giovedì 3 giugno 2021

La divulgazione letteraria è sbarcata su Tik Tok

Immagino già le risate, ma è un argomento da prendere sul serio, secondo me.

La divulgazione è in continuo mutamento ed i creators o comunque molti degli appassionati o chiunque cerca di farsi notare dalle case editrici cerca di colonizzare in genere qualsiasi piattaforma di successo, anche per arrivare ad una nuova generazione di utenti.

Lo abbiamo visto in passato con i Blog, Facebook, Instagram, ci hanno parlato di Clubhouse come il nuovo che avanza, ma è su Tik Tok che le nuove leghe della divulgazione stanno attecchendo.

Mi ero accorto di questa cosa già tempo fa, ma negli ultimi mesi mi sono imbattuto in alcuni articoli generalisti che parlavano di questo fenomeno e dei numeri che ci stanno dietro, che non sono pochi.

Parliamoci chiaramente, la divulgazione via Blog è morta o morente, è racchiusa in una sorta di bolla in cui ci si alimenta solamente tra altri blogger, è come un acquario, non certo un mare.

I gruppi Facebook sono un riciclo continuo di utenti e di domande ricorrenti, alla centesima volta in cui si legge : " vale la pena leggere questo libro", " che ne pensate di tal dei tali di Stephen King " si scorre e si passa oltre, mentre Instagram è ormai saturo ed è diventato un enorme canale pubblicitario, dove le CE si scannano per pubblicizzare i soliti quattro libri e dove le solite quattro persone mostrano tutte i diversi unboxing del libro in prossima uscita.

Sono passate in secondo piano le foto a natura morta dei libri e persino le recensioni, ed ormai il feed conta poco o nulla, tanto che tutti si stanno lanciando nella rincorsa a ciò che va di moda adesso, copiare Tik Tok attraverso i Reels.

E' un vero peccato, perché scavando su Instagram si trova una bella nicchia di utenti che parlano di libri non di prima mano e che hanno parecchia cultura del genere, utenti che chiaramente hanno pochi like e pochi follower, poiché tutti seguono solo coloro che pubblicizzano e basta.

Ovviamente non demonizzo la piattaforma né gli utenti perché anche lì come un tempo nei forum e nei blog, si creano e si consolidano amicizie e c'è anche molta empatia e solidarietà tra utenti, però diciamo che offre poco a chi come me cerca pochi romanzi attuali e che non sta appresso alle ultime uscite o ai romanzi di moda.

Però torniamo a Tik Tok.

Qualche annetto fa di questi tempi scaricai la piattaforma per testarla.

Mi accorsi subito di una cosa, ovvero che i quattro o cinque video che feci, inerenti per lo più paesaggi della mia città e qualche libro Urania o Newton che lanciavo sul divano, fecero più like e visualizzazioni di qualsiasi cosa io abbia mai pubblicato su Instagram o su questo blog.

E' chiaro che inizialmente l'algoritmo prova a spingere un nuovo iscritto per incentivarne l'utilizzo, ma era indubbio che la modalità random di contenuti con cui è caratterizzata la piattaforma, almeno inizialmente mette tutti gli iscritti sullo stesso piano o quasi.

Non devi essere sponsorizzato e pagare come su Instagram per avere like o proseliti, e questo può essere un incentivo per chi parte da zero.

Dopo averlo testato sono sparito da Tik Tok per parecchio tempo fino a quando non mi accorsi che parenti e amici cominciavano a parlarne.

Tempo fa mi trovavo a pranzo da alcuni parenti e nonostante i più giovani della tavolata avessero 35 anni si parlava di Tik Tok e di alcuni creator della piattaforma, tanto da stupirmi del fatto che io ero tra i pochi a non conoscerli.

Così ho testato di nuovo la piattaforma ed inserendo il tag book mi si è aperto un micromondo, perché quella piattaforma non è solo formata da gnocche che fanno squat o ballano, coppie LGBT comiche o che si sbaciucchiano e spezzoni di film, telefilm o stand up comedy, ma anche una piattaforma in cui si parla di libri, con numeri piuttosto elevati.

