martedì 5 novembre 2019

Ritornati Dalla Polvere - Ray Bradbury

Questo post è un po' una continuazione del post precedente, quindi possiamo saltare tutta la parte introduttiva dedicata all'autore e dedicarci esclusivamente al romanzo.
Ma lo è veramente, poi?
Io direi di no.
Andiamo subito di sinossi ( presa in prestito da La Feltrinelli), così mi spiego meglio:

Siamo in autunno, in una grande casa che sembra quella della famiglia Addams; un ragazzo, Timothy, sale nell'attico e porta un'ampolla di vino invecchiato (cinquemila anni) alla Mille Volte Bis-bisnonna, una mummia dei tempi dei faraoni dalla quale Tim si farà raccontare la storia della Casa e della straordinaria famiglia che l'abita. Vuole essere informato perché il Gran Giorno si avvicina: la data fatidica in cui i membri della Famiglia sparsi in tutto il mondo arriveranno qui per una grande celebrazione. Così la mummia comincia a raccontare: Tanto tempo fa esisteva solo una brulla prateria con in mezzo un albero schiantato dalla folgore, ma poi un tornado portò da lontano le assi che servivano a fare la Casa, ed essa fu magicamente costruita....



Prima di parlare di questo libro vanno fatte delle dovute premesse.
Alcune parti di questa storia sono state pubblicate altrove, ed io infatti avevo letto Il Raduno e Zio Einar nella bellissima raccolta di racconti Paese D'ottobre.
Questo libro ripete un po' la forma de Le Cronache Marziane, che per chi le conosce non sono altro che dei (bellissimi) racconti slegati tra loro ed uniti soltanto a livello temporale.
Qui la formula si ripete.
Il Raduno è la chiave di tutto.
E' stato da sempre uno dei miei racconti preferiti, e vederlo leggermente editato per dare un contesto alla storia di questo libro mi ha dato leggermente fastidio, dico la verità.
Anche perché quando lessi per la prima volta quel racconto, mi ero fatto delle idee completamente diverse sulla figura del protagonista, il piccolo Timothy.
Ritornati Dalla Polvere nasce quindi dalla riedizione di alcuni racconti pubblicati molto tempo prima a cui è stato dato un seguito ed un contesto.
Però di base Il Raduno era un racconto chiuso, secondo me.

Quindi non mi è facile parlare oggettivamente di questa sequela di micro-racconti che formano una storia sola.

La storia comunque è piuttosto semplice, tanto che la prima associazione immaginifica sarà verso La Famiglia Addams, che questa stirpe tanto ricorda.

Ritornati Dalla Polvere è una saga familiare di stampo fantasy.
Bradbury ci porta indietro ed avanti nel tempo a mostrarci nascita e vita di questi suggestivi personaggi.
Non lo fa in modo chiaro e limpido in alcuni casi, lasciando al lettore l'interpretazione dell'archetipo che rappresentano.
Figura chiave di questa storia è un bambino di 10 anni di nome Timothy, che è l'unico elemento della famiglia ad essere normale.
Anzi anormale, direi.
Bradbury in questa storia ribalta il concetto di diversità e disabilità, in quanto Timothy è in tutto e per tutto un essere umano e quindi soggetto alla leggi della natura.
Il Raduno che è il racconto centrale, parte da una riunione di famiglia che avviene quasi ogni secolo ed in cui viene fuori tutta la diversità di Timothy che vorrebbe essere immortale o comunque possedere dei poteri come tutti gli altri membri della sua famiglia.
Il Raduno è un racconto straordinario ( a mio avviso ovviamente), che in Ritornati Dalla Polvere funge un po' da trama portante.

In questa storia Bradbury è costretto a dare una spiegazione della diversità di Timothy, ma la cosa si rivela un po' banale e scontata, ai miei occhi.
La bellezza della storia de Il Raduno è che tutto veniva lasciato sul vago, tanto che alcune strade mentali che mi ero fatto erano forse meno logiche, ma sicuramente meno scontate.

Attraverso gli occhi, le orecchie ed il peregrinare di Timothy, capitolo dopo capitolo conosceremo quasi ogni membro di questa peculiare famiglia e la sua storia.
Nonché il percorso di questi personaggi anche dopo Il Raduno.

La scrittura di Bradbury è sempre unica, per quel che mi riguarda.
Non esiste nessun'altro che riesce a trattare il fantastico con così tanto garbo e lirismo.
Non nego che in alcuni frangenti è riuscito a farmi commuovere.
E' la storia di un inizio e una fine.

Suggestivi alcuni passaggi ed alcuni personaggi, un po' vaghi altri.
Ma d'altronde essere soprannaturali ed immortali non significa necessariamente fare una vita interessante, e questo è chiaramente uno dei sottotesti della storia.
Il finale è deflagrante come sempre quando l'umano si accorge del diverso.

Ritornati Dalla Polvere è tutto sommato un bel libro, ed il titolo rappresenta il simbolismo del libro stesso.
Ray non ha fatto altro che rispolverare alcune vecchie storie.

Ce n'era bisogno?
Non lo so, francamente, ma leggere Bradbury mi fa sempre stare bene.
E l'idea che presto o tardi arriverò a leggere tutto di un autore che amo così tanto e che non potrà più scrivere nulla dal suo oblio, un po' mi inquieta.
Grazie di tutto, Ray.


Alla Prossima!



13 commenti:

  1. Ma quindi la modifica l'ha fatta Bradbury stesso?

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    1. Sì, da alcuni racconti pubblicati molti anni prima, ne ha elaborato un contesto, ritoccando ( in minissima parta, va detto ) ed aggiungendo qualcosa in più a quei racconti e ampliandone le prospettive.

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  2. Anche nel mio caso, Bradbury è uno di quei rari autori che riesce a commuovermi. E mi dispiace molto ritrovarmi ogni volta, da anni, a rimandare la lettura della trilogia dell'Estate. Spero davvero di riuscirci prima o poi, ma i percorsi di studio mi allontanano spesso da questo genere di propositi.

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    1. Addio All'estate manca anche a me, ma l'ho già puntato e prima o poi...

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  3. Bradbury ha un tocco e uno stile unici, praticamente riusciva a rendere magico ogni scritto che produceva.

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  4. La tua opinione sul romanzo-che-romanzo-non-è mi ha incuriosita. Poi mi sono resa conto che ho ancora Il cimitero dei folli da dover leggere, e quindi aspetterò. La sua ultima cosa che ho letto è stata Il pigiama del gatto, ma devo dire che la raccolta non mi aveva convinta del tutto. Non per l'autore, si capisce, ma per l'insieme dei racconti.

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    1. Il Cimitero Dei Folli a me all'epoca piacque, ma molto meno rispetto alle altre sue opere.
      Il Pigiama Del Gatto mai letto, prima o poi dovrò dargli un'occhiata.

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  5. No, questo non fa proprio per me.
    Ma non ho capito: l'autore ha praticamente dato una cornice decameroniana a precedenti storielle slegate?

    Moz-

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  6. Oltre la famiglia Addams, mi ha ricordato anche le opere nipponiche come Carletto il Principe dei Mostri e Ransie la Strega 😝
    Mi stai invogliando ad approfondire questo scrittore che, ahimè, non avevo mai sentito.

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    1. E' vero, e ti dirò che seguivo entrambi i cartoni animati con partecipazione. :-)

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