'italiano alle scuole. Il discorso del film è diverso. Puoi cambiare regista e attori, ma con la stessa sceneggiatura, per me, è un buco nell'acqua.

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    1. Certo che è un riciclo di idee e condivido, ma con tutto il bombardamento di offerta che c'è oggi, molto del vecchio King è secondo me desueto, a parte IT e qualche altro remake cinematografico che fanno da apripista per la lettura.
      Lo stesso King oggi pubblica roba molto più edulcorata, proprio per venire incontro ad una società che nel frattempo è cambiata, anche nei riguardi della letteratura di genere.

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  4. Ho letto il romanzo una trentina d'anni fa quindi non posso discutere sulla sua qualità, mi rimane solo l'ottimo ricordo di un romanzo che ho molto amato.

    Quanto scrivi è vero, purtroppo è un difetto delle opere famose: a forza di vedere eredi, successori, cloni e plagiatori, l'opera prima risulta parecchio indebolita, quando la si riscopre in seguito.
    Hai citato gli X-Men come idea similare, ma considera che i fumetti sono stati un ghetto chiuso e blindato per decenni, niente entrava e niente usciva, solamente nel nuovo millennio, con la morte dell'editoria libraria, il fumetto è diventato un medium princeps da stalliere che era prima. Tutta la cultura pop veicolata da romanzi e film trovava perfetto corrispettivo nei fumetti ma nessuno ci badava, perché solamente un numero limitato di persone era "transmediale".
    Ho trovato riviste americane di cinema degli anni Novanta che parlavano di fumetti come se li avessero appena scoperti, e il fatto che nel 1989 Michael Keaton abbia scoperto chi fosse Batman sul set di "Batman" la dice lunga sulla stima per un medium che solamente da vent'anni ha ricevuto vera attenzione.
    Romanzi, fumetti e film hanno sempre seguito strade diverse, quindi quello che in recenti anni transmediali può sembrarci "poco fresco" in realtà era innovativo all'epoca della sua uscita, e si riferiva ad un pubblico che non è quello di oggi.
    Unisci poi il fatto che King dava importanza ad un ghetto - quello dei romanzi horror - che era considerato feccia fino al 1973 dell'Esorcista, quindi stava parlando di argomenti che erano di scottante attualità per il lettore generico, quello che per quarant'anni ha sputato su Lovecraft prima di considerarlo d'un tratto un maestro della narrativa.

    King ha beccato l'onda giusta, e sebbene le tematiche che trattava non erano sempre originali, la sua forza era come le trattava, e dal ghetto in cui scriveva era tutta roba nuova, scritta in modo tale che chiunque poteva amare i suoi romanzi, al contrario degli scrittori del ghetto, che se non eri "dentro" non li capivi nemmeno.

    Va be', m'è venuto fuori un pippone che non volevo fare ^_^ Sorry

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    1. Ma figurati, è stato interessantissimo leggerti, ed ovviamente sono d'accordo su tutto.
      Riguardo i fumetti sfondi una porta aperta, pensa che in quel decennio degli anni '90 in cui lessi quasi tutto il pubblicato della Marvel arricchendo il mio edicolante, pensavo di essere l'unico a leggere questi fumetti nella mia città, tanto che se adocchiavo qualcuno che lo faceva mi veniva d'abbracciarlo. :-P

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  5. Mi frega proprio questo, il fatto che King sia prolisso (inutilmente, tra l'altro).
    L'Incendiaria lo conosco, non è tra i suoi big ma paradossalmente è tra quelli che mi sono sempre ritrovato davanti.
    Non ho mai visto il film con la Barrymore, magari recupero questo.
    Comunque, trama tipicamente anni '70-'80^^

    Moz-

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    1. Sì, molto ben radicata in quel periodo.
      Sigarette ovunque, e spiegazioni scientifiche molto ma molto a livello di supercazzola.

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  6. Lo lessi tanti, tanti anni fa, è uno dei pochi romanzi di king che mi prestarono (o che presi in biblioteca) che poi non ho comprato. Lo ricordo come uno dei libri di King che già all'epoca mi colpì di meno pur riconoscendogli un bel ritmo e una bella capacità di coinvolgimento. Però a volte i ricordi sono fallaci, dovrei rileggermelo...

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    1. Anch'io non lo rileggevo da parecchi anni, ma pur avendo un'impostazione ormai classica per quel concerne la struttura narrativa, si fa leggere con piacere.

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