Per dire, mi è capitato di vedere alcuni video che avevano un milione di visualizzazioni, roba che sembra fuori dal mondo per quel che concerne la letteratura che per sua natura è sempre stata considerata circoscritta ed elitaria.

Leggevo un articolo americano qualche tempo fa, in cui un libro pubblicizzato su Tik Tok ha contribuito ad elevarne le vendite di parecchio, ed è un fenomeno che sembra si stia affermando anche qui.

Personalmente sono sempre positivo nei riguardi del nuovo che avanza, anche quando mi rendo conto di essere fuori target o di non capirlo fino in fondo.

Se Tik Tok può contribuire a far nascere l'interesse nella lettura alle nuove generazioni, ben venga.

Con me in qualche caso ha funzionato, anche se non nella letteratura, ma nel cinema.

Tempo fa vidi alcuni spezzoni di film ( mi pare fossero Wonder ed Il cardellino ) che mi convinsero a cercare le pellicole ed a vederle, quindi perché non può accadere lo stesso con un libro?

Mai dire mai.

E quindi? Ora mollo il blog e mi fiondo su Tik Tok? Non credo, però è l'ennesimo segnale che mi porta a riflettere sul senso della mia esistenza virtuale su blogger.

Il mondo è andato avanti, ed io è come se scrivessi ancora su una Olivetti lettera 32, perché è così che vedo il blog attualmente, vecchio e stantio.

Le parole scritte sembrano avere ormai meno peso di un video.


Alla prossima ! (?)




14 commenti:

  1. In fondo è solo un altro modo per comunicare, nè buono né cattivo in sè ma dipendente dall'uso che se ne fa. Non sono su Tik Tok ma non ho mai creduto alla bufala che lo descrive come il ricettacolo del peggio del peggio.
    Riguardo ai blog sai come la penso, si è un mondo agonizzante ma non è ancora detta la parola fine. Una inversione di tendenza sarebbe ancora possibile, ma dovrebbero volerlo in primis i vari blogger.
    Ciao.

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    1. Beh, alcuni contenuti sono oggettivamente molto elementari, mentre per ciò che concerne la divulgazione letteraria non è molto dissimile da quella delle storie di Instagram, solo che raccoglie l'utenza del momento che è quasi racchiusa tutta lì, visto che è il social più in voga.

      Riguardo i blog, a me pare evidente che ormai circolino soltanto sempre le stesse persone sotto qualsiasi post.
      Si è creato un ambiente amichevole e familiare, ma allo stesso tempo molto chiuso e circoscritto.
      Mi metto nei panni di un lettore esterno che potrebbe benissimo pensare che ce la si canti e ce la si suona sempre tra le stesse dieci, quindici persone.

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  2. Sono troppo vecchio per il nuovo che avanza. Rimango volentieri indietro...

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    1. Beh, vale lo stesso per me.
      Però è indubbio che si corra il rischio di essere lasciati indietro, poiché la divulgazione è ormai tutta da un'altra parte.

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  3. "Parliamoci chiaramente, la divulgazione via Blog è morta o morente, è racchiusa in una sorta di bolla in cui ci si alimenta solamente tra altri blogger, è come un acquario, non certo un mare."

    Sono piuttosto scettico su questo punto. Sono morti i blog che vivono di Do Ut Des, ma lo dicevo già nel 2015 e sono soltanto un cinque per cento dei 600 milioni di blog che ci sono in giro,. Facebook, Instagram Tik tok, non sono altro che facce della stessa medaglia. Io continuo ad avere un migliaio di utenti unici al giorno, (utenti unici non visualizzazione) e settimanalmente sono contattato per progetti o altro. Il 95 per cento mi arriva dai motori di ricerca e tra le keyword in cima alle Serp non ho mai avuto concorrenza di post o altro provenienti dai social. Continuare a credere che like e condivisioni di quattro tuffarli siano credibili porta molto fuori strada e crea molta disinformazione

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    1. Beh, è chiaro che la mia sia una visione parziale e su quel che constato navigando, e che soprattutto non valga per tutti i blog, poiché non possiedo l'onniscienza di circumnavigare tutti i motori di ricerca.
      Certo che esistono blog di successo e blog che praticano il do ut des, il mio non era un discorso atto a sminuire tizio, caio o sempronio, ma una disamina generale, giusta o sbagliata che sia.

