martedì 3 dicembre 2019

L'amico Immaginario - Stephen Chbosky

Come ben sa chi mi conosce, è raro che io sia un lettore contemporaneo, se non altro per una questione di opportunità economica, ma anche perché nei riguardi di alcuni generi, faccio fatica ad uscire dalla mia comfort zone.
L'horror è uno di questi.
Al di là di autori che conosco bene e di cui mi fido, faccio fatica a relazionarmi con le opere di altri, ed anzi nel campo orrorifico, che è un genere ormai stantio in cui si è detto di tutto ed il contrario di tutto, persino autori come Stephen King iniziano ad avere difficoltà e a ripetersi in continuazione.

La cosa strana è che questa sensazione non la provo nel cinema, forse perché l'investimento di concentrazione e tempo è molto più labile e veloce e quindi non mi disturba più di tanto.
Ma nella letteratura ho bisogno di molti più stimoli.
Questa premessa è necessaria per poter parlare di questo romanzo, perché una parte di me è partita nella lettura con un bagaglio di pregiudizi più grande di un borsone da calcio.

Il romanzo scorso di Chbosky mi era piaciuto molto.
Penso che in tanti conoscano Io Sono Infinito, un film ed anche un romanzo di formazione molto ben fatto, ma anche tanto furbo, che è salito alla ribalta qualche tempo fa.
Io lessi anche il romanzo e mi piacque molto ( ed anzi lo trovai più sincero del film, ma forse meno bello ), quindi quando ho visto tutte quelle stories su Instagram di bookstagrammer che facevano l'unboxing dell'ultimo libro di Chobsky ammetto di essermi fatto un po' vincere dalla curiosità.

C'è da dire che unboxing a parte, di recensioni finali di questo romanzo ne ho lette poche, segno che al di là del fatto di averlo ricevuto a casa, poi non tutti leggono questi romanzi.

Ma dopo tutta questa pappardella, chi ha avuto ragione tra curiosità e pregiudizio?
Non posso mentire, e per amore di onestà dico il secondo.
Andiamo di sinossi, presa in prestito da Amazon:




Mill Grove è una tranquilla e isolata cittadina della Pennsylvania: solo una strada per arrivare, solo una per andarsene. A Kate Reese sembra il luogo ideale per fuggire da un compagno violento, far perdere le proprie tracce e ricominciare una nuova vita. Lo deve al suo bambino, Christopher, che ha solo sette anni ma sa già quanto il mondo dei grandi possa far male. In quella nuova casa, tutto sembra andare a meraviglia: Christopher incontra nuovi amici, Kate trova un nuovo lavoro. Ma poi, all'improvviso, Christopher scompare. Per sei lunghissimi giorni, nessuna traccia di lui. Finché, una notte, il bambino riemerge dal bosco di Mission Street, al limitare della piccola città. È illeso, ma profondamente cambiato. Nessuno sembra accorgersene; solo sua madre sospetta qualcosa, perché Christopher, che ha sempre faticato a scuola, di punto in bianco prende ottimi voti ed è un vorace lettore. Ma nemmeno lei può immaginare tutta la verità. Christopher ora sente una voce in testa, e vede cose che agli altri sono impercettibili. Conosce i segreti del passato, inghiottiti dal bosco di Mission Street; quelli del presente, celati dietro le facciate rispettabili della città. Conosce il futuro tragico che sta per abbattersi su tutti loro. Non può parlarne a nessuno, nemmeno a sua madre, o lo prenderebbero per pazzo. Ma può e deve compiere la missione che quella voce amica gli detta: costruire una casa nel bosco, prima che arrivi Natale. Altrimenti, per sua madre, i suoi amici e l'intera città, sarà la fine. Dopo "Noi siamo infinito", Stephen Chbosky torna con un romanzo da brivido in cui il delicato passaggio dall'infanzia all'età adulta si compie attraverso una battaglia epica tra bene e male. Una storia in cui gli eroi sono coloro che non temono di abbandonarsi al potere dell'immaginazione.



Su Instagram mi espressi in maniera lapidaria:

" John Wyndham incontra Stephen King."

Partiamo dal presupposto che la trama di questo romanzo non è proprio originalissima, ed anzi al di là di un principio di narrazione che sembra uscita da un romanzo dello scrittore inglese, nel resto della narrazione è un classico horror country corale alla Stephen King.

Chbosky scrive bene e la lettura è scorrevole, questo è innegabile.
Ci sono tutti gli elementi e le situazioni figlie del genere ( lo sceriffo che si innamora subito della mamma del protagonista o la seconda che si porta in bagaglio un compagno violento ) e Mill Grove è una cittadina che viene descritta bene e così i suoi abitanti.

E' però la trama ad essere confusionaria e contorta.
Più volte mi sono arenato e devo ammettere che il colpo di scena che avrebbe dovuto farmi saltare sul divano che arriva nella seconda parte del romanzo, è per me persino contraddittorio ed attaccato con lo sputo, non mi ha convinto appieno.
Ma è una cosa mia.
Qualche centinaio di pagine in meno avrebbe forse giovato.
Fare filosofia su un romanzo d'horror action come questo ha poco senso, quindi potrei anche fermarmi qui.
Forse però parlare di solo horror action è un po' antipatico nei confronti di quest'autore che comunque ha provato a scrivere un horror ambizioso e per certi versi biblico.
Però per me romanzieri come il primo King, Clive Barker, McCammon o Dan Simmons viaggiano su altre vette.

