lunedì 12 luglio 2021

Non rappresento lo stereotipo del lettore, e non so se è un bene o un male

 

Se ci penso, mi rendo conto di non rappresentare per nulla lo stereotipo del lettore.

Anzi, mi sono sentito spesso a disagio quando ho messo piede in alcune librerie, specie quelle più elitarie e ricercate.

Cioè non me ne frega nulla dei premi letterari, e per dire al premio Strega preferisco i racconti sulle streghe, così come non me ne frega nulla degli sconti con i regali tipo borse da mare o plaid, se un libro è pubblicato da Einaudi o Adelphi ( pur riconoscendone il valore estetico e di editing ) e non me ne frega nulla dei gruppi di lettura.

Non do manco particolare interesse e lustro alle librerie mie ed a quelle altrui, nel senso che leggo, rileggo e poso, finisce lì.

E se mi trovo a casa di qualcuno e non vedo libri, non ne faccio un dramma.

Mi frega poco anche degli incontri con gli autori ed anche dei tweet o le stories di Stephen King o qualsiasi altro scrittore.

Per me conta più una sinossi, una storia, che tutto il carrozzone che c'è dietro.

Non mi sono mai vantato di aver letto un libro, e non mi sento superiore ai miei amici a cui non importa nulla di questo argomento.

Forse è per questo che ultimamente qualifico come falsi o costruiti la maggioranza dei divulgatori su Instagram, Facebook o vattelapesca.

Non può essere che nella nostra vita esistano solo i libri, o che la stragrande maggioranza delle nostre emozioni vengano da lì.

Dite quello che volete, ma non ci credo.

Amo anch'io la letteratura, amo alcuni autori ed alcuni generi, ma a volte sento voglia di provare emozioni vere, e non riesco a fingere che i libri siano l'unica cosa che contino nella vita.

Perché a volte, alcune Bio fanno pensare che sia così.

Ciò fa di me un lettore di serie b ed asociale?

Può darsi.

Io metto la letteratura alla stregua di qualsiasi altra mia passione.

Sarà che provengo da sottoterra, nel senso che prima di arrivare alla letteratura la mia vita è stata costellata di vari substrati tra cui l'amore per il calcio, i videogiochi, cinema, fumetti, ma anche la classica vita di strada fatta di cortili e nascondino.

Ai caffè letterari preferisco i bar sport.

Paradossalmente sono lo stereotipo del non lettore.

Eppure sono un lettore, e probabilmente leggo anche più libri di chissà quanti altri che si considerano membri di un élite perché hanno letto l'ultimo Nobel, Pulitzer o Strega.

E di certo non sto a contare quanti libri ho letto, quanti ne ho comprati, e non piango e mi dispero se per due giorni non leggo nulla.

Insomma non rappresento lo stereotipo del lettore ed a volte non so se è un bene o un male, perché i social, ma anche i blog ed i siti letterari, divulgano tutto il contrario di ciò che sono.


Alla prossima !(?)



12 commenti:

  1. Lo stereotipo diffuso del lettore è quello che legge tanto, compra di più di quello che legge, legge per lo più a compartimenti stagni e ha un libro nel cassetto, perché il più bravo di tutti è lui.
    Io leggo quel che mi piace, se ho la sensazione che un libro mi annoi e non mi prenda, lo mollo. Sono a disagio in case senza libri, quello si. Frequento le librerie minime, quelle dove amo spulciare cose che mai avranno la grande distribuzione, non è matematico che legga il Campiello o lo Strega di turno. Una quarta pagina cartacea affascina anche me. Ma leggo anche un casino di blog, mi diverte un mondo perdermi tra blogroll sconosciuti e poi voltarmi indietro col timore di non aver sparso le mollichine giuste..

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    1. Mai scritto in libro, se non da ragazzino, per ridere con i miei amici.
      Onestamente mi sento dalla parte di chi perpetra questo sogno, però oggettivamente, dubito che leggerei quel libro.
      Sono abbastanza poco ricettivo per quel che concerne le autopubblicazioni o i nuovi autori.
      Quando parlo di blog, parlo dell'idea in generale della lettura che traspare in molti di essi, del tipo come necessaria alla sopravvivenza e molto più alta come passione rispetto ai fumetti, cinema, telefilm, tv, ecc.ecc.
      Dei blog anch'io non ne sono mai sazio, e mi nutro di essi, anche se ormai sempre più in silenzio.

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  2. Sei una persona assolutamente normale, così come anche lettore. Sei per il vivi e lascia vivere e godi la vita mescolando la passione per la letteratura ad altro. Io amo il cinema ad esempio ma a volte preferirei essere allo stadio, oppure mentre vorrei essere in biblioteca vorrei ritrovarmi in fumetteria. Così come mentre lavoro vorrei essere con la ragazza che mi piace. È assolutamente normale questo tuo "non sentirti qualcosa o qualcuno".

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    1. Normale non lo so, non ci giurerei, ho anch'io le mie fisime, però mi ci rivedo in come ti descrivi. :-)

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  3. I gruppi di lettura credevo esistessero solo in film e serie statunitensi 😅
    A me non interessa la bellezza in libreria per i fumetti, mentre un libro ben confezionato mi piace di più esporlo... sarà che non leggo un cazzo ma non voglio assolutamente apparire come un lettore di libri agli occhi dell'ospite che mi viene a trovare, è per un piacere personale.
    Anche a me non interessa incontrare gli autori, parlo sempre di fumetti. Con la tecnologia di oggi mi accontento di uno scambio di battute via social. Dell'autografo o della foto me ne sbatto.

    Comunque ti capisco su tutta la linea. Per me gli stereotipi servono a far ridere e lo fanno anche quelli di questi personaggi che descrivi.
    Per me è un bene essere atipici!

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    1. Beh, sì, alla fine siamo ciò che siamo, dai.
      Però ecco, certe volte mi sento dal lato sbagliato della barricata.

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  4. Siamo in due, tranquillo. La penso esattamente come te. A volte penso "ma posso definirmi davvero amante della lettura visto che il 90% dei libri che escono nemmeno so cosa siano?", poi però mi ricordo che la lettura è passione e nulla, ognuno può perseguirla come vuole!

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  5. Bisogna avere il coraggio di essere come si è. Perchè giustificarsi se si legge poco o tanto, se si leggono i libri alla moda o se li si evita. E come dici giustamente non ci sono solo i libri nella vita, per fortuna. Per quanto uno possa amare la lettura non deve essere l'unico interesse nella vita.

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  6. Lo "stereotipo del lettore" è diventato un concetto a uso e consumo dei social. Ci sono milioni di persone che leggono senza abbracciare o negare le tendenze letterarie che si trovano sui social, che nemmeno seguono.

    Credo sia un po' come i milioni di individui che si truccano senza sapere che cosa sono i beauty guru di YouTube.

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    1. Sì, in fin dei conti parliamo comunque di bolle specifiche.

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