Pubblicato tra il 1764 ed il 1765, Il Castello Di Otranto è considerato universalmente come il vero precursore del genere gotico.
L'edizione che ho scelto per cimentarmi con quest'opera ( ristampata almeno ventordici volte ) è stata quella economica dei Tascabili Economici Newton.
I Tascabili Newton erano quei libri da cento pagine che uscivano in edicola nei primi anni '90 a sole 1000 Lire.
Un'edizione che ha fatto la storia dell'editoria visto quanti classici furono pubblicati sotto questa etichetta.
Purtroppo all'epoca, come ho già scritto migliaia di volte, leggevo solo fumetti Marvel e manga, però con il tempo ho recuperato almeno sei, sette romanzi che mi interessavano in questa edizione, visto che comunque parliamo di un prodotto ben curato, molto economico e facilmente reperibile nel circuito dell'usato.
Ma com'è stato il mio primo incontro con la narrativa di Walpole?
Piacevole, ma non troppo.
Il Castello Di Otranto per chi non ama la letteratura classica e teatrale, non è un romanzo facile da leggere.
Dialoghi astrusi e la prosa "alta", fanno sembrare questo libro più una sceneggiatura teatrale che un romanzo gotico.
Come al solito, davanti ad un romanzo del genere, parecchio distante dalla letteratura moderna e dai miei gusti, provo a contestualizzarlo e a mettermi nei panni dei lettori dell'epoca.
Come sarebbe stato se avessi letto questo libro prima di essermi cimentato con le opere di Edgar Allan Poe, Mary Shelley, Bram Stoker, Henry James, Nathaniel Hawthorne, ecc.ecc.?
Sicuramente sarebbe stato diverso.
Il mio cervello avrebbe percepito meglio la visionarietà dell'opera, che ad una lettura già allenata a questo genere letterario, risulta invece scarsamente incisiva.
Vanno comunque riconosciuti a Walpole i meriti di essere stato il primo ad inserire dei personaggi in un contesto narrativo in cui l'ambiente sicuro di casa propria, diventa altresì una minaccia tetra ed incombente, e foriera di eventi soprannaturali.
Protagonista della vicenda è Manfredi, il principe di Otranto.
Manfredi ossessionato da una profezia che gli fu enunciata molto tempo prima, è convinto che solo con la continuità della sua dinastia, potrà sfuggire ad essa.
Il principe organizza così il matrimonio tra il suo cagionevole e giovanissimo figlio con Isabella, figlia del marchese di Vicenza.
Ma il giovane Corrado non arriverà vivo alla cerimonia, poiché dal nulla farà la sua apparizione un enorme elmo che schiaccia ed uccide sul colpo il giovane.
Il principe impaurito dall'evento soprannaturale che presume sia il presagio dell'avvento della profezia, si convince che l'unico modo per evitare la fine della sua dinastia sia quello di procreare un altro figlio al più presto, e considerando che la moglie non è più in grado di dargliene uno, tale onore dovrà ricadere su Isabella, la sua quasi nuora.
La giovine Isabella si rifiuta ed aiutata da un giovane contadino decide di fuggire dal castello.
A far da corollario a questa storia vi sono anche Ippolita e Matilda, moglie e figlia di Manfredi, il giovane contadino che sembra nascondere più di un mistero, ma soprattutto una presenza che dimora nel castello che sembra contraria a quest'unione.
Tra inseguimenti, passaggi segreti, apparizioni misteriose di spade e cavalieri giganteschi, sussurri e scricchiolii assistiamo ad una storia dalla struttura medievale che appare più un pippone melodrammatico condito da donne svenevoli e frasi da tragedia Shakespeariana, che un romanzo gotico tout court.
Tanto che è la concupiscenza dei protagonisti ad assurgere al rango di protagonista.
Resta comunque una lettura valida ed un tassello fondamentale per ogni appassionato della narrativa gotica e dell'orrore, visto che parliamo di un romanzo che ha ispirato la successiva ed acclamata generazione di scrittori.