Merita la lettura?
Trovare dei romanzi d'horror validi in questo periodo è dura, quindi sono stato in un certo senso comunque felice di essermi fatto vincere dalla curiosità, quindi lo consiglierei.
Per quel che mi riguarda, l'horror è un genere che mi appassiona più al passato, ed infatti ho ancora tanti Urania e tanti Newton da leggere, e devo ammettere che li guardo con molto più interesse.


Alla prossima!

18 commenti:

  1. Gli unboxer che poi non si godono il prodotto, non li capirò mai!
    La trama con la scadenza per costruire la casa entro Natale, lo rende ancora più interessante. Se solo non ci mettessi i mesi a leggere un libro...
    Ora sono curioso di sapere se 'sto amico immaginario sia un fantasma o qualcos'altro. Non dirmelo, odio gli spoiler anche se probabilmente non lo leggerò mai. Magari ci fanno un film.
    Peccato per la parte psicologica un po' esagerata, però fai bene a consigliarlo nonostante questo difetto. Non solo i libri ma anche i film o i fumetti horror sono perle rare.

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    1. Non te lo direi, dovrei spoilerare il finale del libro. :-P

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  2. Prima che lo leggevo da te, nella tua frase, ho pensato "cazzo, qua c'è tanto King"... al sol leggere la sinossi.
    Vero, evidementemente tira, così come hanno ripreso a tirare storie di bambini e ragazzini.
    Non credo possa essere il mio genere; ma Noi siamo infinito (al plurale XD) ce l'ho e mi è piaciuto molto (meno del film, vero).

    Moz-

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    1. La trama è molto basica purtroppo, tranne che per quelle ultime duecento pagine, che comunque io non ho molto apprezzato.

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  3. Ciao Carissimo ! E' sempre un piacere passare da queste parti, e mi dispiace che ultimamente sono un po' latitante, ma non ho tempo di star troppo dietro al blog. Spero di passare a salutarti più spesso, comunque. A presto !!! ;-) Spider-Ci

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  4. Adesso muoio di curiosità sullo spoiler.
    Ma ancora non dirmi nulla: potrei leggerlo a breve :)

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    1. Non ti direi mai nulla, tranquillo, sennò che gusto ci sarebbe. :-P

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  5. Ciao Pirkaf, libro che ho letto e apprezzato in parte, più che un horror è un fantasy a tinte dark secondo me. Mi è piaciuta l' idea della costruzione della casa sull' albero, il colpo di scena non mi ha entusiasmato e la parte, definiamola ospedaliera, del libro è noiosa e fa venire l' ansia. La scrittura dell' autore però è debole e caotica nei punti di svolta della storia e questo complica tanto la lettura e la comprensione. In definitiva è troppo lungo... Però per gli appassionati del genere è un buon compagno di avventure dai! W sempre Urania e newton Compton!!!

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    1. Mi sa che siamo d'accordo su tutta la linea!
      Grazie per il commento. :-)

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    2. In contemporanea, ad ottobre, ho letto l' istituto, l' ultimo romanzo di King, ecco per quanto la storia come al solito sia raccontata benissimo non ho trovato nulla di nuovo, quindi tra i due romanzi comunque preferisco l' amico immaginario. Però King è uno dei pochi grandi innovatori dell' horror dopo Lovecraft... E va be... Mi consigli un horror veramente bello e coinvolgente per natale, così andiamo in controtendenza rispetto al periodo!

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    3. L'istituto vorrei regalarmelo per Natale, ancora non ho avuto modo di prenderlo, purtroppo.
      Non saprei cosa consigliarti, anche perché io ultimamente sono attratto più dai vecchi horror che quindi possono essere di difficile reperibilità:
      Forse quello che più si avvicina come stile a King è Matheson, ma non so se hai già letto le sue opere.
      Sennò ti consiglierei Dan Simmons ( L'estate Della Paura, Il Canto Di Kalì su tutti ) o Clive Barker che soprattutto con I Libri Di Sangue e con Cabal e Schiavi Dell'inferno ha scritto dei romanzi bellissimi.
      Se sei pratico degli Urania ti consiglierei di recuperare le storie di James Herbert.

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  6. matheson è un mito! Di recente ho letto la casa d' inferno, ma rispetto a echi d altro e e io sono leggenda e ai racconti è deludente. Barker è un grande scrittore, ho letto everville e l ho trovato di difficile comprensione, ecco Herbert non lo conosco, anche io sono un lettore archeologo come te, spero di trovare qualcosa. Grazie per il suggerimento!!!

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    1. Everville è praticamente il seguito di Apocalypse avresti dovuto prima leggere l'altro, probabilmente.
      Herbert scrive degli horror molto action e scorrevoli, a me piacciono molto.
      La Casa D'inferno è vero che rispetto a Tre Millimetri Al Giorno ed Io Sono Leggenda è meno bello.
      Anche Io Sono Helen Driscoll è carino di Matheson.

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  7. Tre millimetri al giorno è bello davvero! Ho visto che anche tu apprezzi Conan Doyle scrittore di racconti fantastici!

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    1. Eh, sì.
      Anche se l'ho scoperto con colpevole ritardo. :-)

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