mercoledì 8 gennaio 2020

Kill Creek - Scott Thomas

Ecco un altro horror lanciato in pompa magna dalle CE su Instagram ed affini, e che è uscito quasi nello stesso periodo de L'amico Immaginario, segno che ogni tanto l'horror scritto batte ancora qualche colpo nell'editoria contemporanea.

Ho avuto modo di leggerlo, e pur non inventandosi nulla e pescando a piene mani dal gotico classico con il sempreverde tema della casa stregata, devo dire che l'ho trovato un romanzo degno e rispettoso del genere.
Non per tutti è stato così, e lo trovo ovvio, visto che di libri, telefilm e film su case stregate ne è pieno anche l'Aspromonte.
Ma parliamone dopo la sinossi:


"In fondo a una strada sterrata, mezzo dimenticata nel cuore del Kansas, sorge la casa delle sorelle Finch. Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta. Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l'ora di incontrare i suoi nuovi ospiti.
Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza. Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario. Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
L'entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek."




Non mi stupirei di vedere questa storia al cinema o su qualche piattaforma streaming tipo Netflix.
Scott Thomas è un ex sceneggiatore e lo si evince benissimo. Lo scritto è molto veloce, scorrevole e cinematografico e si ha la sensazione che i personaggi siano costruiti a puntino, con un preciso schema, persino episodico, a volte.

Dal punto di vista narrativo siamo lontani da L'incubo di Hill House, La Casa Stregata,  La Casa D'inferno o persino Shining. Come dicevo all'inizio, di storie simili se ne trovano a centinaia, e molte sono di gran lunga migliori, ma la scelta dell'autore di narrare le gesta e le "azioni" di questa casa o di chi la abita, attraverso la mente, i gesti, le parole e i pensieri di quattro scrittori ( tre uomini e una donna) che trattano l'horror in modo altrettanto diverso, è per me un punto di forza del romanzo.
La prima parte è molto bella ed è quella che più mi ha avvinto.
Si parla anche di libri, di horror in generale quasi in ambito saggistico attraverso quell'intervista organizzata dal creatore di un sito internet di grande successo sull'argomento, con tanto di streaming in diretta dell'intervista.
Un tocco di modernità necessario che non guasta.
Dovremmo anche accettare l'idea che il gotico non sia solo polvere, porte antiche che sbattono e vecchie candele, ma anche cellulari, laptop e GoPro.

Personalmente ho apprezzato questo libro, nonostante alcune parti siano telefonate e prevedibili, specie sul finale, compreso quel plot twist delle ultime pagine, che non è difficile immaginare.
La trama segue forse un percorso troppo prestabilito e cinematografico, ma si lascia seguire con piacere, anche se ammetto che sul finire avevo perso interesse e mordente.
Alla lunga la storia ha ceduto un po' il passo risultando ai miei occhi troppo standard, e forse è per questo che a molti questo romanzo non è piaciuto.

Uno degli aspetti più interessanti del romanzo ( ma che comunque non è una novità narrativa ) è la natura della casa stregata come bagaglio psichico.
Una casa che ha bisogno di essere ricordata e narrata per non morire.
E' l'idea del romanzo che ho apprezzato di più.

Alcune parti forse sovvertono un po' le regole del genere gotico, soprattutto quella di riuscire ad avere potere fuori da quell'ambiente, ma è una cosa che francamente accetto.
Se volessi fossilizzarmi sul passato, leggerei solo i classici e buonanotte, che comunque come ben sa chi mi legge, faccio più spesso e volentieri.
Ci sta che nel 2020 si provi a modernizzare ed allargare la struttura dei generi narrativi, che tanto quelli vecchi sono dei pilastri infrangibili che non tocca nessuno, e che resteranno a futura memoria, ancora e ancora.

Insomma, se vissuto come cinema su carta, è un romanzo scorrevole, come un buon horror estivo con la final girl o perché no, il final boy di turno.
Di questi tempi, nell'ambito narrativo, è già qualcosa.



Alla prossima!



7 commenti:

  1. Forte l'idea dei 4 scrittori come protagonisti.
    Nonostante si perda un po' sul finale, mi piacerebbe proprio vederlo trasposto al cinema.

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  2. Molto interessante, mi segno il titolo. Sicuramente l'idea di svecchiare il genere mettendoci qualche elemento moderno è accattivante.

    P.S. Per un attimo mi sono immaginato che i quattro scrittori fossero Poe, King, Shirley Jackson e Lovecraft. Chissà che super storia ne uscirebbe fuori!

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    1. Sicuramente avrà preso spunto da alcuni scrittori viventi, ma io non ho colto particolari somiglianze, soprattutto fisiche.
      Uno dei quattro sicuramente credo sia ispirato da Stine.
      Con i nomi che citi sarebbe stato certamente da sballo. :-)

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  4. Penso anche io che prima o poi ne faranno un adattamento cinematografico...o visti i tempi una serie per Netflix o Amazon Prime. ;)

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