Alla prossima!
L'edizione che ho scelto per cimentarmi con quest'opera ( ristampata almeno ventordici volte ) è stata quella economica dei Tascabili Economici Newton.
I Tascabili Newton erano quei libri da cento pagine che uscivano in edicola nei primi anni '90 a sole 1000 Lire.
Un'edizione che ha fatto la storia dell'editoria visto quanti classici furono pubblicati sotto questa etichetta.
Purtroppo all'epoca, come ho già scritto migliaia di volte, leggevo solo fumetti Marvel e manga, però con il tempo ho recuperato almeno sei, sette romanzi che mi interessavano in questa edizione, visto che comunque parliamo di un prodotto ben curato, molto economico e facilmente reperibile nel circuito dell'usato.
Ma com'è stato il mio primo incontro con la narrativa di Walpole?
Piacevole, ma non troppo.
Il Castello Di Otranto per chi non ama la letteratura classica e teatrale, non è un romanzo facile da leggere.
Dialoghi astrusi e la prosa "alta", fanno sembrare questo libro più una sceneggiatura teatrale che un romanzo gotico.
Come al solito, davanti ad un romanzo del genere, parecchio distante dalla letteratura moderna e dai miei gusti, provo a contestualizzarlo e a mettermi nei panni dei lettori dell'epoca.
Come sarebbe stato se avessi letto questo libro prima di essermi cimentato con le opere di Edgar Allan Poe, Mary Shelley, Bram Stoker, Henry James, Nathaniel Hawthorne, ecc.ecc.?
Sicuramente sarebbe stato diverso.
Il mio cervello avrebbe percepito meglio la visionarietà dell'opera, che ad una lettura già allenata a questo genere letterario, risulta invece scarsamente incisiva.
Vanno comunque riconosciuti a Walpole i meriti di essere stato il primo ad inserire dei personaggi in un contesto narrativo in cui l'ambiente sicuro di casa propria, diventa altresì una minaccia tetra ed incombente, e foriera di eventi soprannaturali.
Protagonista della vicenda è Manfredi, il principe di Otranto.
Manfredi ossessionato da una profezia che gli fu enunciata molto tempo prima, è convinto che solo con la continuità della sua dinastia, potrà sfuggire ad essa.
Il principe organizza così il matrimonio tra il suo cagionevole e giovanissimo figlio con Isabella, figlia del marchese di Vicenza.
Ma il giovane Corrado non arriverà vivo alla cerimonia, poiché dal nulla farà la sua apparizione un enorme elmo che schiaccia ed uccide sul colpo il giovane.
Il principe impaurito dall'evento soprannaturale che presume sia il presagio dell'avvento della profezia, si convince che l'unico modo per evitare la fine della sua dinastia sia quello di procreare un altro figlio al più presto, e considerando che la moglie non è più in grado di dargliene uno, tale onore dovrà ricadere su Isabella, la sua quasi nuora.
La giovine Isabella si rifiuta ed aiutata da un giovane contadino decide di fuggire dal castello.
A far da corollario a questa storia vi sono anche Ippolita e Matilda, moglie e figlia di Manfredi, il giovane contadino che sembra nascondere più di un mistero, ma soprattutto una presenza che dimora nel castello che sembra contraria a quest'unione.
Tra inseguimenti, passaggi segreti, apparizioni misteriose di spade e cavalieri giganteschi, sussurri e scricchiolii assistiamo ad una storia dalla struttura medievale che appare più un pippone melodrammatico condito da donne svenevoli e frasi da tragedia Shakespeariana, che un romanzo gotico tout court.
Tanto che è la concupiscenza dei protagonisti ad assurgere al rango di protagonista.
Resta comunque una lettura valida ed un tassello fondamentale per ogni appassionato della narrativa gotica e dell'orrore, visto che parliamo di un romanzo che ha ispirato la successiva ed acclamata generazione di scrittori.
Alla prossima!