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  4. Non demonizzo tendenzialmente nulla, però non ho mai avuto sto interesse ad andare a vedere com'è sto tik tok. Ma in definitiva i contenuti a carattere libresco sono in stile video? perché se è così mi chiedo: che differenza c'è coi video su youtube o con appunto quelli su instagram?

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    1. Beh, i video su Youtube sono più lunghi, e sono sincero, dopo più di cinque minuti si tende a ripetere sempre gli stessi concetti, quindi a me le recensioni libresche dopo un po' su quella piattaforma annoiano.
      Quelle che ho visto su Tik Tok sono robe molto veloci che durano meno di un minuto, dove in genere c'è una lettrice che sottolinea qualche punto o che si mette a fare pose con un libro o che prova ad intrattenere con un libro in mano.
      Cose che comunque si facevano già su Instagram.
      L'unico pregio di Tik Tok è che essendo una piattaforma di video random porta questi contenuti quasi a chiunque, almeno in principio, fino a quando l'algoritmo non prova ad intuire cosa guardi di più.
      E' meglio o peggio di instagram?
      Boh, è l'app dove al momento veicola più l'interesse, tutto qui.
      Instagram a me appare un po' saturo, ma magari è solo una mia impressione.

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  5. Ecco, io sono molto social friendly (che termine gggggioFane) ma su TikTok sono molto restio...
    E il modo in cui il mondo va avanti, la sua velocità, mi spaventa.

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    1. Spaventa tutti coloro che hanno una certa età, poiché è molto forte la sensazione di essere lasciati indietro e di non capire più alcune piattaforme o correnti di pensiero diverse e più moderne delle nostre, e che soprattutto non si rivolgono a noi.
      L'idea che mi son fatto di Tik Tok è che non sia poi così dissimile dalle stories di Instagram.
      E' una piattaforma di intrattenimento, in alcuni casi di basso livello e piuttosto trash, ma allo stesso è molto inclusiva e progressista.
      Si può anche fare divulgazione, anche se oggettivamente il target di riferimento è per giovanissimi o per famiglie.

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  6. Ovviamente uno strumento è l'utilizzo che se ne fa. Se poi gli utenti ne fanno un uso migliore di quello previsto dagli sviluppatori (non giriamoci intorno: era uno schifo) è solo positivo.
    Il senso è che le persone si esprimono. Il mezzo con cui lo fanno è secondario.
    Io però personalmente è un qualcosa in cui non ho interesse ad andare a infilarmi. Forse ne potrei avere un ritorno riguardo la promozione dei miei libri, ma resto scettico.

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    1. Conosco molti autori che lo fanno, ma alcuni si lamentano ugualmente del riscontro poiché comunque pubblicizzare le proprie opere o comunque donarle ad alcuni utenti per sponsorizzarle non garantisce un ritorno o un risultato.
      Io in genere tendo a testarle tutte, ma poi faccio fatica a pensare di inserirmi in determinati contesti visto che precludono un'estetica sociale vera o presunta che non mi appartiene.

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  7. Mah, io sono veramente poco social (diciamo pure zero) quindi non mi pronuncio sulla maggiore efficacia di Instagram, tik Tok o YouTube.
    Però devo dire che nutro uhna grande perplessità sul fatto che siano le recensioni video a funzionare. Cioè, ma se uno non ha nemmeno voglia di leggere quattro righe scritte di recensione come può appassionarsi alla lettura di un libro?

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    1. Suppongo che ci sia meno impegno temporale e mentale.
      Sono persone che si sono abituate ad informarsi in quel modo e per loro rappresenta la normalità.
      Più di una volta mi è capitato di leggere che loro si informano solo su una determinata piattaforma e stop.
      Comunque non credere, si tratta sempre di bolle di nicchia.
      Io nella vita reale non conosco nessuno che utilizza i social come lo fanno coloro che li utilizzano in quel modo.
      Mi piacerebbe parlare un giorno della percezione distorta che ci danno queste piattaforme.

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